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(di)
Gabriele Gatti
Strapagato
12 apr 2016
12 apr 2016
Caricato forse di aspettative eccessive, Martial ha giocato un'ottima stagione d'esordio in Premier.
(di)
Gabriele Gatti
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È il primo di settembre quando il Manchester United ufficializza l'acquisto di Anthony Martial, diciannovenne attaccante del Monaco per un costo di circa 50 milioni fissi e 20 di bonus. I Red Devils, dopo non essere riusciti a prendere i vari big names (tra cui l'obiettivo numero uno, Kane), avevano urgente bisogno di comprare un attaccante: van Persie era andato al Fenerbahce, Falcao non era stato riscattato dopo il prestito, il chicharito Hernandez, mai amato da van Gaal, era praticamente a Leverkusen e l'unico giocatore rimasto in grado di ricoprire il ruolo di prima punta era, seppur adattato, Wayne Rooney. Durante il resto del mercato l'allenatore olandese aveva speso tantissimi soldi per provare a migliorare la squadra (a fine mercato le uscite sono più di 150 milioni), rinforzando la mediana (Schneiderlin e Schweinsteiger) e le fasce (dietro con Darmian e davanti con Depay).

 

L’affare è stato chiuso in fretta: un paio di giorni dopo la notizia di una trattativa tra lo United e il Monaco, Martial era ufficialmente un giocatore dei Red Devils, il che probabilmente indica una certa (giustificata) frenesia da parte degli inglesi, ridottisi a dover prendere un attaccante negli ultimi secondi di un mercato non pianificato benissimo. Questa frenesia, sommata alla giovane età di Martial e alla bravura dei dirigenti monegaschi nel vendere i propri giocatori a prezzi elevati (e le inglesi spendono ultimamente con leggerezza), spiega - ma non giustifica - l'elevatissima cifra dell'acquisto del francese, che lo ha reso

, nonché il secondo giocatore più pagato della storia del Man United dopo Di Maria.

 

Nonostante le necessità, il prezzo di Martial fa discutere: il primo pensiero è che sia esagerato e fuori dal mondo. Il secondo è che forse siamo già (da quanto?) in un'epoca in cui il valore del cartellino di un giocatore è quasi del tutto indipendente dal valore stesso del giocatore, da quello che può dare alla squadra in termini di prestazioni, dal suo possibile “peso” nell'economia di squadra. Però, quando si parla di giovani (per cui la parola “investimento” dovrebbe rimandare qualsiasi giudizio di breve termine), la pressione e i soldi sono un macigno che rischia di schiacciarli. Tanti piccoli Paperon de' Paperoni che rischiano di affogare nella loro piscina di monete (e banconote).

 

Durante un evento speciale per gli abbonati, tenutosi all'interno dell'Old Trafford qualche giorno dopo l'ufficialità dell'acquisto, van Gaal cerca di togliere un po' di pressione dal giovane francese affermando che Martial è stato preso per il suo successore. Ma nonostante i tentativi, le aspettative intorno al diciannovenne sono altissime fin da subito.

 

L'idea di gioco di van Gaal è quella di fare molto possesso palla tramite cui arrivare alla conclusione e controllare il ritmo della partita. Dopo un buon inizio dal punto di vista dei risultati (27 punti nelle prime 13 partite di Premier), però, la squadra inizia ad avere un crollo: il possesso è sterile, i Red Devils fanno fatica a creare occasioni da gol (in campionato ora sono decimi per expected goals) e nel contempo iniziano a subire qualche rete di troppo. Le quattro sconfitte consecutive nel mese di dicembre (contro Wolfsburg, Bournemouth, Norwich e Stoke City) tagliano le gambe alla squadra, eliminandola dalla Champions League e allontanandola definitivamente dalla testa della classifica. A sei partite dalla fine lo United si trova quinto a 19 punti dal Leicester primo (che ha giocato un incontro in più) e a meno 4 dal Manchester City quarto, ultimo posto raggiungibile per agguantare i preliminari di Champions.

 



Se la pressione su Martial era tanta all’acquisto, il suo esordio ha semplificato tutto. Manchester United - Liverpool, al sessantacinquesimo van Gaal lo inserisce al posto di Mata e lo manda a fare la prima punta; dopo pochi minuti i Red Devils segnano il gol del 2 a 0 (con Herrera) ma a sei minuti dal novantesimo Benteke accorcia le distanze. Centoventi secondi dopo Martial riceve un pallone alle spalle di Clyne, si ritrova a giocare l'uno contro uno con Skrtel, si avvicina all'area di rigore puntandolo, all'altezza del dischetto lo salta e davanti a Mignolet conclude con un piatto chirurgico sul secondo palo, chiudendo definitivamente la partita.

 

https://www.youtube.com/watch?v=heZNQ5MpN-o

Difficile partire meglio.



 

In quell'azione ci sono quasi tutte le migliori caratteristiche di Martial: velocità, dribbling, imprevedibilità, precisione e quel pizzico di sfrontatezza che gli permette di scrollarsi di dosso i dubbi (e l'insicurezza che avrebbero potuto causare) dei giorni precedenti.

 

da giocatore dello United sembra un ragazzo timido, di poche parole, poco abituato e per niente interessato prendersi il palcoscenico fuori dal campo. Quando gli viene chiesto se senta la pressione di essere il teenager più pagato della storia, risponde senza titubare: «Non la sento. So che c'è ma sono pronto per questo».

, rilasciata circa un mese fa a Inside United, dice di essere una persona abbastanza riservata e tranquilla, a cui piace «passare il tempo con la famiglia» (è sposato ed ha una figlia di qualche mese) e tutt'altro che interessata a frequentare feste. La sua personalità sembra opposta a quella di molti suoi coetanei: Martial pare più maturo di quello che dice la sua carta d’identità, non ama i riflettori e sembra una persona normalissima con il dono di saper giocare bene a pallone.

 

Nella seconda parte della scorsa stagione a Monaco aveva giocato quasi sempre da titolare, solitamente occupando il ruolo di prima punta (ma a volte aveva giocato anche da ala). I monegaschi, allenati da Jardim, sfruttavano la velocità sua e di altri giocatori come Ferreira Carrasco giocando molto di ripartenze in campo aperto dove per le difese avversarie era difficile contenerli.

 

A Manchester Martial si è ritrovato in un modello di gioco totalmente opposto e probabilmente non perfettamente consono alle sue caratteristiche. Nonostante ciò, non ha avuto problemi a giocare bene ed è diventato rapidamente uno dei giocatori più utilizzati da van Gaal - al momento è il quinto per minuti giocati - proprio grazie alla sua adattabilità e all'imprevedibilità nel creare superiorità numerica, oltre che alla buona capacità realizzativa in una squadra con evidenti problemi da questo punto di vista (con 13 gol, di cui 8 in Premier League, è il secondo miglior marcatore della squadra dopo Rooney). I diavoli rossi, come già detto, fanno molta fatica a creare occasioni da gol e di conseguenza a volte le giocate di Martial sono l'unica ancora di salvezza per arrivare al tiro, come accaduto

, dove una sua conclusione a seguito di

è stata l'unica in porta della sua squadra.

 

Nei primi sette mesi di stagione lo United ha quasi sempre giocato col 4-2-3-1 (ad eccezione di qualche partita svolta col 3-4-1-2 e col 4-1-4-1) e a seconda delle situazioni è stato schierato come prima punta o come esterno sinistro: infortuni e squalifiche a parte i tre punti fissi dei quattro giocatori offensivi erano lui, Rooney e Mata. Di conseguenza il suo ruolo dipendeva dal quarto uomo: se van Gaal sceglieva di giocare con Fellaini trequartista, allora Martial giocava a sinistra con Rooney prima punta, se invece sull'esterno del campo veniva schierato un giocatore come Lingard o Depay, Martial giocava prima punta con Rooney alle sue spalle. Nell'ultimo periodo invece la squadra inglese ha stabilmente giocato col 4-1-4-1 con Carrick davanti alla difesa e, complice l'infortunio di Rooney e l'esplosione di Rashford, lui ha sempre fatto l'esterno sinistro, eccezion fatta per qualche cambiamento in corso d'opera.

 



Da esterno sinistro, Martial riesce a dare maggior sfogo alle sue caratteristiche, avendo più spazio per correre e potendo giocare maggiormente l'uno contro uno per creare superiorità numerica rispetto a quando fa il terminale offensivo.

in cui gioca largo a sinistra compie 3.4 dribbling (su 6.9 tentativi) e 1.6 passaggi chiave ogni 90 minuti; quando gioca prima punta salta l'avversario 2.3 volte (su ben 6.6 tentativi, con una percentuale di realizzazione del 35%, piuttosto bassa) e manda al tiro un compagno 1.1 volte. Un lieve calo nelle statistiche che si spiega anche con il fatto che una prima punta viene coinvolta più raramente e che le situazioni in cui riceve palla sono meno “aperte” rispetto a quello di un esterno.

 

Quando Martial riceve palla largo e decide di puntare l'avversario, diventa davvero difficile per il difensore non farsi saltare, soprattutto se il francese ha spazio per poter scegliere dove dribblarlo: riesce a saltare l'uomo agevolmente sia all'interno che all'esterno, sia accentrandosi che andando lungolinea. Quando punta il fondo del campo è talmente veloce che, spesso, può scegliere di accentrarsi anche dopo essersi lasciato il diretto marcatore alle spalle.

 


Schweinsteiger verticalizza per Martial che ben presto si ritrova due uomini al seguito: appena si accorge che non c'è spazio per rientrare decide di andare sul fondo e lo fa con una rapidità impressionante, tanto da lasciarsi dietro Fernandez fermo a guardare il suo assist per Rooney.



 


Il giovane francese riceve il passaggio di Herrera e può giocare l'uno contro uno con Ivanovic: rientra, sposta il pallone, lascia sul posto il difensore serbo e conclude (a fermarlo ci pensa il palo).



 

Dopo le prime ventidue giornate di campionato, EA Sports ha reso nota

dei giocatori più veloci (per velocità di picco) della Premier League e Martial è primo a pari merito con Jamie Vardy, entrambi hanno raggiunto i 22 mph (circa 35.4 km/h). La velocità di Martial è tanto impressionante in spazi brevi quanto in quelli lunghi.

 

Da prima punta, ovviamente, è costretto a svolgere un lavoro diverso. Riceve e gioca spesso spalle alla porta o deve giocare palle alte che lo mettono facilmente in difficoltà (gioca quasi 7 duelli aerei a partita e ne perde il 66%) e non avendo grande forza fisica non è neanche a suo agio con l'uomo incollato alla schiena (è alto 181 centimetri per 76 kili, le sue gambe non sono particolarmente muscolose e non ha un baricentro basso con cui difendere la palla con facilità). Quando svaria sul fronte offensivo, invece, andando a cercarsi lo spazio dove ricevere il pallone sui lati, lasciando la parte centrale dell'attacco libera per gli inserimenti dei suoi compagni (Rooney e Fellaini in particolare), riesce a rendersi più pericoloso.

 


Due situazioni simili nella partita contro il Sunderland: l'ex Monaco cerca di ricevere palla spalle alla porta ma in entrambi i casi non regge la fisicità avversaria e viene anticipato.



 

Ma ciò che ha più sorpreso di Martial è il suo cinismo sotto porta: se nell'ultima annata al Monaco non era insolito vederlo sbagliare qualche gol di troppo, adesso ha una percentuale realizzativa all'interno dell'area di rigore pari al 20%, ben al di sopra della media del campionato inglese (14.6%).

 

https://www.youtube.com/watch?v=zf92oSoqcYk

I suoi primi otto gol con la maglia rossa: gira voce che stia cercando di convincere Thierry Henry a vendergli i diritti sul piattone destro davanti al portiere.



 

Va aggiunto che in fase di non possesso il lavoro che svolge in aiuto alla squadra è discontinuo, soprattutto quando gioca esterno: in alcune partite si sacrifica e rincorre il terzino avversario con continuità, in altre invece lo fa a fasi alterne. Sicuramente difendere non è il suo punto di forza, tanto che nella partita giocata fuori casa contro il West Bromwich ha sofferto il terzino destro avversario Dawson, portando van Gaal a spostarlo prima punta allargando Rutherford poco prima della fine del primo tempo.

 



Probabilmente Martial potrebbe rendere al meglio in un sistema di gioco più consono alle sue caratteristiche, con meno giri palla e più ripartenze. E non è escluso che l'anno prossimo, se Mourinho dovesse davvero essere il nuovo manager dei Red Devils, possa trovarsi in un contesto di questo tipo.

 

Pochi giorni dopo l'ufficialità del suo trasferimento in Inghilterra, Deschamps lo aveva convocato nella nazionale francese, facendolo subito esordire contro il Portogallo. Circa un mese dopo, ad ottobre, nella partita con la Danimarca ha giocato per la prima volta partendo titolare, così come nelle due successive (contro Germania e Inghilterra). La Francia ha tanto talento dalla trequarti in su (e non solo lì) ma, salvo sorprese, un posto tra i convocati per l'Europeo dovrebbe essere suo, anche perché il CT francese

e

.

 

Negli ultimi due incontri giocati dai Bleus è sceso in campo da ala sinistra in entrambe le occasioni per 45 minuti: partendo dalla panchina contro l'Olanda, dove ha svolto una discreta partita e ha servito l'assist a Matuidi per il gol del 3 a 2, e giocando dall'inizio contro la Russia. Al momento l'unico punto fermo nel tridente francese sembra essere Griezmann largo a destra, con i ruoli di prima punta e ala sinistra ancora da scegliere (ed è probabile che possano cambiare di partita in partita anche ad Euro 2016 in base all'avversario e al momento di forma dei giocatori). Fino ad oggi Dechamps ha quasi sempre schierato Martial sulla fascia, preferendo avere come prima punta un giocatore più forte fisicamente (Gignac o Giroud, dopo l'esclusione di Benzema), e di conseguenza il giocatore dello United si troverà verosimilmente in ballottaggio con Payet e Coman.

 

Se, considerando l'età, Martial sembra un ragazzo e un giocatore piuttosto maturo non si può dire che la sua crescita calcistica sia terminata: i miglioramenti che può fare sono molti e la strada per diventare uno dei migliori giocatori offensivi a livello mondiale è ancora lunga. Prima di tutto dovrà essere più continuo, sia nel corso di una singola partita che nell'arco di un'intera stagione (in questa ha avuto un inizio fantastico con 4 reti nelle prime quattro gare per poi calare di rendimento ad ottobre e novembre e "riprendersi" a dicembre); inoltre i suoi movimenti senza palla, soprattutto nell'attaccare la profondità alle spalle dei difensori avversari quando gioca da 9, sono ancora troppo pochi e in alcune situazioni sembra quasi isolarsi dal resto della squadra, abbassando la testa e giocando una sorta di isolamento contro gli avversari, anche quando non ci sono sbocchi per i dribbling (in queste ultime situazioni viene fuori il suo stile istintivo e un po' egoista).

 

Nel complesso i suoi primi mesi a Manchester sono stati buoni a livello di prestazioni ma quello che più di tutto va apprezzato è la sua personalità: quando gioca sembra davvero non sentire il fardello del prezzo di acquisto, mentre dimostra di saper essere un punto fermo di una squadra importante come il Manchester United. E, avendo solo 20 anni, non può che essere un buon inizio.

 

 

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