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Giuliano Adaglio
Top XI: Primeira Liga 2022/23
03 lug 2023
03 lug 2023
I migliori del campionato portoghese, ruolo per ruolo.
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Giuliano Adaglio
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MICAH CROOK / PPAUK/Shutterstock
(foto) MICAH CROOK / PPAUK/Shutterstock
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In questa stagione c’è stato un momento, alla vigilia del doppio confronto con l’Inter nei quarti di finale di Champions League, in cui il Benfica era sulla bocca di tutti. Su radio, televisioni e siti web era tutto un florilegio di elogi alle "Aquile" e al loro allenatore, il tedesco Roger Schmidt, santone del bel gioco capace di riportare il club più prestigioso di Portogallo tra le grandi d’Europa. L’eliminazione contro i nerazzurri – coincisa con un filotto di partite poco convincenti in patria – ha ridimensionato i giudizi, ma la stagione degli "Encarnados" è stata comunque trionfale. Il 3-0 al Santa Clara nell’ultima giornata ha certificato la conquista del 38° titolo di campione di Portogallo, conquistato al termine di una cavalcata di 28 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte, con 82 gol fatti e 20 subiti. Un dominio che non ha riscontri tra i grandi tornei calcistici del continente: né Manchester City, né Napoli, né tantomeno Barcellona e PSG hanno avuto la continuità di rendimento del Benfica, per non parlare del Bayern che ha dovuto lottare fino all’ultimo per conquistare l’ennesima Bundesliga. Le avversarie che la squadra di Schmidt ha dovuto superare in patria, va detto, non hanno offerto troppa resistenza, ad eccezione di un Porto mai domo, giunto alla fine a soli 2 punti dagli storici rivali. La stagione dei "Dragões", a conti fatti, è stata molto positiva, avendo gli uomini di Sérgio Conceição conquistato tre trofei (Coppa, Supercoppa e Coppa di Lega) e raggiunto gli ottavi di Champions League. Molto più deludente è stata l’annata dello Sporting, mai in lotta per il titolo e, anzi, costretto a cedere il terzo posto al Braga, che torna sul podio della Primeira Liga a tre anni di distanza dall’ultima volta. La Top XI del campionato tiene obbligatoriamente conto della forbice da sempre molto ampia che separa le tre-quattro grandi storiche da tutte le altre squadre, ma intende anche offrire una vetrina su qualche nome interessante dei club emergenti. Lo schema è un 4-4-2 piuttosto offensivo, con due esterni intercambiabili, un paio di conferme e qualche sorpresa.Portiere – Ignacio de Arruabarrena (Arouca)Il numero uno del Benfica, il greco Vlachodimos, ha alternato grandi prestazioni a partite meno convincenti, come nello scontro diretto perso ad aprile con il Porto. Lo stesso si può dire di Antonio Adán, tutt’altro che irreprensibile tra i pali dello Sporting. Decisamente più costante il rendimento di Diogo Costa, confermatosi punto di forza del Porto a soli 23 anni: l’eredità del leggendario Vítor Baía è in ottime mani. Allargando un po’ lo sguardo, però, è giusto premiare la grande stagione di Ignacio de Arruabarrena, 26enne uruguaiano dell’Arouca. Nel sorprendente quinto posto finale del piccolo club dell’Aveiro (zona metropolitana di Porto) c’è molto di questo portiere di origine basca, trasferitosi l’estate scorsa in Portogallo dopo aver difeso per anni la porta dei Montevideo Wanderers. Non altissimo (1,86), fa della reattività la sua dote migliore, come certificano i dati statistici che lo vedono al quinto posto assoluto (tra portieri e giocatori di movimento) come rendimento complessivo in campionato. In 30 partite giocate da titolare ha mantenuto la porta inviolata in ben 14 occasioni, guidando con autorità una difesa solida ma non irreprensibile, che lo ha costretto spesso a effettuare interventi prodigiosi. Per non parlare dei rigori: su nove tiri dal dischetto che ha dovuto affrontare, ne ha neutralizzati ben quattro. Molto positiva anche l’annata del collega Paulo Vítor del Chaves e del giapponese Kosuke Nakamura della Portimonense, che dopo un anno di apprendistato si è preso con autorità una maglia da titolare tra i pali degli Alvinegros.Terzino Destro – Costinha (Rio Ave)Anche nel ruolo di esterno destro di difesa la scelta ricade su un giocatore di un club di seconda fascia, nonostante la stagione di Bah del Benfica meriti una menzione: il laterale danese, arrivato senza particolari aspettative dallo Slavia Praga, ha avuto un rendimento molto costante sia in campionato che in coppa, fornendo a Schmidt il contributo offensivo che richiede il suo schema di gioco, dove gli esterni di difesa sono quasi delle ali aggiunte. Il suo infortunio è coinciso con il momento di maggiore difficoltà della squadra, condizionando la gara casalinga con il Porto e i match successivi. Se parliamo di continuità, però, non si può non celebrare l’annata di Costinha, laterale classe 2000 del Rio Ave. Giocatore completo, bravo negli inserimenti senza palla e nei colpi di testa, non è un difensore puro ma piuttosto un esterno a tutto campo: nel 3-4-3 di Luís Freire il suo compito principale era quello di accompagnare la manovra offensiva della squadra, senza per questo disdegnare i recuperi difensivi. In questo fondamentale fa valere un notevole timing sul pallone e una discreta velocità, caratteristica che gli consente di sopperire a qualche lacuna nel posizionamento. Nel complesso, un esponente molto moderno del ruolo, adatto a tutte le squadre che amano interpretare in maniera aggressiva il gioco sugli esterni. Estremamente positiva anche la stagione di Víctor Gómez, esterno tascabile del Braga che gli Arsenalistas hanno preso in prestito con diritto di riscatto (già esercitato) dall’Espanyol: punto fermo delle giovanili spagnole, per lui potrebbero presto aprirsi anche le porte della nazionale maggiore, considerando che al momento nel ruolo gioca il 37enne Jesús Navas, peraltro simile per caratteristiche al giovane catalano.Difensore centrale – António Silva (Benfica)

Quando, nell’agosto scorso, si affaccia per la prima volta in prima squadra, António Silva non ha ancora 19 anni. Fino a quel momento, per lui, solo qualche apparizione con il Benfica B in seconda divisione e una manciata di presenze nelle selezioni giovanili portoghesi. È stato uno dei leader della squadra capace di trionfare in Uefa Youth League, è vero, ma il salto tra i grandi non è così scontato, anzi. Eppure, quando Schmidt si trova a dover far fronte all’assenza di Otamendi per squalifica nella terza giornata di campionato, non ha dubbi: il posto da titolare è di quel ragazzo dinoccolato, che gioca a testa alta, senza paura. Da quel momento, salvo la partita immediatamente successiva, il nativo di Viseu quel posto non lo lascerà più, affermandosi rapidamente come uno dei centrali difensivi più promettenti d’Europa, proprio accanto al più esperto collega argentino. L’infortunio di Morato lo agevola nell’ascesa, ma ad aiutarlo sono soprattutto le prestazioni sempre più convincenti, frutto di un carattere sfrontato e sicuro di sé, che non si lascia abbattere di fronte agli errori. Nel corso della stagione, infatti, qualche prova sottotono c’è stata: peccati di gioventù, emersi soprattutto quando al suo fianco è mancato il totem Otamendi, come nell’andata dei quarti di Champions contro l’Inter. Tifosi e addetti ai lavori vedono in lui l’erede di Rúben Dias: non potrebbe essere altrimenti, viste le analogie fisiche e di ruolo. Rispetto al centrale del Manchester City, António Silva deve crescere ancora, ma sembra già all’altezza in alcuni fondamentali, dal gioco aereo all’uno contro uno. In Nazionale, i due potrebbero formare una delle migliori coppie di centrali del panorama internazionale, magari alternandosi con l’altro grande prospetto difensivo del calcio portoghese, Gonçalo Inácio dello Sporting, o formando con lui un’impenetrabile difesa a tre. Difensore centrale – Sikou Niakaté (Braga)Tra le grandi rivelazioni del campionato c’è sicuramente il centrale del Braga Sikou Niakaté. Il 23enne francese, arrivato in estate dal Guingamp con la formula del prestito con obbligo di riscatto (a fronte di un certo numero di presenze, raggiunto agevolmente) si è imposto come uno dei più affidabili interpreti del ruolo, offrendo un notevole contributo anche in fase offensiva con tre gol realizzati,tutti di testa con uno stacco poderoso. Ingaggiato per sopperire alla cessione di David Carmo, passato in estate al Porto, Niakaté non ha fatto rimpiangere il brasiliano sul centrosinistra, contribuendo a fare del Braga la terza migliore difesa del campionato. Veloce, abile nelle letture, talvolta risulta troppo irruento, come testimoniano le tre espulsioni stagionali, l’ultima nella dolorosa sconfitta in finale di Coppa del Portogallo contro il Porto. Tra gli altri centrali difensivi merita una menzione il nostro Ibrahima Bamba, autore di un’ottima stagione con la maglia del Vitória Guimarães: il ragazzo di Vercelli, di cui avevamo parlato qui, ha brillato al centro della difesa a tre di Moreno, non sfigurando nemmeno di fronte ad attaccanti di grande livello come Taremi o Gonçalo Ramos. Di ottimo livello anche il rendimento di Filipe Relvas della Portimonense e di João Basso, ormai da anni perno difensivo dell’Arouca. Niente male, infine, l’annata di Tomás Araújo al Gil Vicente: il prodotto del vivaio del Benfica, ex compagno di reparto di António Silva nelle giovanili del Benfica, sembra già pronto a raccoglierne l’eredità quando quest’ultimo – magari già quest’estate – si trasferirà all’estero.Terzino sinistro – Álex Grimaldo (Benfica)Uno degli obiettivi delle Top XI di fine stagione è portare all’attenzione dei lettori nomi emergenti di cui non si sa molto. Come terzino sinistro, però, è impossibile non confermare Álex Grimaldo, da anni l’interprete più brillante del ruolo in Primeira Liga. Tra dodici mesi il problema non si porrà: dopo sette stagioni e mezza, infatti, il laterale spagnolo lascerà il Benfica per accasarsi in Germania, al Bayer Leverkusen, la squadra dove si mise in luce di Roger Schmidt, il tecnico che l’ha allenato nell’ultima stagione in Portogallo. Sotto la guida del visionario tecnico tedesco, Grimaldo ha offerto la migliore versione di sé: un laterale di grande tecnica, abilissimo in fase offensiva (5 gol e 11 assist, che si sommano alle 2 reti e alle 5 assistenze in Champions League) e tutt’altro che disprezzabile in quella difensiva, dove compensa i limiti fisici con velocità e senso della posizione. Non sarà mai un terzino vecchio stampo né uno che si può riciclare come laterale di una difesa a tre, ma se lasciato libero di esprimersi sulla fascia, ha pochi eguali nel panorama internazionale. Incredibile che neanche dopo una stagione come questa sia riuscito a conquistare un posto in Nazionale. Nei giorni immediatamente precedenti la fase finale di Nations League, complice l’infortunio del pari ruolo Bernat, il suo nome era tornato in auge, salvo poi essere accantonato in favore del giovane Fran Garcia, figliol prodigo madridista. Un destino beffardo per Grimaldo, che non veste la maglia della "Roja" dai tempi dell’Under 21, dove peraltro ha collezionato solo due presenze tra il 2013 e il 2016.Esterno destro – Otávio (Porto)Anche sul lato destro del centrocampo è necessaria una conferma: Otávio è una delle principali figure della Primeira Liga, un giocatore in grado di determinare le fortune della propria squadra, tanto da contendere un posto da titolare in Nazionale a Bernardo Silva e João Félix. Il trequartista brasiliano (ma naturalizzato portoghese) è tra gli insostituibili del Porto vicecampione: schierato da Sérgio Conceição un po’ ovunque nel suo mutevole centrocampo, è il classico giocatore che migliora quelli che gli sono accanto. Bravo negli assist (7 in campionato), lucido davanti alla porta (5 gol), non fa mancare il suo apporto in fase difensiva, risultando uno dei migliori della sua squadra nel recupero alto del pallone, fase di gioco fondamentale per Sérgio Conceição. Nel ruolo di ala destra va segnalata la stagione rimarchevole dell’ex genoano Iuri Medeiros, in procinto di lasciare il Braga per gli Emirati Arabi Uniti, e la conferma ad alti livelli di Marcus Edwards, che ha retto bene il passaggio da una provinciale come il Vitória Guimarães a una grande come lo Sporting. L’inglese, autore di 7 gol e 5 assist, è stato una delle note liete della stagione dei "Leões", molto utile nel creare la superiorità numerica anche se non sempre lucidissimo nelle scelte.Centrocampista centrale – Al-Musrati (Braga)

Dominante: si potrebbe sintetizzare così, la stagione di Almoatasembellah Ali Mohamed Al-Musrati, centrocampista difensivo del Braga e della nazionale libica. Nulla di sorprendente, per chi ha imparato a conoscerlo e apprezzarlo nella sua ormai piuttosto lunga esperienza portoghese, ma comunque al di sopra degli standard messi in mostra in passato. Schivo e determinato, ha una storia particolare: cresciuto nell’Al-Ittihad Tripoli, club più vincente del suo paese natale, a vent’anni è passato al Vitória Guimarães grazie a una segnalazione di Romano Sion, ex attaccante olandese dei "Conquistadores". «Tra due anni non sarà più qui», aveva previsto. Non ci è andato lontano: nell’estate del 2020, dopo un prestito di sei mesi al Rio Ave, ha firmato un quadriennale con il Braga, contratto rinnovato quest’autunno fino al 2026. Nelle ultime settimane si è parlato per lui di un interessamento del Wolverhampton, il club più portoghese d’Inghilterra, alla ricerca di un sostituto per Rúben Neves. Il numero di maglia è lo stesso, l’8, ma il profilo tecnico è piuttosto diverso. Al-Musrati sembra comunque pronto al salto in un campionato come la Premier.Centrocampista centrale – Manuel Ugarte (Sporting) Nell’altalenante stagione dello Sporting il giocatore che si è messo più in evidenza è stato Manuel Ugarte. Arrivato due anni fa dal Famalicão, che lo aveva scovato nel Fénix, club minore della natìa Montevideo, è stato il cardine del 3-4-3 di Rúben Amorim, rivelandosi un sorprendente upgrade di João Palhinha. Quando, in estate, il nazionale portoghese aveva lasciato Lisbona per approdare al Fulham, in molti avevano mostrato scetticismo sulle possibilità di Ugarte di rilevarne i compiti in campo. La sua prima annata in maglia biancoverde era stata positiva, ma aveva lasciato intravedere qualche limite di personalità. Questa stagione ha fugato ogni dubbio: Ugarte ha trascinato la squadra con la sua grinta e la sua mobilità, risultando una pedina fondamentale nel pressing e in fase di ripiegamento. A livello di costruzione di gioco deve ancora crescere, ma da questo punto di vista i suoi compiti allo Sporting erano limitati, così come lo saranno al Paris Saint Germain, che per acquistarlo ha sborsato una cifra intorno ai 60 milioni di euro. Accanto a lui c’era sempre un giocatore più dotato nel palleggio: o il giapponese Morita, o il trequartista Pedro Gonçalves, impiegato spesso in posizione più arretrata proprio per accompagnare al meglio l’uruguaiano. Il sacrificio tattico non ha inciso sulla prolificità del 25enne portoghese, che ha messo a segno 15 gol e 11 assist, risultando il numero uno del torneo in questa statistica. Degna di nota anche la stagione di Fredrik Aursnes, autentico equilibratore del centrocampo del Benfica. Il 27enne norvegese, che in questo pezzo Emanuele Atturo definiva «apocalittico» per la sua enorme capacità atletica, ha confermato quanto di buono fatto vedere al Feyenoord, inserendosi a meraviglia in un calcio tradizionalmente compassato come quello portoghese, che sulla carta poco aveva da spartire con le sue caratteristiche (e con quelle del suo allenatore).Esterno sinistro – João Mário (Benfica)Nel sistema iper-aggressivo di Schmidt, la collocazione in campo di João Mário non è facilmente definibile: schierato in partenza come ala destra, finiva con l’occupare spesso la posizione di centravanti, sfruttando gli spazi creati dai movimenti di Gonçalo Ramos. Lui e Rafa Silva – sulla carta un trequartista, di fatto una seconda punta – sono i giocatori che hanno beneficiato maggiormente del lavoro del tecnico tedesco, raggiungendo vette realizzative mai toccate prima in carriera (se si esclude, per Rafa Silva, l’anno di grazia 2018-19). L’ex meteora dell’Inter ha raggiunto la definitiva maturità alle soglie dei trent’anni, al suo secondo anno con la maglia degli "Encarnados". È evidente come la fiducia accordatagli lo abbia messo nelle condizioni di performare al meglio, così com’è palese la sua trasformazione tattica: l’anno scorso è stato impiegato quasi sempre da centrocampista centrale, un ruolo che ne limitava la capacità d’inserimento, mentre in questa stagione è stato lasciato libero di spaziare per tutto il fronte offensivo, mettendo in luce grandi doti di movimento senza palla. Molti dei suoi gol sono arrivati su rigore, è vero, ma i numeri lo collocano comunque tra i primi tre giocatori del campionato come efficienza offensiva. Un rendimento di poco superiore a quello di Ricardo Horta del Braga, che avrebbe meritato una conferma in questa Top IX tanto quanto il collega del Benfica. Il 28enne di Sobreda è l’indiscusso leader tecnico della sua squadra, così come Iván Jaime lo è del Famalicão: il trequartista spagnolo, classe 2000, è letteralmente esploso in questa stagione, rivelandosi come uno dei giovani più interessanti del campionato. Attaccante – Gonçalo Ramos (Benfica) Un anno fa, quando si è trattato di stilare questa Top undici, non c’è stato alcun dubbio sull’inserimento di Darwin Núñez: l’uruguaiano era stato il capocannoniere del torneo e aveva rubato la scena a tutti. Accanto a lui, si era fatto largo un ragazzo del vivaio benfiquista, abile nelle sponde e nell’aprire gli spazi al collega di reparto. Si erano già intuite le sue potenzialità, ma pochi sarebbero stati disposti a scommettere su un’esplosione così fragorosa. Con l’arrivo in panchina di Schmidt e con l’addio di Núñez, Gonçalo Ramos è diventato il titolare, catalizzatore di tutta la manovra, pur non snaturando le proprie caratteristiche. Il 22enne originario dell’Algarve – regione meridionale del Portogallo nota più per la bellezza delle spiagge che per la tradizione calcistica – ha continuato a lavorare per i compagni ma ha affinato la propria efficacia sotto porta, realizzando 19 gol in campionato e 27 complessivi in stagione. Un rendimento che ha fatto drizzare le orecchie ai direttori sportivi di mezza Europa: chi cerca un centravanti giovane, completo, in grado di fare reparto da solo, dovrebbe bussare alla porta di Rui Costa. E chissà che anche il Portogallo, alla costante ricerca di un punto di riferimento in attacco – fatta eccezione per Ronaldo, che in Nazionale non ha quasi mai giocato da centravanti puro –, non abbia finalmente trovato il numero nove tanto agognato. Quel che impressiona di Gonçalo Ramos, oltre all’eccezionale mole di lavoro che si sobbarca durante i novanta minuti, è la rapidità con cui esegue le giocate, i cambi di direzione: una dote utile in ogni zona del campo, ma che diventa letale in area di rigore.Attaccante – Fran Navarro (Gil Vicente)

Premessa doverosa: il capocannoniere del torneo, l’iraniano Taremi del Porto, avrebbe meritato una conferma in questa Top XI, perché – al di là dei numeri (22 gol e 7 assist) – il suo contributo alla causa portista è stato eccezionale. La scelta di inserire al suo posto Fran Navarro intende non solo premiare l’ottima stagione dell’attaccante spagnolo, ma anche rendere giustizia al sottobosco della Primeira Liga, che ogni anno propone elementi interessanti che rischiano di passare inosservati. Arrivato due anni fa dal Valencia, sua città natale, il 25 enne del Gil Vicente ha confermato quanto di buono mostrato all’esordio nel campionato portoghese, risultando il terzo miglior marcatore del torneo con 17 gol: reti decisive per mantenere la sua squadra in linea di galleggiamento, senza rischiare di finire nelle secche della zona retrocessione. Destro naturale ma tutt’altro che a disagio con il sinistro, ha messo in luce ottime doti di smarcamento, che unite a una tecnica funzionale e alla giusta cattiveria sotto porta lo hanno reso una spina nel fianco per tutte le difese avversarie. Nessun giocatore ha condizionato il rendimento della sua squadra come lui: il 63% dei gol realizzati dal Gil Vicente (32) lo ha visto coinvolto come marcatore o come uomo-assist, senza contare l’apporto in fase di riconquista del pallone, particolarmente significativo in una squadra che produce poco a livello offensivo. Salvo sorprese dell’ultima ora, la prossima stagione Fran Navarro giocherà con la maglia del Porto, che ha raggiunto un accordo con il Gil Vicente già a gennaio. Tra le sensazioni del torneo c’è anche Yusupha Njie: il veloce attaccante del Boavista, figlio del leggendario Biri Biri, ha beneficiato del cambio di ruolo (da esterno d’attacco a prima punta), risultando più efficace sottoporta e meritandosi le attenzioni di club di maggior prestigio, salvo poi firmare per i qatarioti del Al-Markhiya.

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