Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Marco D'Ottavi
Le peggiori partite del 2023
03 gen 2024
03 gen 2024
Partite che vi hanno fatto dubitare della vostra passione.
(di)
Marco D'Ottavi
(foto)
IMAGO / Insidefoto
(foto) IMAGO / Insidefoto
Dark mode
(ON)

All’inizio usavamo questo spazio di fine anno solo per celebrare le migliori partite dell’anno. Ricordare quei giorni in cui il calcio sembra dipinto da Caravaggio, scritto da Hemingway, reso slogan da Don Draper. A quei momenti di spettacolo indimenticabili risponde però tutta una giungla fittissima di partite mediocri, di pomeriggi plumbei in cui il calcio sembra l’invenzione di qualche sadico torturatore: 90 minuti in cui 22 uomini si contendono un pallone troppo piccolo in uno spazio troppo grande potendo usare solo i piedi. Eppure queste partite fanno parte di noi, della nostra esperienza da calciofili. È difficile spiegarne le ragioni in un mondo in cui la soglia di attenzione è sempre più bassa: forse è semplicemente il fatto che la noia è la parte più pura delle nostre vite o forse è il nostro amore per il niente, un concetto così stupendamente profondo da affascinarci. In ogni caso il calcio ci attrae per motivi che vanno oltre il bello e il brutto. Anche per questo ci scanniamo su cos'è il bel gioco, su che peso ha la vittoria rispetto all'estetica, su cosa guardiamo quando guardiamo una partita di calcio. Certe volte però il calcio riesce a squarciare questo velo di ambiguità e essere solo brutto, a livello estetico o etico o qualcosa lì in mezzo. In quello spazio sta questa classifica: sono le partite che nel 2023 hanno scavallato questa sorta di meravigliosa mediocrità per entrare nel campo dell’orrido, partite brutte per motivi diversi, anche soggettivi probabilmente. Ecco una breve lista, ovviamente non esaustiva.PSG-All Stars Al-Hilal/Al-Nassr 5-4, 18 gennaio

Sulla carta una partita finita 5 a 4 con due gol di Cristiano Ronaldo, uno di Messi, uno di Mbappé, un'espulsione e un rigore sbagliato da Neymar non dovrebbe poter essere considerata tra le peggiori dell’anno. E però, mentre noi eravamo ancora ebbri dello spettacolo del Mondiale, quasi di nascosto questa è stata la partita che ha inaugurato un cambio di paradigma nel mondo del calcio che ancora non sappiamo dove ci porterà. PSG-Al-Nassr ci è stata venduta come l’ultimo romantico capitolo della sfida tra Messi e Cristiano Ronaldo, il tramonto di un'epoca gloriosa, e invece era solo l’introduzione posticcia e turbocapitalista a un finale alternativo, in cui i giocatori più rappresentativi vanno a prendere i milioni delle monarchie arabe. Una partita in cui Messi non era già più l’uomo in missione visto con la maglia dell’Argentina, ma quello che indossava il Bisht, il mantello tradizionale del Golfo Persico. Il PSG intorno a lui appare già come una squadra fantasma, totalmente smontata nell’anima, come poi è accaduto davvero. Forse tutte le partite del PSG 2023 sono state le peggiori partite dell'anno, ma questa lo è stata particolarmente.Messi e Ronaldo, comunque, si rincontreranno il primo febbraio 2024, di nuovo a Riyad. Non vediamo l’ora.Chelsea-Fulham 0-0, 3 febbraio

Il Chelsea è stato senza dubbio la cosa peggiore successa al calcio nel 2023 (anche se è in ripresa, magari nel 2024 sarà la sorpresa). Una squadra fatta di promesse sempre più grandi, nessuna delle quali mantenute. È anche difficile spiegare la quantità di soldi spesi sul mercato in relazione a quanto poi la squadra ha giocato in maniera anonima e dimenticabile. Questa partita col Fulham è una piccola rappresentazione simbolica di questa pochezza estetica ed emotiva del Chelsea del 2023. Si gioca il 3 febbraio, con il mercato di gennaio appena chiuso. In un mese il Chelsea ha comprato Mudryk, Badiashile, Malo Gusto, Madueke, Andrey Santos, Datro Fofana e Enzo Fernández (più il prestito oneroso di Joao Felix) rivoluzionando il concetto di “mercato di riparazione" dopo che in estate erano stati comprati Cucurella, Sterling, Koulibaly, Aubameyang e Fofana. A Stamford Bridge quel pomeriggio esordisce Enzo Fernandez, inseguito per un mese e poi pagato oltre 120 milioni di euro. Sarà lui a svoltare la squadra di Graham Potter? No, e si può già capire da questa partita.La prima occasione per il Chelsea è per Havertz, che da solo calcia alto, la seconda di nuovo per Havertz, imbeccato da un lancio di Ziyech. Oggi uno sta cercando di ricostruirsi una vita all’Arsenal, mentre l’altro è al Galatasaray (ma si parla già di Arabia Saudita). Sembra almeno l’inizio di una bella partita, ma poi non succede quasi più nulla. A fine primo tempo Mudryk viene sostituito, le sue statistiche sono una sfilza di zero. Il momento più vibrante del secondo tempo è quando Mitrovic prova a fregare Kepa calciando da centrocampo. Oggi uno è in Arabia Saudita, l’altro fa il secondo portiere al secondo portiere del Real Madrid. L’ultima occasione è per Datro Fofana, che fa un’azione incredibile, stupenda, ma poi davanti alla porta, con un difensore a coprirla e non il portiere, gli calcia debolmente addosso. Oggi non so neanche dove si trovi.Insomma, questa partita non è solo una partita noiosa, è un inno alle promesse non mantenute, alle distorsioni che può avere la Premier League quando l’unico progetto sono i soldi. È anche la dimostrazione che gli stadi pieni, le migliori telecamere e il verde brillante del prato possono nascondere fino a un certo punto la pochezza di contenuti. Roma-Juventus 1-0, 5 marzo

Roma contro Juventus, Mourinho contro Allegri: qui entriamo nel campo del metafisico, nel calcio come un gioco fatto di assenza. Entriamo anche nel soggettivo perché magari a voi questa partita può essere piaciuta, o perché tifate Roma - e insomma è facile capire i vostri motivi - o magari perché vi piace questa idea del mondo che ci circonda. C’è un’azione che rappresenta bene le difficoltà che può metterti davanti questo sport in partite come queste: la Roma risale il campo da destra con tutte belle giocate di prima che mettono Dybala in condizione di entrare dentro al campo col sinistro. Davanti a lui, però, ci sono cinque calciatori della Juventus a formare la cosa più vicina possibile a un “muro umano”. L’argentino proverà ad abbatterlo, ma non tutti i muri possono essere abbattuti (nel caso specifico ci penserà la schiena di Rabiot).

A deciderla allora sarà un improvviso lampo di lucidità di Mancini, uno dei calciatori che meglio rappresenta questo calcio. Un tiro a incrociare violentissimo, che quasi brucia l'erba dell'Olimpico. Un gol bellissimo ma anche indicativo di come fare gol in queste partite è una questione di pianeti che si allineano più che lo sforzo corale di due squadre. Non è però per l’assenza di spettacolo che questa partita è entrata in classifica o almeno non solo. A svettare, per bruttezza, sarà infatti il lungo recupero finale di sette minuti che si apre con l’espulsione di Kean (entrato da 40 secondi) per un fallo di reazione. In un tempo che è sembrato lunghissimo, la Roma è riuscita a non far succedere nulla, mettendo in mostra una luciferina capacità di perdere tempo. Palloni lasciati a loro stessi, giocatori a terra, schermaglie in ogni zona del campo: il recupero di Roma-Juventus è stata un’altra piccola Roma-Juventus, un’altra sfumatura delle capacità mefistofeliche dei loro allenatori. Come ha scritto Emanuele Atturo in questo articolo: “Quando assistiamo a spettacoli simili di solito si fa sarcasmo: “Uno spot per il nostro calcio”. E a dire il vero sì: forse solo in certe partite di Libertadores si può ammirare questo tipo di spettacolo, in cui la tensione psicologica divora tutto il resto”. Insomma, forse conoscete questo modo di dire: una partita così brutta che ha (quasi) fatto il giro. Manchester City-Lipsia 7-0, 14 marzo

L’andata era finita 1 a 1 in Germania e se nessuno si aspettava il miracolo del Lipsia, una partita degli ottavi di Champions League che finisce 7 a 0 non è il massimo. Il Manchester City è stata la miglior squadra del 2023 ma in questa partita il suo dominio è sfociato nel messianico, soprattutto per i gol (cinque) di Haaland. Se li riguardate vi accorgete come il pallone sembra finire tra le sue grinfie in maniere sempre più fantasiose, solo per farsi scaraventare in rete dal norvegese con la sua sadica violenza. Mettetevi nei panni di Janis Blaswich, che quel giorno gli ha detto la sfiga di essere il portiere titolare del Lipsia, a dover sentire quel suono che fanno le porte del Etihad Stadium quando segna Haaland, un rumore simile a quello del serpente a sonagli. Se c'è una partita in cui era il diavolo a tirare le fila, è stata questa. Lecce-Spezia 0-0, 21 maggioCosa fa la paura nel calcio? Novanta minuti di noia. Lecce e Spezia si sono trovate costrette loro malgrado a giocarsi un uber-spareggio salvezza alla 36esima giornata. Una partita che per il suo essere quasi un "dentro o fuori" aveva attirato l'attenzione anche di chi di solito non si cura di quella parte della classifica. C'è da dire che, a essere precisi, per il Lecce un pareggio era una vittoria e una sconfitta un brutto affare, ma per lo Spezia una sconfitta era la morte. Come succede spesso in questi casi il risultato perfetto è lo 0 a 0.La partita ha avuto un andamento molto preciso: niente, niente, un’uscita di pugno di Dragowski abbastanza interessante da finire negli highlights della partita, poi ancora niente fino agli ultimi minuti in cui lo Spezia si è ricordato che, comunque, a loro vincere avrebbe fatto molto comodo.

[@portabletext/react] Unknown block type "imageExternal", specify a component for it in the `components.types` prop

Nei minuti finali lo Spezia avrebbe avuto la possibilità di vincere, prima con Agudelo, poi con Ampadu e infine con Ekdal. Lo so: sembra uno scherzo, ma è andata esattamente così. Non è stato però abbastanza. Il punto a testa è servito a Lecce per salvarsi e allo Spezia per arrivare allo spareggio col Verona. Spareggio poi perso. Oggi lo Spezia è penultimo in Serie B, per dire.Uruguay-Italia 1-0, 11 giugno

Nel giro di pochi giorni il "calcio italiano", che era stato capace di issarsi fino alla cima del monte, ha visto quanto può fare male la caduta. Prima la Roma contro il Siviglia in finale di Europa League, poi la Fiorentina con il West Ham in finale di Conference League, l'Inter con il Manchester City in finale di Champions League e infine l'Italia contro l'Uruguay nella finale del Mondiale Under 20: quattro sconfitte in quattro finali difficili da digerire. E se per le finali delle squadre di club, si può dire, magari non ve ne fregava nulla (o, magari, eravate apertamente contro) vedere la sconfitta in finale di questa Nazionale ci ha fatto male. La squadra di Nunziata è stata una ventata di aria fresca, una squadra piena di giovani divertenti da guardare (Baldanzi, Casadei, Pafundi) che giocava un calcio propositivo e spettacolare. A questo livello la vittoria ha un valore relativo, e l'esperienza di questo Mondiale sarà stata importante soprattutto per la loro crescita, ma una volta che sei lì è difficile ricordarselo. Contro l'Uruguay, purtroppo, l'incantesimo si è come rotto. L'Italia non ha perso male nel risultato, anzi, ma è sembrata quasi inerme, incapace di cambiare l'inerzia della partita. Le finali sono spesso brutte e non chiedevamo spettacolo a 22 ragazzi che si affrontavano su un campo a limite della decenza, ma anche nascondere totalmente la delusione sarebbe una bugia: l'Italia non è mai stata in grado di impensierire gli avversari, è apparsa come spenta, sfiduciata, come se avesse già visto la sua sconfitta nelle finali precedenti. L'Uruguay, comunque, ha vinto con merito, ricordando al mondo quanto speciale sia il talento calcistico di un Paese relativamente piccolo. Quello che possiamo portarci dietro è la speranza che - almeno alcuni di loro, dei presenti in campo - riesca a costruirsi una buona carriera a livello professionistico e magari di rivederli in finali più importanti. Il calcio italiano, inteso come movimento, si è comunque riscattato con la vittoria dell'Europeo Under 19 battendo Spagna e Portogallo in semifinale e finale. FC Rottach-Egern - FC Bayern 0-27, 18 luglio

Capite che - amichevole o non amichevole, amatori o non amatori - c’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo risultato. Un accanimento che è quello del ricco col povero, dello stanziale con l’immigrato, del capitalismo con ogni altro possibile sistema per regolare la società. La mancanza di empatia del Bayern Monaco è una forma d’arte, ma quando si scatena in un caldo pomeriggio di luglio ha delle sfumature ridicole, porta all'estremo il concetto di fare il proprio lavoro.Se avete molto tempo libero - due ore, sette minuti e quindici secondi - vi invito a vederla tutta questa partita. Come il tutto inizia in un'atmosfera assolutamente gioviale e rilassata per poi sfaldarsi piano piano fino al collasso. C’è infatti un numero limitato di gol che un uomo in calzoncini può subire con un cross rasoterra arretrato e quel numero è intorno al 20. Dopo sarà un uomo spezzato nell’anima, un guscio vuoto che si trascina per il campo fingendo di essere contento solo perché vicino ci sono i giocatori del Bayern Monaco. Ma, se avete mai giocato a calcio, sapete che non è così. Dopo questi 90 minuti i giocatori del Rottach-Egern non saranno più loro stessi.

[@portabletext/react] Unknown block type "imageExternal", specify a component for it in the `components.types` prop

Ecco la faccia di un uomo sostituito sul 24 a 0.

Svezia-Italia 5-0, 29 luglioIn meno di 90 minuti questa partita ha spazzato quanto di buono aveva fatto l’Italia di Bertolini negli anni precedenti. Avvicinandosi al Mondiale si era capito che per la nostra Nazionale i problemi, dentro e fuori dal campo, erano numerosi, ma scoprirlo in una partita così è stato come prendere un pugno in faccia. L’Italia non ha giocato neanche male, almeno per i primi 38 minuti, ma il modo in cui è maturata questa sconfitta è stato veramente demoralizzante per tutto il movimento. La Svezia ha segnato su calcio d’angolo al 38esimo, un pallone calciato a rientrare su cui Ilestedt ha colpito di testa ben dentro l’area piccola, svettando sulle italiane (compresa Durante) con una superiorità imbarazzante. Lo stesso schema si è riproposto cinque minuti dopo, anche se questa volta c'è stato bisogno di un tap-in di Rolfo per il gol. Nel recupero è arrivato anche il terzo gol delle svedesi, questa volta con una bellissima azione manovrata. A inizio secondo tempo, però, l’Italia ha subito gol ancora su calcio d’angolo, ancora allo stesso identico modo. In diretta era sembrato quasi uno scherzo di cattivo gusto.Prendere tre gol UGUALI da calcio d’angolo non ha solo evidenziato la svagatezza con cui la Nazionale di Bertolini ha affrontato il Mondiale (la Svezia aveva segnato allo stesso modo anche con il Sudafrica), ma anche ricordato come lo scarto dalle migliori avversarie, che pensavamo di aver ridotto, è ancora lì, almeno a livello atletico. Dopo questa sconfitta e quella - forse ancora peggiore per come è arrivata - con il Sudafrica, l’Italia è implosa su sé stessa, portando a una grave crisi interna alla Federazione, accusata dalle calciatrici di essere assente, così come la leadership di Bertolini, apertamente sfiduciata a Mondiale in corso. Come si dice, però: in ogni tragedia c’è una piccola possibilità. L’Italia è ripartita da un nuovo allenatore, Soncin, e un rimpasto nelle convocazioni. I primi segnali per il futuro sono incoraggianti. Con la Svezia, per dire, abbiamo pareggiato 1-1 e perso 1-0 nelle ultime settimane. Abbiamo battuto anche la Spagna campione del Mondo. Risultati relativi, ma insomma anche da una partita tremenda si può provare a trovare qualcosa di positivo. Lazio-Roma 0-0, 12 novembre

Lazio-Roma era già finita tra le peggiori partite del 2022 e, mi dispiace, ma ci torna anche quest’anno. Il derby della Capitale è la partita che più negli ultimi anni sta rappresentando alcuni dei limiti strutturali del calcio italiano nel creare proposte credibili sul lungo periodo. Se Roma e Lazio non hanno avuto sempre grandi squadre, l’idea sempre presente nella loro sfida è che il derby si gioca alla morte per vincere. È magari una legge provinciale ma è anche quello che ha reso questa partita una delle rivalità più accese del calcio mondiale. Il 12 novembre, però, la rivalità è rimasta solo nelle coreografie dei tifosi e negli sfottò in giro nei bar della città. In campo le due squadre hanno mostrato così poca voglia di vincere da rendere questa partita anche più brutta dello scialbo 0 a 0 che ha creato. La tensione che si respirava non aveva quel bello spessore nervoso di queste partite, ma sembrava piuttosto quella di un malato che si preoccupa in maniera cupa per la propria sopravvivenza. Non è un caso che l’articolo che abbiamo pubblicato dopo questa partita aveva come titolo “Il derby che ha abolito il gol”.Metz-Brest 0-1, 10 dicembre Come già l’anno scorso, anche quest'anno ho deciso di premiare, premiare in senso negativo, la partita con meno xG tra quelle del 2023, prendendo in considerazione i primi cinque campionati in Europa. Nel caso specifico parliamo di 0,5 xG totali; 0,2 per il Metz, 0,3 per il Brest. Lo so, un dato come questo ha un valore relativo sulla singola partita, ma non vi sarà difficile capire che Metz-Brest rappresenta tutte quelle volte in cui nel calcio, da un punto di vista delle occasioni create, non succede niente o quasi niente (comunque un gol c’è stato). Di queste partite è interessante andare a vedere anche solo gli highlights, come il povero montatore si è destreggiato per creare 3 minuti e 13 secondi (ogni campionato ha la sua lunghezza standard) di momenti interessanti. In Metz-Brest è andata così: - 30 secondi di presentazione delle squadre; - 28 secondi dell’unica azione meritevole del primo tempo (un bel tiro con una grande deviazione sulla traversa che si è meritato 3 replay);- 14 secondi di immagini delle squadre che rientrano negli spogliatoi, con un primo piano del portiere (quello della parata) e di un giocatore del Metz che sputa a terra (ora sinceramente non conosco la grammatica del montaggio, ma credo sia una specie di ribellione dell’autore);- 37 secondi per un cross che il portiere del Brest non riesce a bloccare e sulla successiva parata (classica occasione a metà tra miracolo del portiere e errore di chi tira); - 48 secondi per il gol, che è un bel gol onestamente, un sinistro violentissimo di Jérémy Le Douaron;- 3 secondi per il fischio finale, sì proprio l’immagine dell’arbitro che fischia e i giocatori che si accasciano;- 21 secondi di calciatori che si abbracciano;- 9 secondi con una schermata blu con il risultato.Ricapitolando sono in totale tre azioni, tutte e tre effettivamente abbastanza belle, ma sono anche le uniche che sono state considerate meritevoli di essere mostrate. Sono andato a fare il calcolo: sono 22 secondi di gioco su circa 5700 totali. Immaginate un altro passatempo della vostra vita che vi mette davanti allo stesso tipo di proporzioni tra niente e intrattenimento, cosa ne pensereste? Lo fareste? Non credo. Metz-Brest allora è un buon esempio dei motivi per cui il calcio non è un passatempo, ma è qualcosa di più radicato, come una tradizione, una cultura, una religione. Insomma, scegliete voi quale parolone abbinarci ma il senso è chiaro.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura