10. La pressione assurda sui francesi (e la povera Alizé Cornet)
Il canale YouTube del Roland Garros carica ogni giorno dei video riepilogativi con il meglio della giornata. Naturalmente si tratta di riassunti parziali, che hanno un riguardo particolare per il pubblico francese.
Il protagonista del video di ieri è Jean Gachassin, ex rugbista e ora presidente della federazione francese. La clip è interessante perché riassume in modo efficace il tipo di pressione folle che durante il RG viene esercitata sui giocatori di casa.
Il presentatore del video dice che Gachassin si siede sempre il più possibile vicino al campo, per non perdere nessuno scambio di gioco. Lo dice con un tono ironico che però risulta inquietante. Nell’inquadratura successiva lo si vede incitare Alizé Cornet, la giocatrice di casa che in questa settimana è sembrata la ragazza più sotto pressione del circuito. Nonostante la Cornet sia solamente numero 29 del mondo, in Francia tutti si aspettavano qualcosa da lei.
Gli chiedono se i giocatori gli prestano attenzione e lui dice che lo guardano, soprattutto Gaël Monfils e Jo-Wilfried Tsonga lo cercano con lo sguardo essere incoraggiati: «Dopo la vittoria vengono da me come per dire: “Ce l’ho fatta, ho vinto”» e si vede Gasquet andargli a stringere la mano, come se effettivamente gli dovesse qualcosa. Gachassin commenta la cosa come «favolosa». Quando gli chiedono se c’è qualcuno che sente più vicino risponde senza esitazioni «Gael, c’est mon pote», "è il mio amico”. In effetti, durante l'incontro con Federer, prima dell'interruzione, Monfils è andato a chiedere a Gachassin una coperta di quelle che giravano in tribuna perché ai cambi campo aveva freddo. Quando gli chiedono se preferisce guardare le partite sul centrale o sul Lenglen dice subito: «Lenglen! Lì posso stare più vicino al campo!».
Alla fine del video si vede la Cornet vincere il suo terzo turno ed esultare come se avesse vinto il torneo. La mamma e il fratello in tribuna piangono, lei li guarda e piange, scuotendo la testa incredula.
Per tutta la settimana era stata tesissima, al punto che con un piccolo tocco di spillo sarebbe esplosa. Una situazione emotiva che l’ha portata a tirare dei colpi mai visti su un campo da tennis, tipo questo servizio:
L’avventura della povera Alizé è finita ieri mattina in due set contro la Svitolina.
9. Palla corta improvvisata
Tra i colpi che preferisco ci sono quelli provocati da qualche deviazione della rete o dopo un rimbalzo maligno. Sono situazioni in cui si presenta un’urgenza di coordinazione occhio-mano che costringe a colpi improvvisati, dove spesso emerge la dolcezza del braccio di un tennista.
Richard Gasquet non ha mai avuto problemi di sensibilità e i rimbalzi storti diventano inviti al numero:
Gasquet è ancora in gara. Di solito le sue eliminazioni dal RG sono dei lutti nazionali.
8. Gaël Monfils: Master of Chaos
Se fossi un aristocratico senza il problema di dovermi guadagnare da vivere voterei la mia vita alla raccolta di clip su Gaël Monfils. Al momento del suo ritiro gli dedicherei uno dei più grandi musei di internet, celebrando la sua follia gratuita.
Uno dei motivi per aspettare il RG è che per due settimane Gaël Monfils diventa il centro dell’universo tennistico. A Parigi è una specie di sindaco: tutti parlano di lui, tutti lo cercano, tutti gli chiedono le cose. In questo video, per esempio, viene intervistato in quanto massimo esperto di trick tennistici, e lui dice che si potrebbe istituire un “contest di trick”, «tipo la gara di schiacciate in NBA». Monfils è l’unico che sembra davvero beneficiare dell’ansia che la Francia gli mette addosso e di solito vive due settimane di trance agonistica.
Ecco un punto tipicamente Monfils. Sbaglia tatticamente tutto: uscendo da uno scambio troppo presto, tirando una palla corta incrociata troppo alta. Poi, non si sa perché, fa due passi in avanti, Vasselin gli tira tra i piedi e allora si inventa un lob in recupero con giravolta che finisce sulla riga di fondo. Cerca di chiudere il punto con una stop-volley leziosa e, mentre la palla deve ancora ritoccare terra, già si sta stropicciando i capelli. Vasselin però la recupera e allora costringe Monfils a chiudere il punto col rovescio. Poi ride.
7. Come sta il dritto di Nadal?
Questa settimana fa c’era una curiosità morbosa sulle condizioni di Rafa Nadal. Molti aspettano la sua caduta al Roland Garros come uno spartiacque tennistico epocale.
Se vogliamo verificare le sue condizioni, un termometro abbastanza fedele può essere il suo dritto in topspin in recupero, che non sembra stare poi così male:
6. Gli australiani tra poco giocheranno solo tra di loro
Per trovare 3 dei migliori 5 prospetti del tennis mondiale non bisogna allontanarsi dall’Australia. In questo Roland Garros due di loro, Bernard Tomic e Thanasi Kokkinakis, hanno giocato uno contro l’altro, in una partita di cinque set tra le più succulente di una settimana sostanzialmente piatta.
Bernard Tomic è stato negli ultimi anni un paradigma di talento sprecato. Nel frattempo ci siamo dimenticati che ha solo 23 anni e negli ultimi mesi è lentamente tornato a giocare.
Nei primi due set ha mostrato un talento nettamente superiore a Kokinnakis, imponendo variazioni di ritmo e grande penetrazione nei vincenti. Poi si fa annullare due match point e si fa rimontare fino al quinto set. Lì va sopra 5 a 2 prima di perdere.
Kokinnakis esultando mostra a tutti la differenza tra lui e Tomic in questo momento.
5. $wag tennis
«Nick Kyrgios diventerà numero uno del mondo» ha detto John McEnroe qualche giorno fa, evidentemente anche lui estasiato dal greco-australiano che lo scorso anno ha battuto Nadal a Wimbledon.
Anche in questo Roland Garros si è confermato una macchina da highlights, con quell’aria da coatto elegante che sembra c’entrare poco col tennis.
Ok il tweener con cui fa il pallonetto a Murray, ma il rovescio a due mani col saltello ha dei contorni davvero fantascientifici.
È uscito in tre set al terzo turno da Murray, un po’ acciaccato fisicamente e non a posto mentalmente. In alcuni momenti di mano bollente però ha dato l’impressione di poter letteralmente spazzare via il suo avversario. Sopra al talento va ancora costruito un giocatore, ma se la data di nascita dice 1995 è più semplice.
4. Sbracciate di rovescio
Se si è destri col rovescio bimane, e si va in recupero sul lato sinistro, e il tuo avversario scende a rete con un attacco sostanzioso, l’unico modo di tirare il vincente è azzardare un rovescio a una mano a 150 km/h. Tsonga è il giocatore bimane che più volentieri stacca la mano sinistra e si prodiga in cose del genere:
Fra le sbracciate di rovescio a una mano si segnala anche un Lajovic lungolinea con saltello. O anche questa specie di volée da fondo campo a 200 km/h di Stan Wawrinka, che poi ride incredulo.
3. Nel frattempo nel doppio
Uno spaccato della trasformazione del circuito di doppio in uno spettacolo da circo equestre ce lo fornisce questo colpo di Kubot che non saprei neanche come definire:
2. Traiettorie ex-novo
Kei Nishikori invece non è una macchina da highlights. Il suo è un gioco tattico, cognitivo, poco appariscente. Questa settimana però è particolarmente in palla: è arrivato ai quarti di finale senza cedere neanche un set e si presenta come uno dei candidati più credibili almeno per un posto in finale. Se c’è un colpo che meglio esemplifica il suo stato di forma ecco un rovescio lungolinea tirato con una traiettoria che aggira la rete e riatterra all’incrocio delle righe.
1. Momenti Federer
Ormai da anni Roger Federer viene trattato come un venerabile maestro che non ha più nulla da dimostrare. Ogni suo vincente viene trattato con la meraviglia di un miracolo post-storico simile a un colpo di tacco di Totti. Forse anche per questo nei primi turni degli slam esprime una rilassatezza anti-agonistica che lo fa sembrare giocare in ciabatte.
Potremmo tranquillamente immaginare questa schiacciata dorsale con un racchettone sulla riviera romagnola:
E questo passante in recupero, tutto di polso con palla quasi per terra, con una racchetta da ping pong negli stabilimenti di Capalbio:
In attesa del suo primo dritto mancino, ci fa vedere anche un lob a due mani che a quanto pare non è stato un unicum.