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Tanto rumore per Malcom
25 lug 2018
25 lug 2018
Malcom è cresciuto moltissimo nell'ultima stagione, ma è già al livello del Barcellona?
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È passato poco più di un anno da quando abbiamo inserito Malcom tra i nostri

, la rubrica in cui analizziamo il talento e le prospettive di alcuni dei migliori giovani calciatori del calcio globale. Eppure, sull’onda del giallo di mercato che ha portato l’ala brasiliana del Bordeaux ad essere molto vicina alla Roma prima di trasferirsi al Barcellona, è già ora di tornare a parlare di lui.

 

Dopo una crescita lenta e graduale in Francia lunga due anni e mezzo, Malcom si affaccia al prossimo salto di carriera accompagnato dagli interrogativi che circondano sempre i talenti sbocciati nei campionati poco seguiti: è pronto per una grande squadra? Sarà in grado di avere un impatto fin da subito in Liga? Troverà spazio nel Barcellona? È giustificata un’asta di mercato tra grandi club europei per un giocatore così giovane?

 



C’è da dire innanzitutto che l’ultima stagione di Ligue 1 ha cambiato radicalmente le carte in tavola. Nel mio pezzo, scritto alla fine della stagione 2016/17, indicavo sostanzialmente due aspetti in cui Malcom doveva migliorare per emergere nel calcio europeo d’élite: la fisicità, che non gli permetteva ancora di poter essere dominante con la palla al piede in spazi aperti; e la mancanza di spettacolarità del gioco, che tendeva a sminuirne il contributo in termini di creatività e pericolosità offensiva, in un mondo dominato dai video Goals&Skills su YouTube.

 

Erano due limiti intrinsecamente legati, soprattutto nell’ambito dei dribbling, il fondamentale che forse più lo divideva dal suo modello e idolo Neymar: Malcom sembrava piuttosto un giocatore moderno, associativo, di quelli con la tendenza a scomparire nel gioco collettivo. Ma nell’ultimo anno non è rimasto con le mani in mano.

 

La sua crescita nell’ultima stagione è stata evidente in qualsiasi statistica rilevante, a partire da quelle più in vista. Malcom non solo ha segnato di più (passando da 9 gol in tutte le competizioni a 12 solo in Ligue 1) e fornito più assist (da 5 a 7 in Ligue 1), ma ha anche dribblato di più (molto di più: dagli 1.29 dribbling riusciti per 90 minuti del 2016/17 ai 2.98 della stagione appena passata) e con una percentuale di riuscita migliore (da 63.9% a 67.7%), ha tirato di più (da 2.21 tiri a 2.27 per 90 minuti) e in maniera più precisa (l’accuratezza di tiro è passata dal 46% al 55%), e ha servito più passaggi chiave (passati da 1.58 per 90 minuti a 2.48).

 



L’esplosione di Malcom, in forma di radar statistico.


 

In questo senso, sembra che la sua crescita sia passata proprio per un maggiore livello di ambizione: Malcom quest’anno ha rischiato di più, si è preso più responsabilità in campo e ha avuto la bravura e la fortuna di essere stato sostenuto dal talento. Prendiamo ad esempio il tiro dalla lunga distanza, con cui quest’anno ha ingrossato di molto i suoi video celebrativi su internet.

 


Un bell’esempio della sua capacità balistica.


 

Quest’anno Malcom ha tirato di più da lontano (i tiri da fuori area sono passati da 1.25 per 90 minuti a 1.49), ma è anche riuscito a segnare con molta più frequenza: se l’anno scorso ha segnato 7

da un totale di 10.8 Expected Goals, trasformando in gol meno di quanto fosse lecito aspettarsi dalla pericolosità statistica delle azioni avute a disposizione, quest’anno il dato è andato “in attivo” con 10

ricavati da 8.5 Expected Goals.

 

Se siete allergici ai numeri e pensate che le statistiche non siano in grado di restituire la magia del talento individuale, vi basti sapere che in questa stagione Malcom ha tentato e messo in rete tiri al 90esimo come questo contro il Lione, con cui ha pareggiato all’ultimo momento una partita che sembrava ormai persa.

 


Per chi invece fosse appassionato di statistica: il tiro con cui segna il 3-3 vale 0.05 Expected Goals, ovvero in media entra in porta solo 5 volte su 100 tiri tentati.


 

Un discorso simile lo si può fare anche sui dribbling riusciti, che come abbiamo visto sono più che raddoppiati dalla stagione 2016-17 a quella 2017-18. Per capire quanto sia cambiata l’ambizione di Malcom da un anno all’altro basti pensare che i dribbling tentati sono cresciuti in proporzione da 2.1 per 90 minuti a 4.4.

 

Questo non vuol dire che Malcom sia diventato da un anno all’altro un giocatore esplosivo e imprendibile, anche se è eccitante pensare che potrà lavorare in futuro sul proprio fisico per migliorarsi ulteriormente, soprattutto nella velocità nel lungo (forse il suo limite fisico maggiore al momento).

 

Malcom non avrà mai l’elasticità muscolare di Douglas Costa, un giocatore a cui spesso è accostato e che è davvero in grado di inclinare il campo verso la porta in conduzione, mettendo tutti i difensori avversari in salita, e ha un approccio più tecnico al dribbling, basato sul primo controllo e sul disorientamento dell’avversario con il corpo.

 


Questo tipo di primo controllo.


 

L’ala del Bordeaux, una volta ricevuto sull’esterno, di solito “scopre” la palla, mettendosi alla destra del pallone, per invitare l’intervento del difensore, per poi anticiparlo all’ultimo momento, o rientrando all’interno del campo con l’esterno sinistro, oppure (molto più raramente) pizzicando il pallone per andare lungo linea. Malcom, insomma, non può semplicemente dominare fisicamente gli avversari, deve prima spostarli.

 



In ogni caso, a partire da questa stagione Malcom ha cominciato ad attrarre molto di più il gioco della sua squadra e infatti non era raro vederlo uscire dalla propria posizione per andarsi a prendere il pallone, anche direttamente dalla difesa.

 

Un’influenza maggiore che si mostra anche in quello che rimane il suo punto forte, e cioè la creazione di occasioni da gol.

 

Malcom la scorsa stagione è stato il giocatore Under 21 ad aver fatto più passaggi chiave su azione nei cinque principali campionati europei (62) e anche confrontandolo con i principali interpreti di questo aspetto in Ligue 1 non sfigura affatto: in Francia, in quanto a passaggi chiave, hanno fatto meglio di lui solo Payet, Neymar, Dossevi e Bourigeaud. Questo, tra l’altro, sembra anche l’aspetto del gioco in cui può ancora crescere molto.

 


Anche sui cross, Malcom ha una discreta sensibilità.


 

Guardando gli Expected Assist - la somma della probabilità che i suoi passaggi chiave si trasformassero in assist per un gol - si può notare come Malcom stia rendendo ancora sotto le aspettative: quest’anno in Ligue 1 gli assist sono stati 7 da un totale di 8.6 Expected Assist (l’anno scorso erano 4 da 5.1). Ovviamente la trasformazione di un passaggio chiave in assist non dipende solo dalla qualità del passaggio e della situazione di gioco, ma anche dalla capacità degli attaccanti di segnare ed è quindi probabile che, una volta inserito in una squadra superiore al Bordeaux, Malcom possa accrescere ancora di più i suoi numeri.

 

In realtà, a pensarci bene, Malcom è un’ala destra soprattutto perché ama ricevere palla molto largo, vicino alla linea laterale, ma subito dopo il più delle volte taglia all’interno del campo con il pallone incollato all’esterno sinistro, per cambiare gioco verso il lato debole o cercare gli attaccanti alle spalle della linea difensiva avversaria. Nonostante tiri molto, e lo faccia con una qualità indiscutibile, Malcom tenta il suggerimento al compagno anche nelle situazioni più favorevoli alla conclusione, con un’indole da trequartista vero e proprio.

 



Adesso, però, per Malcom arriva il difficile e non solo per l’ulteriore salto di qualità che gli sarà richiesto per giocare in un club con le ambizioni del Barcellona. Per lui sarà difficile innanzitutto trovare spazio in campo.

 

A destra il club blaugrana l’anno scorso ha fatto giocare alternativamente Messi e Dembélé e sembra difficile al momento che l’ala brasiliana possa davvero competere per un posto in quella zona di campo. Più probabile un suo dirottamento a sinistra, dove però Malcom sarà costretto ad un gioco lungolinea che in Europa non ha mai fatto, e in cui sembra al momento fisicamente e tecnicamente poco adatto.

 

Come detto, non ha una grande velocità nel lungo, ed è quindi difficile pensare che possa minacciare la profondità a sinistra, dove tra l’altro la sua visione di gioco sarebbe ridotta ai cross in mezzo all’area (come faceva, per ritornare sugli stessi nomi, Douglas Costa nel Bayern Monaco di Guardiola).

 

Inoltre, a sinistra Malcom non potrebbe dare pieno sfogo al suo tiro dalla distanza. Ed è inutile aggiungere che Malcom vuole quasi sempre la palla sui piedi e senza palla non attacca mai lo spazio, il che lo rende se non del tutto inutile (dalla parte opposta del campo di un giocatore con la visione periferica di Messi) quanto meno molto simile agli altri talenti già in rosa.

 

Malcom dovrà anche abituarsi a giocare in una squadra costantemente in possesso del pallone nella metà campo avversaria, e in questo sarà decisiva la crescita del suo gioco spalle alla porta. L’ala del Bordeaux attualmente tende a fidarsi poco e a giocare spesso di prima all’indietro, pur di non perdere il pallone.

 

La domanda di fondo è se al Barcellona serviva davvero un giocatore come Malcom, al punto da creare un caso internazionale, oppure se la squadra catalana ha fatto una scommessa del tutto istintiva, puntando tutto sulla possibile crescita individuale del giocatore.

 

In ogni caso, sarà interessante vedere se Malcom riuscirà a coprire con la gamba un passo così lungo. In campo dovrà necessariamente crescere la sua ambizione, e chissà se il suo talento lo porterà a superare anche questa asticella. Certo, la passata stagione ha avuto una crescita impressionante e imprevedibile, anche alla luce della stagione difficile del Bordeaux, che nella fase centrale della stagione si è aggrappato principalmente al suo talento per uscire da un lungo periodo di crisi. Ma la sfida che lo attende a Barcellona, oggi, è di gran lunga più difficile.

 

 

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