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Marco D'Ottavi
I migliori allenatori durati meno di una partita
23 giu 2021
23 giu 2021
Gennaro Gattuso è solo l'ultimo di una lunga tradizione.
(di)
Marco D'Ottavi
(foto)
Foto di Nicolò Campo / IPA
(foto) Foto di Nicolò Campo / IPA
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Gennaro Gattuso guarda un punto fuori dall’inquadratura alla sua sinistra. È uno sguardo serio, riflessivo, impostato come se dovesse finire sulla copertina di una rivista patinata. Eppure non è uno scatto di moda, il contesto anzi è strano. Gattuso è dentro una stanza completamente bianca, l’immagine è quasi claustrofobica. Se fate attenzione nel riflesso degli occhiali infilati nel colletto della felpa si può vedere chi scatta la foto.

Formalmente questa foto è “solo” la copertina social della nota con cui la Fiorentina ha comunicato che società e allenatore, di comune accordo, “hanno deciso di non dare seguito ai preventivi accordi e pertanto di non iniziare insieme la prossima stagione sportiva”, ma in un mondo in cui tutto è documentato, è molto di più. Tornando un po’ indietro, infatti, si scopre che è la versione tagliata di una foto di Gattuso che comprendeva anche, bello grosso, lo stemma gigliato della Fiorentina.

Un tweet in cui si presentavano le prossime mosse, si organizzava il calendario intorno a Gattuso, date che ora suonano vuote come le promesse di ritrovarsi tra vecchi compagni di scuola che si incontrano in strada. Gattuso e la Fiorentina si sono lasciati 23 giorni dopo essersi trovati e giustamente il reparto media non aveva una foto adatta a raccontare un addio improvviso. L’ex allenatore del Napoli non aveva neanche firmato il contratto, l’avrebbe fatto il 12 luglio, e sarà stato facile salutarsi con vincoli appena accennati a tenerli insieme. I motivi della separazione sono ancora un po’ nebulosi, ma il nodo della discordia sembra sia stato il mercato. Se accade qualcosa a giugno, è sempre il mercato. Le ambizioni tra allenatore e squadra non sembravano combaciare, alle spalle l’ombra lunga di Jorge Mendes, procuratore di Gattuso e figura oscura del calciomercato, capace di gestire intere squadre sparse per l’Europa comodamente seduto sul divano di casa.Quello di Gattuso non è il primo caso di un allenatore durato neanche il tempo di una cotta estiva. Il calcio è pieno di esoneri lampo, rapporti burrascosi, contratti strappati. Lo stesso Gattuso durò appena 96 giorni con Zamparini: doveva essere il giovane condottiero del nuovo ciclo del Palermo, fu esonerato dopo appena 6 partite. Altri allenatori sono stati esonerati dopo appena una o due partita: Tesser al Cagliari, con Cellino che prima dell’esordio gli dice: «Vediamo se lei è un uomo fortunato» (no); Maifredi al Brescia, per fare due nomi ma sarebbero molti di più. Niente tuttavia è più strano degli allenatori che non arrivano neppure a sedersi in panchina, che lasciano o vengono cacciati ancora prima di fare quello per cui sono stati assunti, ovvero dirigere la squadra, far decidere le loro fortune al campo. Magari non sono tutti, ma eccovi una interessante e varia selezione di allenatori che, per scelta loro o altrui, hanno firmato un contratto per allenare, ma ad allenare non ci sono arrivati.

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