Il classico 4-3-3 di Klopp, che non aveva dubbi alla vigilia, contro una sorta di 3-4-2-1 asimmetrico scelto da Guardiola, con Gündogan nel posto che di solito spetta a Sterling: una mossa molto discussa.
Poco prima del 2-0 del Liverpool, il blocco centrale del City è disposto in una porzione molto ristretta di campo, rendendosi così vulnerabile al pressing degli uomini di Klopp.
Un esempio di occasione persa, intorno al settimo minuto. La strategia difensiva di Klopp impone che le ali coprano il passaggio verso i terzini, e le mezzali rimangano strette e vicine; così si libera spazio per servire i movimenti laterali di Silva e Gündogan, che però sono stati pochi, e spesso anche ignorati, come in questo caso, da uno svagato De Bruyne.
La vittoria di Klopp dimostra anche che prendersi dei rischi elevati è una condizione necessaria per battere questa versione del Manchester City, e che nel firmamento della tattica contemporanea nessuna stella è fissa e sicura di indicare sempre il nord. Guardiola ha ancora 90’ minuti per riprendersi il primato sul palcoscenico europeo, in una stagione - fino a prima di questa partita - quasi perfetta.