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→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
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La lista della fine del mondo pt. 7
06 gen 2015
06 gen 2015
È finito un mondo, è finito un anno, ed è ora di classificarne ogni aspetto. In quest'ultima parte della nostra maxilista apocalittico-annuale: Anna Passarini racconta le donne in tv, Edoardo Totaro sceglie i 5 momenti più swag nel 2014 di Ibrahimovic, Roberto Pizzato analizza l'anno dal punto di vista statistico, Cristiano De Majo sceglie alcuni oggetti importanti, Chiara Bardelli Nonino condivide le cose che ha imparato sugli animali più interessanti dell'anno mentre Virginia Ricci mette in campo le migliori etichette musicali.
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È da tempo che Tim ed io parliamo di personaggi femminili, e in particolare di quelle donne che soprattutto in serie recenti rappresentano il successo, la competenza, il talento. Dopo il periodo delle serie storiche come

,

,

, e anche

, tutte prodotte da uomini e che sostanzialmente proponevano una riflessione su cosa significa "essere un uomo" nel mondo contemporaneo, gli ultimi anni hanno visto più che mai le donne al centro della narrazione. Attualmente i personaggi femminili in Prime Time negli Stati Uniti hanno raggiunto la soglia del 40%, quindi un’impennata molto positiva in termini di visibilità. Ma quando avviciniamo un po’ lo sguardo, purtroppo ad accomunare questi personaggi non sembra essere solo la forza, ma anche alcuni dei soliti stereotipi misogini. Se il 2014 ha davvero significato il culmine di un nuovo orizzonte rappresentativo che vede le donne in primo piano, è importante capire le condizioni di questa ribalta. Ovvero, cosa ci dicono sulle donne le nostre Carrie Mathison, le nostre Olivia Pope?

 

Se le protagoniste femminili sono di più e più forti che mai, il più delle volte delle professioniste ad altissimi livelli, purtroppo i loro punti deboli (che coincidono con la loro potenza narrativa) girano sempre intorno agli stessi temi: la loro vulnerabilità nei confronti degli uomini e la loro eccessiva emotività. Carrie Mathison, talentuosa agente della CIA in

, ad esempio, rappresenta l’estremo stereotipo misogino della donna sul posto di lavoro: irrazionale e isterica, non fa altro che prendere decisioni che mettono a repentaglio la sicurezza dell’intero paese per assecondare le sue "intuizioni", intuizioni il più delle volte illogiche o dettate dal desiderio per un uomo. I suoi colleghi maschi, razionali e preparati, si trovano continuamente nella posizione di doverla rimproverare, proteggere o salvare. Il suo amore per l’uomo sbagliato non solo è una costante minaccia alla sua stabilità mentale (inesistente) ma è incompatibile con il suo lavoro. Carrie si trova da subito a dover scegliere tra le due cose, come nei più vecchi archetipi della donna lavoratrice.

 



 

Olivia Pope, la super fixer di Washington in

, è diversa da Carrie. Nella sua agenzia di PR tutti sono alle sue ginocchia, è una donna di colore che si è fatta rispettare in uno dei contesti più cinici e spietati del paese. Comanda sempre lei, ad eccezione di quando si trova di fronte all’uomo che ama, il Presidente degli Stati Uniti, di cui è l’amante. Olivia è completamente vulnerabile quando si tratta di lui. Lui è il non-plus-ultra dell'“uomo sbagliato”: sposato, narcisista, prepotente, violento. Ci si chiede: ma nemmeno Olivia Pope riesce a farsi rispettare dal suo uomo? Perché deve essere proprio quello il suo punto debole? Per non parlare della povera MacKenzie di

. Introdotta come la più potente delle executive producer in TV, la sua competenza è costantemente messa in crisi dai suoi sentimenti per il misogino e aggressivo conduttore del suo programma, Will McAvoy. Il presupposto implicito che caratterizza la redazione di

è che le donne non lavorano se non per cercare l’amore. Si innamorano, soffrono e si inventano reportage in paesi lontani per dimenticare le loro delusioni. Mentre gli uomini del team pensano al lavoro, le donne pensano agli uomini. Quindi, se il problema principale dei grandi protagonisti maschili di dieci fa era in qualche modo la loro rabbia verso un mondo che gli chiedeva di cambiare, il problema principale di tutte queste donne è il loro amore sofferto verso uomini bianchi, macho, scontrosi, e incazzati proprio come Don Draper, Walter White, Tony Soprano, e Jimmy McNulty.

 



 

 



 

Se non fosse stato così dotato nel giocare al pallone Zlatan Ibrahimovic avrebbe fatto l’attore. L’erede di Dolph Lundgren, tipo. Fortunatamente tutti gli uomini tendono alla propria indole e Zlatan regala puro intrattenimento anche quando è in campo. Questi sono - secondo me - i cinque momenti migliori dello svedese durante il 2014.

 





Da abbinare a "Real muthaphukkin G’s - Eazy E”

https://www.youtube.com/watch?v=KZLgTPjqPns

 





Da abbinare a “Survival of the fittest - Mobb Deep”

https://www.youtube.com/watch?v=hIq4UTgqDAc

 





Da abbinare a “Street life - Scarface”

https://www.youtube.com/watch?v=h5DIOAn_iUI

 



https://www.youtube.com/watch?v=tcBHPg2VpL8

Da abbinare a “Big poppa - Notorious B.I.G.”

https://www.youtube.com/watch?v=phaJXp_zMYM

 



https://www.youtube.com/watch?v=Rx15r7py2Uw

Da abbinare a “Beware - Big Pun”

https://www.youtube.com/watch?v=su7WRrx5oBI

 

 



 



 

Quando si parla di statistiche spesso ci si concentra su numeri che esprimono l’efficacia di un giocatore riguardo a un dato fondamentale. Quella che trovate è invece una lista di giocatori, i cui numeri assumono un significato particolare, hic et nunc, perché sommati o messi in relazione altri dati. Solo il 2015 ci dirà se, oltre che promettenti, saranno decisivi a fine campionato, per ora non ci resta che tenerli d’occhio.

 


Se sei un difensore, giocare in una squadra che subisce gli attacchi degli avversari solitamente aumenta la possibilità di avere un alto numero di giocate difensive, ma questo ragazzo del 1994 è uno dei titolari di un Empoli che non sta facendo niente male finora. E’ alto quasi 1.90 e i centimetri li usa tutti quando salta di testa, primeggiando nei duelli aerei tra i giocatori di questo campionato (45). Se ci aggiungiamo le 149 palle recuperate sinora (secondo solo al compagno Tonelli fermo a 150), il difensore nato a Lucca è uno dei migliori prospetti da tenere d’occhio nella seconda fase del torneo.

 


A dispetto dei suoi trentacinque anni suonati, El Kaiser de Michoacan è ancora lì a lottare come un leone. Se le gambe si muovono troppo lentamente, lui prova a rispondere con senso della posizione e visione di gioco. Come numero di palle recuperate è complessivamente nono – ma primo tra i suoi – con 122, come passaggi chiave è invece primo tra i difensori con 39. All’attivo ha anche un third pass vincente (un passaggio prima dell'assist che poi ha portato a un gol). Considerando che è l’anno del mondiale è da vedere se reggerà sino alla fine, ma come si fa a non amarlo?

 


Il finlandese è un vero e proprio animale da riconquista palla, e più in generale eccelle in tutte le graduatorie in qualche modo associate all’aggressività. Il Chievo può infatti contare sul migliore del torneo nel recuperare palla nella metà campo avversaria (42) e sul secondo in A per duelli vinti totali (139). Hetemaj si butta su tutti i palloni e questo si riflette sull’alto numero di falli, sia fatti (48, secondo dietro Okaka), che, sorprendentemente, in quelli subiti (70, è il primo del campionato con 6 falli subiti in più di Cuadrado!). La sua irruenza si ripercuote però anche sulle palle perse nella metà campo difensiva (29), solo Vazquez del Palermo ha fatto peggio. Tuttavia è riuscito a contribuire a due goal clivensi con altrettanti third passes vincenti, un dato che se confermato nel prosieguo del torneo potrebbe denotare un suo miglioramento nella fase di gioco palla al piede.

https://www.youtube.com/watch?v=G9-idmRHQno



 


Se c’è una cosa che i dati sui third pass sottolineano è il che il contributo di un giocatore in fase offensiva non può essere valutato solo in termini di goal e assist. Possiamo dire che è un dato che rende giustizia a tutti quelli che tradizionalmente venivano tagliati fuori semplicemente perché giocavano in una posizione in campo troppo lontana dalla porta. E questo è il caso di Allan, che ti sorprende con quei 6 third pass, risultando primo tra i friulani in questa speciale graduatoria. Vederlo primeggiare nei contrasti non è una novità, con 157 infatti domina la classifica dei duelli vinti. Insomma, che il brasiliano fosse particolarmente bravo nel recuperare palla lo sapevamo (114, secondo tra i centrocampisti), ma pare non sia male nemmeno nel far ripartire i suoi dopo averlo fatto. E ancor di più, chi se lo aspettava nella top 10 dei dribbling riusciti (ottavo con 31), davanti a gente come Tevez e Mertens. Pazienza se poi è anche secondo per numero di dribbling subiti (23), un dato che testimonia come si produce in grandi sforzi in fase di riconquista palla, spesso finisca per pagare dazio venendo saltato.

https://www.youtube.com/watch?v=jZJTen5ez_A



 


Cambiare allenatori e moduli pare aver fatto bene al croato, che dalla sua ha sul passaporto la data dei mondiali americani. Puntare l’uomo non è mai stato un problema per lui, ora però lo salta più di ogni altro giocatore di Serie A (51). Tra i centrocampisti, è primo per duelli vinti nella metà campi avversaria (75), complessivamente terzo dietro a Okaka (77) e Menez (76). L’ex Dinamo Zagabria sì è anche sbloccato sotto porta: 4 goal segnati in campionato (più di quelli realizzati complessivamente nelle precedenti due stagioni), che sommati a 2 assist vincenti e 3 third pass vincenti fissano a 9 le reti passate per le sue giocate, il 36% delle marcature nerazzurre in questo campionato.

 


Da quando è alla Lazio, Antonio Candreva si è trasformato in uno dei giocatori più pericolosi del campionato. Non solo ha migliorato il suo rendimento sotto porta, è la sua capacità di creare occasioni a balzare agli occhi. Il nazionale azzurro è primo per assist recapitati ai compagni all’interno dell’area avversaria: 20 sui 22 totali. Quello che colpisce non è tanto che sia primo per assist vincenti (7), ma che questi siano state tutte palle decisive, indirizzate a un compagno che le ha trasformate in reti dall’interno del perimetro dei sedici metri. Con sole 13 parite disputate, il biancoceleste è di gran lunga il giocatore che ha effettuato più cross (75 contro i 60 di Dramé, secondo) e quello che è riuscito a raggiungere più volte un compagno con questo fondamentale (20). Giocare in posizione defilata di solito porta crossare molto, meno a concludere, ma Candreva non si fa problemi a provarci dalla distanza: è infatti primo per tiri da fuori area (26).

 


Il francese ha nella velocità, nella fantasia e nella tecnica i suoi punti di forza, doti che in carriera non sempre sono bastate per convincere i suoi detrattori. Grazie a una diversa posizione in campo – e forse anche un livello della Serie A livellato verso il basso rispetto a qualche anno fa – oggi è il miglior marcatore rossonero in campionato (8), secondo solo a Tevez tra i bomber della Penisola; ed è anche il milanista che tira più in porta (19, settimo in A). Ma il suo contributo in fase offendiva non finsce qui: con 5 third passes vincenti è il migliore del nostro campionato in questo fondamentale. I dati inoltre descrivono l’ex PSG come uno dei giocatori più insidiosi nell’uno contro uno (43 dribbling riusciti, solo Kovacic e Gervinho hanno fatto meglio) e l’attaccante con più duelli vinti all’attivo (114). Se allarghiamo il conteggio ai duelli vinti nella metà campo avversaria, solo Okaka (77) precede il francese (76), ma dalla sua il doriano ha il gioco aereo, non proprio il punto di forza del transalpino. Tuttavia c’è qualcosa in cui Menez può sicuramente migliorare, l’abitudine di regalare il pallone agli avversari quando può costare caro: 24 le sue palle perse nella metà campo difensiva, solo Dybala ha fatto peggio (26). Solo il 2015 ci dirà se il francese riuscirà a garantire al Milan quello che gli è sempre mancato, la continuità.

 


In fondo i numeri, quando applicati a un gioco che pare governato dalla casualità come il calcio, finiscono per assumere ancora più valore quando portano alla luce quello che non ti aspetti. Mirko Valdifiori è ad oggi uno dei migliori centrocampisti del torneo in corso, le sue statistiche le posizionano al vertice nel computo dei passaggi chiave (84, 12 in più del secondo Marchisio), degli assist totali (27) e degli assist in area di rigore (20). E’ invece secondo come numero di assist vincenti (5) e detiene il terzo valore complessivo per quanto riguarda i third pass (7). Il fatto di battere le palle inattive influisce in modo sostanziale nelle sue statistiche, ma gli va dato atto che gli riescono niente male. Unico neo le palle perse, con 162 è secondo solo a Vazquez tra i centrocampisti.

https://www.youtube.com/watch?v=LSU0T9AagEs



 


Che l’argentino abbia contribuito in modo decisivo all’attuale primato in classifica della Vecchia Signora è un dato evidente, basta guardare la classifica marcatori. Tuttavia quello che emerge dalle statistiche è che la partecipazione di Carlitos al gioco offensivo bianconero non è limitata alla fase realizzativa, infatti l’Apache risulta determinante anche in rifinitura. Tevez è stato capace di confezionare 5 assist vincenti finora, che sommati ai 3 third passes vincenti, portano a 8 le reti cui l’argentino ha partecipato senza segnare. Prendendo in considerazione la combinazione di questi due dati, nessuno ha fatto meglio di lui sinora.
L’ultima considerazione riguarda gli assist e i third pass totali (31), in quanto a occasioni create nessuno è stato capace di precedere Carlitos tra gli attaccanti di Serie A.
Se poi contiamo anche i goal (10), Tevez ha contribuito attivamente a 18 su 34 reti bianconere in questa Serie A (53%). La galoppata della Juventus alla conquista dello scudetto numero 31 pare più che mai legata al suo rendimento.

 



https://www.youtube.com/watch?v=QP8YWoLoGTI



 

Chiudo con Dybala. Forse è presto per dire che questo è l’anno della sua consacrazione, ma dobbiamo giudicare il ragazzo di Laguna Larga per i dati che abbiamo a disposizione ora c’è da aspettarsi un 2015 di gioie per i tifosi rosanero. L’argentino è a quota 7 goal, segnandone un altro eguaglierebbe quelli realizzati complessivamente nelle sue due precedenti stagioni tra A e B. Dybala però pare essere in stato di grazia perchè alla capacità di buttarla dentro aggiunge una serie di altre doti che lo collocano di diritto tra i migliori giocatori del torneo. Al suo bottino in fase realizzativa vanno aggiunti 5 assist vincenti e 2 third pass vincenti, numeri che portano a 14 su 26 le reti alle quali ha contribuito, il 64% delle marcature ottenute dai rosanero finora. E ancora, tra gli attaccanti è secondo al solo Perotti per cross riusciti (11 vs 10), è invece primo tra i pari ruolo per assist recapitati in area di rigore (16) e third pass totali (8).
Cosa si può chiedere come buon proposito per l’anno venturo a questo attaccante classe 1993? Una sola cosa, di perdere meno palloni nella metà campo difensiva, visto che per attualmente detiene questo triste primato tra gli attaccanti di Serie A (26).

 



 

 



 


Un libro di poesie che ho visto nella libreria di un amico e che mi sono fatto regalare in un modo un po’ forzato.



 


Ho letto questo libro a più riprese. L’ho portato in treno, l’ho letto quasi soltanto in treno. Sono stati viaggi molto belli, non solo per il libro, ma anche perché mi piace sempre di più viaggiare in treno.



 


Il viaggio in treno che ho fatto più volte quest’anno è stato Napoli-Milano. Prima è sempre stato Napoli-Roma. Sono nato a Napoli e ci ho vissuto per molti anni. Ho vissuto quasi dieci anni anche a Roma. Milano non la conosco bene, e infatti tutte le volte che sono andato a Milano avevo con me una mappa. La mappa di Milano mi ha fatto ricordare quanto è bello camminare con una mappa.



 


A Milano, in piazza Duomo, ho scoperto, prima che mi capitasse di vederlo a Roma e anche a Napoli, quello che considero il vero oggetto del 2014: il selfie stick. All’inizio, per quasi un minuto, non riuscivo a capire cosa fosse e perché un ambulante lo mostrasse ai passanti con tanto orgoglio. Poi, la rivelazione.



 


Non possedendo uno smart phone e nemmeno un cellulare che fa le foto, il selfie stick mi risulta completamente inutile, anche se l’oggetto continua a esercitare su di me un qualche tipo di fascino. Il mio cellulare è un Nokia 100. Anzi dovrei dire era, visto che si è rotto proprio ieri. Lo considero un oggetto discretamente bello. Sono convinto tra dieci o vent’anni farà tendenza, quel tipo di tendenza da modernariato, come la fanno oggi gli orologi Casio. Neanche questa volta comprerò uno smart phone.



 


E a proposito di modernariato, per Natale avrei voluto regalare ai gemelli un modellino (cioè due) di Bay Max, il co-protagonista di

, il meraviglioso film Disney di quest’anno che li ho accompagnati a vedere al cinema e che si rifà a una vecchia estetica robottiana. Ma Laura ha detto che sulla letterina per Babbo Natale avevano dettato Spiderman e Hulk, e che non posso sempre decidere io al posto loro e quindi ho dovuto rinunciare e il modellino resterà un oggetto che ho solo desiderato.



 


Ma a parte gli scherzi, prima di Natale mi è capitato di chiedermi se ci siano oggetti (e non onorificenze o status o stipendi) che desidero e sono piombato nel più totale vuoto. Mi è sembrata una cosa di una tristezza inaudita essere diventato una persona che non desidera oggetti, specialmente oggetti tecnologici. Alcuni la considerano una libertà, ma io mi sento preoccupato. E ho pensato che forse dovrei iniziare il 2015 con il buon proposito di desiderare qualcosa che si possa comprare.

 

 



 

Dal momento che la mia classifica della musica cade su di un sito in cui principalmente si parla di agonismo calcistico, ho deciso di strutturare la mia scelta come faccio quando creo le squadre a PES (scusate se è l’unico riferimento al mondo dello sport che sono in grado di fare). Ecco perché, dato che stiamo in un sito agonistico, ho messo in campo le 11 label italiane che preferisco, “contro” le 11 label del resto del mondo che secondo me quest’anno hanno spaccato.
Ovviamente la competizione è inesistente, dato che l’unica cosa che spero vinca sia la vostra voglia di acquistare dischi e di ascoltare buona musica.

 

1)

: La Long Island Electrical Systems è la label di Ron Morelli che il mio collega Birsa mi ha consigliato perché mi piace quella techno un po’ da femminucce che non è solo sbbaaaam ma ha anche un po’ di melodia.
Ascolti consigliati:

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2)

: è la label di Mike Paradinas alias µ-Ziq che da qalche anno è sinonimo di robe fighissime.
Ascolti consigliati: Mr. Mitch (Mr. Mitch – Parallel Memories), Ital (Ital – Endgame), Hieroglyphic Being (Album sconosciuto)

 

3)

: Label inglese con lo stemma, fondata da ΚΕΜΑΛ e popolata da suoni disturbanti, diametralmente opposti a quelli che mi sono stati consigliati perché più smussati e femminili. Qui si fa sul serio.
Ascolti consigliati:

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4)

: Quel cavallino ha più anni di me, ma le uscite R&S sono fresche come se i label manager fossero nati ieri. Quest’anno, lasciando stare gli LP, sono usciti almeno tre 12” che da soli basterebbero a reputare il 2014 un’ottima annata.
Ascolti consigliati: Paula Temple (Paula Temple – Deathvox), Lakker (Lakker – Containing a Thousand), Alma Construct (Alma Construct – Alma Construct EP)

 

5) Tri Angle: forse la label con le uscite più significative dell’anno, in passato ci aveva abituato a beat sognanti e avvolgenti, ma ora sembra aver leggermente virato verso suoni più decisi tipo quelli che vi elenco qui.
Ascolti consigliati: Vessel (Vessel – Punish, Honey), SD Laika (Sd Laika – That's Harakiri), Evian Christ (Evian Christ – Waterfall)

 

6)

: Label di Rob Booth, lo stesso che gestisce

, quindi un po’ deve saperne. Oltre ad aver tirato fuori il remix

, alcune sue uscite sono state talmente belle che ho pianto.
Ascolti consigliati: Throwing Snow (Throwing Snow – Mosaic), Call Super (Call Super – Suzi Ecto), Second Storey (Second Storey – Double Divide)

 

7)

: Non userò più il termine underground, ma The Trilogy Tapes è un crocevia da cui passano molti degli artisti che domani arriveranno ad essere universalmente riconosciuti come fighi. Quest’anno però TTT ha avuto l’onore di ospitare una release di Theo Parrish e immediatamente ha acquisito mille punti, ma solo da chi già non glieli aveva dati tutti.
Ascolti consigliati:

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8)

: Un’altra label che se la gioca a ottime uscite, tanto che scegliere una triade da consigliare è stata dura, è la PAN di Bill Kouligas, che quest’anno è nella mia top 3 etichette.
Ascolti consigliati: Afrikan Science (Afrikan Sciences – Circuitous), Objekt (Objekt – Flatland), Lee Gamble (Lee Gamble – Koch)

 

9)

: forse quest’anno la mia preferita.
Ascolti consigliati:

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,

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10)

: Scusate se non ho messo roba suonata da chitarre. Eccola.
Ascolti consigliati: Lust For Youth, Dream Police, Marissa Nadler (Marissa Nadler – July)

 

11)

: Un prodotto malato di Los Angeles e Delroy Edwards, questo contrasto lo rende interessantissimo.
Ascolti consigliati: Skander (Skander – Dirge),

,

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Per quanto riguarda la squadra italiana, invece abbiamo:

 

1)

: Non posso farci niente, sono fan di questa etichetta, per me la migliore italiana di quest’anno.
Ascolti consigliati:

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2)

: Label dei fratelli Mortellaro, Luca al comando, Ignazio alle grafiche, che portano un po’ di techno italiana e palermitana a Berlino, e da lì la diffondono da 5 anni.
Ascolti consigliati:

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3)

: Il catalizzatore di buona musica, quasi sempre in free download. A Bad Panda ci sono affezionata come a un amico che non mi delude mai.
Ascolti consigliati:

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4)

: La Bosconi di Fabio Della Torre sta a Fiesole e io amo tutte le produzioni di quest’etichetta, incluso l’olio.
Ascolti consigliati:

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5)

: Puristi del vinile e della cassetta, tutti quelli che fanno gli indie perché hanno un soundcloud dovrebbero guardare alle uscite di questa label e tapparsi la bocca col cemento.
Ascolti consigliati:

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6)

: label italiana ma di sede berlinese / londinese. Ho passato qualche giorno al mare con uno dei due gestori dell’etichetta, John Swing, e ho visto come lavora e lo rispetto tantissimissimo.
Ascolti consigliati:

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