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Marco D'Ottavi
I movimenti di mercato più assurdi della settimana
19 gen 2024
19 gen 2024
È stata un'altra settimana gloriosa per il calciomercato random.
(di)
Marco D'Ottavi
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Foto Catania FC
(foto) Foto Catania FC
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È stata la settimana in cui si è iniziato a parlare di un clamoroso ritorno di Niang al Genoa, e quindi non poteva che essere una grande settimana per questa rubrica. Tra i movimenti rimasti fuori spicca quello che ha portato Jordan Henderson all'Ajax, solo sei mesi dopo essersi trasferito all'Al-Ettifaq, in Arabia Saudita. La sua parabola ha assunto toni così grigi negli ultimi mesi (compresa la possibilità che di tutto il rumore che ha generato il suo trasferimento, Henderson non ne abbia ricavato nemmeno un euro, come ha scritto il Telegraph) che non ce la siamo sentiti di mettercelo. Va bene assurdo, ma che almeno ci porti un po' di gioia. Stefano Sturaro al CataniaSulla stampa locale lo chiamano colpaccio ed è difficile non pensarlo. Stefano Sturaro, 155 presenze in A, 17 in Champions League, 8 trofei vinti con la Juventus che a 30 anni sceglie la Serie C. In estate si era svincolato dal Genoa per andare in Turchia al Fatih Karagümrük. Se siete assidui di questa rubrica, sapete che è una specie di porto sicuro per i calciatori italiani la cui carriera sta declinando. Sturaro era stato presentato in grande stile e dopotutto si pensava potesse avere lo stesso successo di altri italiani passati da lì come Borini e Bertolacci. Non è successo. Difficile ricostruire da qui le ragioni, ma che il passaggio successivo potesse essere Catania era davvero improbabile.

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Atterrato in città, il centrocampista ex Juventus ha ricevuto il benvenuto del presidente Ross Pelligra in video conferenza dall’Australia: «Benvenuto Stefano - gli ha detto - ci vedremo al Massimino». Parlando con La Gazzetta dello Sport Sturaro ha raccontato com'è nata la trattativa: «Decisiva è stata una chiacchierata con un ex compagno. Analizzavo il mio momento, la mia vita. Gli ho fatto un esempio di una situazione che avrebbe potuto essere buona per me. "Vorrei un Catania di turno", gli ho detto. [...] Questo compagno mi ha detto di avere un ottimo rapporto con Lucarelli, così gli ho detto di mandargli un messaggio. Poi ci siamo sentiti al telefono io ed il mister poco prima di Natale e tutto è nato quasi per gioco”».In poche ore le sue dichiarazioni hanno preso sfumature sempre più altisonanti: «Scelta non così scontata», «non sono uno che timbra il cartellino»; fino al mistico: «dentro di me c’era qualche sensazione molto particolare». Cristiano Lucarelli, l’allenatore del Catania, ha detto che pensava «fosse uno scherzo». Insomma, ci sono aspettative. Sheraldo Becker alla Real SociedadLa scorsa stagione Sheraldo Becker è stato uno dei migliori calciatori della Bundesliga. Nel sorprendente Union Berlin arrivato fino in Champions League ha contribuito con 11 gol e 7 assist e una velocità semplicemente senza senso. Quest’anno la scelta di non rinnovare lo ha tenuto ai margini di una stagione fin qui disastrosa. L’Union Berlin aveva solo questa finestra di gennaio per monetizzare la sua cessione e questo spiega perché la Real Sociedad lo ha pagato appena 3 milioni di euro.

È anche assurdo il motivo per cui, sembra, l’hanno preso: una mossa per coprirsi dall'infortunio al ginocchio subito da Sadiq in Nazionale e che si pensava potesse tenerlo fuori a lungo. Sadiq, invece, è già tornato ad allenarsi e giocare. In ogni caso a quella cifra è un ottimo acquisto. Becker è un calciatore duttile che porta grande dinamismo e una fisicità che per la Liga può essere fuori scala. Certo, la Real Sociedad è una squadra che gioca un calcio di controllo e possesso palla, ma anche in questi contesti servono giocatori che escono dallo spartito. Lo hanno presentato vestito da Spiderman, perché Becker esulta mimando il gesto con cui il supereroe ragno spara la sua tela. Quanti calciatori esultano così? Forse troppi, ma vabbè: il multiverso, eccetera eccetera. M'Baye Niang al Genoa Com’era la vostra vita quando M’Baye Niang si era rivelato al calcio italiano col Genoa di Gasperini? Quante cose gli sono andate storte nel frattempo? Era stato comprato da Galliani solo perché cominciavano ad andare di moda gli attaccanti francesi giovani. Niang non aveva dimostrato davvero niente e, arrivato a Milano, si era fatto beccare senza patente - spacciandosi poi per il compagno Traorè. Gasperini è riuscito a trasformarlo in un calciatore in un girone di ritorno di ormai nove anni fa. Dopodiché Niang ha vissuto delle discrete stagioni al Rennes, poi più niente. Quest’anno però ha una media di un gol ogni due partite con l’Adana Demirspor, la squadra allenata da Kluivert e in cui gioca Balotelli, con cui ha tirato a morra per calciare un rigore.

Il motivo per cui il Genoa lo sta riprendendo resta piuttosto sconosciuto, se non che time is a flat circle.Gaston Pereiro alla Ternana Gaston Pereiro stava ancora al Cagliari. Nel 2020 i rossoblù lo avevano acquistato dal PSV con grandi ambizioni. In Olanda era andato in doppia cifra per quattro stagioni consecutive. «Un vero e proprio affare visto quanto mostrato dal giocatore uruguagio nelle passate stagioni. Maran ha per le mani la possibile sorpresa del 2020», si scriveva al suo acquisto. Da dove arrivava tutta questa fiducia per le capacità balistiche di Gaston Pereiro? Intanto era bello che un altro uruguaiano fosse finito al Cagliari, con tutta quella strana tradizione che li accomuna curiosamente ai sardi. E poi Pereiro segnava: aveva un bel sinistro, partendo da destra, convergendo verso il centro, sapeva trovare il gol come l’ultimo passaggio. Una specie di versione discount di Erik Lamela: il suo sinistro non era così sensibile, il suo gioco di piedi non era così veloce, ma Pereiro ti dava l’illusione di poter essere pericoloso ogni volta che si spostava la palla sul suo piede preferito. È stato così solo per brevissimi momenti. Tipo il tempo di maturazione ideale dell’avocado. Si ricorda, perduta nella nebbia, una sua doppietta all’Atalanta con Mazzarri talmente devastato dal nervosismo che non riesce nemmeno a esultare.

Adesso va alla Ternana solo perché dopo tanti anni Cesar Falletti ha lasciato il vuoto di un numero 10 uruguaiano sulla trequarti rossoverde.Simone Pafundi al LosannaSimone Pafundi era sbucato fuori all’improvviso quando Roberto Mancini, ancora CT dell’Italia, lo aveva convocato con la Nazionale maggiore a 16 anni. Vedere i video delle sue partite con le formazioni giovanili dell’Udinese era stata un’esperienza: semplicemente in Italia non nascono quasi mai giocatori con la sua tecnica.

Noi ci eravamo illusi che un calciatore in grado di fare quelle cose avrebbe avuto la strada spianata, che a 17 anni sarebbe stato titolare nell’Udinese e a 18 Pallone d’Oro. A Udine, però, le cose stanno andando molto più lentamente anche di quello che poteva essere la realtà. L’Udinese è una squadra che basa molto del suo calcio sulla parte fisica e, ovviamente, Pafundi non può essere ancora a livello dei migliori da questo punto di vista. Col passare dei mesi, però, era sembrato che ci fosse qualcos’altro. Anche quando la squadra arrancava, e per via degli infortuni e del mercato era ridotta a soluzioni offensive sempre più scariche, Pafundi restava in panchina. Possibile che un calciatore con la sua creatività non potesse far comodo? Anche se magari non fa a spallate come Lovric? Poche settimane fa, a precisa domanda sul perché non giocasse (appena 8 minuti in stagione), Cioffi aveva risposto secco: «scelta tecnica», senza usare la scusa o l’appiglio della fisicità o della giovane età. Nei giorni scorsi Pafundi è stato a un passo dalla Reggiana. Un prestito in B, a farsi le ossa in un campionato meno fisico era sembrata tutto sommato una scelta sensata. Poi il trasferimento è saltato e ora Pafundi andrà al Losanna, in Svizzera. Una squadra di media classifica nel campionato svizzero. È difficile pensare che non sia un passaggio di carriera ambiguo. Certo, negli ultimi anni sono passati per il campionato svizzero Dimarco, Gnonto e Calafiori, tre giocatori che adesso sono più o meno nel giro della Nazionale e magari si può pensare che un ambiente dove accumulare minuti senza particolari pressioni possa fargli solo bene. Il fatto, però, che il Losanna possa riscattarlo in estate per 15 milioni lascia intendere che l’Udinese non creda davvero nel talento di Pafundi, o che non abbia interesse a inverstirci il tempo necessario per scoprire dove può arrivare. “Pochi, maledetti e subito” dicono negli Stati Uniti, per intendere che è meglio un incasso minore ma certo. Nel calcio italiano spesso è un mantra. Non c’è mai tempo o spazio o il giusto bilancio per aspettare, far crescere un calciatore. Magari poi Pafundi tornerà in estate e quei 6 mesi al Losanna saranno solo un passaggio per crescere un po’. A un certo punto la soluzione sembravano le formazioni Under 23 da far giocare in Serie C. Al momento, però, solo Juventus e da poco Atalanta l’hanno messa su. Ivan Perisic all’Hajduk SpalatoPensavamo che Ivan Perisic non sarebbe mai calato. Che avrebbe continuato per tutta la vita a vincere duelli fisici sulla fascia con indosso la maglia della Croazia e di qualche squadra top. Anche a 40, 50 anni, 60. Perisic non sembrava subire l’influenza del tempo. Poi è arrivata la rottura del crociato a settembre dello scorso anno. Purtroppo lo sappiamo: per un calciatore non giovanissimo - soprattutto uno con il suo atletismo - è un tipo di infortunio che può chiudere una carriera. Perisic avrebbe potuto fare il vago, rimanere a curarsi al Tottenham prendendo tutto il suo stipendio da quasi 200 mila sterline a settimana fino alla fine del contratto. Invece ha scelto di rimettersi in gioco e di farlo in patria, all’Hajduk Spalato. Perché? Perisic in estate vuole essere all’Europeo con la Croazia e per farlo deve giocare. All’Hajduk, appena sarà pronto, avrà questa possibilità, in un contesto meno stressante della Premier League. L’attaccamento dei calciatori croati alla loro Nazionale è veramente qualcosa di unico e speriamo Perisic riesca a esserci questa estate. Tra l’altro la Croazia è nello stesso girone dell’Italia e sarebbe bello vederlo in campo quel giorno.

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