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Il calciatore di dicembre 2020: Theo Hernández
30 dic 2020
30 dic 2020
È stato il terzino del Milan ad aggiudicarsi il premio AIC in questo mese.
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Da ottobre il sistema di assegnazione del premio di calciatore del mese AIC è cambiato: la nostra redazione ha stilato una rosa di quattro nomi e il vincitore è stato scelto direttamente dai calciatori iscritti all’AIC, tra Serie A, B e C. Questo mese ha vinto Theo Hernández.

A dicembre il Milan è andato vicino a perdere la prima partita in campionato, quella contro il Parma. Sembrava la tipica serata storta: aveva subito due gol dagli unici due tiri in porta dei gialloblù, aveva colpito per quattro volte i pali della porta di Sepe, si era visto annullare un gol di Castillejo per un fuorigioco di pochi centimetri e al novantesimo stava ancora perdendo per 2-1. Poi nel primo minuto di recupero la palla è finita sul lato sinistro dell’area, nella zona presidiata da Theo Hernández, che già aveva segnato il gol del 2-1, di testa su un calcio d’angolo battuto da Calhanoglu. Sepe aveva appena parato un tiro a Rebic e il tocco di Cyprien ha portato lentamente il pallone sul sinistro di Hernández, che di prima e senza pensarci ha calciato forte a incrociare, trovando l’angolo più lontano ed evitando la sconfitta.

A dicembre il Milan è anche andato vicino a perdere il primo posto, contro la Lazio nell’ultima partita del 2020. Dopo il successo dell’Inter sul Verona alla squadra di Pioli serviva una vittoria per restare in cima alla classifica, ma al novantesimo il risultato era sul 2-2, dopo che i rossoneri non erano riusciti a gestire il vantaggio di due gol. Poi nel secondo minuto di recupero Theo Hernández ha segnato di testa su un calcio d’angolo battuto da Calhanoglu, e con il suo gol il Milan ha vinto la partita e conservato il primo posto.

A dicembre Hernández è stato decisivo in ogni partita che ha giocato. Contro la Sampdoria un suo colpo di testa finito sulla mano di Jankto ha procurato un rigore, poi trasformato da Kessié. Contro il Parma ha segnato una doppietta, la sua prima da quando è al Milan. Contro il Sassuolo ha servito un assist, al termine di una corsa con la palla dalla trequarti difensiva fino all’area avversaria, con un tocco in orizzontale a un passo da Consigli che ha spalancato la porta a Saelemaekers. Contro la Lazio ha segnato un altro gol, ancora sugli sviluppi di un calcio d’angolo, una situazione in cui sembra diventato pericoloso all’improvviso, come un supereroe che scopre di avere un nuovo potere.

Non è infatti considerato uno specialista nei duelli aerei e non va sempre in area quando il Milan batte un corner. Dipende dalle partite e dagli schemi preparati. Contro il Parma era stabilmente uno dei sei rossoneri che occupavano l’area, contro la Lazio di norma rimaneva fuori a presidiare la zona a sinistra ed è entrato in area solo in occasione dell’ultimo calcio d’angolo, quello in cui ha trovato il gol decisivo. Una scelta che ha scombinato i piani dei biancocelesti, costretti a marcarlo con un trequartista, Luis Alberto. Lo haammesso anche Simone Inzaghi alla fine della partita: «Potevamo fare meglio anche nell’ultimo gol. Hernández non era venuto mai a saltare, Luis Alberto che lo marcava gli ha lasciato due metri fatali».

Delle cinque partite giocate dal Milan a dicembre Theo Hernández ne ha saltata solo una, contro il Genoa, e la pericolosità dei rossoneri a sinistra è calata drasticamente, fino a invertire la tipica distribuzione degli attacchi della squadra. In tutte le altre gare di dicembre il Milan ha concentrato la maggior parte dei suoi attacchi sulla fascia sinistra, in quella contro il Genoa il gioco si è spostato per la maggior parte a destra (per il46%). Magari è solo una coincidenza, e va detto che di fatto il Milan non ha un’alternativa in difesa a sinistra - anche se ci ha giocato spesso, Dalot resta un terzino destro adattato sulla fascia opposta. Ma è anche da questi dettagli, da quanto cambia il gioco e la pericolosità del Milan in sua assenza, che si può apprezzare l’importanza di Hernández.

Da notare le posizioni medie di Dalot e Calabria. Di solito succede il contrario, e cioè che Calabria resta più basso e Theo Hernández è più in alto sul campo.

Dicembre è stato il mese che ha mostrato nel modo più chiaro possibile, anche per la continuità con cui ha deciso le partite con le sue giocate, che esiste un Milan con Theo Hernández e uno senza, che crea meno pericoli, è più controllabile e ha meno soluzioni per far risalire la palla e portarla in area. Ovviamente il terzino milanista non è stato l’unico a farsi notare a dicembre. Hakimi, forse il giocatore con cui Hernández viene confrontato più spesso, ha segnato 3 gol e servito un assist, e si è ritagliato un ruolo sempre più decisivo all’interno del gioco di Conte. Nzola e Immobile hanno segnato 4 gol a testa, mostrando ancora una volta quanto sia indispensabile il loro contributo per le sorti di Spezia e Lazio.

Le partite giocate a dicembre da Theo Hernández hanno però spostato il discorso sul suo valore a un livello più ampio, e si è iniziato a parlare di lui come il miglior terzino sinistroin Europa, o a livellomondiale. In fondo ognuno di noi ha la sua opinione e non è importante sapere se lo sia davvero, anche se ne ha parlato lo stesso Hernández,dichiarando dopo la partita contro la Lazio di lavorare per «essere il migliore terzino sinistro del mondo».

È vero però che il terzino rossonero ha messo in discussione una delle convinzioni più radicate sul campionato italiano, e cioè che sia quello in cui gli allenatori trovino più velocemente i rimedi per limitare i punti di forza, e i giocatori migliori, della squadra avversaria.

A oggi invece nessuno ha ancora capito come fermarlo, come evitare di farsi affettare almeno una volta dalle sue conduzioni poderose. E anzi col passare del tempo Theo Hernández sembra diventare sempre più forte, più difficile da controllare. Quando ha giocato contro la Sampdoria, Ranieri ha provato a limitarlo invertendo di fascia i suoi esterni, spostando cioè Jankto a destra. Proprio da questo incrocio il Milan ha però conquistato il rigore che ha sbloccato la partita. Nel Parma era Karamoh a seguirlo, con il Sassuolo era invece toccato a Berardi questo compito, due esempi di come Hernández riesca a incidere sulle partite in modo indiretto, anche senza una giocata decisiva, ma semplicemente costringendo l’esterno opposto a difendere, ad abbassarsi, e a limitare così la pericolosità della squadra avversaria nel caso in cui riesca a recuperare la palla.

Di certo Theo Hernández è tra i milanisti più studiati, e in ogni partita il piano gara degli allenatori avversari prevede soluzioni specifiche per contenerlo. Lui però finora è sempre riuscito ad aggirarle. La Lazio aveva impegnato due giocatori su di lui: Lazzari si alzava a pressarlo e Milinkovic-Savic gli chiudeva il corridoio per il dribbling verso l’interno. A un certo punto, però, il centrocampista serbo è stato sostituito da Akpa-Akpro, forse proprio perché Simone Inzaghi voleva un giocatore più fresco sul suo lato destro, come ha notato Fabio Barcellonanella sua analisi, e con un paio di accelerazioni Hernández ha cambiato la partita, decidendola con un colpo di testa dopo aver forzato Luiz Felipe a un intervento in scivolata e a concedere il calcio d’angolo per evitare che gli arrivasse la palla in area a pochi passi da Reina.

Di certo c’è ancora qualcuno che pensa che non sappia difendere, e può darsi che ogni tanto si prenda dei rischi eccessivi, che perda la palla in zone pericolose - è capitato ad esempio contro la Lazio, quando Milinkovic-Savic gli ha tolto il pallone a una decina di metri dall’area. Però è difficile da sostenere oggi che il Milan non possa contare sul miglior terzino sinistro del campionato.

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