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Foto di Matteo Ciambelli/DeFodi Images via Getty Images
Calcio Emanuele Atturo 2 ottobre 2020 5'

I migliori gol di settembre 2020

Sono tornati a farci battere il cuore: i grandi gol.

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Torna la rubrica più originale e interessante e unica de l’Ultimo Uomo: i migliori gol! Anche quest’anno ci prenderemo la responsabilità di scegliere i gol di più pregevole fattura realizzati durante il mese. A fine anno, come sapete, verrà scelto il miglior gol del mese: noi selezioneremo i più belli e voi li voterete. La scorsa stagione ha vinto il mig tirato da Radja Nainggolan contro la SPAL.

 

Cominciamo con settembre, il più corto dei mesi, dove abbiamo visto giocare appena due giornate, giocate a singhiozzo. Ci sono bastate per scegliere i gol.

 

Piotr Zielinski vs Genoa

 

Cambiano allenatori, cambiano interpreti, ma da cinque anni il Napoli continua a ricamare calcio sul lato sinistro del campo. In questa sontuosa azione contro il Genoa non c’era nessuno dei tre interpreti classici della catena napoletana, non c’erano Ghoulam, Hamsik e Insigne. A condurre la transizione è Piotr Zielinki, il triangolo che arriva a formare è con Elmas e Osimhen. Il calcio è un’arte del tempo, come mostra bene questo gol, dove due giocatori toccano per due volte la palla di prima lasciando che la difesa avversaria vada fuori tempo. A Zielinski basta una piccola pausa per lasciare che il Genoa si riduca a comparsa.

 

PS. Fra le grandi azioni di settembre dobbiamo per forza segnalare l’azione del secondo gol del Benevento contro l’Inter. Un’armonia collettiva e un efficacia non banale per una neopromossa.

 

Luis Muriel vs Torino

 

Luis Muriel è stato il miglior supersub della scorsa stagione, cioè il miglior giocatore a entrare a partita in corsa e a cambiarne la piega. Non è la prima volta nella carriera che il colombiano viene utilizzato così, forse per gestire al meglio i problemi di concentrazione. Mai come oggi però era stato così efficace. Complice la profilicità dell’attacco dell’Atalanta aveva segnato più di numeri nove titolari come Dzeko, Belotti e Lautaro; gli stessi del centravanti teoricamente titolare dell’Atalanta, cioè Duvan Zapata. Questo per fare la premessa di questo gol di Muriel, che è un gol alla Muriel, cioè di un giocatore che anche nei suoi momenti peggiori è stato capace di pescare dentro sé stesso momenti di assoluta magia.

 

Questo gol è anche un trattato del centravanti: una verticalizzazione del numero 10 (Gomez) verso il numero 9 che tiene d’occhio il rimbalzo della palla, calcola l’angolo, e tira sul palo lontano. Detta così pare facile. 

 

Federico Chiesa vs Inter

 

Questo gol è Ribery che porta palla sulla sinistra, il suo perfetto stile di conduzione, prima con l’interno e poi con l’esterno, lasciando che i difensori scivolino fuori dalla portata del pallone per aprirgli lo spazio. Lo aveva fatto poco prima nel gol di Castrovilli quindi Chiesa corre sapendo che il suo inserimento verrà servito. Il passaggio, che taglia rasoterra il campo in diagonale è così buono che viene voglia di mangiarlo.

 

Il pallone è così preciso che Chiesa non deve neanche aggiustarselo per tirare, battendo Handanovic con uno scavetto non riuscito e per questo quasi più bello. Chiesa non riesce a scavare per bene il pallone, che gli rimane sotto, Handanovic forse non se l’aspetta – di certo non è stato attento in questo caso – e se la fa passare a lato. Non sembra esserci un modo migliore per sfruttare le caratteristiche dei propri giocatori, lasciare che Ribery conduca palla e che Chiesa attacchi il lato cieco con la sua intensità.

 

Filip Djuricic vs Spezia

 

Per rispetto di Jacopo Sala dovremmo evitare di scrivere di questo gol; dovremmo farlo per rispetto della sua onesta carriera in Serie A, emotivamente forse finita con questo tunnel di Filip Djuricic. Dire tunnel è poco. Un conto è subire tunnel, un altro è farsi manipolare come una bambola di pezza. Djuricic ha spostato il corpo di Sala di fianco, col primo controllo gli ha fatto allargare le gambe, e poi sotto ci ha fatto passare il pallone, prima di riprenderlo per tirare di piatto sul secondo palo. Non c’è una cosa peggiore di subire un tunnel appena prima di subire un gol. Sala poi corona la sua umiliazione allargando le braccia verso il guardalinee, come se dovesse spettare a lui salvarlo da quel brutto momento.

 

Il fatto è che anche se il gol fosse stato annullato – e NON lo è stato – questa distruzione umana non sarebbe cambiata di una virgola.

 

Goran Pandev vs Crotone

 

Per Goran Pandev il tempo è relativo, e dal nostro punto di vista il suo attraversamento della Serie A comincia a diventare paradossale. Quando ha firmato con l’Inter aveva 18 anni e doveva ancora esserci l’attentato alle Torri Gemelle. È come uno di quei capi di stato eterni la cui presenza possiamo permetterci di dare per scontata. Guardando la progressione delle sue stagioni, delle presenze e dei gol, siamo di fronte a un testo illeggibile e contraddittorio. Come è possibile che la scorsa stagione, quella in cui ha compiuto 37 anni, abbia stabilito il suo record di gol (9) dal 2007/08?

 

Ridurre Pandev ai suoi gol, poi, sarebbe sbagliato vista la continua creazione di gioco sulla trequarti. Ci sono ancora pochi giocatori creativi come lui negli ultimi metri, più precisi nell’ultimo passaggio. Non ha più bisogno di dimostrare niente, come sempre è in missione per salvare il Genoa, proverà a farlo con stile anche quest’anno, lasciando che i portieri gli si inchinino davanti, per farsi superare da un suo pallonetto.

 

Alejandro Gomez vs Lazio

 

Come ogni anno questa classifica viene presa d’assalto dai calciatori dell’Atalanta, ma con quella media di gol a partita sarebbe strano il contrario. Figuriamoci quanto sarebbe stato strano se non ci fosse entrato il “Papu” Gomez, forse il miglior giocatore di settembre, in due partite autore di 3 gol 2 assist – ovvero qualcosa di decisivo ogni 25 minuti in campo. I gol sono solo il prodotto più visibile dell’immensa mole di gioco del “Papu”, ma il secondo gol segnato alla Lazio è la dimostrazione che non smette mai di stupirci. Quando ha ricevuto quell’apertura di Malinovski era difficile immaginare quello che sarebbe successo. Se da una parte era chiaro che Gomez volesse tirare, partiva troppo da fermo, con troppo poca inerzia, per pensare che sarebbe uscito fuori qualcosa di buono. Invece la forza con cui parte il tiro, passando a lato di Patric (come sempre troppo passivo), fa paura. È divertente immaginare come sarebbe cambiata la nostra Serie A se un paio d’anni fa la Lazio fosse riuscita ad acquistarlo, come aveva provato a fare Tare.

 

Nel frattempo, con questi tre gol, Gomez è solo a cinque lunghezze da tutti i gol segnati lo scorso campionato. Non mettiamogli limiti.

 

 

Tags : dejan kulusevskifilip djuricic

Emanuele Atturo è nato a Roma (1988) dove vive e lavora. Laureato in Semiotica, si interessa di cultura pop e sottoculture. È caporedattore de l'Ultimo Uomo e scrive in giro.

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