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Marco D'Ottavi

Quale politico indossa meglio la maglia da calcio

Guida alle elezioni attraverso foto di politici che indossano o mostrano maglie da calcio.

Ei, magari non lo sapete perché se ne sta parlando poco e le pubblicità dei politici su YouTube si confondono con quelle della pasta, ma domenica prossima si vota per rinnovare la Camera dei Deputati e il Senato del nostro grande e bellissimo Paese. Sappiamo che la fiducia nella classe politica è ai minimi storici e che molti di voi non sanno ancora per chi votare. E se magari ancora non avete deciso per chi o cosa votare, potrebbe esservi utile la nostra selezione di foto di politici con maglie da calcio.

 

Politici che indossano maglie da calcio di squadre esistenti

 

Matteo Renzi – Seconda maglia nazionale italiana agli Europei 2016

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Non si capisce chi ci sia dietro a certe polemiche. Per esempio, io sono contento che Carpi e Frosinone siano andate in serie A».

 

 

Sembra passato un secolo, ma c’è stato un momento in cui Matteo Renzi aveva sufficiente credito da farsi fotografare mentre faceva jogging a L’Avana indossando la maglia numero 10 della nazionale italiana, delle foto molto belle oltretutto. Quella maglia, che solo pochi mesi dopo finirà sulle spalle di Thiago Motta generando non poche polemiche, è però un azzardo davvero poco ponderato per un uomo che non ha il fisico di Pellè.

 

È difficilissima da indossare, bianca e attillata, che mette in risalto ogni singolo muscolo del corpo umano. Con questa maglia Renzi ci racconta della sua pancetta da quarantenne, della completa assenza di spalle, le maniche arrotolate come stesse indossando una camicia azzurra alla Leopolda, il sudore misto alla bruma delle onde che crea un sottotesto sessuale mi auguro non voluto. Sono foto volute per evocare forse il suo carattere giovanile all’interno della sinistra italiana, che è stato il motore principale della sua ascesa. Ma con questa maglia Renzi sembra più uno da rottamare che un rottamatore. Un’impressione amplificata dal fatto che davanti a lui corre una specie di modello cubano dal fisico asciuttissimo.

 

Tutto l’outfit stona: sembra sia stato comprato da Decathlon dieci minuti prima. Il leader del PD non appare come uno che va a correre indossando la maglia della nazionale almeno tre volte a settimana, ma come uno che ha appena dato retta alla persona sbagliata.

 

Massimo D’Alema – maglia rossa da calcio

 

Una dichiarazione calcistica passata: «La Roma? Giocherà per la salvezza».

 

 

Massimo D’Alema è uno dei tanti padri della sinistra italiana. Partecipa alle prossime elezioni come padre putativo di Liberi e Uguali, formazione politica a sinistra del PD, ma a destra di tutte le altre sigle di sinistra. Eppure una volta non c’era nessuno più a sinistra di D’Alema, perché la sinistra era una ed era rossa come la maglia che indossa in questa foto degli anni ‘80 insieme a Angius e Mussi. Una maglia semplice, ma al contempo: lana rossa, colletto e polsini bianchi, perfetta per una squadra che si chiamava Sdegno democratico (oggi forse si chiamerebbe Gauche caviar FC), giocava solo il 31 dicembre e tra le sue file aveva anche Walter Veltroni. Come passa il tempo.

 

D’Alema ovviamente è quello che tiene il pallone.

 

Alessandro Di Battista – maglia SS Lazio anno 1993/94 (forse falsa)

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Votavo con una palletta e vedevo un video di calcio. È vero. A volte capita in 16 ore di aula di vedere un video mentre ci sono le votazioni».

 

 

Alessandro Di Battista che indossa una maglia vintage della Lazio in mezzo a dei tifosi che tengono in mano uno stendardo di Cataldi che recita la scritta Fior fiore de Noantri è assolutamente la versione più Alessandro Di Battista di un politico che indossa una maglia di calcio.

 

In questa foto ci sono esponenti del tifo organizzato della Lazio, con tutto il bagaglio estetico e politico che si portano dietro, e poi c’è Di Battista, che sembra un ragazzino in gita in curva con lo zainetto sulle spalle e che rappresenta  perfettamente l’ambiguità e l’ingenuità con cui si muovono i cinquestelle sul versante politico. Insomma Di Battista vorrebbe rappresentare il tifoso vero, quello da curva e non da tribuna vip, che ama e sostiene la squadra, ma l’effetto sembra più posticcio che altro.

 

La maglia che indossa è quella della seconda stagione di Gascogne a Roma, di Giuseppe Signori capocannoniere, del quarto posto in campionato. Una maglia bella e nostalgica di cui però non possiamo assicurarvi l’originalità, in linea ancora una volta con tutti i dubbi che abbiamo sul Di Battista politico.

 

Matteo Salvini – maglia AC Milan 2008/09

Una dichiarazione calcistica passata: «Metterei Mihajlovic al posto di Alfano».

 

 

Matteo Salvini indossa la maglia del Milan come uno che non ha mai giocato a pallone in vita sua. Il contesto in cui la indossa non sembra poi particolarmente adatto ad indossare una maglia da calcio: dietro a lui c’è uno in giacca e camicia bianca sbottonata, la persona alla sua sinistra indossa un maglione del Werder Brema che ha superato le categorie di bello e brutto.

 

La maglia che indossa è quella della stagione 2008/09, un’annata piuttosto inconcludente per i colori rossoneri, ma nella quale il Milan schierava giocatori dall’incredibile eleganza come Ronaldinho, Beckham, Pirlo e Paolo Maldini. Esattamente l’opposto di quello che rimanda Salvini con questa maglia.

 

Pietro grasso – maglia Boca Juniors 2014

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Io ho fatto per anni il mediano, il centrocampista. Giocare per la squadra, dare la possibilità al fuoriclasse di segnare anche se tu non lo sei… è questo il bello del calcio».

 

 

Nella stagione 2014, la maglia numero 7 del Boca Juniors veste le spalle del Burrito Martinez, attaccante argentino rispettabile con anche 4 presenze in nazionale. Poi succede che Pietro Grasso, all’epoca presidente del Senato, per qualche motivo se ne va alla Bombonera, indossa sopra la camicia una maglia numero 7 col suo nome e tira un rigore che sembra finire in rete.

 

Questa è la più bella foto di un presidente del Senato nello svolgimento delle sue funzioni che vedrete in tutta la vostra vita. Ricordatevela quando vi comunicheranno il nome del prossimo.

 

Luca Lotti – seconda maglia Nazionale 2016

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Le parole di Gigi Buffon sono state molto chiare, ci dobbiamo mettere tutti per far ripartire il calcio».

 

 

Luca Lotti è stato Ministro dello sport nel governo Gentiloni e il suo rapporto con il calcio è stato abbastanza stretto. Da questa foto possiamo dedurre che Lotti è anche un calciatore volenteroso e appassionato. Indossa la stessa maglia di Renzi, ma al contrario del suo compagno di partito non lo fa per correre all’interno di uno shooting fotografico molto elaborato. Lo fa su un vero campo di calcio, durante una vera partita, non curandosi dei capelli sudati che formano ciocche sgangherate sul suo cranio lucido.

 

La scelta di optare per una versione di questa maglia abbastanza larga da non darci troppe informazioni sul suo fisico, più quella di tirarsi appena su le maniche lunghe, sono scelte stilistiche da giocatore di pallone di altri tempi che non possiamo non apprezzare. Dice tanto del PD il fatto che anche lui, nonostante tutto, abbia scelto di indossare la maglia numero 10.

 

Walter Veltroni – maglia sconosciuta

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Qui ci sono delle cose da fare molto radicali, come le seconde squadre che in Spagna hanno fatto crescere il calcio in modo esponenziale, oppure i centri federali, promuovere i ragazzi che sono in Italia ma non riescono ad accedere al calcio per motivi economici».

 

 

 

Non si trovano molte informazioni su questa foto, che dovrebbe ritrarre Veltroni poco prima di una sfida contro la Nazionale magistrati nell’ottobre del 1995. A differenza di tutte le altre maglie indossate durante questi incontri benefico/celebrativi quella indossata da Veltroni potrebbe essere tranquillamente la maglia di una squadra di Promozione del Basso Lazio.

 

Lo sponsor Saura Import, che rimanda ad un’anonima società di San Cesareo, il disegno a rombi irregolari all’altezza del petto, il colletto rosso che Veltroni tiene alzato come unico vezzo in una figura già pienamente istituzionale. Veltroni calca un campo terroso con una maglia da giocatore operaio e gli occhiali tondi da intellettuale di sinistra, incarnando bene la sua perenne dualità politica.

 

Lara Comi – maglia Nazionale italiana agli Europei 2016

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Non mi spaventano i colpi di testa e non ho difficoltà a togliere la palla all’avversario»

 

 

Sul proprio sito Lara Comi mette il calcio tra le sue più grandi passioni. Fa parte della Nazionale delle Parlamentari dove riveste il ruolo di capitano (anche se altrove come capitano è indicata Lia Quartapelle) e attaccante, anche se non abbiamo statistiche per definirla un attaccante prolifico o di manovra. Indossa una maglia che tutti ricordiamo con affetto e lo fa con la stessa dignità con cui la indossava Giaccherini.

 

Clemente Mastella – maglia nazionale qualificazioni agli Europei del 2004

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Mica siamo Stramaccioni».

 

 

Clemente Mastella indossa la maglia della Nazionale allo stesso modo in cui ha indossato il trasformismo politico che ne ha caratterizzato la carriera. Il tessuto sintetico di quella che è la prima maglia dell’Italia sponsorizzata Puma riesce a contenere a malapena la sua pancia, che sembra sul punto di strabordare per andare ad allearsi con il miglior offerente.

 

Eppure Mastella traspira una specie di solennità borbonica nel modo in cui se ne sta dritto al centro, tutto bello impettito, comprendo completamente Fitto con la sua figura mastodontica in un cortocircuito di simbolismi. In qualche modo Mastella riesce a non risultare ridicolo in un contesto in cui dovrebbe risultare assolutamente ridicolo. O almeno lui non crede di esserlo, e questo è l’importante per uno come lui.

 

Francesco Boccia – maglia Nazionale

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Del Piero rimarrà sempre nei cuori di tutti gli juventini, poi è stata la volta di Pogba, Tevez, Morata, Pirlo, Bonucci, sono tutti grandi campioni che hanno fatto la storia di questi sei anni di successi della Juventus».

 

 

Quadricipite appena accennato, polmoni da mediano, Boccia che indossa una maglia da calcio è dimenticabile tanto quanto Boccia che non indossa una maglia da calcio. Le maniche lunghe, il numero venti, i lacci rossi dei pantaloncini che spuntano appena, la presidenza della V commissione bilancio. Boccia indossa la maglia che l’Italia ha indossato agli Europei del 2008, un’Italia dimenticabile quanto lui.

 

Virginia Raggi – Maglia Chapecoense

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Non sono una tifosa, ma tutta la mia famiglia tifa Lazio».

 

 

Virginia Raggi ha dovuto indossare la maglia della Chapecoense, andare all’Olimpico e sedersi accanto a Francesco Totti per vedere una partita amichevole. Fare il sindaco di Roma è davvero difficile ragazzi.

 

Luigi de Magistris – Maglia Napoli 2015/16

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Sto con Sarri»

 

 

Non avendo rivalità cittadine, Luigi De Magistris può esternare il suo tifo per il Napoli senza il rischio di scontentare parte del suo elettorato. Se cercate su google “De Magistris maglia napoli” trovate tutta una serie di foto come questa qui sopra mentre festeggia la rielezione a sindaco di Napoli, in un escalation che lo porterà ad affacciarsi di spalle da un balcone e mostrare la scritta De Magistris è il numero 1.

 

Con questa maglia Higuain ha segnato 36 gol in campionato prima di andarsene alla Juventus.

 

Politici che tengono maglie come se fossero appena stati acquistati da una squadra

 

Antonio Tajani – maglia Juventus 1992-93 e seconda maglia Frosinone 2016-17

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Due esempi per i giovani (Daniel Ciofani e Miralem Pjanic, nda): il primo perché è uno dei pochi giocatori laureati e il secondo perché parla sei lingue»

 

 

Di Antonio Tajani se ne parla come un possibile Primo Ministro qualora dovesse vincere la coalizione di centrodestra. Lui nicchia e continua il suo lavoro di presidente dell’Europarlamento senza dimenticare le sue origini: in gioventù Tajani è stato militante del Fronte Monarchico Giovanile e quali maglie sono più vicine alla monarchia di quella della Juventus e quella del principe Daniel Ciofani?

 

Antonio Razzi – maglia di Han al Cagliari

 

Una dichiarazione calcistica passata: «La verità è che quando il presidente Kim Jong-Un è salito al potere ha esplicitamente chiesto che i giovani calciatori imparassero la tecnica italiana del pallone»

 

 

Forse un giorno riusciremo a ricordare Antonio Razzi solo come colui il quale ha portato in Italia un attaccante molto forte e non per tutte le sfumature negative del suo mandato politico. Se infatti ogni cosa fatta dal politico abruzzese sembra una macchietta, l’aver in qualche modo contribuito al trasferimento di Han dalla Corea del Nord al Cagliari potrebbe essere stata davvero una cosa buona. Vedremo.

 

Dario Franceschini – maglia di Pasolini

 

Una dichiarazione calcistica passata: «È come fare SPAL-Real Madrid (parlando della sfida tra il centrosinistra e Berlusconi, nda)»

 

 

Io mi chiedo chi possa aver pensato fosse una buona idea far fotografare Franceschini con tra le mani una maglia arancione con scritto sopra Pasolini.

 

Andreotti – maglia della Roma

 

Una dichiarazione calcistica passata: «C’era sempre calore e cattiveria. Eravamo anche scontrosi. La squadra era tutto».

 

 

Solitamente le occasioni in cui personaggi famosi ricevono in dono maglie da calcio sono sempre molto istituzionali e poco interessanti. L’unico spunto di dibattito è rappresentato dal numero che viene scelto. In questo caso chi avrà deciso che il numero per Andreotti fosse il 9? La Roma? Lo stesso Andreotti, in quanto si sente un centravanti? Sarà poi stata una scelta casuale o come suo solito stava mandando un messaggio a qualcuno?

 

Enrico Letta – maglia di Birsa al Milan


Una dichiarazione calcistica passata: «Donnarumma lo fischierei anche io»

 

 

Ad Enrico Letta la maglia di Valter Birsa al Milan è stata regalata dall’allora Premier sloveno Alenka Bratusek, probabilmente perché non avevano nulla di meglio da regalare. Eppure è bello immaginare una realtà in cui l’ex presidente del consiglio è un grande fan di Birsa, fin dai tempi del campionato francese, e che ancora oggi non si perde una partita del trequartista sloveno.

 

Questa foto è molto bella perché ci ricorda ancora di come calcio e politica possono essere volatili: era il 2013 e Letta sembra il futuro del centrosinistra italiano, mentre Birsa era già un bidone. Oggi lo sloveno è uno dei migliori trequartisti del campionato (a fasi alterne) mentre di Letta abbiamo perso completamente le tracce.

 

Enrico Letta – maglia Montolivo al Milan

 

 

Enrico Letta è l’unico che compare due volte in questa lista perché se ti sei fatto fotografare con la maglia di Birsa al Milan, ha perfettamente senso farlo anche con quella di Montolivo, no?

 

Silvio Berlusconi – maglia Inter

 

Una dichiarazione calcistica passata: «il Milan è nato per giocare con quattro difensori, una mezzapunta e due punte»

 

 

Una foto di Roberto Maroni che regala a Silvio Berlusconi una maglia dell’Inter con il numero 1 e il nome Silvio è quanto di più fuori dalla realtà potevamo aspettarci e sinceramente potevano anche risparmiarcelo.

 

Piero Fassino – maglia Juventus 2012/13

 

Una dichiarazione calcistica passata: «Il nostro calcio va rinnovato. Ricordo che una delle cose che ha favorito il rinnovo del calcio tedesco, dopo una crisi molto dura, è stata la legge sulla cittadinanza che Schröder approvò. Non voglio mescolare calcio con politica, ma dico che lo Ius Soli può contribuire a questa innovazione».

 

 

È difficile risultare inadeguato anche reggendo una maglia da calcio, eppure Piero Fassino riesce nel difficile compito di esserlo mentre tiene una maglia della Juventus con la stessa faccia contenta di un bambino che sta festeggiando il compleanno al McDonald. Anche in questo caso il numero scelto è piuttosto misterioso: dovrebbe indicare il numero di scudetti vinti da Conte, ma avrebbe davvero poco senso. Probabilmente è un modo subdolo usato dalla Juventus per trollare Fassino (in quella stagione il numero 2 era di Lucio che rescisse il suo contratto a dicembre dopo un paio di prestazioni assolutamente dimenticabili).

 

Sperando in qualche modo di esservi stati utili, buon voto!

 

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.