Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Giovanni Bongiorno
La straordinaria carriera di Alex Pereira in UFC
17 nov 2023
17 nov 2023
Ex-campione dei pesi medi, dallo scorso sabato nuovo campione dei massimi-leggeri.
(di)
Giovanni Bongiorno
(foto)
IMAGO / ZUMA Wire
(foto) IMAGO / ZUMA Wire
Dark mode
(ON)

UFC 295 non ha solo incoronato un nuovo campione (ad interim) dei pesi massimi, il colossale inglese Tom Aspinall, ma ha anche consegnato la cintura dei massimi-leggeri ad Alex Pereira, ex campione dei pesi medi entrato così a far parte del ristretto circolo di campioni (nove in tutto) ad aver vinto la cintura di due categorie di peso diverse, seppur non in contemporanea. Pereira ha vinto per KO contro Jiri Prochazka e anche se inizialmente in molti pensavano che l’arbitro avesse interrotto l’incontro troppo presto, ci ha pensato poi lo stesso Prochazka dopo il match a chiarire che non ce l'avrebbe fatta a continuare. Pereira ha puntato su uno striking fatto di uno-due e gancio sinistro in chiusura, e con i leg kick pesantissimi al polpaccio ha limitato il footwork illeggibile di Prochazka, che si è trovato come al suo solito a cambiare stance, ma non del tutto per scelta. Superata la metà del primo round, Prochazka ha provato saggiamente di portare il match a terra, sollevando e schiantando Pereira, che è stato costretto a rimanere al tappeto fino alla fine del round. Il brasiliano ha limitato i danni ma ha palesato ancora dei limiti in fase di ground game, nel round successivo però gli aggiustamenti sono stati immediati: dalla distanza alla scelta dei colpi, e quando Prochazka ha tentato di portarlo di nuovo a terra Pereira è entrato con delle gomitate mortifere alla tempia del fighter ceco, che è collassato su se stesso prima dell’interruzione.

View this post on Instagram

A post shared by Daniel "DC" Cormier (@dc_mma)

Daniel Cormier assaggia i calci al polpaccio di Pereira.

A 36 anni, Alex Pereira può finalmente considerarsi soddisfatto: campione dei medi e dei massimi-leggeri in Glory, la promotion di kickboxing nella quale ha dominato prima di arrivare in UFC (nel 2023 è anche stato introdotto nella Hall of Fame di Glory); adesso campione nei medi e nei massimi-leggeri in UFC, dove è arrivato sfruttando la faida con Israel Adesanya, battuto per ben tre volte nella kickboxing e sconfitto poi anche in UFC (sconfitta che poi Israel Adesanya ha vendicato). La carriera di Pereira in UFC è unica: 7 incontri, 6 vittorie e una sconfitta, e ben quattro campioni battuti: appunto Adesanya, Blachowicz, Prochazka e l’attuale campione dei pesi medi Sean Strickland, che di Pereira ha detto: «Se ti tocca, sei morto».Pereira a fine incontro ha chiamato in causa Adesanya («Come to daddy», sono state le sue prime parole in assoluto in lingua inglese), ma quando quest'ultimo è salito di categoria nei massimi-leggeri, provando a unificare le cinture, ha perso proprio con Jan Blachowicz, che a sua volta ha provato a prenotarsi per un re-match con Pereira, per vendicare la decisione contestata con cui ha perso la prima volta. Ci sarebbe anche Jamahal Hill, ex campione della categoria che ha dovuto rendere vacante il titolo solo a causa di un infortunio. Nonostante abbia detenuto la cintura, il fighter americano rimane sottovalutato da grossa parte della fanbase, che forse non ricorda che la sua unica sconfitta è arrivata contro Paul Craig e che, quando quello gli ha rotto un braccio, Hill non ha ceduto, tentando (pur dentro una triangle choke) di colpire il suo avversario con l’unico braccio integro. Nel frattempo, seppur con una carriera nelle MMA lunga appena 11 incontri, Pereira ha già dimostrato delle cose ben precise: anzitutto che, se si scambia con lui, chiunque può finire giù. Poi che ha uno stile peculiare. La sua guardia non è altissima, preferisce avere spazio per veder partire i colpi; muove poco la testa, ma in maniera diabolicamente precisa, e ancora meno il busto, questo perché punta tanto su micro-movimenti col footwork, che gli danno modo di rientrare in maniera fenomenale in counterstriking. È sempre lui a scegliere le distanze sullo scambio: anche quando ha subito il KO contro Adesanya era stato lui a decidere di mettere il suo avversario spalle a parete. Il pubblico si concentra sul suo gancio mancino e fa bene perché il suo colpo più mortifero. Ma non sono da sottovalutare neanche i low kick con cui mozza il footwork avversario, costringendo spesso i suoi avversari a cambiare guardia, e quindi a metterli a disagio nel confronto frontale. La capacità di imporre in maniera coercitiva sia distanza che colpi, e la potenza di cui è dotato, fanno subito pensare al fatto che, probabilmente complice l’imperfetta difesa dagli atterramenti, solo un grappler con grande capacità di gestione delle distanze possa fronteggiarlo, provando a portarlo a terra e sottometterlo. Ma considerando che nei massimi-leggeri gli unici fighter con un ottimo grappling sono Blachowicz (già battuto, come detto) ed Ankalaev, che non è proprio il primo della lista, il regno di Pereira potrebbe durare più del previsto.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura