Per il potenziale offensivo, la facilità con cui segna, il Napoli è una delle migliori squadre del campionato. Ha il secondo miglior attacco con 71 gol segnati, gli stessi dell’Inter e due in meno dell’Atalanta, e contro la Lazio per l’ottava volta ha segnato quattro o più gol in una partita, come la squadra di Gasperini. Il Napoli però non va veloce come l’Atalanta, che in Serie A è un caso unico per intensità, movimenti senza palla e ritmo che riesce a imprimere alla circolazione, ed è meno organizzato dell’Inter, che manovra ripetendo precise combinazioni, studiate per far risalire velocemente la palla e colpire le debolezze dei sistemi difensivi avversari. Certo, anche nel Napoli ci sono movimenti e giocate ricorrenti, ad esempio il cambio di gioco di Insigne o l'apertura a destra su Fabián Ruiz, ma dipendono più dalle qualità dei singoli giocatori, da situazioni ormai memorizzate che fanno parte del loro bagaglio, più che da una struttura più grande organizzata dall’allenatore.
Non vuol dire ovviamente che non si veda la mano di Gennaro Gattuso. La sua scelta di passare in pianta stabile al 4-2-3-1 ha aiutato il Napoli a liberare tutto il proprio potenziale offensivo, e la ricerca di determinate zone di campo, in base allo schieramento avversario, dove c’è più spazio per manovrare è decisa dall’allenatore. Più delle altre squadre di vertice, però, il Napoli si appoggia alla pura tecnica dei suoi uomini migliori - «È la squadra più tecnica del campionato», aveva detto Paolo Maldini prima della gara di andata tra il Milan e gli azzurri -, e forse per questo ha più bisogno che durante la partita si vengano a creare le condizioni per far brillare il loro talento.
Il talento sta anche nel segnare 4 gol, rigore escluso, da 1,4 xG.
Pressare il Napoli può essere molto difficile, perché ha diversi giocatori molto abili a resistere alla pressione (Insigne, Fabián Ruiz, Zielinski), ma a volte gli azzurri fanno fatica a portare la palla fuori dalla loro metà campo, e perdono di efficacia se attaccano difese schierate, come è capitato di recente contro Juventus e Inter.
La partita contro la Lazio è invece stata indirizzata presto dal rigore segnato da Insigne, e il Napoli si è quindi trovato subito nelle condizioni ideali per far splendere il proprio potenziale offensivo. Ha abbassato presto le linee e punito le fragilità della Lazio nelle transizioni a palla persa. La squadra di Simone Inzaghi è spesso ambiziosa quando è in svantaggio, porta con coraggio molti uomini oltre la linea della palla, alzando anche i centrali più esterni della difesa a tre, quello destro o sinistro a seconda dello sviluppo dell’azione. Lo aveva fatto ad esempio contro l’Inter, che però aveva ribaltato la situazione e approfittato degli squilibri dei biancocelesti appoggiandosi a Lukaku, imprendibile in campo aperto.
La Lazio non si è sbilanciata allo stesso modo contro il Napoli, ma ha comunque pagato errori e disattenzioni quando si è trovata a difendere i contrattacchi della squadra di Gattuso dopo aver perso la palla. In occasione del secondo gol, segnato da Politano, la transizione del Napoli inizia dopo che Bakayoko toglie la palla a Luis Alberto nel mezzo spazio a sinistra vicino all’area. Gli azzurri a quel punto muovono la palla in orizzontale fino ad arrivare al loro terzino sinistro (Hysaj), ma la Lazio non è sbilanciata e in teoria potrebbe gestire con una certa tranquillità il contrattacco. I tre difensori centrali sono in posizione e sul lato opposto sta rientrando Fares, mentre il Napoli ha tre giocatori oltre la linea della palla, Insigne a sinistra, Zielinski vicino al cerchio di centrocampo e Mertens più avanzato e spostato verso destra, alle spalle di Radu.
Quando però Hysaj alza la palla e trova Insigne dietro Lazzari, i tre centrali difensivi biancocelesti gestiscono male la situazione. Marusic, schierato da centrale destro, resta in posizione e non va a pressare Insigne, che può quindi controllare con calma, alzare la testa e cercare il solito cambio di gioco verso Mertens. Radu invece si era alzato su Zielinski e si abbassa tardi per coprire lo spazio. Mertens infatti si è già smarcato alle sue spalle e, sul lancio di Insigne, si sposta la palla verso il centro con il primo tocco, allontanandosi da Radu e guadagnando tempo in attesa della sovrapposizione di Politano.
Nel momento in cui l’ala destra ex Inter riceve la palla, comunque, la difesa biancoceleste ha recuperato le posizioni e sembra poter gestire la situazione. Radu affronta Mertens, anche se a una certa distanza, Marusic e Acerbi sono in superiorità numerica contro Zielinski e l’opzione più sicura per Mertens è l’appoggio a destra su Politano, che però ha davanti Fares. A cambiare l’equilibrio dell’azione è quindi il duello tra Politano e Fares sul lato destro dell’area. Il biancoceleste è troppo passivo e all’ala del Napoli basta poco per aggirarlo e segnare. Si porta la palla sul sinistro accentrandosi, mira il primo palo e sorprende Reina.
Non è stata l’unica occasione in cui la Lazio, anche senza essere sbilanciata, non è riuscita a difendersi dai contrattacchi del Napoli. La terza rete degli azzurri nasce da premesse simili a quelle che hanno portato al gol di Politano. I biancocelesti stavolta arrivano in area e hanno una buona occasione con Milinkovic-Savic, ma dopo la parata di Meret la palla finisce nella zona di Hysaj e a quel punto la transizione del Napoli inizia allo stesso modo di quella che si era conclusa con il gol di Politano. Hysaj non colpisce bene ma trova comunque Insigne alle spalle di Lazzari, e allora il capitano del Napoli risale il campo da solo, anche se ancora una volta la Lazio è in superiorità numerica nella sua metà campo. Oltre ai tre difensori, stavolta c'è anche Lucas Leiva davanti a loro, mentre Fares a sinistra sta rientrando e segue Mertens.
La transizione del Napoli si sviluppa quindi sul proprio lato sinistro, con uno scambio tra Insigne e Hysaj, che aveva accompagnato l'azione correndo alla sinistra del suo capitano. A quel punto è ancora la tecnica di uno degli uomini migliori di Gattuso, e cioè Insigne, e la passività del suo avversario, Leiva, a fare la differenza. Prima il capitano azzurro disorienta Leiva con una finta, poi con il classico tiro a giro sul palo più lontano segna il 3-0.
Nel quarto gol lo strapotere tecnico del Napoli e la passività della Lazio sono forse ancora più visibili, anche perché l'azione si sviluppa dopo una rimessa laterale, in una situazione in teoria comoda per chi difende. E invece ancora una volta gli azzurri ribaltano la situazione con la pura tecnica. Zielinski fa fare una brutta figura a Lulic, entrato da poco, passandogli alle spalle con un colpo di tacco, poi da destra può dosare senza essere pressato il passaggio all’indietro per Mertens, che senza nemmeno controllare la palla la mette di prima con l’interno destro sotto la traversa, facendo sembrare facile una conclusione tutt’altro che banale, anche perché il passaggio che gli arriva da Zielinski è molto forte.
Solo in occasione del gol di Osimhen la Lazio si è trovata sbilanciata sulla transizione del Napoli, visto che in quel caso Acerbi ha perso palla nella trequarti difensiva e i due giocatori più arretrati (uno oltretutto è Andreas Pereira, subentrato a Luis Alberto) si sono trovati ad affrontare tre giocatori del Napoli, Lozano che portava il pallone sulla destra, Osimhen al centro e Zielinski sulla sinistra. Sul 4-0, la Lazio si era data una piccola speranza di recuperare segnando due gol in quattro minuti, con Immobile e Milinkovic-Savic, e con un’altra ripartenza, stavolta iniziata più vicino alla porta di Reina, il Napoli ha invece chiuso in modo definitivo la partita. Lo sviluppo è lineare: Lozano da destra trova Osimhen in area con un passaggio in diagonale e il nigeriano, dopo aver rischiato di scivolare, segna calciando sul primo palo.
Per il Napoli, la partita contro la Lazio è stata insomma un’esibizione del proprio potenziale offensivo. Politano e Insigne sono vicini ai loro record di gol stagionali in Serie A: il primo ne ha segnati finora 9, il secondo invece 17, e a entrambi manca una rete per eguagliare i loro primati. Mertens e Osimhen si sono alternati come hanno sempre fatto nelle ultime partite e hanno segnato entrambi. Zielinski e Lozano hanno contribuito con un assist, ed entrambi hanno quindi alzato i loro ottimi numeri stagionali: 6 gol e 8 assist per il polacco, 9 gol e 3 assist. Forse solo l’Atalanta in Serie A può competere con una simile ricchezza offensiva, visto che nell’Inter gran parte del contributo arriva da Lautaro Martínez e Lukaku.
È facile allora comprendere i rimpianti di Gattuso quando a un certo punto della stagione infortuni e Covid-19 gli hanno tolto quest’abbondanza, allontanando il Napoli dai primi quattro posti e impedendogli di giocarsi al meglio la sfida con il Granada in Europa League. Oggi lo scenario è molto diverso, ed è proprio a partire da questa ricchezza di scelte e talento in zone avanzate che gli azzurri possono guardare con fiducia alle prossime giornate. La zona Champions League è lì a due passi e il Napoli può entrarci approfittando degli scontri diretti tra le squadre che in questo momento gli stanno davanti. Per la Lazio, invece, forse l’ultima opportunità di rientrare nella corsa è la sfida della prossima giornata contro il Milan.