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Foto di Danilo Di Giovanni / Getty Images
Febbre da calciomercato Marco D'Ottavi 6 agosto 2019 7'

La Juventus ha scommesso contro Moise Kean

Perché i bianconeri si sono privati di un giocatore così promettente.

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La Juventus ha venduto Moise Kean all’Everton per 27,5 milioni di euro, più altri 2,5 al raggiungimento di certe condizioni. La cessione dell’attaccante italiano ha generato una plusvalenza quasi piena, essendo cresciuto nel vivaio bianconero. Eppure mentre il Benfica cede Joao Felix, un anno in più, per 126 milioni e l’Ajax Matthijs de Ligt, sempre un anno in più, per 75 (proprio alla Juventus), viene da chiedersi se la tempistica non sia stata semplicemente prematura. Almeno così la pensano i tifosi della Juventus che in queste ore si stanno disperando per un giocatore che in fondo aveva giocato giusto una manciata di partite con la maglia bianconera.

 

Bisogna però considerare una dimensione simbolica della cessione. Moise Kean è l’unico giocatore di rilievo cresciuto nel vivaio della Juventus dai tempi di Marchisio, è nato vicino Torino e in qualche modo rappresenta un’idea fresca del nostro paese, nonché della stessa Juventus, lui italiano di seconda generazione, con le storie Instagram fatte bene e tutti i riferimenti al posto giusto per diventare una miniera d’oro dal punto di vista comunicativo. 

 

Kean per certi versi fa già parte della storia della Juventus: è il primo 2000 ad aver esordito con la maglia bianconera (e più in generale in Serie A e in Champions League), il primo a farci gol. Insomma se il futuro di Kean è ancora un’incognita, per i tifosi era più di un ottimo giovane, anche considerando il ruolo e i soldi spesi sul mercato negli ultimi anni per trovare un centravanti d’élite.

 

 

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Quando penso a @juventus mi viene in mente solo una parola: grazie! Da quando sono arrivato che avevo 11 anni tutti hanno creduto in me, sono stato circondato da tanto affetto e sostenuto dal calore dei tifosi. Non vi dimenticherò mai, avrete sempre un posto nel mio cuore ❤️ #FinoAllaFine #ForzaJuve 🦍

Un post condiviso da MOISE KEAN 🦍 (@moise_kean) in data: 4 Ago 2019 alle ore 3:49 PDT

La Juventus, però, è focalizzata più che altro sul presente,che per Kean è tutt’altro che certo. Ipotizzare un suo ruolo centrale nelle prossime due stagioni, le due stagioni di Cristiano Ronaldo, sarebbe stato complicato e con il contratto in scadenza tra 12 mesi la Juventus avrebbe dovuto rinnovarlo a cifre più alte con il rischio di perderlo a zero nel 2020. Certo, non stiamo parlando di puro hype e futuribilità. Kean con la Juventus ha segnato 8 gol in 684 minuti, uno ogni 85 minuti e mezzo. Un campione effettivamente piccolo per trarre conclusioni definitive. 

 

Se davvero non si poteva pensare di farne il centravanti (di riserva) della Juventus, viene da chiedersi se non esistevano forme di cessione più soft, come il prestito o una cessione con recompra (che però con le nuove regole non avrebbe permesso di inserire gli effetti contabili a bilancio fino al momento del possibile riacquisto). Soluzioni che avrebbero accontentato il desiderio del giocatore di avere più spazio e magari anche alzato il valore del cartellino. 

 

La Juventus si è riservata un possibile “diritto di prelazione”, ovvero la possibilità di pareggiare qualunque offerta futura per Kean. Una formula inusuale e poco pratica che paradossalmente spinge la Juventus a scommettere contro il suo ex giocatore o comunque a giocare al buio una mano complicata.

 

Perché la Juve ha ceduto Kean

È anche possibile che la Juventus non volesse cedere Kean, ma si sia trovata con le spalle al muro dal punto di vista economico. Un concetto che fatichiamo ad accettare per un club che siamo abituati a considerare alla cima della catena alimentare del nostro calcio. Al momento Sarri ha in rosa altri due centravanti, Higuain e Mandzukic, che la Juventus ha provato a cedere con poco successo. Mandzukic ha 33 anni e gli è appena stato ritoccato l’ingaggio (ora guadagna 5 milioni annui), nelle ultime due stagioni ha fatto l’esterno dimostrando grande duttilità e sacrificio, ma perdendo forse anche di valore. Higuain, come confermato dal fratello, non sembra volere altre destinazioni in Italia, e comunque non ha molto mercato. 

 

Casualmente la cifra che la Juventus ha intascato per Kean è molto simile a quella che sta cercando di ottenere per il centravanti argentino, i 36 milioni che ancora rimangono da ammortare e di cui la Juventus ha bisogno per non farne una minusvalenza. Il rischio di trovarsi con tre centravanti di cui nessuno titolare, senza magari poter arrivare all’obiettivo per quel posto (Lukaku? Icardi?), era forse un rischio troppo alto e Kean ha finito per essere il sacrificato.

 

La Juventus negli ultimi anni ha sostenuto delle spese enormi per conquistare l’Europa, sul campo ma anche come marchio. Se finora le plusvalenze necessarie per reggere questa crescita avevano toccato solo marginalmente il nucleo della squadra, coinvolgendo principalmente giocatori ancora acerbi o rincalzi di secondo piano, in questo mercato sembra dover fare un passo in più, come dimostra anche la volontà di cedere Dybala, per mettere a bilancio una plusvalenza ancora più importante.

 

Altri motivi per giustificare questa cessione sarebbero semplicemente assurdi, o razzisti, come il paragone caratteriale tra Kean e Balotelli. Al netto del ritardo con l’U21, non esistono prove di suoi comportamenti sbagliati – a meno che non vogliamo considerare sbagliata la storia della sua esultanza a Cagliari, dove sarebbe da considerare piuttosto una vittima. 

 

La cessione è stata sorprendente anche perché la Juventus sembrava puntare molto su Moise Kean. La scorsa stagione Allegri e la società hanno deciso di tenerlo in rosa resistendo alle offerte del mercato invernale, una scelta definita “vincente” dallo stesso tecnico. Se fosse stato considerato un calciatore scomodo per lo spogliatoio, mandarlo in prestito sarebbe stata la scelta più logica.

 

Cosa aspettarsi da Kean in Premier League

Insomma preso atto di come la cessione di Kean sia dovuta alle necessità di bilancio, il suo approdo in Premier potrebbe anche avere un impatto su un giocatore che è da considerare, fuori da ogni retorica, “un patrimonio del calcio italiano”. Kean è stato il primo 2000 a segnare con la maglia della Nazionale e in 3 partite ha segnato 2 gol: è quasi banale dire che è un tipo di giocatore che i vivai italiani stanno faticando a produrre. 

 

Kean ha fisico, ma anche tecnica. Sa giocare spalle alla porta, ma anche saltare l’avversario diretto in progressione. Non ha paura di provare giocate difficili sia in area di rigore che fuori – a volte troppo difficili. Ha uno stile di gioco elettrico ed eccitante. Pur avendo messo in mostra una selezione di tiro rivedibile in alcune esperienze con le nazionali giovanili (ha comunque 19 anni), nei minuti che gli ha concesso la Juventus nella scorsa stagione ha dimostrato di essere sulla buona strada per diventare un attaccante efficiente, mettendo insieme 0.52 Xg ogni 90 minuti e segnando 6 gol a fronte di soli 3.19 Xg prodotti.

 

kean

Immagine via Statsbomb.

 

Al momento Moise Kean sa fare tutto quello che aiuta a fare gol: tira bene con tutti e due i piedi e ha una varietà di movimenti da grande attaccante, seppur ancora molto istintivo. Va però detto che fatica in molte altre cose. Gioca poco per i compagni, non ha praticamente un gioco aereo e non sembra interessato alla fase difensiva. Tutti limiti che possono essere se non eliminati, quanto meno smussati con il tempo, ma che dovrà portarsi dietro all’Everton.

 

Rimanendo in Italia, Kean sarebbe potuto crescere in un contesto a lui familiare, in un campionato dove può facilmente far valere la sua superiorità atletica. In Premier League questo vantaggio sarà annullato, e giocherà in una squadra complicata, che sta cercando di tirarsi su dalle sabbie mobili della media Premier League (l’Everton è arrivato ottavo la scorsa stagione), e che negli ultimi anni è stato un cimitero di giocatori promettenti: Muhamed Besic, Sandro Ramirez, Ross Barkley, Davy Klaassen, Cenk Tosun hanno tutti faticato, con gradi diversi, ad affermarsi con l’Everton.

 

Il rischio, per Moise Kean, è quello di ritardare il suo sviluppo, in un campionato estremamente competitivo. Pur non essendo una delle migliori squadre della Premier, l’Everton ha un attacco di livello che, oltre a Calvert-Lewin, comprende Walcott, Bernard, Richarlison e Tosun. Kean, almeno sulla carta, nel 4-2-3-1 di Marco Silva dovrebbe essere titolare, al netto dei possibili problemi di ambientamento. Sembra l’unico in rosa ad avere a disposizione un set di movimenti e caratteristiche da finalizzatore.

 

Per certi versi potrebbe anche essere positivo per Kean uscire fuori da un ambiente che mediaticamente stava diventando ostile per lui. Affermarsi in Inghilterra oggi rimane però una sfida complicata per un giovane non ancora ventenne, e Kean dovrà dimostrare di avere qualcosa di speciale.

 

Privandosene la Juventus si è presa un grosso rischio, a meno che non abbia fatto delle valutazioni di tipo tecnico sul giocatore difficili da vedere dall’esterno (Kean ha comunque giocato meno di 1700 minuti in Serie A). Il calcio a questi livelli è soprattutto una questione di scelte, anche dolorose. La scommessa contro Kean della Juventus, tuttavia, potrebbe rivelarsi un azzardo.

Tags : evertonjuventusmoise kean

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.

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