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Dario Pergolizzi
Meglio non sottovalutare l'Inghilterra
05 dic 2022
05 dic 2022
Contro il Senegal una prova di grande maturità.
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Dario Pergolizzi
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Visionhaus/Getty Images
(foto) Visionhaus/Getty Images
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Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche. In questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.

Questo Mondiale ci ha abituato talmente tanto alle sorprese che la prima mezz'ora di Inghilterra-Senegal deve aver fatto credere a molti che anche per la Nazionale di Southgate stesse per arrivare un brutto scherzo. Nonostante i buoni risultati ottenuti nel girone, intorno all’Inghilterra continua ad aleggiare un po' di scetticismo, almeno tra i cosiddetti addetti ai lavori, soprattutto per quanto riguarda la selezione delle formazioni, tra posizioni assegnate ed esclusioni eccellenti. Non che la stessa cosa non accada per quasi ogni grande Nazionale, ma l’Inghilterra, più della Francia o del Brasile tra le favorite in questo torneo, sembra sempre chiamata a dover dimostrare qualcosa di più. Da questo punto di vista l'ottavo di finale contro il Senegal ha dato risposte incoraggianti.

Il Senegal aveva iniziato bene

La nazionale di Aliou Cissé si era presentata in campo con un atteggiamento orientato soprattutto al contenimento difensivo e allo sfruttamento delle ripartenze. Il 4-2-3-1 composto da Mendy; Sabaly, Koulibaly, Diallo, Jakobs; Ciss, Nampalys Mendy; Diatta Ndiaye Sarr e Dia aveva una forma stretta che privilegiava il controllo delle linee di passaggio centrali, cercando di invitare la costruzione inglese verso l’esterno lavorando inizialmente sulle linee di passaggio, per poi aggredire gli appoggi con una pressione aggressiva uomo su uomo. Southgate, dall’altra parte, aveva scelto un 4-3-3 con Pickford; Walker, Stones, Maguire, Shaw; Bellingham, Rice, Henderson; Foden, Kane e Saka. La contrapposizione tra le spaziature iniziali dell’Inghilterra in avvio di azione e la suddivisione delle zone del Senegal in pressione ha creato dei presupposti abbastanza favorevoli alla squadra di Cissé, in particolar modo nell’ostruzione della progressione centrale degli avversari.

Nei primi momenti delle azioni dell’Inghilterra dal basso, il trequartista Ndiaye e la punta Dia si alternavano nella schermatura di Rice davanti alla difesa, con l’altro che accennava una corsa in avanti verso il difensore centrale in possesso. Gli esterni Diatta e Sarr uscivano verso i terzini inglesi solo una volta che il pallone iniziava a viaggiare verso di loro, e nello stesso momento i due mediani alle loro spalle scivolano lateralmente orientandosi sempre di più sugli appoggi vicini. A questo punto l’eventuale giocata lungolinea del terzino per l’ala dell’Inghilterra era di facile controllo per il Senegal, o per lo meno così è stato nella prima parte del primo tempo. Il terzino senegalese di parte usciva forte sull’esterno inglese, mentre l’esterno seguiva l’eventuale sovrapposizione del terzino, il tutto supportato al centro dal mediano più vicino e dalla marcatura aggressiva dei centrali su Kane.

L’Inghilterra a inizio gara ha effettivamente patito questo atteggiamento, soprattutto in termini di progressione centrale. La Nazionale di Southgate non aveva nessuna linea di passaggio pulita che consentisse di trovare Bellingham o Kane tra le linee, e nemmeno la possibilità di sfruttare giocate sul terzo uomo in campo aperto passando, per esempio, dallo scarico del mediano Rice con l’uomo alle spalle. Le difficoltà dell'Inghilterra erano dovute sia a qualche imprecisione di troppo dei due centrali, sia alla reattività dei centrocampisti del Senegal nell’invitare al passaggio centrale per poi far scattare la pressione. Oltre all’efficacia difensiva, l’organizzazione del Senegal si è tramutata anche in opportunità offensive: non a caso, tutte le principali occasioni del Senegal sono nate da ripartenze nella metà campo avversaria in questo stralcio di partita.

Purtroppo per il Senegal, però, a parte le ripartenze non aveva molte altre risorse offensive. Per giunta, una volta esaurita l’onda emotiva del buon inizio di gara a causa del 2-0 dell’Inghilterra, arrivato prima dell’intervallo, la partita è di fatto finita, trasformando il secondo tempo in poco più di un allenamento a tutto campo. In vista del quarto di finale contro la Francia è interessante chiedersi come abbia fatto l’Inghilterra a venire fuori dalle difficoltà poste dal Senegal. È stata solo fortuna oppure la Nazionale di Deschamps dovrebbe preoccuparsi?

La superiorità degli inglesi a sinistra

Forse la più importante affermazione di superiorità dell’Inghilterra in questa partita sta nel fatto che, gradualmente, sia riuscita a trovare dinamiche favorevoli proprio in una porzione di campo in cui il Senegal contava di ottenere il maggior numero di recuperi palla. L’Inghilterra, infatti, non ha mai rinunciato a cercare la progressione sulla sua fascia forte, quella dove, cioè, poteva riuscire ad associare in maniera più armoniosa tre dei suoi leader tecnici, Foden, Bellingham e Kane, coadiuvati alla perfezione dalle letture di Luke Shaw. E questo nonostante il blocco di Cissé mirasse a scivolare compatto proprio per assorbire le combinazioni laterali degli avversari, che si concretizzavano soprattutto sul lato sinistro del campo, zona in cui i senegalesi potevano contare anche sulle marcature aggressive di Koulibaly su Kane.

In questi grafici di Alfredo Giacobbe è evidenziata la preponderanza in possesso della zona sinistra del campo per l’Inghilterra, con Shaw che guida la classifica del maggior numero di passaggi completati nell’ultimo terzo di campo.

L’assetto del 4-3-3 scelto da Southgate prendeva una forma asimmetrica che assecondava le connessioni tra questi quattro giocatori sul lato sinistro del campo, mentre sul lato opposto Walker rimaneva stretto in marcatura preventiva, ed Henderson si divideva tra l’inserimento centrale negli spazi liberati da Kane e il supporto sull’esterno a Saka, in una dinamica che assomiglia ai suoi ultimi due anni al Liverpool dove fa un lavoro simile con Salah e Trent Alexander-Arnold. Non sono mancate le occasioni in cui l’Inghilterra ha provato a costruire la finalizzazione partendo da destra, ma sono state molto di più quelle nate da sinistra, dove la progressione poteva avvenire in maniera abbastanza varia.

Nelle tre immagini qui sopra è possibile vedere un esempio di come l'Inghilterra costruisce a sinistra. Shaw che combina con Bellingham sul corto per servire Kane mentre Foden attacca la profondità; Foden stretto che viene incontro allargando su Shaw mentre Bellingham copre; Kane che si abbassa a palleggiare con Shaw mentre gli altri due si alzano. Non è un caso se i tre gol della Nazionale di Southgate nascono da combinazioni proprio tra questi tre giocatori, e se il secondo in ripartenza è stato soprattutto un’affermazione di eleganza e forza di Bellingham, gli altri due sono anche il risultato dello sfruttamento di questa superiorità - una superiorità che non è solo di qualità tecnica, ma anche dinamica e posizionale. Da questo punto di vista l'Inghilterra ha messo molto in difficoltà il Senegal anche al centro, sia nella gestione dello spazio alle spalle di Koulibaly e che nella copertura degli inserimenti dal lato opposto.

L’Inghilterra ha insomma legittimato le sue ambizioni di arrivare fino in fondo contro un avversario in partenza più solido e scomodo di quanto il risultato finale possa lasciare intendere. Andando oltre le sue stesse imperfezioni nella costruzione delle azioni, e appoggiandosi soprattutto sulle qualità dei suoi giocatori migliori, l’Inghilterra ha lanciato un messaggio abbastanza chiaro al resto delle contendenti, e per giunta in una partita in cui ha dovuto fare a meno di Raheem Sterling.

La squadra di Southgate ha una sua solidità e soprattutto tante alternative dalla trequarti in su (dopo questa partita sarà ancora possibile tenere fuori Foden?). Se ieri siamo rimasti impressionati da Mbappé, e i tifosi inglesi fanno bene a preoccuparsene, anche la Nazionale di Deschamps farebbe meglio a non sottovalutare questa Inghilterra, che contro il Senegal ha dato prova della sua forza.

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