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Paolo Banchero sembra nato per la NBA
03 nov 2022
Un giocatore già pronto per i professionisti dopo neanche due settimane di carriera.
(articolo)
5 min
(copertina)
Fernando Medina/NBAE via Getty Images
(copertina) Fernando Medina/NBAE via Getty Images
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In ciascuna delle prime sei partite della carriera (poi si è deciso di scrivere questo articolo, quindi era ovvio che la striscia si sarebbe interrotta) Paolo Banchero ha segnato almeno 20 punti, traguardo che nella storia recente è stato raggiunto solo da Grant Hill nel 1994 e in un passato relativamente vicino da Dominique Wilkins nel 1982 (suggerisco di verificare in quali condizioni e soprattutto indossando quale maglia ‘Nique ha chiuso la propria carriera professionistica, ricordando che quella della Fortitudo Bologna è stata la penultima) e prima ancora da Oscar Robertson nel 1960. A guidare questa classifica c’è Elvin Hayes (1968), che raggiunse quota 20 per ben 10 partite, mentre in un’altra classifica a parte, come molto spesso accade quando si cercano riferimenti storici di questo tipo, c’è Wilt Chamberlain, che iniziò la carriera con 59 (cinquantanove, nessun typo) gare consecutive con 20 o più punti.

Per i più distratti, in quest’ultimo paragrafo sono stati menzionati solo giocatori inseriti nella Hall of Fame e, con l’eccezione di Grant Hill, nella lista dei 75 (+1) giocatori più significativi della storia della NBA, il che significa aver scritto due volte un nome che fa venire il magone ai tifosi di Orlando solo a sentirlo nominare o a leggerlo, come in questo caso.

L’ultimo giocatore a esordire in NBA totalizzando almeno 25 punti, almeno 5 rimbalzi e almeno 5 assist era stato LeBron James. Prima di lui Grant Hill, ma per fortuna i tifosi dei Magic sono pochissimi e tutti rivolti con lo sguardo verso una siepe e un ermo colle dalle parti di Recanati, non si accorgeranno nemmeno che è stato citato di nuovo

Inoltre nelle prime 8 partite da professionista Paolo Banchero ha messo insieme 264 tra punti, rimbalzi e assist, il che gli consente di tenere una ventina di lunghezze di vantaggio sui totali raccolti da Luka Doncic, LeBron James, Zion Williamson e Kevin Durant, per parametrarsi ad altri teenager nel medesimo scenario. Perché, altro doveroso inciso, Banchero ha le stesse misure di Karl Malone al picco dei suoi poteri (250 libbre, 6 piedi e 9 o 10 pollici a seconda di chi si ascolta, che al cambio fanno 113 chili e 205-208 centimetri), ma per un’altra settimana abbondante sarà un teenager e per altre 53 settimane non potrà legalmente consumare alcol.

In cosa è già forte Paolo Banchero

La prestanza fisica è certamente la prima qualità di Paolo che salta all’occhio. Mamma cestista e papà giocatore di football hanno offerto un’eccellente base di partenza per lo sviluppo del fisico necessario ad essere un atleta di alto livello e Banchero è già adeguatamente forte e dimensionato per non essere spazzato via da lunghi ed esterni NBA e anzi, è incredibilmente nella top 10 della lega per falli subiti e tiri liberi tentati, in qualsiasi modo si provi a interrogare i dati.

Per trovare un paragone per Paolo dal punto di vista statistico e di colpo d’occhio, per la combinazione di stazza, fluidità e bagaglio tecnico e a parità di ruolo, serve quindi forse scomodare un giocatore non ancora menzionato, ma che sin dall’esordio si è affermato come uno dei migliori attaccanti di tutta la NBA (e forse della storia): Carmelo Anthony.

Lo stesso tiro, affinato in 18 stagioni in un caso e creato dal nulla in 8 partite nell’altro. Il paragone tra Melo e Paolo potrebbe non essere così azzardato, anzi.

Anche a causa degli innumerevoli infortuni che stanno costringendo in pratica tutto il backcourt dei Magic (Fultz, Suggs, Anthony e Harris) a saltare la maggior parte delle partite, Banchero è in pratica il secondo ball handler di riferimento della squadra, mentre il compito di portatore di palla e creatore di gioco principale è affidato a Franz Wagner.

Quando il tedesco è incaricato di guidare l’attacco Paolo agisce principalmente da finalizzatore e bloccante (secondo compagno di giochi preferito di OnlyFranz, 5.5 blocchi portati a partita contro gli oltre 8 di Wendell Carter Jr., grazie ai dati che possiamo ricavare dal nuovo servizio di tracking offerto dalla NBA), che in teoria sarebbe il suo ruolo naturale una volta inserito in un contesto tecnico strutturato e funzionale. Ma soprattutto al momento è spesso chiamato ad iniziare o ricostruire le azioni offensive di Orlando, con oltre 15 possessi a partita in cui sono i compagni (principalmente lo stesso Carter Jr., Mo Bamba e Bol Bol) ad accompagnarlo nel pick and roll, con risultati apprezzabili anche in situazioni di giochi rotti o in cui il blocco non fornisce alcun aiuto.

Dove può migliorare Paolo Banchero

Per arrivare ai livelli assoluti di versatilità e completezza di Carmelo Anthony c’è ovviamente moltissima strada da percorrere, per esempio dalla lunga distanza si intravedono sprazzi di talento anche in step back, ma al momento le percentuali sono tutt’altro che incoraggianti (28% da 3) e il ball handling non è certamente di alto livello per tempi di chiusura e tecnica individuale, anche se come Jaylen Brown testimonia si può essere giocatori eccezionali pur se il palleggio lascia a desiderare.

Anthony ha raggiunto il suo apice di rendimento in compagnia di un fenomenale floor general come Chauncey Billups (si vedano i Nuggets del 2009) e quasi certamente anche Paolo per essere determinante avrà bisogno di scalare di una posizione nelle gerarchie dei portatori di palla dei Magic, lasciando a Wagner il compito di creazione secondaria dietro a un primario di alto livello, figura che però attualmente non è presente nel roster di Orlando.

In tutto questo per il momento è meglio omettere qualsiasi considerazione sui risultati di squadra e sulla difesa, perché prematuri e non necessariamente legati al rendimento di Banchero, cui in ogni caso si chiede contributo nella metà campo offensiva e poi il resto s’aggiusta, in qualche modo, con calma.

Nel frattempo, a meno di non essere tifosi Magic (circa lo 0.5% dei lettori di questo articolo) e/o della Nazionale Italiana (circa il 99.5% dei lettori di questo articolo) ci si può accontentare di ammirare l’embrione di una stella. Mettersi a fare congetture, sia per quanto riguarda la possibilità che sia lui a raddrizzare la condizione della franchigia di Orlando e soprattutto intorno alla possibilità che vesta la maglia della Nazionale Italiana sono elefanti da rimuovere rapidamente dalla stanza. Banchero è e si sente di Seattle quanto Jamal Crawford (eroe e icona locale), ma non ha mai nascosto l'interesse verso l'azzurro. Si tratta quindi solo di avere pazienza e sperare nel lieto fine, che siate tifosi Magic o dell'Italia, con un caro abbraccio a Giacomo Leopardi che a confronto aveva un approccio pieno di gioia e ottimismo. Questo per fortuna però non è un romanzo, è solo una breve storia, quella dell’esordio più produttivo di (quasi) sempre per un rookie.

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