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Fabio Barcellona
Come sta cambiando il Napoli
01 ago 2019
01 ago 2019
Le prime amichevoli hanno mostrato in maniera evidente le volontà tattiche di Ancelotti.
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Fabio Barcellona
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Le amichevoli estive hanno l’effetto di placare l’astinenza dei tifosi dalle partite del proprio club del cuore e soddisfano la curiosità per vedere all’opera i nuovi acquisti, ma va sempre ripetuto - e spesso lo ripetono gli stessi allenatori - che il calcio d’estate va preso con le pinze, risentendo della scarsa forma e dei carichi di lavoro cui sono sottoposti i giocatori, delle rose incomplete e della scarsa amalgama di gruppi di calciatori spesso rinnovati, poco omogenei e frequentemente imbottiti di giovani della primavera.

 

Tuttavia, è proprio d’estate che gli allenatori gettano le basi del loro lavoro e che mettono in mostra le idee tattiche che intendono sviluppare per la propria squadra. In quest’ottica sono state particolarmente interessanti le amichevoli giocate dal Napoli: dopo la prima giocata e persa contro il Benevento, con una squadra imbottita di seconde linee, la squadra di Ancelotti ne ha giocate altre tre, scontando assenze importanti ma numericamente limitate (dei soli Koulibaly, Fabian Ruiz e Allan, oltre che dell’algerino Ounas).

 

Per questo le indicazioni tattiche ricavabili dai match contro Feralpi Salò, Cremonese e Liverpool sono abbastanza indicative della volontà tattica di Ancelotti in questo inizio di stagione.

 



In tutte le amichevoli giocate, le costanti del Napoli sono state la fluidità posizionale e la ricerca di ricezioni alle spalle del centrocampo avversario. La fluidità posizionale si è evidenziata principalmente nei diversi schieramenti nelle fasi di possesso e di non possesso: in ogni match il Napoli ha giocato la fase difensiva schierando due linee da 4 giocatori oltre ai due giocatori offensivi, mentre ha attaccato variando continuamente la disposizione spaziale dei propri giocatori.

 

Contro la Feralpi Salò, partendo dal 4-4-1-1 della fase difensiva, il Napoli alzava entrambi i terzini e stringeva i due esterni in fase di possesso palla: Callejon ed Insigne andavano a giocare negli

e, assieme al trequartista Younes, formavano una linea di ricezione alle spalle del centrocampo avversario.

 

La fluidità posizionale è stata molto più spinta nella partita contro la Cremonese, con il 4-4-1-1 difensivo che si trasformava in una sorta di 3-1-3-3 in fase d’attacco. Il terzino sinistro, Gholuam, si alzava a prendere l’ampiezza sulla fascia sinistra, mentre a destra Hysaj stringeva al fianco di Manolas formando una linea arretrata a 3. L’avanzata di Gholuam spingeva verso il centro Insigne, che di fatto giocava quasi da mezzala sinistra, mentre in mezzo al campo il giovane Geatano si apriva sul centro destra, lasciando Zielinski solo davanti alla linea difensiva.

 

Completavano lo schieramento Callejon, che occupava l’ampiezza a destra, e Mertens e Milik schierati in verticale nel reparto offensivo. Lo schieramento era spesso piuttosto asimmetrico, con Gaetano e Insigne posizionati a diverse altezze, e in generale il Napoli mirava ad occupare la trequarti con almeno tre giocatori.

 


I tre difensori e i tre centrocampisti nello schieramento offensivo del Napoli contro la Cremonese.




Infine, contro il Liverpool, il 4-4-1-1 si tramutava il un 3-4-2-1: con la consueta avanzata del terzino sinistro, nell’occasione Mario Rui, che spostava Insigne nell’half-space di sinistra, mentre Mertens dal centro scivolava all’half-space di destra.

 

Al di là dei singoli schieramenti, sempre diversi da partita a partita, è apparsa chiara la volontà di Ancelotti di continuare a difendere con due linee da 4 schierate, e di mutare lo schieramento in fase offensiva con l’obiettivo di disegnare il maggior numero di linee di passaggio alle spalle del centrocampo avversario, provando a dilatarne le distanze orizzontali grazie alla costante occupazione dell’ampiezza da entrambi i lati del campo, alimentando così il dubbio nella squadra avversaria tra il compattarsi al centro negando le ricezioni tra le linee e difendere gli uomini in fascia del Napoli, particolarmente larghi.

 


Il 3-4-2-1 contro il Liverpool. Fuori inquadratura il centrale Manolas.






Per la squadra di Ancelotti la fluidità posizionale non è certo una novità assoluta: già la passata stagione il tecnico di Reggiolo aveva adottato, quasi esclusivamente in Champions League, una linea arretrata di costruzione a 3, utilizzando per lo scopo in posizione di terzino destro bloccato il serbo Maksimovic, con Fabian Ruiz esterno sinistro che si stringeva alle spalle del centrocampo avversario lasciando spazio al terzino Mario Rui.

 

Una soluzione tattica che però non è stata adottata con continuità in campionato, dove il gioco offensivo del Napoli è stato talvolta troppo piatto e prevedibile. Abbandonato il calcio di sistema di Sarri, e la sua volontà di disordinare le difese muovendo il pallone sul breve e attirando la pressione avversaria, nella passata stagione al Napoli di Ancelotti era mancata talvolta la capacità di manipolare le difese avversarie per trovare gli spazi per i propri attacchi.

 

Sembra, quindi, che per la nuova stagione la soluzione trovata da Ancelotti per aumentare l’efficacia della propria fase offensiva sia quella di ricercare con insistenza il gioco alle spalle del centrocampo avversario occupando al contempo, funzionalmente, l’ampiezza. Il tutto senza rinunciare alla prediletta difesa con due linee da 4 giocatori.

 

Anche le dichiarazioni del tecnico concordano con quanto visto in campo: Ancelotti ha sottolineato come Insigne debba essere decisivo

e che dal mercato si aspetta un giocatore abile proprio in quella zona di

. Appare quindi forse tramontato il progetto, visto ampiamente la passata stagione, di utilizzare Lorenzo Insigne come punta pura a sostegno di un centravanti, per riportarlo nella zona dell’half-space di sinistra. E, nel progetto tattico abbozzato, sarebbe davvero sensato l’acquisto di

, uno dei migliori giocatori al mondo nel  giocare nella zona della trequarti.

 

 



È prematuro trarre indicazioni definitive dalle amichevoli disputate, questo sì, anche per la differente caratura degli avversari affrontati. Alcuni segnali meritano però di essere rilevati, per osservare gli eventuali sviluppi nel corso della stagione. Contro la Cremonese, nella gara terminata 3-3 e giocata quasi costantemente nella metà campo avversaria, Zielinski si è ritrovato spesso troppo solo a centrocampo nelle fasi di transizioni difensiva, con Gaetano ed Insigne troppo lontani ed alti per poterlo supportare efficacemente nel rallentare o bloccare le ripartenze avversarie che, per questo, la squadra ha sofferto particolarmente.

 

Invece, contro il Liverpool, il Napoli ha giocato una partita essenzialmente di ripartenze manovrate, in cui la direttrice principale da utilizzare per risalire il campo è stata la ricerca di Insigne e Mertens posizionati alle spalle delle mezzali del 4-3-3 del Liverpool. Contro i Reds e la loro densità in zona palla in fase difensiva, ha avuto anche particolare successo la ricerca dell’ampiezza sul lato debole.

 

Infine, è interessante notare la posizione assunta da alcuni calciatori. Nella partita contro il Liverpool, Callejon è stato impiegato con discreti risultati come interno di centrocampo al fianco di Zielinski e, sebbene col ritorno di Allan e Fabian Ruiz potrà tornare a occupare il suo consueto ruolo sulla fascia, la versatilità dello spagnolo, già schierato come terzino destro, potrà essere comunque preziosa nel croso della stagione.

 

Dietro, la rotazione della difesa a 4 che permette al terzino sinistro di alzarsi e prendere l’ampiezza, lega il terzino destro alla difesa a 3, con funzioni più di impostazione e meno di spinta. Ma, dei tre terzini destri in rosa, forse il più adatto ad interpretare il ruolo in questa maniera è proprio Hysaj, dato però in partenza, mentre Malcuit e il nuovo acquisto Di Lorenzo sono laterali di spinta più che centrali aggiunti.

 

Non è infrequente che i progetti iniziali subiscano modifiche più o meno profonde nel corso della stagione a causa della campagna trasferimenti ancora aperta, di infortuni o, più semplicemente, perché il campo propone soluzioni diverse e più efficaci. In ogni caso, l’interesse per osservare le prime intenzioni tattiche degli allenatori rimane elevato e il nuovo Napoli di Ancelotti pare avere già tracciato le linee di gioco che intenderà sviluppare nel corso della stagione.

 

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