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Daniele Manusia
Parliamo meglio della partita di Tonali con la Salernitana
05 gen 2023
05 gen 2023
Una grande prova soprattutto per i suoi movimenti senza palla.
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Daniele Manusia
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Foto di LiveMedia/Agostino Gemito / IPA
(foto) Foto di LiveMedia/Agostino Gemito / IPA
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Prendiamo un’azione quasi a caso, quella al 67'. Il Milan costruisce a destra, anche con l’aiuto di Giroud che viene incontro, Calabria entra dentro al campo con la palla al piede e scarica a sinistra per Theo Hernandez che davanti a sé ha una ventina di metri per portare palla e puntare direttamente la difesa della Salernitana. Sugli sviluppi dell’azione, su un passaggio intercettato di Theo e indirizzato al centro dell’area, la palla arriva a Leao, largo, che infila la palla in profondità sempre per il terzino francese, che crossa sul secondo palo. Troppo lungo per tutti.È un’azione trascurabile, poco interessante nel contesto di una partita come quella giocata dal Milan a Salerno, in cui il nuovo portiere della squadra di casa, Guillermo Ochoa, arrivato in Italia con un’aura mitica da personaggio bolañiano, ha dovuto fare 9 parate, molte delle quali a tu per tu con un giocatore rossonero. Eppure anche in una situazione così banale - che c’è di strano in Theo Hernandez che porta palla e si infila nella difesa avversaria come l’acqua che esce dal tubo e infiltra il soffitto dell’appartamento sottostante? - è presente l’influenza di Sandro Tonali. All’inizio, quando la difesa del Milan inizia l’impostazione Tonali è vicino a Bennacer, ma alza subito la sua posizione appena la palla si muove sul lato destro. Pioli a fine partita ha sottolineato la scelta di far giocare Tonali (a sinistra) e Brahim Diaz (a destra) alle spalle del centrocampo della Salernitana, o comunque su una linea più alta rispetto a Bennacer (al centro) come due mezzali: ma non è sufficiente questa spiegazione per rendere l’idea della partita (soprattutto senza palla) di Tonali. Con lo svilupparsi dell’azione il Milan avvicina i tre giocatori del lato destro (Calabria, Saelemaekers e De Ketelaere che poco prima aveva preso il posto di Diaz) e quando anche Giroud viene incontro per aiutare Tonali si getta nello spazio lasciato libero dal centravanti. Ovviamente è seguito dal suo marcatore, Coulibaly, e altrettanto ovviamente sul lato opposto del campo si apre lo spazio che subito dopo Theo Hernandez troverà libero. Tonali resta a destra e alla fine dell’azione copre lo spazio sul secondo palo alle spalle del terzino sinistro della Salernitana, Bradaric. Se Theo avesse crossato un po’ meglio, chissà, magari avrebbe anche potuto segnare il suo secondo gol. [gallery columns="7" ids="87531,87532,87533,87534"] La crescita di Sandro Tonali non è più una novità. La sua trasformazione da giocatore anni ottanta col capello lungo e i calzettoni corti in piccola motozappa che gira le zolle del campo preparandolo per la semina è definitivamente completa e ormai si parla di lui come di uno, se non del migliore, centrocampista italiano (Nicolò Barella ha risposto alla sua partita con la Salernitana con una grande prestazione contro il Napoli, poche ore dopo). Tonali è più affilato, più preciso, dal suo gioco è evaporato ogni orpello e non c’è più niente che non sia utile, rilevante, non c’è movimento che non sia compiuto in funzione dei movimenti del resto dei suoi compagni di squadra. Di Tonali si sottolinea spesso la fase difensiva, l’aggressività e la forza nei duelli individuali - la somiglianza da lui stesso rivendicata con giocatori come Gattuso - si parla forse troppo poco della sua intelligenza nei movimenti, e di come utilizzi il proprio dinamismo come arma tattica offensiva al servizio della propria squadra. Contro la Salernitana ha realizzato l’assist per il primo gol di Leao e segnato il secondo, pareggiando in termini complessivi il contributo offensivo della scorsa stagione (invertendo però gol e assist: quest’anno ha segnato 2 volte e fatto 5 assist, Champions compresa, nel 2021/22 ha fatto 5 gol e 2 assist, tutti in campionato).Quando Tonali gioca palloni come quello sul primo gol ci si ricorda come sia anche un giocatore tecnico, che sia rimasto cioè in parte quel giocatore che un po’ per lo stile un po’ per passione dei lanci lunghi veniva paragonato a Pirlo. Ma al di là della giocata tecnica - forse in questo senso è più significativo il cross per Giroud contro lo Spezia - la differenza la fa il suo ruolo all’interno dei movimenti del Milan. In quel caso, dopo nove minuti, Tonali comincia l’azione alzandosi nello spazio che lascia Leao, accentratosi vicino a Giroud e pronto, a sua volta, ad attaccare la profondità non appena il francese avesse fatto un passo incontro. La palla in quel momento è a destra. Quando scorre a sinistra, Tonali si allarga fino alla riga laterale e nel mezzo-spazio di sinistra ci va Giroud, che spinge Lovato a fare un passo in avanti e a lasciare Leao al povero Radovanovic (34 anni e un passato da playmaker). Ma ci va anche Bennacer, che chiama la palla a Theo Hernandez e dopo averla controllata la gioca su Tonali, che va di prima intenzione lungo per Leao. È già la seconda occasione che Leao si procura a tu per tu con Ochoa e stavolta decide di saltarlo, per poi mettere dentro la porta vuota con un angolo stretto e più difficile di quel che sembra. [gallery columns="6" ids="87535,87536,87537"] Non è la prima volta che Pioli fa allargare Tonali sulla fascia, anzi nella prima parte della stagione venne anche criticato da Fabio Capello che non ne capiva la ragione. Partite come quella con la Salernitana in realtà rendono le ragioni di Pioli evidenti, in termini di risultati ma ancora di più sul piano tattico. In un calcio sempre più orientato sulle marcature a uomo bisogna trovare una soluzione sul piano della tattica collettiva, oltre che su quella individuale. Come ha scritto Fabio Barcellona in un pezzo recente: «È diventata sempre più preziosa la capacità di gestire il pallone sotto pressione, di riceverlo e giocarlo con un difensore addosso (...) Allo stesso modo, un po’ per costrizione e un po’ per scelta, gli attacchi hanno cominciato sempre con maggiore frequenza a cercare l’accesso all’ultimo terzo di campo e alla rifinitura dall’esterno».Tonali ha portato a spasso Coulibaly per lunghi tratti della partita, mettendo a dura prova la sua resistenza atletica e la sua pazienza (Coulibaly, va detto, ha giocato una partita attenta e anzi è riuscito a sfruttare a proprio favore uno dei rari momenti in cui, per via della dinamica dell’azione, è stato Tonali a lasciargli lo spazio sufficiente a crossare per Bonazzoli la palla del 2-1). Il moto perpetuo di Tonali si è visto meno in pressione, anche se c’è stato, e molto di più quando il Milan aveva la palla. A seconda dei movimenti di Leao e di Giroud finiva a fare la seconda o la prima punta. E quando invece si allargava davanti al terzino lasciava a Theo la traccia per passare o condurre la palla verso il centro il campo, svuotandolo. [gallery columns="9" ids="87538,87539,87540,87541,87542"]

Qualche esempio delle posizioni coperte da Tonali nel corso della partita. Nella prima immagine va in pressione molto alto su Coulibaly; nelle altre si muove sempre in funzione dei compagni e della palla.

L’azione del gol comincia con un possesso in cui Tonali per compensare la posizione momentaneamente più alta di Bennacer si abbassa fino alla linea dei difensori. Bennacer, a sua volta, si allarga proprio come farebbe Tonali. Nello sviluppo Tonali si alza fino al limite dell’area avversaria, dove raccoglie la palla in seguito a un’azione in cui Leao ha mandato nel panico la difesa della Salernitana, saltando un’altra volta Radovanovic, stavolta almeno sull’esterno, e mettendo dentro l’area una palla che Sambia ha spazzato malamente proprio sui piedi di Tonali. Anche in questo caso, però, va notato un piccolo ma decisivo movimento senza palla di Tonali che dopo aver calciato una prima volta non resta fermo a guardare ma intuendo cosa sarebbe successo aggira Coulibaly (a terra dopo aver provato a contrastare il primo tiro) e si smarca per andare a calciare una seconda volta con l’appoggio di Brahim. [gallery columns="6" ids="87543,87544,87545"] Quasi ogni movimento di Tonali ha generato una situazione di vantaggio per il Milan. Al 24' su un lancio lungo del portiere guarda la palla che lo scavalca ma poi, appena capisce che Giroud sta vincendo il duello aereo gli va alle spalle. Anche Leao non rimane fermo ma si accentra, pronto ad attaccare la profondità. Quando Saelemaekers gli appoggia con due tocchi la palla, Tonali ormai è libero di avanzare e mettere in mezzo Lovato. Il suo filtrante è lungo, anche se di poco, e Ochoa può intercettarlo in uscita bassa. [gallery columns="7" ids="87547,87548,87549"] Al 31', nel giro di un minuto, crea indirettamente addirittura due situazioni pericolose. La prima allargandosi e portando Coulibaly in zone molto profonde e larghe del campo: Leao era venuto incontro sulla fascia e poi si era accentrato controllando di tacco un passaggio di Tomori, quando poi la palla arriva a Brahim sul centro destra Leao scappa nel corridoio centrale lasciandosi alle spalle Lovato. Diaz lo pesca con un lancio morbido che Leao si allunga nel controllo. È l’azione del tacco di Leao per Giroud che calcia su Ochoa da pochi passi. La Salernitana spazza e il Milan gestisce il possesso nella propria metà campo per quasi un minuto. Leao, provato dallo scatto di poco prima, torna camminando e Lovato prende in carica Tonali, sempre molto alto. Con la palla a Tomori, molto largo a sinistra, Tonali compie un movimento in profondità e Tomori lancia. La palla è corta e Lovato ci arriva prima, ma forse è stanco e Radovanovic è molto lontano. Theo vede lo spazio e intuisce il possibile errore del difensore, che con un retropassaggio corto lo manda di nuovo davanti ad Ochoa, che nel giro di un minuto deve compiere una seconda parata da distanza ravvicinata. [gallery columns="6" ids="87550,87551"] Questa sembra la definitiva dimensione di Tonali, che non è né Gattuso né Pirlo ma sembra più vicino, per fare un esempio recente ancora negli occhi di tutti, a centrocampisti molto contemporanei, come il McAllister visto con l’Argentina al Mondiale. Un giocatore, cioè, che fa la differenza anzitutto con la capacità di leggere la partita, influenzando l’azione con e senza palla. La base tecnica e il carattere, la grinta, la continuità con cui si sforza nella partita, sono fattori importanti, ma quello con cui davvero incide è l’intelligenza. Riempiendo i vuoti, facendo i vuoti. Se le marcature a uomo spostano il livello dello scontro sui duelli individuali prima o poi gli allenatori dovranno tenere conto - e prendere misure - anche nei confronti di giocatori come Tonali in grado di eluderle e manipolarle, e di sistemi che grazie a giocatori del genere possono rigirare le marcature a uomo avversarie a proprio vantaggio. Che sia o meno il miglior centrocampista italiano poco importa. Quella di Tonali non è solo una storia splendida per come è riuscito a passare in mezzo a un periodo anche piuttosto lungo di difficoltà, per come il Milan lo ha aspettato e per come lui si è migliorato, ma anche per il modo in cui le sue qualità si sono integrate nel sistema di gioco di Pioli che, ancora oggi, è uno dei più interessanti e fluidi del campionato italiano. La speranza è che, in una cultura che con i giovani ha fretta e che dai giocatori si aspetta sacrifici e capacità di adattamento infinite, anche altre squadre e altri allenatori provino a imitarli, chiedendosi come sfruttare il patrimonio tecnico a disposizione anziché cercare di volta in volta giocatori con caratteristiche utili al contesto pre-esistente (che poi magari cambia dopo pochi mesi).

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