È tempo di bilanci in Serie A e le selezioni dei “migliori 11” si sprecano. Cercare aiuto nelle statistiche sembrerebbe una buona idea per non far torto a nessuno, ma in verità ogni criterio, anche uno che è oggettivo per natura, ha dietro una certa quota di soggettività. Anche in questo per questa Top XI statistica è inevitabilmente così: per ogni ruolo, infatti, è stato il mio occhio a scegliere alcune statistiche specifiche che rappresentano cosa io vorrei da un calciatore in ogni zona di campo - criteri che giustamente non tutti potrebbero condividere. In questo modo, quindi, ho escluso alcuni grandi giocatori del nostro campionato, che però interpretano il ruolo diversamente dalla mia idea. Tanto per fare un esempio su tutti: Marcelo Brozovic ha disputato un’ottima stagione e la qualità nella distribuzione del gioco è evidente anche nei numeri. Però nel 3-4-2-1 che ho scelto per questa Top XI – il modulo di riferimento della nuova scuola gasperiniana che ha sempre più proseliti da noi come in Europa – ho preferito avere una mezzala creativa e una mezzala di rottura: un uomo capace di servire l’ultimo passaggio, l’altro prettamente difensivo. Purtroppo la vita è ingiusta anche nel mondo dei numeri.
Tutte le statistiche che trovate sono state aggiustate per possesso. Per rendere l’idea: in una squadra di bassa classifica, che lascia l’iniziativa agli avversari, i giocatori vedono gonfiarsi le loro statistiche difensive per i molti interventi compiuti senza palla; al contrario, hanno poche occasioni per mettersi in mostra in fase offensiva. Con questo metodo, invece, si tiene conto del possesso palla e si normalizzano le statistiche per permettere a tutti i calciatori di mostrare le proprie qualità.
Portiere – Mike Maignan (Milan)
Non c’è una sola statistica che riguardi i portieri che non metta Maignan davanti a tutti. Se consideriamo con l’aiuto degli Expected Goals la differenza tra i gol che ha effettivamente subito con quelli che avrebbe dovuto subire, data la pericolosità del tiro, Maignan è di gran lunga il primo portiere del campionato. Nessuno ha collezionato lo stesso numero di clean sheets (17), lo stesso numero di parate in rapporto ai tiri affrontati (80%), lo stesso numero di cross annullati in uscita alta (12,3%). Per non parlare delle statistiche assurde che ha nel gioco coi piedi. Maignan è di gran lunga il miglior portiere della Serie A e non sarebbe assurdo considerarlo come MVP del campionato.
Centrale di destra – Danilo (Juventus)
Nella stagione in cui ha toccato le 100 presenze con la maglia della Juventus (e ha rischiato di diventare un meme per la fedeltà alla causa bianconera), Danilo ha fatto la sua miglior stagione in Serie A. Nelle statistiche difensive – tackle vinti, intercetti e duelli aerei vinti – Danilo si attesta nelle prime posizioni, ma è nella capacità di far progredire il pallone che il brasiliano si mette più in mostra. Danilo guadagna 403 metri ogni 90 minuti con un passaggio in avanti, solo Bonucci fa meglio di lui. Con la differenza, però, che il difensore della Nazionale non ha le stesse prestazioni difensive.
Centrale di mezzo – Bremer (Torino)
Se parliamo solo di statistiche difensive, non c’è un difensore come Bremer in Serie A. Per duelli aerei vinti (3,7 interventi ogni 90 minuti) e per intercetti (3,8 interventi ogni 90 minuti) nessun giocatore del nostro campionato ha fatto di meglio. Ma c’è un altro numero che, letto al contrario come fosse il negativo di una vecchia pellicola, restituisce ancora di più la grandezza della prestazione del centrale del Torino, e cioè quello dei tackle tentati. Per un difensore centrale, il tackle è un’arma da utilizzare solo in casi estremi, come ultima spiaggia per evitare di essere saltato. E Bremer ha un numero irrisorio di interventi in tackle rispetto a tutti i colleghi del campionato. Il motivo è molto semplice: non c’è stato un attaccante nel campionato che quest’anno è riuscito a metterlo seriamente in imbarazzo.
Centrale di sinistra – Giorgio Chiellini (Juventus)
L’ultimo ballo di Chiellini si è chiuso con una delle sue migliori stagioni di sempre, al netto degli infortuni. Chiellini, infatti, non è solo il difensore che tra tutti è stato saltato di meno (0,3 contrasti persi ogni 90 minuti), e che ha vinto un numero di duelli non troppo diverso da quelli messi insieme da Bremer. È anche il centrale mancino che ha distribuito più palloni nella trequarti offensiva e che ha guadagnato più metri in avanti con un passaggio. Chiellini fa meglio di Alessandro Bastoni, che dell’Inter è un vero e proprio playmaker di scorta. Mancherà alla Juventus tanto quanto alla Nazionale.
Esterno destro – Petar Stojanovic (Empoli)
Stojanovic è uno degli artefici della stagione di successo dell’Empoli, che ha occupato una posizione di classifica tranquilla per gran parte del girone di ritorno. Stojanovic, oltre alle ottime statistiche difensive, è il terzino destro che ha messo a segno più dribbling di tutti, che ha guadagnato più metri in avanti portando palla, che ha creato più di due occasioni a partita per i propri compagni. A 26 anni, Stojanovic è nel pieno della propria maturità e sarebbe ingeneroso nei confronti della stagione che ha appena compiuto se non ricevesse offerte da squadre che puntano a obiettivi di classifica più alti della salvezza.
Esterno sinistro – Theo Hernandez (Milan)
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Per giustificare questa scelta mi basterebbe mostrare il gol che ha fatto all’Atalanta. Ma la verità è che anche i numeri sono dalla parte di Theo Hernandez. Il terzino del Milan è uno dei giocatori più pericolosi della Serie A (3 tiri ogni 90 minuti arrivano dopo un suo passaggio, è tra i difensori con i valori più alti di Expected Assist in Europa); è forte nei tackle e nei duelli aerei; e per la progressione palla al piede non ha rivali (6,5 conduzioni in avanti ogni 90 minuti). Hernandez è uno di quei pochi giocatori che possono spaccare una partita con una singola azione, chiamarlo “terzino” sembra addirittura riduttivo.
Mezzala destra – Frank Anguissa (Napoli)
Anguissa è un game changer, con il suo solo acquisto il Napoli ha letteralmente cambiato faccia. È uno di quei giocatori di cui senti la presenza fisica in campo, che sanno fare letteralmente tutto e hanno un’influenza in ogni parte del gioco. Non c’è una statistica in cui Anguissa eccelle, per la quale è davanti a tutti. Quello che conta è che è nelle prime posizioni in tutte le statistiche che contano per un centrocampista. Da un lato Anguissa gioca 60 passaggi ogni 90 minuti di media e ne mette a segno il 90%; dall’altro sa anche risalire il campo portando palla nella zona più congestionata (5,4 conduzioni in avanti ogni 90 minuti). Compie 5 interventi difensivi ogni 90 minuti tra intercetti e tackle, ma è influente anche nella trequarti campo avversaria per i duelli aerei ingaggiati e per i passaggi riusciti diretti nella trequarti. Insomma, Anguissa è il giocatore che vorresti sempre avere nella tua squadra.
Mezzala sinistra – Luis Alberto (Lazio)
Non è stata una stagione semplice per Luis Alberto, che ha dovuto rinconquistarsi il suo posto da titolare, che forse a un certo punto ha addirittura pensato di cambiare aria. Le liti con Maurizio Sarri sono state frequenti, anche se i due adesso dicono di avere un buon rapporto. Nonostante tutto questo, il talento creativo di Luis Alberto non ne è uscito intaccato. Per passaggi riusciti nella trequarti offensiva, per tocchi in area di rigore, per Expected Assist generati, per passaggi progressivi Luis Alberto è ancora il migliore in Serie A. Una mezzala così creativa e raffinata nel nostro campionato non c’è.
Trequartista di destra – Lorenzo Pellegrini (Roma)
Il capitano della Roma è uno di quei giocatori polivalenti che possono migliorare l’efficacia del gioco di una squadra partendo da tutte le zone del campo. Tra i trequartisti del campionato, Pellegrini è nelle prime posizioni sia per Expected Goals, dove può far valere una grande mole di conclusioni a rete (è nel novantottesimo percentile dei centrocampisti che in Europa tirano di più). Ma è anche davanti per Expected Assist (0,3 xA ogni 90 minuti). È una minaccia costante per la sua capacità di inserirsi in area ed è anche uno dei giocatori che si rende maggiormente disponibile per la ricezione per la ricezione di un passaggio (riceve 7,5 verticalizzazioni a partita, secondo i dati fbref.com).
Trequartista di sinistra – Hamed Junior Traorè (Sassuolo)
Sulla posizione di trequartista di sinistra, una premessa è d’obbligo: l’impatto che ha avuto in campo Traoré non è paragonabile a quello di Rafael Leao, che ha cambiato la stagione del Milan. Il livello a cui compete Leao, almeno per ora, è molto differente da quello in cui si muove Traoré. Però, a contare le singole buone cose fatte in campo – in fondo è questo quel che fanno le statistiche – la prestazione di Traoré non è così distante da quella di Leao. Traoré ha gli stessi dribbling vincenti di Leao (2,5 ogni 90 minuti); gli stessi Expected Goals (o,3/p90); qualche tocco in area in più (4,9/p90 contro i 4/p90 del milanista). E se pensate che la correzione apportata ai numeri abbia dato un vantaggio a Traoré in questa sfida in realtà vi sbagliate, perché Sassuolo e Milan hanno avuto la stessa percentuale di possesso palla. L'estate di mercato del Sassuolo sarà rovente e chissà che non riguardi anche Hamed Junior Traorè.
Centravanti – Beto (Udinese)
Fabrizio Gabrielli aveva fotografato lo stato di grazia di Beto sul finire dell’autunno, quando l’attaccante dell’Udinese sembrava essere la vera e unica rivelazione del campionato. Anche se la sua prolificità sotto porta si è normalizzata da quel momento, a guardare i numeri non ci si è mai mossi da lì: considerando la correzione del possesso palla, Beto è ancora primo per tiri effettuati (3,7 ogni 90 minuti), primo per Expected Goals generati (0,7 xG/p90), primo per gol segnati (0,7 xG/p90). Tra gli attaccanti, solo Muriel mette a segno più dribbling di Beto; solo Djuric e Manaj vincono più duelli aerei offensivi. La prossima impresa di Beto sarà la più difficile della sua carriera: confermarsi su questi livelli.