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Federico Principi
Suso, Calhanoglu e Bonaventura: le incognite nel 3-5-2 del Milan
10 ott 2017
10 ott 2017
Montella ha tenuto inalterati i suoi princìpi di gioco, ma deve ancora scegliere la sua mezzala sinistra e la seconda punta.
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Federico Principi
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Come in molti avevano immaginato già dopo l'acquisto di Leonardo Bonucci, nelle ultime settimane il Milan di Vincenzo Montella è passato alla difesa a 3. Per compiere la transizione dal 4-3-3 al 3-5-2 c'è stato comunque bisogno di un evento traumatico: la sconfitta per 4-1 contro la Lazio; e del ritorno di Alessio Romagnoli contro l'Austria Vienna, dopo i problemi al menisco.

 

Va detto che Montella ha deciso per ora di dare continuitàal 3-5-2senza mostrare ripensamenti, anche se per parte dell’opinione pubblica si tratta di un modulo che non valorizza a pieno quelli che sono forse i due giocatori più creativi in rosa: Suso e HakanÇalhanoglou. Eppure, nonostante il cambio di modulo, Montella sta lavorando sugli stessi principi, con un’interpretazione poco rigida del modulo stesso e delle trame abbastanza riconoscibili. Il Milan ha perso 2 delle ultime 3 partite, vincendo con qualche difficoltà di troppo in Europa League, una situazione complicata che non si riduce al scelta del modulo, ma che coinvolge direttamente, in modo cruciale, il ruolo delle mezzali.

 


Nel gioco di Montella è fondamentale consolidare il possesso fin dalla prima costruzione. Il Milan solitamente formaun rombo composto dai tre difensori e da Biglia, mentre il resto dei giocatori segue un attento scaglionamento nei cinque corridoi verticali nella trequarti campo avversaria (le due fasce, i due spazi di mezzo, il corridoio centrale).

 

Uno dei motivi per i quali Montella ha deciso per il cambio di modulo verso la difesa a 3 è che, di fatto, il Milan con il 4-3-3 costruiva in ogni caso l'azione con 3 uomini arretrati, con l'allineamento di Rodriguez vicino ai due centrali (simil-De Sciglio, la passata stagione). In ogni caso ancora oggi, pur con tre difensori tutti bravi tecnicamente, il Milan fatica a impostare, in parte perché il centrale destro e sinistro di difesa sono troppo timidi in conduzione. Già contro la prima squadra un po' più organizzata e aggressiva in pressione affrontata, la Sampdoria, i rossoneri hanno mostrato una costruzione bassa troppo farraginosa, evidenziata anche dalla Roma che ha pressato in alto in alcuni momenti della partita, specialmente in caso di rimessa dal fondo rossonera.

 

Il Milan, invece, è riuscito molto facilmente a consolidare il possesso in casa contro Udinese e SPAL, contro due squadre reattive che difendono nella propria metà campo. In quei casi, le mezzali occupavano i rispettivi mezzi spazi quasi all'altezza della prima punta, mentre i due esterni si alzavanosulle fasce mentre i due attaccanti si allineavano in verticale.

 

È importante precisare, in ogni caso, che a consolidare il possesso e trasmettere il pallone in fase di rifinitura concorrono solo i tre centrali più Biglia. Alle mezzali non è richiesto un fraseggio né in zone basse, né nel passaggio da costruzione a rifinitura: alzandosi sulla trequarti avversaria, il loro compito è quello di alimentare le combinazioni interne con le punte per andare in porta centralmente, o in alternativa di scaricare sulle fasce e attaccare l'area, come accaduto di frequente contro la Roma. In linea di continuità con il vecchio principio di Montella del fraseggio in zone avanzate.

 


Uno scaglionamento abbastanza classico con il 3-5-2: punte in verticale, mezzali ed esterni che si alzano per occupare tutti i corridoi.


 

ControUdinese e Sampdoria è toccato a Suso partire da seconda punta (con Bonaventura e Kessié mezzali), contro SPAL e Roma si è vista l'attesissima coppia Kalinic-André Silva. Nel secondo caso i due attaccanti erano portati più naturalmente a scambiare le loro posizioni cercando delle combinazioni; mentre contro i bianconeri Kalinic cercava di tagliare in profondità, per allungare la zona di ricezione di Suso e delle due mezzali.

 

L’obiettivo di Montella in fondo è quello di qualunque allenatore: costringere la squadra avversaria a difendere contemporaneamente l'ampiezza, la profondità e i mezzi spazi. L'Udinese ad esempio agiva stretta in fase di non possesso (nonostante il suo 4-5-1) e anche da lì nasce l'ottima prestazione di Calabria sulla fascia destra, lasciata piuttosto scoperta.

 

Con la presenza di Suso in attacco che può abbassarsi in uno dei spazi di mezzo, e con la volontà di Montella di creare una rete più efficiente di coperture preventive, il rombo di costruzione arretrato può però diventare

con l’abbassamento di una mezzala, lasciando comunque 5 uomini davanti, uno per ciascun corridoio. Montella ha preparato in questo modo l'ultima partita contro la Sampdoria, prevenendo le transizioni dei 3 attaccanti e delle mezzali della Samp: con 5 uomini coinvolti nell'uscita della palla e 5 nell'occupazione alta dei corridoi, il Milan non differisce più di tanto da quello dello scorso anno.

 


Contro la sempre strettissima difesa di Giampaolo il Milan occupa i 5 corridoi offenensivi ma lascian una mezzala dietro (Kessié) per facilitare la costruzione e migliorare le coperture preventive in transizione negativa. Princìpi non molto diversi da quelli dell'anno scorso con il 4-3-3.


 

Quando però l'obiettivo di consolidare il possesso non viene raggiunto, per diversi motivi per lo più legati a una buona pressione della squadra avversaria, Montella utilizza le mezzali per uscire lateralmente dal pressing. Le mezzali possono allargarsi subito, con i terzini che si alzano quasi a formare un 3-3-4 iper-offensivo, oppure preferibilmente possono tagliare in diagonale in avanti,finendo sempre sull’esterno ma davanti all’esterno di fascia, che a quel punto è libero di andare incontroalla difesa facilitando l'uscita palla dal suo lato.

 

In molti casi, come ad esempio (contro l'Austria Vienna che pressava abbastanza, ma male), la mezzala riceveva direttamente dall'esterno; in altri invece

a venire verso la palla per creare un triangolo e completare così l'uscita attraverso la catena laterale.

 


L'Austria Vienna prova a pressare a uomo e il Milan esce più spesso lateralmente. L'esterno (Abate) viene incontro e la mezzala da quella parte (Kessié) attacca lo spazio in ampiezza.


 

Insomma alle mezzali, in fase di possesso, può essere richiesto un set di compiti e movimenti vario e specifico per ogni partita o situazione. Finora nel ruolo si sono alternati Kessié, Çalhanoglou e Bonaventura, le gerarchie non sono chiare e l’unico a cui Montella sembra non voler rinunciare è Kessié, che ha caratteristiche uniche fra i centrocampisti rossoneri. Sia per la sua forza fisica che per la capacità di inserirsi in verticale, con e senza il pallone.

 

Ma anche le connessione fra l’ivoriano e i compagni dipenderanno molto dalla forma che il Milan assumerà nelle prossime settimane. Con il 3-5-2 i rossoneri tornano a una struttura difensiva più orientata al controllo dello spazio, un 5-3-2 che comunque per princìpi resta simile al 4-5-1 dello scorso anno. Quando il Milan troverà automatismi più marcati e una maggiore solidità senza palla non è escluso che un successivo tentativo sia il passaggio al 3-4-3, schema di gioco che dà più interpretazioni possibili soprattutto in fase di non possesso. Che la squadra di Montella sia ancora un laboratorio dovrebbe essere il presupposto migliore con cui guardarla, e in questo senso non è detto che non assisteremo nelle prossime settimane ad altri esperimenti.

 


Pur in contesto ancora “misterioso”, il ballottaggio tra Bonaventura e Çalhanoglou è uno dei temi più caldi fin dall’inizio di stagione, e alla fine, considerato il calendario fitto di campionato e Europa League potrebbe risolversi con una semplice alternanza. La prima considerazione da fare è che in fase difensiva il turco viene da un'esperienza al Bayer Leverkusen di Roger Schmidt ed è abituato a difendere in avanti in modo aggressivo. Attualmente è il centrocampista rossonero che effettua più contrasti per 90 minuti (1.83) dopo Locatelli,

di Bonaventura in fase difensiva, oltre che generalmente più fluido sia nello stretto che in spazi più aperti.

 

Alla mezzala più offensiva Montella richiede a volte una marcatura a uomo sul mediano avversario: è accaduto spessissimo lo scorso anno e già in questa stagione abbiamo vistoproprio Çalhanoglou neutralizzare la costruzione bassa della SPAL schermando Viviani. Anche Bonaventura lo scorso anno ha eseguito più volte questo compito.

 


Marcatura di Çalhanoglou su Viviani, e punte in orizzontale del Milan. È più facile pressare nelle situazioni statiche, ma la SPAL è abituata a una lunga circolazione bassa finché non si libera un uomo. Contro il Milan ha invece lanciato sempre lungo, nonostante un frequente 5 contro 3 (compreso il portiere Gomis, sempre attivo).


 

Proprio per i suoi trascorsi in Germania, Çalhanoglou sembra la scelta più indicata quando Montella deciderà di impostare un pressing più aggressivo, e la sua rapidità risulterà importante nelle partite in cui la mezzala sarà chiamata a scalare spesso di lato per non concedere campo agli avversari, mentre l’esterno (Rodriguez) è tenuto in basso da un'ala avversaria. Forse anche per questo Montella ha scelto proprio Çalhanoglou contro la Roma, che il Milan ha spesso aggredito in alto.

 


Se l'esterno (qui Rodriguez) è impegnato su un'ala, sul terzino avversario deve uscire la mezzala. Bonaventura abbandona Barak ma non scherma il passaggio dalla linea laterale, e Biglia a quel punto non ha il tempo di scalare. Çalhanoglou è più efficace di Bonaventura in queste scalate laterali.


 

Da parte sua, Bonaventura potrebbe tornare utile quando il Milan, in fase di possesso, vorrà impostare lateralmente, piuttosto che attaccare occupando tutti i corridoi. Bonaventura ha una spiccata capacità nell'uno-contro-uno, soprattutto sull'esterno: è il giocatore del Milan ad aver effettuato più dribbling per 90 minuti (2.01) vincendoli tutti. -di contro,Çalhanoglou fermo a 0.61- e in questa statistica era il quinto giocatore in Serie A nel 2016-17 (3.45 dribbling per 90 minuti, il 66% dei quali vinti). Non è da escludere che anche a Genova contro la Samp, con la squadra di Giampaolo sempre strettissima in ampiezza in fase difensiva, Montella avesse in mente di giocare sulle catene laterali, e per questo abbia preferito appunto Bonaventura.

 

Con la palla, Çalhanogloupuò dare qualcosa in più quando deve agire da puro rifinitore, e sembra più adatto di Bonaventura nelle ricezioni nel mezzo spazio di sinistra. Il turco, però, è abituato a un’intensità e un ritmo più alti, piuttosto che a partecipare a lunghe fasi di controllo palla, ma proprio per questo potrebbe essere importante nel velocizzarel'azione nell'ultimo terzo di campo, considerando anche la

. Il turco e Suso sono infatti i due giocatori in squadra ad aver effettuato più "key passes" (rispettivamente 2.75 e 2.32 per 90 minuti) - mentre Bonaventura è fermo a 1.01 per 90 minuti.

 

Dando uno sguardo ai centrocampisti che rimangono in rosa, anche Montolivo e Locatelli potrebbero tornare in gioco come mezzali quando il Milan riproporrà il pentagono di costruzione, nonostante l'unico fra questi ad essere partito titolare come mezzala sia stato proprio l'ex capitano, ma sempre con il 4-3-3. Eventulamente, in casodi contemporanee indisponibilità di Çalhanoglou e Bonaventura, l'alternativa principale potrebbe essere quella di José Mauri, a lungo schierato come mediano, ma che ha mostrato doti di inserimento non indifferenti nell'ormai lontana stagione a Parma.

 


La questione dellaseconda mezzala (oltre a Kessié) si lega a quella della coppia d’attacco che dovrebbe essere schierata nel 3-5-2. In linea teorica questo modulo dovrebbe tagliare fuori uno dei giocatori chiave del 4-3-3 dello scorso anno, ovvero Suso, che Montella ha però già schierato seconda punta sia contro l’Udinese che contro la Sampdoria.

 

Le prestazioni dello spagnolo come secondo attaccante non sono state vistose e brillanti come quelle dello scorso anno e non è così azzardato immaginare un suo eventualespostamento proprio come mezzala sinistra. Sulla carta non sembra il ruolo per Suso: sebbene potrebbe trovarsi teoricamente a proprio agio in fase di possesso sono probabilmente troppe le difficoltà che avrebbe nel reggerne i compiti difensivi. Soprattutto quando l'esterno dal suo lato esce molto lungo, Suso dovrebbe coprire troppo spazio al centro del campo, senza il riferimento della restrizione della linea laterale a cui è abituato, costringendo eventualmente Romagnoli a uscire pericolosamente dalla propria linea.

 


Soprattutto nelle partite contro squadre con un solo uomo di fascia (come la Samp con il 4-3-1-2), l'esterno del Milan è chiamato alla scalata lunga in avanti. La mezzala Bonaventura è rimasta quasi sempre al centro marcando a uomo Barreto: Suso sarebbe capace di fare la fase difensiva in quella posizione?


 

Restando su Suso, è importante sottolineare quanto il ruolo di seconda punta nel 3-5-2 lo porti a ricevere spesso proprio nel mezzo spazio di destra, proprio come faceva lo scorso anno partendo da esterno destro del 4-3-3. Nei primi mesi della scorsa stagione i rossoneri cercavano Suso o Niang tramite verticalizzazioni, mentre nella seconda parte del campionato Suso era portato a ricevere dinamicamente nel mezzo spazio, con una manovra più fraseggiata. Ma lo scorso anno la palla gli arrivava quasi sempre da uno dei due difensori centrali (Romagnoli specialmente), con passaggi verticali che lo facevano ricevere spalle alla porta;quest'anno invece gli uomini chiamati maggiormente a servire un passaggio nei mezzi spazi sono Bonucci e Biglia, creando di conseguenza

che invitano a una ricezione con il corpo più orientato verso la porta.

 

Suso, quindi, è più abituato di quanto si dica anche al 3-5-2, se giocato con i princìpi di Montella.Resta comunque un giocatore chedà il meglio di sé quando parte più vicino alla linea laterale. Forse sulla percezione comune ha influito proprio il fatto che ha giocato meno uno-contro-uno, il suo rendimento sembra calato perché sono calati i dribbling (pur con due campioni statistici molti diversi per estensione, è passato da 3.9 dribbling ogni 90 minuti, a 2.1 in campionato) ma non vanno sottovalutate le sue abilità nei compiti di raccordo e soprattutto di rifinitura, che da seconda punta Montella naturalmente gli richiede.

 

In questo senso potrebbe dare al Milan quel qualcosa in più in fase creativa che è sembrato mancare anche nei migliori momenti della partita contro la Roma. Anche se forse sulla scelta di André Silva è pesata più la consapevolezza che il campo si sarebbe allungato con il pressing di Di Francesco, favorendo la velocità del portoghese, mentre Suso sembra più adatto come apriscatole di una difesa schierata.

 

Inoltre, la presenza di Suso come secondo attaccante, invece di un doppio centravanti,permette al Milan di ricreare alcuni meccanismi nelle catene laterali che si stavano consolidando a destra con il 4-3-3, grazie alla naturale tendenza dello spagnolo ad allargarsi verso destra. Quando il terzino destro del Milan viene incontro, potrebbe essere Suso ad attaccare l'ampiezza per far spazio agli inserimenti di Kessié, e non viceversa(come visto precedentemente nei movimenti laterali profondi richiesti alle mezzali). Con Suso maggiormente coinvolto sull’esterno, cioè, anche il tempismo negli inserimenti di Kessié potrebbe tornare a brillare.

 


Anche la SPAL, schierata bassa con il 5-3-2, ha difeso molto il centro. Qui Bonucci va diretto su Abate che rimane più basso, mentre Suso si allarga da seconda punta e Kessié attacca il mezzo spazio. Cambia il modulo, ma i princìpi di gioco (eseguiti con Conti a inizio stagione) rimangono gli stessi.


 

Semplificando possiamo dire che il cambio di modulo effettuato da Montella per il momento ha inciso di più sulla fase di non possesso, mentre con la palla i movimenti del Milan di quest’anno non si discostano molto da quelli del Milan con il 4-3-3.Data la somiglianza tra 3-5-2 e altri moduli come il 3-4-3 e il 3-4-2-1 nelle interpretazioni in fase di possesso, la scelta di Montella quando ha deciso di cambiare (per venire incontro alle caratteristiche del giocatore più rappresentativo in rosa, Bonucci)ha preferito il 3-5-2 probabilmente per stabilizzare la fase difensiva proteggendo il centro.

 

In alcuni casi, come ad esempio contro la SPAL, il Milan ha tratto giovamento dal cambio di schema: le due punte in orizzontale hanno ostacolatobene la fluida costruzione spallina, grazie anche alla marcatura a uomo di Çalhanoglou su Viviani. Tuttavia il Milan soffre il tentativo delle sue avversariedi mandare a vuoto la scalata della mezzala sinistra del Milan,spostando rapidamente la palla sul terzino destro, specialmente se da quella parte c’è Bonaventura che, come detto, è meno efficace di Çalhanoglou nell’eseguire questo movimento (dall’altra parte Kessié è sensibilmente più rapido di chiunque altro in rosa nell’aggredire il possesso palla). Paradossalmente contro la Roma il turco ha eseguito a dovere questo movimento, ma è stato il ritardo di Biglia nello scalare sulla mezzala corrispondente a costare quasi un gol al Milan (l’occasione di Florenzi innescato da Pellegrini). Insomma,ogni schema ha pregi e difetti.

 

Vincenzo Montella sta ancora cercando il vestito ideale per il suo Milan, apportando tante piccole correzioni partita dopo partita, come aveva fatto anche lo scorso anno. Le idee di base sono chiare ed evidenti, ma sia il flusso del gioco che la scelta degli uomini (con conseguenti interconnessioni) sono ancora troppo poco solidi.

 

Il nuovo modulo, i tanti acquisti estivi, il cambio di leadership nel gruppo, probabilmente hanno ostacolatola possibilità di creare immediati automatismi in campo, ma con il derby alle porte, e con l’Inter che arriva quasi a punteggio pieno,certi ragionamenti finiscono magari anche giustamente in secondo piano.Il quarto posto è una missione da non fallire e per lavorare tranquillo Montella dovrà trovare il compromesso migliore tra le sue idee e quello che rientra nelle possibilità dei suoi giocatori.

 

 

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