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Ennio Terrasi Borghesan
10 piccole cose che hanno deciso gara-2
04 giu 2018
04 giu 2018
La storia di gara-2 delle NBA Finals è ruotata attorno a dieci sottotrame fondamentali per la soluzione della storia.
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Ennio Terrasi Borghesan
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Il primo possesso della partita è esemplificativo del leit-motiv della serata: rapidità d’esecuzione e canestri facili in area specialmente per JaVale McGee, schierato dal primo minuto proprio per mettere pressione al ferro avversario al posto del timido Kevon Looney.


 



 

 

Qui Durant non fatica più di tanto a prendere vantaggio su J.R. Smith, e senza l’aiuto di Love i due punti sono assicurati.


 



 





 

 

Questo possesso termina con un fallo - decisamente cercato da James, vista la situazione di bonus - commesso da Bell, ma illustra bene quello che è stato l’atteggiamento difensivo sul numero 23 dei Cavs.


 


 

 

Cleveland ha provato a rispondere mettendo di più il pallone nelle mani di George Hill, che non si è astenuto dal prendersi responsabilità a livello offensivo nei primi 24 minuti. Qui Hill punisce il raddoppio - in verità piuttosto leggibile - su James, infilando una delle sue tre triple di serata.


 



 





 

 

La velocità di esecuzione di Green in questo possesso è illuminante: prima copre in aiuto su Love, impedendo l’appoggio verso l’ex Timberwolves, poi riesce a recuperare su Hill sporcandone la conclusione da tre.


 



 

 

Un’azione vista e rivista più volte nella stagione di Golden State: Green finta il tiro per poi scaricare su Curry completando l’uno-due.


 



 





 



 

 

Fluidità e rapidità d’esecuzione: fondamentali per mettersi in ritmo da solo.


 



 

 

La tripla del nuovo +10, ad esempio, arriva dopo i due canestri da tre punti segnati da Love, e la tranquillità nell’esecuzione la dice lunga sullo stato d’animo di “KD35”.


 



 



 





 

 

Insieme a Durant, Thompson è stato cruciale per disinnescare la rimonta Cavs nel terzo quarto, in particolare con due delle tre triple di serata.


 



 





 

 

Con i suoi canestri Livingston ha permesso a Golden State di non pagare dazio nel duello tra le panchine.


 



 

 

L’unico canestro di McGee che non è una schiacciata mostra tutti i suoi miglioramenti offensivi in maglia Warriors.


 





 

 

Oltre agli errori sotto canestro, a un certo punto Love poteva vantare 14 errori consecutivi nelle “catch-and-shoot 3” in questi playoff.


 



 



 





 



 

 

Quando ha avuto davanti una difesa meno aggressiva, James non ha esitato nel cercare un assist smarcante anche nei primi secondi di un possesso. Nel secondo caso, invece, legge bene il raddoppio avversario, puntando sulle capacità in penetrazione di un Hill ispirato nel primo tempo in attacco. Infine LeBron sfrutta bene la transizione, trovando Thompson per la schiacciata dell’illusorio -6.


 



 





 

 

Hill in questa serie è 3 su 5 da 3 quando assistito da LeBron James; il resto dei Cavs è 5/27.


 



 

 

L’unica luce dell’incontro di J.R.


 



 





 



 

 

L’unica tripla del primo quarto di Curry, che chiude con 1/5 nei primi 12 minuti. Nei successivi 36 ha chiuso con 8/12.


 



 

 



 

 

Step back in automatico, il malcapitato Cedi Osman non può nulla.


 



 

 

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