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Guida al Parma 2025/26
25 ago 2025
La squadra emiliana si presenta ai nastri di partenza con un nuovo allenatore e una rosa profondamente rinnovata.
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13 min
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IMAGO / ABACAPRESS
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PIAZZAMENTO DELLO SCORSO ANNO: 16°

CHI IN PIÙ: Matija Frigan, Christian Ordóñez, Mariano Troilo, Oliver Sørensen, Abdoulaye Ndiaye, Tjas Begic, Sascha Britschgi.

CHI IN MENO: Giovanni Leoni, Ange-Yoan Bonny, Simon Sohm, Dennis Man, Valentin Mihaila, Antoine Hainaut, Yordan Osorio, Drissa Camara.

UNA STATISTICA INTERESSANTE DELLA SCORSA STAGIONE: Pur avendo avuto in rosa tanti giocatori alti (e da febbraio in poi anche Mateo Pellegrino, un centravanti specialista nei duelli aerei), il Parma è stata la squadra ad aver effettuato meno cross in media a partita (5.9, secondo i dati di Hudl Statsbomb) e anche meno cross in assoluto (223). Se si vanno a vedere solo i cross riusciti, in area di rigore, il Parma è sempre ultimo (60, quattro in meno del Venezia).

Il Parma, tornato in Serie A la scorsa stagione, aveva iniziato con l’ambizione di una salvezza tranquilla, soprattutto per via degli investimenti della proprietà americana e del modo in cui la squadra di Pecchia aveva dominato la Serie B 2023/24. L’inizio, con la vittoria contro il Milan, è stato incoraggiante, ma da lì in poi la squadra ha iniziato a lasciare per strada troppi punti e tra la poca continuità di rendimento e gli infortuni subiti da giocatori chiave, come Bernabé, il Parma che si trovava a metà classifica alla 14esima giornata è finito invischiato nella lotta per non retrocedere. 

Dopo aver conquistato appena 2 punti in sette giornate tra gennaio e febbraio, è arrivato l’esonero di Pecchia. Al suo posto, a sorpresa, è stato scelto l’esordiente Cristian Chivu che, mettendo innanzitutto un maggiore ordine tattico, ha trovato la quadra col più classico dei metodi della Serie A: passare alla difesa a 3.

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Il Parma del 3-5-2 e delle palle verticali verso le due punte pesanti Pellegrino-Bonny è riuscito a tenere botta difensivamente e a garantirsi abbastanza offensivamente da strappare risultati pesanti, come i pareggi con Inter e Fiorentina e la vittoria con la Juventus. Il Parma compattato da Chivu ha superato anche lo scossone delle due sconfitte consecutive alla quartultima e terzultima giornata (contro Como ed Empoli) e si è salvato grazie al sorprendente pareggio col Napoli e alla vittoria all’ultima giornata con l’Atalanta. Nell’idea della società (di proprietà dell’americano Kyle Krause), Chivu sarebbe dovuto restare sulla panchina gialloblù, ma è arrivata la chiamata dell’Inter e il Parma ha tirato fuori dal proprio cilindro un altro nome sorprendente: quello dell’assistente di Arteta all’Arsenal, esordiente, giovanissimo e spagnolo, Carlos Cuesta.

Cuesta è arrivato a Parma parlando già italiano, anche grazie all’esperienza passata nelle giovanili della Juve quando Federico Cherubini (oggi amministratore delegato del Parma) faceva parte della dirigenza. Negli anni all’Arsenal è stato uno dei principali assistenti di Arteta, quello che aveva un rapporto più stretto con lo spogliatoio, anche per via della sua natura empatica e la poca differenza d’età con i giocatori. Secondo Cuesta, quello che importa di più ai giocatori è che l’allenatore sia onesto e che abbia la capacità di aiutarli a migliorare. Su cosa ha imparato negli anni con Arteta, ha detto che c’è la voglia di creare una cultura di squadra e la cura dei dettagli: «Ogni giorno, come si dice in Italia, sul pezzo».

Era tanta la curiosità per la metodologia di allenamento di Cuesta: nei primi giorni di ritiro gli inviati hanno raccontato di esercitazioni a campo ridotto, sfide due contro due, o tre contro tre, pressing e scambi rapidi palla a terra. Le parole d’ordine erano: ritmo alto e intensità. Si sono visti anche degli ospiti eccellenti: gli allenatori Davide Ballardini e Leonardo Semplici. Le amichevoli, però, non hanno restituito un quadro completo del Parma di Cuesta anche per via della forma fisica ancora da trovare e del mercato ancora in corso. 

Lo stesso Cuesta ha provato varie soluzioni in termini di formazione, forse anche per capire lui stesso che tipo di squadra aveva a disposizione. Ha iniziato il ritiro con la difesa a quattro e due ali larghe in fascia, ed è poi passato alla difesa a 3 e 2 esterni a tutta fascia, un modulo che è stato riproposto anche all'esordio in Serie A contro la Juventus e che curiosamente non si discosta molto da quello con cui l’aveva conclusa con Chivu. Come se Cuesta avesse deciso di non toccare più di tanto quanto trovato già funzionante, almeno per il momento.

Anche la rosa è cambiata molto rispetto all’inizio della scorsa stagione, a segnare ancora di più un punto di rottura col ciclo di Pecchia. Sono andati via giocatori importanti delle ultime stagioni: in sostanza, tolti Suzuki e Bernabé, tutti i giocatori che avevano mercato, sia alcuni con ancora il meglio del proprio calcio davanti come Bonny e Sohm, che altri arrivati forse a fine ciclo a Parma come Man e Mihaila. Come detto dallo stesso Cherubini, la cessione del giovanissimo centrale rivelazione Leoni non era preventivata, ma le cifre messe sul tavolo dal Liverpool erano di portata «storica» per il Parma.

In totale, i ricavi dalle cessioni hanno raggiunto gli 80 milioni e proprio nelle ultime settimane è partita un’aggressiva campagna acquisti per costruire le nuove fondamenta del ciclo di Cuesta. Il Parma ha una chiara strategia di scouting che pone un’attenzione particolare ai mercati del Nord Europa e a quello argentino, zone dove mira a giocatori di buon livello ancora non esplosi. Sono arrivati, quindi, tutti giocatori ancora non nel picco della carriera, che idealmente faranno un salto assieme al progetto del Parma.

Ad esempio, per andare a sostituire Leoni il Parma è andato in Argentina a prendere Mariano Troilo: un centrale alto e con le spalle larghe di 22 anni, dallo stile di gioco spigoloso e perfetto per la difesa a 3, col bonus di essere praticamente ambidestro. Proprio da questa estate è entrato nel giro della Nazionale argentina. Per prenderlo il Parma ha superato con un blitz il Pisa che lo stava trattando da settimane: gli emiliani hanno messo subito sul piatto la cifra di 8 milioni richiesta dal Belgrano.

La partenza di Bonny, invece ha costretto il Parma a prendere un altro attaccante, considerando il solo Mateo Pellegrino come sicuro titolare. Ad inizio estate sembrava aver puntato Colombo, passato poi al Genoa, ed è fallito anche il tentativo di inserirsi per Sebastiano Esposito, che ha scelto di rimanere fermo sull’idea di andare al Cagliari. Il Parma ha quindi optato per aprire la cartella con i nomi dall’estero e in pochi giorni ha preso Matija Frigan, dal Westerlo, in Belgio. Sarebbe stata la vera scommessa stagionale della squadra, se non si fosse rotto i legamenti crociati del ginocchio sinistro quattro giorni dopo la firma del contratto.

Si tratta di un attaccante croato di 22 anni che può giocare sia centralmente che partendo più esterno, con grandi potenzialità atletiche e tecniche. Speriamo di rivederlo presto in campo.

Altri due nuovi giocatori sono arrivati già durante il ritiro: il ventenne centrocampista argentino Christian Ordóñez e il centrale senegalese Abdoulaye Ndiaye, proveniente dalla Ligue 2 francese. Ad avere più chance di giocare è Ordóñez, entrato subito nella formazione titolare grazie ad uno stile di gioco da tipico volante argentino, dinamico e con buon controllo palla, che ben si sposa con quello che vuole Cuesta.

È arrivato da poco, invece, il 23enne danese Oliver Sørensen, erede di Sohm, anche lui dinamico e duttile centrocampista, tra i migliori giocatori dello scorso campionato danese. Idealmente si inserisce proprio sulla trequarti mancina, là dove ha giocato Ordóñez in precampionato, e magari sarà proprio lui il titolare vista la relativa maggiore esperienza. Con Løvik messo a sorpresa come esterno destro a tutta fascia all’esordio in Coppa Italia col Pescara, Cuesta ha dimostrato che le gerarchie per lui non sono ancora fisse.

In questo senso, non è ancora chiaro lo status del talentuoso Adrian Benedyczak, che viene da un brutto infortunio e ha mostrato in questo precampionato di avere il talento per essere titolare del Parma. Tra le sorprese di quest’estate c’è anche l’ala slovena 22enne Tjas Begic, lo scorso anno in prestito al Frosinone, che è sembrato aver capito prima degli altri cosa voleva Cuesta in campo. E c’è stato anche il promettente impatto del centrocampista offensivo diciannovenne Elia Plicco, del vivaio del Parma e nazionale Under 19, già rinnovato fino al 2028. Potrebbero entrambi tornare utili durante la stagione.

Al momento, per Cuesta c’è solo una certezza: che il centravanti sarà Mateo Pellegrino, e che su di lui verrà appoggiato il peso offensivo della squadra. Per questo, forse, ha optato per avere due esterni a tutta fascia, di cui il mancino Emanuele Valeri messo lì proprio per crossare sulla testa del numero nove argentino. Lo scorso anno, in poche presenze (l’equivalente, in minuti, di neanche nove partite intere) ha segnato tre gol, ma ha mostrato tutta la sua capacità di dominare sui duelli aerei: saggio da parte di Cuesta tenerne conto. Il secondo gol segnato da Pellegrino contro il Pescara è proprio l’esempio perfetto del suo ruolo all’interno della squadra, dalla protezione con apertura per l’esterno in fascia, al movimento per concludere in area.

Le amichevoli hanno mostrato che in termini di manovra con il pallone Cuesta vuole un gioco di posizione non troppo spinto sulle rotazioni, preferisce mantenere una struttura stabile mentre risale il campo, così da facilitare le scelte per i giocatori. Ci devono essere, però, movimenti in verticale, e non solo sull’esterno. Anche nella fascia centrale del centrocampo, tra mezzali e seconda punta, c’è movimento. 

Ad esempio, la costruzione della manovra avviene con la base dei 3 centrali (Del Prato, Circati, Valente), il mediano Keita e uno tra Bernabé e Ordóñez, che si abbassano a turno a seconda di dove esce il pallone (tanto che il modulo può essere considerato sia un 3-4-2-1 che un 3-5-2). Questo meccanismo avviene al meglio soprattutto quando Bernabé è ispirato: è lui l’ago della bilancia, che detta la velocità di trasmissione del pallone.

Una brutta tegola estiva è stata l’infortunio nell’amichevole contro il Werder Brema di Jacob Ondrejka, che lo terrà fuori almeno fino a dicembre: lo svedese era partito titolare nella prima amichevole prestagionale e sembrava uno dei giocatori su cui puntava Cuesta. Alla fine della scorsa stagione lo stato di forma raggiante di Ondrejka - con 5 gol nelle ultime 7 giornate di campionato - lasciava pensare che potesse diventare uno dei punti fermi di questa nuova stagione. Al suo posto è stato inserito Ordóñez.

Senza palla, si è visto bene, e da subito, l’atteggiamento aggressivo con cui il Parma va ad aggredire il pallone, una novità rispetto alla scorsa stagione e una cosa che Cuesta si porta dietro dagli anni all’Arsenal. Il Parma sale uomo contro uomo a seconda di come esce la palla dalla difesa avversaria, a bordo campo si vede spesso Cuesta agitarsi per indicare ai suoi giocatori dove correre. «È ciò che ho detto dal primo giorno che sono stato qua: vogliamo attaccare e difendere in undici», ha detto quando gli hanno chiesto del pressing alto dopo l’esordio stagionale col Pescara.

Negli ultimi giorni sembrava che il Parma avesse chiuso la trattativa per Gio Reyna, e sarebbe stata una notizia grossa. Si parlava infatti di una cifra di circa 8 milioni, bonus compresi - sostanzialmente un affare per un giocatore che sarebbe diventato da subito uno dei migliori della rosa del Parma. Alla fine però Reyna si è accordato con il Borussia Mönchengladbach e adesso bisognerà capire se tornerà sul mercato per cercare un altro esterno alto. Nel frattempo la squadra emiliana ha preso il giovane terzino svizzero Sascha Britschgi (appena quattro presenze tra i professionisti) e pare stia trattando con la Fiorentina Lucas Beltran, che potrebbe giocare in più ruoli sul fronte d'attacco.

Questa è la stagione in cui il Parma capirà la portata del progetto americano di Krause. la rosa è stata ampiamente rimaneggiata con l’idea di aprire un nuovo ciclo in cui la salvezza per il rotto della cuffia deve essere un ricordo del passato. L’ambizione è di portare il Parma, già nel breve termine, a stabilizzarsi a metà classifica in Serie A, ma tutto si regge sulla grossa incognita del giovane allenatore esordiente, una variabile che ha già scottato il Parma nel recente passato.

MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
Dopo un esordio poco positivo contro la Juventus, dalla seconda giornata inizia una striscia di 7 risultati utili consecutivi, coronati con la vittoria per 2-0 (doppietta di Pellegrino) contro il Como di Cesc Fàbregas. Sulla Gazzetta di lunedì 3 novembre esce un editoriale di Arrigo Sacchi dal titolo: “La squadra di Cuesta vince con la forza delle idee”. Il Parma in inverno è ben distante dalla zona retrocessione, c’è pure chi pensa che possa ambire ai posti europei, soprattutto dopo l’eliminazione del Bologna agli ottavi di Coppa Italia. Un brutto gennaio abbassa le aspettative e c’è l’eliminazione con la Lazio ai quarti di coppa, ma Pellegrino segna con continuità (chiuderà la stagione con 18 gol, anche grazie ai 10 assist di Reyna), Bernabé è una garanzia e Ordóñez è una delle rivelazioni del campionato e i 9 punti di marzo rimettono a posto tutto. Con la vittoria contro il Sassuolo all’ultima giornata, il Parma chiude con 45 punti e l’undicesimo posto in classifica. Il Tardini chiude la stagione con un ottimismo dilagante e il Presidente Krause, intervistato a fine partita, esalta il lavoro di Cuesta e promette grossi investimenti estivi per «far tornare il Parma dove deve essere».

PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
Il Parma non segna mai. Pellegrino non si accende e il suo compagno d’attacco cambia ogni partita con scarsi risultati. Cuesta comincia a ruotare formazioni e moduli sperando di azzeccare quello giusto. Arrivano zero punti nelle 4 partite tra ottobre e novembre contro Como, Roma, Bologna e Milan e il Parma è in piena zona retrocessione. Sulla Gazzetta di lunedì 11 novembre esce un editoriale di Arrigo Sacchi dal titolo eloquente: “Il Parma di Cuesta non vince e non convince”. Cherubini rinnova la fiducia nel progetto Cuesta ma il pareggio 0-0 in casa con la Fiorentina porta giorni convulsi e il 31 dicembre arriva l’esonero. Al posto di Cuesta arriva Vanoli per salvare la stagione. La squadra sembra rinvigorita e vince subito col Sassuolo, ma i risultati dicono comunque 7 magri punti tra febbraio e inizio aprile. Il presidente Krause non si fa più vedere in città e Vanoli sa del suo esonero dopo la sconfitta in casa col Napoli direttamente a bordocampo. Con 6 giornate a disposizione e un penultimo posto in classifica a Leonardo Semplici viene chiesto di vincere almeno gli scontri diretti contro Pisa e Sassuolo per sperare di salvarsi, perché il calendario non è facile. A sorpresa il Parma della coppia d’attacco Pellegrino-Djuric vince a Como alla penultima, ma pareggiando col Sassuolo in casa chiude terzultimo retrocedendo tra i fischi del pubblico di casa.

GIOCATORE DA PRENDERE AL FANTACALCIO
Giocando una stagione da titolare come fulcro della manovra Pellegrino potrebbe anche chiudere in doppia cifra. Magari come primo attaccante è troppo, ma come secondo potrebbe essere una scelta ragionevole dopo il finale della scorsa stagione e considerando la penuria nel ruolo in Serie A, senza neanche Retegui e Lukaku (per la prima parte di stagione). Se non si vuole scommettere il malloppo su un utopico Pellegrino da 18 gol, allora tanto vale puntare a rosicchiare qualche bonus da chi gli servirà i palloni, come l’esterno sinistro Valeri, che sembra aver già trovato con lui una buona intesa sui cross e batterà anche gli angoli.

GIOCATORE DI CUI AVERE LA MAGLIA
Partiamo col dire che se non sei di Parma prendere una maglia del Parma significa rigorosamente andare sulla seconda, perché per fortuna ancora una volta è a strisce orizzontali. Quest’anno il gialloblù è con tonalità più chiare, con il blu che ha anche una sfumatura azzurra. Una maglia meno aggressiva di quella dello scorso anno e più adatta a giocatori tecnici. Questa potrebbe essere l’ultima stagione di Bernabé in Emilia e allora mettersi la sua 10 dietro le spalle potrebbe essere una scelta romantica.

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