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Daniele Manusia

La grande partita di Skriniar contro il Real Madrid

I migliori interventi del centrale dell'Inter.

All’86esimo minuto di gioco le gambe dei difensori interisti hanno già tremato un paio di volte, ma tutto sommato hanno retto. Anche se il volume di gioco di Vinicius Junior è cresciuto notevolmente dopo l’ora di gioco, in due occasioni ha bruciato Milan Skriniar, in un’altra Dumfries, arrivando entrambe le volte sul fondo, l’Inter ha resistito di reparto limitando i danni. A quattro minuti dalla fine, però, capita la situazione più pericolosa della serata: Rodrygo serve da destra in diagonale Benzema, con i piedi dentro la lunetta dell’area di rigore, e Skriniar che gli stringe alle spalle deve coprire il tiro al francese e tenere d’occhio l’arrivo di Vinicius sul lato debole. In una situazione di inferiorità complicata, Skriniar è leggermente aiutato dalla scelta forse un po’ affrettata di Benzema, che senza provare a girarsi fronte alla porta appoggia di sinistro per Vinicius. La palla di Benzema è leggermente lunga ma l’esterno brasiliano sembra volare a pochi centimetri da terra e arriva agilmente alla conclusione, quello però che fa la differenza tra una vera e propria occasione da gol e un’occasione solo potenziale è l’intervento di Skriniar in scivolata, che mura il tiro come fosse un portiere aggiunto, senza concedere neanche l’angolo.

 

Se tutte le partite di calcio sono composte al loro interno di altre partite, il secondo tempo di Inter-Real Madrid si è acceso sulla fascia destra nerazzurra (complice anche la scelta di Simone Inzaghi di inserire Dumfries, molto più offensivo di Darmian di cui ha preso il posto) dove il duello da western tra Vinicius Jr e Skriniar è sembrato l’ago della bilancia in grado di decidere l’esito finale. Purtroppo per i nerazzurri, due minuti dopo quell’intervento di Skriniar il Real riuscirà a sfondare, proprio da quel lato, e a trovare il gol del definitivo 1-0. Ma lo farà grazie a un inserimento senza palla di Camavinga di difficile lettura, e a una giocata al volo di qualità eccezionale, con cui manda al tiro Rodrygo dal centro dell’area. Ed è in qualche modo significativo che dopo tutti quei duelli individuali sia stata un’azione corale, su cui la difesa interista difficilmente avrebbe potuto fare qualcosa, ad essere determinante.

 

 

La partita di Skriniar e Vinicius era già cominciata nel primo tempo, con un paio di anticipi del difensore slovacco sulla trequarti. Ordinaria amministrazione rispetto a quello che lo aspettava nel secondo tempo. La prima vera situazione complicata, in realtà, è arrivata a causa di Benzema, al 50esimo minuto di gioco, su una transizione condotta da Casemiro che gli porta la palla sui piedi sul lato sinistro dell’area di rigore. Se si osserva Skriniar in quell’occasione, già mentre Casemiro porta palla, e mentre lui stesso sta scivolando all’indietro insieme a tutta la linea difensiva, con il corpo è già predisposto ad accorciare verso Benzema e a spingerlo sul fondo.

 

Skriniar scommette sul fatto che Benzema andrà sul fondo e quando viene puntato è messo con il corpo quasi in orizzontale rispetto al campo, con gli occhi sulla linea di fondo. Benzema finta la sterzata verso destra e forse questo toglie un po’ di reattività a Skriniar, oppure è lo spunto successivo del francese, che in effetti punta il fondo e si allunga la palla lungolinea, ad essere sufficientemente brillante per evitare il suo intervento. Skriniar non è rapidissimo in recupero ma i metri di campo a disposizione di Benzema sono pochi e mentre prepara il cross di sinistro il difensore fa in tempo a tornare sulla palla aprendo il compasso, murandolo con la gamba destra.

 

 

 

Un minuto dopo ci prova Vinicius, per la prima volta in campo aperto. Skriniar lo aspetta al limite dell’area e ancora una volta si mette con il corpo in direzione della riga di fondo. Che è un po’ come invitare l’avversario a uno sprint gomito a gomito. Vinicius forse ha guardato pochi video di Skriniar e non conosce la sua rapidità nel muovere gli arti inferiori, a cambiare passo e a trovare la coordinazione per arrivare sul pallone anche quando ha abbassato la schiena come un wrestler, e prova a saltarlo verso destra: Skriniar allunga la gamba sinistra e la palla schizza via, lontana dall’area.

 

 

Scrivendo di Skriniar poco dopo il suo arrivo all’Inter, quando ancora giocava nella linea a 4 di Luciano Spalletti, con molto più campo da coprire, avevo sottolineato un aspetto del suo gioco forse meno visibile di altri ma fondamentale. La sua capacità di accorciare e tenere la giusta distanza dall’uomo è un modo per ribaltare la normale subalternità dei difensori e prendere lui l’iniziativa: «Il primo grande talento di Skriniar sta nel posizionarsi sempre in modo da non dover coprire molto campo, in larghezza o profondità. Accorcia le distanze in modo da portare – lui, e non viceversa – l’attaccante all’uno contro uno». Il che lo porta a trovarsi con il corpo già ben posizionato per l’intervento, costringendo gli attaccanti a una giocata comunque più difficile del solito.

 

In campo aperto, però, è tutta un’altra storia. Al 56esimo Vinicius sprinta alle spalle di Dumfries che lo perde su un bel filtrante profondo di Modric, Skriniar arriva sulla palla quasi contemporaneamente al brasiliano, che però la tocca prima e lo scavalca mentre scivola a terra. Fortunatamente Dumfries ha seguito l’azione e rallenta Vinicius a ridosso del lato corto dell’area. Stessa situazione simile al 76esimo, dove Vinicius brucia Skriniar un paio di metri oltre la linea della metà campo, con i piedi sulla riga laterale, e porta palla fino dentro l’area di rigore. Anche in questo caso Skriniar non è riuscito a intervenire né a recuperarlo, ma gli è rimasto in scia costringendolo comunque a non rallentare, finendo contro de Vrij.

 

 

Ma il terreno di un difensore è l’area di rigore, dove le distanze si accorciano da sole e la capacità di lettura, il senso dell’intervento e la pulizia dello stesso sono tanto importanti quanto la brillantezza fisica e la rapidità. Dove il livello di concentrazione deve essere sempre alto e dove si vede la differenza tra un difensore normale e uno di alto livello, che non aspetta che a fare la prima mossa sia l’attaccante. Al 70esimo Vinicius porta Dumfries dentro l’area (accelerando davanti a Vidal) e dopo aver fintato l’interno sterza a sinistra. Dumfries lo segue e scivola ma Vinicius riesce a tirare: sulla sua strada, però, a bloccare un tiro che dallo spigolo di destra dell’area piccola sarebbe potuto essere pericoloso, arriva Skriniar, o meglio la gamba sinistra di Skriniar, ancora una volta a fare da muro.

 

Anche se gli interventi di Skriniar sembrano sempre duri, brutali, nascondono una sensibilità per gli spazi e per la palla che non hanno tutti i difensori, neanche tutti quelli di alto livello. La sua tecnica in questi anni si è affinata, sulle misure degli attaccanti che ha affrontato, permettendogli oggi, cioè ieri, di difendere contro Vinicius Junior senza subire la sua iniziativa. Poi, nell’arco dei novanta minuti, i singoli duelli e le partite che ne dipendono si possono comunque perdere, soprattutto al livello a cui portano la partita giocatori come Vinicius Jr. Ma non dobbiamo dimenticare che insieme a questa nuova generazione di attaccanti elettrici, che sembrano poter passare attraverso la cruna di una ago con la palla al piede, ce n’è una di difensori che non vogliono stare a guardare mentre gli fanno i doppi passi a un metro di distanza. Per questo una prestazione come quella di Skriniar va lodata, pur in una sconfitta che lascia l’amaro in bocca.

 

 

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Daniele Manusia, direttore e cofondatore dell'Ultimo Uomo. È nato a Roma (1981) dove vive e lavora. Ha scritto: "Cantona. Come è diventato leggenda" (Add, 2013) e "Daniele De Rossi o dell'amore reciproco" (66th & 2nd, 2020) e "Zlatan Ibrahimovic, una cosa irripetibile" (66th & 2nd, 2021).