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Dario Vismara
Tutti quanti vogliono fare gli Utah Jazz
17 feb 2021
17 feb 2021
Con un volume enorme di triple e la difesa orchestrata da Rudy Gobert, i Jazz sembrano un’equazione irrisolvibile per il resto della NBA.
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Dario Vismara
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Gli ultimi drammatici 17 secondi di gara-7: la palla persa banale di Mitchell, il contropiede sbagliato da Torrey Craig e l’ultimo tentativo di Conley che avrebbe potuto aprire loro le porte del secondo turno.


 



 



 





 



 



 

 

Anche in una serata da 26% da tre punti, la peggiore della loro stagione per percentuale, i Jazz sono riusciti comunque a costruire soluzioni di ottimo livello muovendo il pallone e mandando costantemente in rotazione gli avversari, riuscendo a battere i Miami Heat di 18 punti. Le conclusioni che creano sono quasi sempre ad alte percentuali, sfruttando al massimo la presenza di tanti buoni creatori di gioco secondari abilissimi ad ampliare il vantaggio creato a inizio azione - uno dei segreti del gruppo di Snyder, che muove Gobert in giro per il campo a portare blocchi per tutti i compagni come se fosse una torre sulla scacchiera.


 



 

 

Non provateci neanche a passare sotto i blocchi coi Jazz: qui Joe Ingles fa fare due brutte figure in fila alla difesa conservativa dei Bucks sui pick and roll, aprendo la strada di una grande vittoria. I Jazz di squadra tirano col 38% dal palleggio da tre punti e sono sopra il 40% quando tirano dopo 2-6 palleggi - situazione di gioco in cui eccelle Jordan Clarkson, che tira col 41% dal palleggio da tre punti.


 





 



 



 

 

Un po’ di stoppate direttamente dalla collezione 2021 di Monsieur Gobert, il più grosso cartello di blocco stradale dell’era moderna. I giocatori avversari sembrano muoversi su un piano inclinato che li porta direttamente nelle sue fauci anche quando provano a evitarlo in ogni modo, come Kemba Walker con lo step back. In una stagione eccezionale per tutti i Jazz, quando esce lui la difesa crolla di quasi 9 punti su 100 possessi.


 



 





 



 



 



 

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