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I migliori 0-0 del Chievo in Serie A
19 lug 2021
19 lug 2021
6 partite per ricordare la squadra veronese.
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«Incontrai un viandante di una terra dell'antichità,


Che diceva: “Due enormi gambe di pietra stroncate


Stanno imponenti nel deserto… Nella sabbia, non lungi di là,


Mezzo viso sprofondato e sfranto, e la sua fronte,


E le rugose labbra, e il sogghigno di fredda autorità,


Tramandano che lo scultore di ben conoscere quelle passioni rivelava,


Che ancor sopravvivono, stampate senza vita su queste pietre,


Alla mano che le plasmava, e al sentimento che le alimentava:


E sul piedistallo, queste parole cesellate:


«Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re,


Ammirate, Voi Potenti, la mia opera e disperate!»


Null'altro rimane. Intorno alle rovine


Di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,


Le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine”.»


 

Quando il Chievo è arrivato in Serie A ancora non sapevamo che stavamo per diventare la statua di Ozymandias. Gli anni ’90, e con loro la supremazia del nostro campionato sul resto del mondo, stava ormai volgendo al termine e davanti a noi ci aspettava una nuova epoca a cui forse non eravamo preparati. Tra il 2001 e il 2019, cioè da quando il Chievo è salito nella massima serie (tranne una breve parentesi tra il 2007 e il 2008) a quando l’ha lasciata forse definitivamente, la Serie A è diventata il campionato che oggi avvertiamo come familiare: grandi nobili decadute, squadre storiche decadute, sessioni di mercato LSD guidate dal Genoa di Preziosi, stadi semi-deserti costruiti per Italia ’90 anch’essi decaduti. In questo arco di tempo, seguendo la massima democristiana per cui si nasce incendiari e si muore pompieri, il Chievo si è presentata da favola di provincia con una squadra giovane e un gioco eccitante, ed è rimasta per le altre squadre del campionato come l’incombenza noiosa a cui si è costretti ad andare. Il battesimo di tuo cugino di terzo grado della Serie A. Per il Chievo valeva la dichiarazione di Guardiola sull’Atalanta - cioè che affrontarla è come andare dal dentista - ma in senso letterale. Entri, passi 90 minuti tra la noia e il dolore, ed esci acciaccato  probabilmente senza aver risolto niente.


 

Giovedì il Chievo è stato escluso dalla Serie B per presunte irregolarità fiscali e sarebbe una bugia dire che mancherà a molti. Erano anni ormai che il Chievo rappresentava infatti tutto ciò che diciamo di detestare del calcio italiano, senza crederci poi più di tanto. Un gigantesco stadio semideserto, che il Chievo sembrava aver scelto come scenario cyber-punk alla Tekken. La nebbiolina a mettere un velo sugli spalti e sulla nostra capacità di distinguere i giocatori dalla TV. La squadra incredibilmente vecchia, costantemente con la media età più alta d’Europa. Il gioco difensivo fino all’inverosimile. Certo, c’erano stati momenti anche dopo l’esperienza di Delneri in cui il Chievo è stata una squadra interessante, addirittura divertente a tratti, ma l’impressione generale è che ogni anno facesse il minimo per rimanere in Serie A, senza aggiungere mai nulla di significativo. Come il tuo amico che si trasferisce da te per un paio di settimane dopo essersi lasciato con la ragazza e poi rimane per 10 anni.


 

Oggi che il Chievo sembra lontanissimo dal tornare in Serie A però è più chiaro quanto non ci fosse nulla di scontato o di facile nella sua permanenza nel massimo campionato. E chissà magari a qualcuno adesso mancherà davvero il Chievo, anche nei suoi aspetti più grotteschi, come un sogno di cui capiamo la stranezza solo dopo esserci svegliati. Se ci pensate, per anni abbiamo dato per scontato che una squadra con dei caratteri medievali sulle spalle, finanziata da un imprenditore locale diventato ricco vendendo pandori, e che si reggeva su Dainelli e Gamberini sarebbe potuta rimanere per sempre in Serie A. Eppure, per quanto possa sembrare strano, se degli alieni scendessero sulla Terra e mi chiedessero di descrivermi la Serie a degli anni ’20 con una sola partita (effettivamente sarebbe molto strano), gli farei vedere una partita del Chievo. Anzi, uno 0-0 del Chievo. Di seguito, quindi, trovate i migliori sei di questo ventennio scelti arbitrariamente da me. Questo è per voi, alieni del futuro con una passione perversa per i contropiede di Riccardo Meggiorini.



 

 

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