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Cosa devono fare Sinner e Musetti in semifinale al Roland Garros
05 giu 2025
Preview delle due sfide contro Djokovic e Alcaraz.
(articolo)
11 min
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IMAGO / PsnewZ
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Lo sappiamo bene, i tornei del Grande Slam sono il picco più alto del tennis, ma quante volte possiamo dire di ottenere davvero il miglior spettacolo possibile? Complice l’imprevedibilità di questo sport e della maratona fisica che comportano gli Slam, è raro trovarci nelle ultime fasi con l’impressione di avere davanti quelli che sono i migliori quattro del mondo in questo momento. È successo al Roland Garros 2025, che in semifinale avrà i due tennisti migliori del mondo sia per ranking che per effettive prestazioni, il 2001 Jannik Sinner e il 2003 Carlos Alcaraz, quello che ha espresso il miglior tennis su terra al di fuori di Alcaraz stesso, il 2002 Lorenzo Musetti, e il Moloch del tennis degli ultimi vent’anni, il 1987 Novak Djokovic. Sono sicuro che se gli organizzatori avessero potuto scegliere le semifinali avrebbero scelto queste.

Per certi versi è un Roland Garros delle conferme, per altre delle prime volte. Con la sconfitta di Zverev, Sinner sarà sicuro di rimanere al numero uno del mondo anche dopo Wimbledon, mentre ci saranno due italiani per la prima volta in semifinale dopo 65 anni. Un traguardo raggiunto proprio al Roland Garros 1960 con Orlando Sirola e Nicola Pietrangeli. Djokovic giocherà la sua cinquantunesima semifinale Slam alla ricerca del venticinquesimo titolo, e al contempo Musetti con una vittoria entrerebbe al numero cinque del mondo, il terzo italiano ad entrare in Top 5 nell’era Open dopo Adriano Panatta e Jannik Sinner. Non male come posta in gioco per le semifinali di venerdì, che per un motivo o per un altro si preannunciano come le migliori che il tennis possa offrire in questo momento.

MUSETTI-ALCARAZ

La prima semifinale di venerdì, con il pendolo che oscilla tra “partita incredibile” e “partita bruttissima”, sarà quella tra Carlos Alcaraz e Lorenzo Musetti, il terzo incontro di questa stagione sul rosso tra il numero due del mondo e il numero sei. A Montecarlo l’italiano si è sostanzialmente ritirato dopo il secondo set per un problema fisico, dove comunque aveva vinto il primo set. Nella semifinale di Roma Alcaraz si era imposto in una partita brutta, nervosa e condizionata dai tanti errori di entrambi. Una battaglia nel fango dove però la differenza nel poter generare punti dal nulla tra i due è andata in maniera netta a favore dello spagnolo, che nonostante un piccolo momento di difficoltà nel secondo set non è mai sembrato veramente a rischio di perdere la partita. Due tennisti che si conoscono sin dalla giovane età e che daranno vita alla settima sfida a livello ATP, in cui però il bilancio indirizza anche il pronostico della semifinale, un 5-1 a favore del campione in carica del Roland Garros con l’unica vittoria arrivata per Musetti all’ATP500 di Amburgo.

Lo spagnolo è il grande favorito per ripetersi a Parigi, e ha bissato l’ottimo momento di forma passato con le vittorie a Montecarlo e Roma con un Roland Garros condotto secondo pronostico. Tra gli ottavi e il secondo turno Alcaraz ha lasciato tre set per strada e rischiato più del dovuto nelle sfide con Shelton e Dzumhur (autore di una grandissima partita), mostrando i soliti cali di tensione che finora ne hanno pregiudicato la continuità di rendimento. Il quarto di finale con Tommy Paul però è stato un avviso a tutti gli altri su chi sia da considerare il favorito di questa edizione, anche rispetto a Jannik Sinner. Il numero due del mondo ha completamente spazzato via dal campo l’americano, che pure ha una buona tradizione contro Alcaraz e oltre ad averci vinto due volte ha sempre ben figurato in generale anche nelle sconfitte. Questa volta però non c’è stata partita, 6-0 6-1 6-4 in un’ora e mezza, una dimostrazione di forza e completezza che non fa che confermare come solo Jannik Sinner sembri in grado di potergli contestare questo torneo. E allora quali possibilità per Lorenzo Musetti?

Il tennista di Carrara sta vivendo la stagione migliore della carriera e sul rosso ha perso solo con due tennisti quest’anno: il numero 5 Jack Draper e proprio Carlos Alcaraz. Nel torneo parigino ha stentato un po’ con Navone al terzo turno ma contro Holger Rune ha dato una bella prova di maturità, superando il danese in quattro set e soprattutto mostrandosi superiore in ogni aspetto del gioco alla distanza. Per certi versi anche la sfida con Frances Tiafoe, per quanto più abbordabile, era un test importante per valutare i suoi miglioramenti mentali. Per la prima volta si presentava all’appuntamento ad un quarto di finale Slam da nettamente favorito e nonostante un po’ di normale tensione Lorenzo ha portato a casa il lavoro senza rischiare troppo e nemmeno mostrando il suo tennis migliore, conquistando la seconda semifinale Slam della carriera, dopo quella di Wimbledon 2024.

La montagna da scalare per Musetti sarà oggettivamente molto ripida, e l’ultimo confronto Slam tra i due, al Roland Garros 2023, fu una lezione di tennis da parte dello spagnolo (6-3 6-2 6-2). Le cose sono sicuramente cambiate, e Musetti è uno dei pochissimi tennisti al mondo in questo momento in grado di poter dare fastidio a Carlos Alcaraz su terra battuta. La chiave della sfida per Musetti sarà sicuramente il rendimento con la sua seconda di servizio. Se i progressi con la prima come angoli e velocità sono stati una parte importante del miglioramento tecnico di questa stagione, la seconda è ancora un po’ troppo morbida contro i grandi ribattitori come Djokovic, Sinner e Alcaraz, in grado di aggredire e mettere sotto pressione Musetti già dal terzo colpo. Nello scambio Musetti dovrà tirare fuori dalla sua borsa tutti i trucchi magici di cui è a disposizione, e provare a sfidare il rovescio di Alcaraz il più possibile. Da fondocampo Musetti è migliorato nell’efficacia con il dritto, sia come velocità che come solidità, ma la capacità di Alcaraz di manipolare il ritmo tra tocchi di fino e accelerazioni improvvise resta ancora un rebus.

Come sempre però in questo tipo di partite la palla è dal lato di Alcaraz, e sarà la sua prestazione a decidere il match. Il livello mostrato dal tennista spagnolo sembra troppo alto per poter pensare che non tornerà in finale a difendere il suo titolo. Ad alimentare le speranze di Musetti c’è sicuramente l’incostanza di Alcaraz all’interno della stessa partita, se non addirittura dello stesso game, e le tante variazioni di Lorenzo (non che Alcaraz sia da meno) potrebbero contribuire ad un nervosismo del tennista spagnolo. Da tenere d’occhio anche le condizioni fisiche, con Musetti che è stato il semifinalista più a lungo in campo di tutti e quattro e con il suo allenatore Tartarini che già dopo la sfida con Tiafoe ha parlato di una certa stanchezza fisica e mentale. Se Musetti vuole compiere quella che sarebbe una delle imprese più clamorose del tennis recente, data la caratura dell’avversario, non c’è altra possibilità che dare fondo a tutte le riserve rimaste. E a dare la misura del livello espresso da Alcaraz, nemmeno questo potrebbe bastare per prendersi la finale del Roland Garros.

SINNER-DJOKOVIC

Da un punto di vista simbolico, la scena principale sarà sicuramente per la sfida tra Jannik Sinner e Novak Djokovic. Il tennista serbo si è preso la cinquantunesima semifinale con una vittoria in poco più di tre ore e quattro set con Alexander Zverev, per certi versi sorprendente. Certo, la parola sorprendente accostata a quello che è probabilmente il miglior giocatore della storia non sembra adeguata, ma bisogna considerare come è arrivato Djokovic a questo Roland Garros, dopo un percorso che ha fatto dubitare anche i suoi tifosi più accaniti. Nole ha iniziato la sua stagione con una semifinale nel suo giardino di casa, l’Australian Open, dove ha colto lo scalpo di Alcaraz e si è arreso per infortunio in semifinale al cospetto di Zverev. Di lì in poi, un disastro. A Doha esce contro un ottimo Berrettini e a Indian Wells contro Van de Zandschulp. Si riprende a Miami, dove sfrutta un buon tabellone e vola in finale contro il teenager Mensik, che nei due tie-break lo fa sembrare vecchio. Peggio ancora nei 1000 sulla terra rossa, due sconfitte di fila al primo turno tra Montecarlo e Madrid con il cileno Tabilo e Arnaldi. Dall’Australian Open in poi, su cinque tornei Djokovic era uscito al primo turno, e già si mormorava di come il serbo si stesse avviando al canto del cigno, complice anche un calo di motivazioni.

La sua scelta di saltare Roma per giocare l’ATP 250 di Ginevra a ridosso del Roland Garros sembrava un po’ bizzarra, anche se sicuramente il titolo ATP numero 100 male non avrebbe fatto. Una decisione che ha pagato, con il serbo che è apparso in buone condizioni sulla terra svizzera e a Parigi ha trovato una velocità di crociera che gli ha permesso di smantellare, aiutato dal tabellone, tutti gli avversari incontrati fino ai quarti. Contro Alexander Zverev era il vero primo test, e si può dire che il serbo l’abbia superato a pieni voti. Non sono d’accordo con la definizione di impresa ma sicuramente il tennista serbo ha offerto una delle migliori prestazioni che può offrire in questo momento della sua carriera. Dopo un primo set in cui è sembrato un po’ piantato sulle gambe, Djokovic ha iniziato a trovare sempre più angoli e fiducia, spezzando il ritmo di Zverev con tantissime variazioni tra back di rovescio e soprattutto la palla corta, su cui il tedesco era sempre un po’ incerto una volta arrivato sulla palla. Djokovic ha tolto sempre più certezze a Zverev che ad un certo punto sembrava completamente fuori posto in un quarto di finale Slam, indeciso sul da farsi anche nei colpi più basilari da fondocampo. La confusione del numero tre del mondo è stata tale che le più grandi difficoltà per Djokovic nel terzo set sono arrivate più sui colpi che rimanevano corti del tennista tedesco che sulla mole di gioco espressa. Emblematica la statistica sulla percentuale di gioco passata in attacco, quasi il 30% per Djokovic contro il 18% di uno Zverev come al solito estremamente passivo.

Il quarto set della sfida è una buona chiave di lettura per la semifinale tra Djokovic e Sinner. Il serbo dopo le due ore e mezza di gioco è andato in evidente debito di ossigeno, tant’è che Zverev è entrato in modalità “remata” e per poco non è riuscito a strappare un controbreak pericolosissimo per Djokovic. L’impressione è che se la partita si fosse prolungata le chance di vittoria, nonostante l’evidente superiorità tecnica dell’ex numero 1 del mondo, sarebbero state poche. Un tema anche per Jannik Sinner, 6-9 al quinto set negli Slam. Al netto dell’età che chiaramente favorisce Sinner, va considerato come però il dato sia un po’ drogato in negativo dalla dominanza di Sinner dopo la sua esplosione.

In passato il tennista italiano ha avuto sicuramente problemi di resistenza nelle partite che si allungavano, specialmente in relazione ad avversari come Zverev, Medvedev e Djokovic, ma da fine 2023 in poi l’italiano è diventato molto più solido fisicamente e soprattutto ha giocato ad un livello tale da aver disputato solo tre 5-setter dal 2024 in poi. Uno l’ha vinto, la finale AO 2024, altri due li ha persi, la semifinale del Roland Garros 2024 contro Alcaraz e il quarto di finale a Wimbledon 2024 contro Medvedev. Al RG ci era arrivato con poca forma per un infortunio all’anca, e comunque nel quinto set non era calato drammaticamente, mentre a Wimbledon era chiaramente debilitato. Dal rientro è apparso arrugginito ma anche più forte fisicamente, quindi il discorso dei cinque set va sicuramente pesato.

E l’italiano nemmeno ci ha pensato a farsi mettere alla prova in questo Roland Garros. Il numero uno del mondo non ha perso un set e dei quattro semifinalisti è quello che è stato meno tempo in campo (otto ore), con tre bagel rifilati a Lehecka, Bublik e Gasquet. Certo, non ha incontrato avversari in grado anche solo di metterlo in discussione se non curiosamente Rinderknech al primo turno, ma questa è senza ombra di dubbio la miglior versione su terra battuta di Sinner finora. Djokovic è sicuramente un altro calibro di tennista e contro Sinner ricorrerà spesso all’uso del back di rovescio per cercare di destabilizzare un po’ il ritmo del tennista italiano. Per battere Sinner però servirà, lì sì, una vera e propria impresa. Il campione serbo non vince contro Sinner dalle Finals del 2023 e nelle ultime cinque sfide ha vinto solo una volta, con l'altoatesino in grado di batterlo con relativo agio anche in una versione migliore di quella attuale, e oltretutto nel suo torneo, l’Australian Open.

Come Winnie in Happy Days di Samuel Beckett, Djokovic continua a parlarci di quanto felice sia il suo giorno e il suo tennis mentre sta lentamente sprofondando in un cumulo di sabbia. I giorni felici sono il suo margine tecnico, tale da essersi reinventato a trentott’anni come un tennista dalle tantissime variazioni. Nella sfida con Zverev si è esibito in una serie di serve and volley e volée che avrebbero fatto piangere di gioia anche il più strenuo tifoso di Stefan Edberg, una roba impensabile dieci anni fa. Il suo tennis però sta lentamente sprofondando verso l’abisso, anche se lui fa di tutto per non farcene accorgere. Già nel 2024 Djokovic era apparso in declino di fiato rispetto all’anno prima e il suo servizio, chiave del dominio post-2020, è peggiorato notevolmente, così come le sue accelerazioni da fondocampo hanno perso velocità in maniera chiara.

I suoi risultati sono stati una diretta conseguenza, con il serbo che non è mai stato realmente vicino a vincere uno Slam l’anno scorso, nell’unica finale è stato spazzato via dal campo da Alcaraz, ed ha performato male negli altri tornei. La finale olimpica contro Alcaraz è stata da lacrime agli occhi per la prestazione incredibile che ha offerto, ma è arrivata in un contesto motivazionale particolare e soprattutto sui due set su tre, in una partita tirata in cui Alcaraz può avere tanti rimpianti. Quest’anno è andata ancora peggio ma l’impressione è che per Djokovic la fine dei giorni felici non sia ancora arrivata. Contro Sinner però il tennista serbo non potrà fare altro che accettare il meno possibile di allungare lo scambio e sperare di mandare fuori giri l’italiano con le sue tante variazioni. Difficilmente potrà reggere l’urto prolungato di Sinner in una sfida ad alte velocità ed intensità. Sinner si presenta con i chiari favori del pronostico ma l’aura di Djokovic è tale che a scommettere contro di lui ci si fa sempre male.

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