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Nico Gonzalez sa volare
06 ott 2023
In questo momento il miglior specialista del nostro campionato.
(articolo)
9 min
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È una scena ormai ricorrente nella nostra Serie A: c’è un cross più o meno lento che arriva da sinistra. Sembra un cross sconclusionato, poco promettente. Il tipo di cross che dal divano ti fa sobbalzare preventivamente di frustrazione. Poi su quel cross, come una specie di cavaliere alato, con i piedi sollevati sopra le nuvole, arriva Nico Gonzalez. Nico Gonzalez sul secondo palo, sempre più in alto del difensore, con la tempia o con la fronte, sta diventando un fattore nel nostro campionato - e un’esperienza estetica interessante, e se non altro poco ortodossa.

Nella grammatica del campo da calcio sono i centravanti a saltare più in alto di testa, a dover vincere i “duelli aerei” con i difensori. Gli esterni, i numeri 10, sono quelli che al massimo possono fare il cross, che danno l’ultimo passaggio. Nico Gonzalez produce questo cortocircuito: gioca sul lato destro dell’attacco della Fiorentina di Italiano, indossa la maglia numero 10, eppure è il più bravo di tutti a saltare di testa. Così bravo da riuscire a generare pericoli anche quando apparentemente sembra tutto tranquillo. Anche ieri sera, all'ultimo minuto, è riuscito a fare un assist di testa per il pareggio in Conference League contro il Ferencvaros. Nulla in confronto ad altri suoi momenti. Se avete visto l’ultima partita col Cagliari, ricordate il colpo di testa poco prima della mezz’ora di gioco?

L’area rossoblù è piena di corpi; Bonaventura crossa un pallone in mezzo non particolarmente invitando. Un cross fatto scavando la palla da sotto, che quindi non prende molta velocità. Nico sul secondo palo arriva a un’altezza proibita al difensore avversario, e rimane in alto abbastanza a lungo da schiacciare la palla con la fronte. Il pallone finisce largo, ma è un gesto che dà un assaggio della supremazia che Nico Gonzalez sta avendo ultimamente nelle aree di rigore avversarie.

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Pochi giorni prima, sul campo del Frosinone, non era stato così clemente davanti al portiere. La Fiorentina fa un’azione prolungata che, come spesso capita, porta al bombardamento di cross in area. Biraghi, che di solito è un crossatore raffinato, spara un pallone in area come capita. Un cross talmente velleitario che non voleva nemmeno essere un assist. Sul secondo palo però spunta sempre Nico, in anticipo su tutti, a fare da regista e da rifinitore usando solamente la testa. Fa sponda all’indietro e l'azione ricomincia. Duncan crossa, e Nico Gonzalez di nuovo sopra al difensore, di testa sul secondo palo. È il suo terzo gol di testa in questo inizio di Serie A: 3 gol di testa in 6 partite giocate. Con questa media arriverebbe a 19 gol segnati solo con la testa che, mi rendo conto, è una provocazione - eppure è una possibilità che vorrei abitare: Nico Gonzalez che segna di testa ogni due partite, che piega la fisica, le squadre avversarie costrette a mettere il giocatore più forte di testa della squadra a marcarlo. Non succederà, ma è verosimile aspettarsi altri gol di testa incredibili.

Contro Genoa e Lecce ne ha segnati due sugli sviluppi di un calcio d’angolo che per lui sembrano semplici, ma contro i salentini ne stava facendo uno che sarebbe stato iconico. Un gol alla Cristiano Ronaldo, se proiettiamo sul portoghese quella capacità anti-fisica di restare sospeso in cielo, vincere la forza di gravità, compiere una piccola ascesi mistica. C’è un cross sparato in area che non sembra nemmeno un cross; ma lo avete capito: più il cross è brutto, più Nico Gonzalez può esaltarsi in salti e avvitamenti di testa assurdi. Nico Gonzalez salta altissimo, in verticale, su una palla che era ancora sospesa in cielo e su cui nessuno stava ancora pensando di intervenire. Nico Gonzalez salta così in alto che gli altri possono solo guardarlo saltare, e sperare che non segni.

Come sappiamo, i cross veloci fanno metà del lavoro: agli attaccanti basta piegarsi e trasformarsi in sponde tra la palla e la porta. Nei cross lenti è previsto invece un misto di lavoro tecnico e di fatica, e in questo lavoro Nico Gonzalez sembra esaltarsi. Il modo in cui attacca questi cross ha qualcosa di feroce, spaventoso. Un numero 10 alto un metro e 80 che si trasforma nel terrore delle difese.

Quando è arrivato in Italia per 24,5 milioni si sapeva fosse forte: è il giocatore più pagato della storia della Fiorentina. Ci aspettavamo però un profilo leggermente diverso. Allo Stoccarda girava attorno al gigante Kalajdzic, come un satellite attorno al pianeta. Una volta arrivato alla Viola, Italiano lo ha schierato a sinistra, sul suo piede forte, e Gonzalez ha messo in mostra un temperamento, un dinamismo, un’aggressività che associamo facilmente al calcio argentino - la tecnica, però, forse era leggermente peggio del previsto. Nico era un giocatore impreciso, caotico, confusionario. Tendeva a giocare troppo con la testa bassa, a correre sul binario, a vivere partite di strappi disperati. Alla fine dello scorso anno, il suo terzo con la Fiorentina, però Gonzalez sembra aver assunto una dimensione diversa, più grande. Ormai stabilmente a destra, ha imparato a dosare di più le sue corse e a giocare in modo più associativo con i compagni. E in più ha sviluppato questa folgorante capacità di colpire di testa, e qui è di questa che vogliamo parlare - più che del suo soprannome “Bicho”, della sua parabola di crescita, del fatto che ha preferito la 10 alla 9 perché la 9 era di “Bati” e quindi era più pesante. Vogliamo parlare di come è possibile che sia diventato un fenomeno paranormale di testa.

Ho una teoria strampalata su questo.

La Fiorentina, come sappiamo, è una delle squadre che crossa di più in Europa. Questa sovrabbondanza di cross - una situazione di gioco che, le statistiche ci dicono, sta diventando sempre meno pericolosa - sembra anche un limite della squadra d’Italiano. Qualcosa che ci mostra, per riflesso, qualche limite di brillantezza negli ultimi metri. La Fiorentina costruisce il gioco molto bene, con idee molto chiare. Più si avvicina alla porta, però, e più queste idee sembrano appannarsi. I giocatori sembrano muoversi con più impaccio, lo spazio sembra sempre troppo poco. Si finisce per andare larghi e provare il cross. Non dei cross in cutback, ma dei cross dal sapore anni ’90. Questi cross arrivano soprattutto da sinistra, dove gioca Biraghi, uno dei crossatori seriali di questo campionato.

Ecco: forse Nico Gonzalez, a forza di dover gestire questo bombardamento di cross dalla sinistra, ha sviluppato le sue prodigiose capacità aeree. Come un animale che nel tempo sviluppa caratteristiche genetiche nuove per adattarsi all’ambiente che lo circonda; come un sistema immunitario che costruisce i suoi anticorpi. Nico Gonzalez ha messo su qualche muscolo supplementare sul collo, un tempismo esatto, una ferocia da pazzi nell’attaccare questi palloni che spiovono sul secondo palo. E soprattutto un'elevazione che ha qualcosa di paranormale: non è solo l'altezza ma la quantità di tempo che riesce a rimanere sospeso in aria. Le sue statistiche fanno spavento. Nico è nel 93esimo percentile nella percentuale dei duelli aerei vinti: sì, ma fra i difensori centrali. Ha il 76% di duelli vinti. Un numero semplicemente assurdo, se pensiamo che i difensori hanno sugli attaccanti un vantaggio di posizionamento, oltre che di stazza: è più facile colpire un pallone che ti viene incontro di uno che è sulla tua corsa.

Se volete un confronto, Dzeko lo scorso anno vinceva il 54% dei duelli aerei, Giroud il 59%. Grafico di Statsbomb.

Il fatto che parta dal lato gli rende la vita un pochino più semplice, visto che spesso può incrociare traiettorie che viaggiano in orizzontale o in diagonale. E talvolta con i suoi movimenti finisce ad accoppiarsi con i terzini (anche se le difese a 4 sono sempre più rare in Italia) - ed è per questo che un bravo colpitore di testa che gioca esterno può diventare un fattore tattico, come lo erano Mandzukic e Ronaldo alla Juventus.

Sia chiaro: Nico Gonzalez è sempre stato forte di testa. Se guardiamo la compilation dei suoi migliori gol in Bundesliga, 3 su 5 sono di testa. Di questi, due sono particolarmente assurdi. Uno lo segna in tuffo, spizzando la palla sul secondo palo, come un pesce che spunta improvvisamente dal dorso dell’acqua. Nella porta del Borussia Monchengladbach, a subire quel gol, c’era curiosamente Yann Sommer.

Però quei 3 gol erano la maggior parte di quelli segnati da Nico Gonzalez di testa in 3 anni allo Stoccarda. In totale ha segnato 7 gol, mentre all’inizio di quest’anno è già a 3 in 6 partite, segno che qualcosa è cambiato. O che almeno quell’abilità che aveva dormiente, e che usava in modo più estemporaneo, ora è diventato un attrezzo fondamentale per il suo gioco.

È una teoria che vi dico seriamente solo a metà, sia chiaro. Però fatevi un giro sulle compilation dei gol degli attaccanti degli anni 90: Vieri, Luiso, Riganò, Casiraghi, Vialli. Attaccanti che erano in quasi tutto peggio rispetto agli attuali centravanti, almeno i migliori. Però guardate come colpiscono la palla di testa: guardate la forza e la precisione che riescono a dare al pallone. Riescono a segnare anche su cross molto lenti, distanti dalla porta, indirizzando la sfera solo con le loro torsioni disumane. Credo sia piuttosto oggettivo dire che trent’anni fa gli attaccanti erano più forti di testa, ma perché? Forse per i palloni, con una consistenza più dura e sincera; meno volatili, ma a cui si riuscivano a imprimere traiettorie più secche e lineari. Forse, però, ci sono anche delle ragioni tattiche. Si attaccava di più dagli esterni, si crossava di più, si aveva più fiducia nella capacità sacra dei centravanti di ravanare dei gol dalla spazzatura dei palloni buttati in area. E gli attaccanti, dunque, erano semplicemente più familiari con i cross. Sapevano di più cosa farci con quei palloni lenti, come buttarli in porta. È un’abilità che rispecchia un’epoca calcistica meno sofisticata, più brutale e selvaggia. Oggi il colpo di testa sembra superfluo quando va bene, oppure dannoso per il nostro cervello - tanto che si sta pensando di vietarlo direttamente. Eppure resta uno dei gesti estetici più iconici del calcio, perché in fondo c'è qualcosa di santo nell'idea di un giocatore che colpisce la palla mentre è ancora in cielo, con i piedi staccati da terra, in un breve momento di sospensione di tutto.

È proprio per la rarità, oggi, di grandi colpitori di testa, che risalta uno specialista del fondamentale come Nico Gonzalez. Uno specialista per di più atipico, che colpisce di testa partendo da lontano, attaccando i cross con la testa con la foga di chi va a contrasto.

Sono di sicuro speculazioni però Nico Gonzalez è il giocatore perfetto per una squadra come la Fiorentina, l’esterno destro ideale: abile sia quando porta palla e costruisce il lato forte, che quando è senza palla e può attaccare il lato debole. Un esterno capace di fare un po’ tutto, ma soprattutto di saltare sopra difensori più alti di lui e colpire di testa con una violenza che nessuno oggi sembra avere nel colpo di testa.

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