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Le esche del Chievo di Maran
14 ott 2016
14 ott 2016
Un modo per colmare il gap tecnico.
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Alla seconda sosta di campionato, l’unica vera sorpresa in classifica è rappresentata dal Chievo. La squadra di Maran è attualmente al terzo posto, ad un solo punto dal Napoli, e ci è arrivata attraverso un gioco privo di dogmi, fluido e intelligente.

 

Tra i tanti stratagemmi utilizzati da Maran per compensare l’inevitabile gap tecnico che il Chievo si ritrova a colmare contro quasi tutte le squadre di Serie A, il più affascinante è l’utilizzo del velo. Il velo si basa sull’idea di caricare una linea di passaggio di più ricevitori, in modo da confondere la squadra avversaria su dove andrà effettivamente a svilupparsi il possesso e liberare così uno o più uomini ad attaccare fronte alla porta.

 



 

In questo caso ci sono ben quattro ricevitori potenziali del passaggio in diagonale di Frey: Birsa, Castro, Inglese e Floro Flores. I primi due portano fuori posizione il regista e il terzino della squadra di Oddo, creando lo spazio attaccato alle loro spalle da Inglese. Se quest’ultimo ricevesse immediatamente il pallone, però, si ritroverebbe a dover giocare spalle alla porta. Allora lascia passare il pallone per Floro Flores, che di prima glielo restituisce una volta giratosi fronte alla porta.

 



 

Un’applicazione simile avviene anche tra punte e trequartista. Qui Birsa lascia passare il pallone per attirare la linea difensiva dell’Inter in avanti, a seguire il movimento incontro di Meggiorini. L’attaccante del Chievo controlla la pressione alle spalle e scarica per il trequartista sloveno, che può così lanciare nello spazio alle spalle della difesa nerazzurra.

 



 

Ma il velo può servire anche a muovere la difesa in orizzontale. In questo caso sono Castro e Birsa, perfettamente posizionati negli half-space dell’Udinese, ad essere posti sulla stessa linea di passaggio. Il velo di Castro, unito ai movimenti delle due punte, permetterà di muovere la difesa dell’Udinese verso sinistra e liberare Birsa fronte alla porta. Che non è mai una buona notizia per la squadra avversaria.

 

 

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