Dodici mesi fa lo Sporting di Rúben Amorim si laureava campione di Portogallo, interrompendo il duopolio Porto-Benfica che durava da 19 anni. La conferma in panchina del giovane allenatore, già sul taccuino di alcune delle principali squadre d’Europa, sembrava il preludio di un nuovo ciclo vincente. Così non è stato perché il Porto, superando 1-0 il Benfica alla penultima giornata, si è garantito matematicamente la riconquista del titolo, il 30° della sua storia. Una vittoria, quella dei Dragões, quasi mai in discussione, visto che la squadra di Sérgio Conceição ha preso la testa della classifica alla 10° giornata, superando 4-1 il Boavista nel derby, per non lasciarla più.
Il Benfica può consolarsi con un brillante cammino in Champions League, conclusosi solo ai quarti sotto i colpi del Liverpool di Klopp, e con la stagione monstre del fenomeno Darwin Núñez, esploso fragorosamente dopo una stagione d’esordio tra luci e ombre, soprattutto in campionato. Chiusa la seconda parentesi sotto la guida di Jorge Jesus – allontanato in maniera più o meno consensuale dopo il fracasso prenatalizio contro il Porto in Coppa di Portogallo – il club più amato del paese ha affidato la panchina all’esordiente Nélson Veríssimo, rivelatosi un traghettatore affidabile, anche se incapace di portare a Lisbona alcun trofeo. L’unico alloro stagionale del Benfica, infatti, l’ha conquistato la squadra giovanile guidata da Luís Castro, capace di aggiudicarsi la Youth League travolgendo in finale 6-0 il Red Bull Salisburgo. Tanti i talenti messi in mostra nell’occasione, dall’italiano Cher Ndour al prolifico esterno Diego Moreira.
Fermatosi agli ottavi di finale in Champions League, lo Sporting ha conquistato Supercoppa e Coppa di Lega, chiudendo il campionato al secondo posto. Un risultato per certi versi positivo, per un club che ha da poco ritrovato stabilità tecnica e societaria dopo anni turbolenti. Discreta anche la stagione del Braga, capace di issarsi fino ai quarti di finale di Europa League (fuori ai supplementari contro i Rangers) e di confermarsi quarta forza del campionato. La sostanziale immobilità nei rapporti di forza della Primeira Liga si riflette anche in questa Top XI, dominata dai giocatori delle tre grandi storiche del paese.