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3 aspetti in cui è migliorata la Lazio
18 mar 2019
18 mar 2019
Come è migliorato il gioco della Lazio con la scelta di Simone Inzaghi di far giocare insieme Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Correa.
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Foto di Marco Rosi / Getty Images
(foto) Foto di Marco Rosi / Getty Images
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Simone Inzaghi allena la Lazio da tre anni e si è imposto tra i migliori tecnici del campionato soprattutto per la sua capacità di modellare il talento a disposizione, e in particolare quello offensivo. Alla sua prima vera stagione con la Lazio, la 2016/17, aveva costruito una squadra che amava attaccare in transizione ed era capace di risalire il campo in pochi secondi grazie alle conduzioni di Felipe Anderson e Keita e al senso per la profondità di Ciro Immobile. L’anno scorso l’inserimento di Luis Alberto aveva reso più palleggiata la risalita del campo, creando a sinistra un lato privilegiato in cui far avanzare la manovra con le posizioni fluide e gli scambi tra lo spagnolo e Milinkovic-Savic. Con 89 gol, 29 dei quali segnati dal capocannoniere Immobile, la Lazio aveva chiuso col miglior attacco del campionato. Quest’anno Simone Inzaghi ha invece avuto più problemi a dare un'organizzazione coerente al talento e quindi a tirare fuori il meglio dai suoi giocatori più forti. In campionato, dopo 27 partite la Lazio ha segnato 23 gol in meno rispetto a un anno fa, un dato che inquadra bene il calo di rendimento accusato in questa stagione, in parte riassorbito di recente, tanto che oggi i biancocelesti hanno ancora la possibilità di rientrare nella lotta per la Champions League, attualmente distante 6 punti ma con una partita da recuperare. Forse mantenersi ai livelli dello scorso campionato era impossibile ma la squadra di Simone Inzaghi è peggiorata ben oltre le attese e fa ancora fatica a finalizzare quanto creato. Lo squilibrio tra Expected Goals e reti fatte è evidente: al momento la Lazio ha segnato appena 35 gol (escludendo rigori e autogol) pur avendo prodotto 43,6 xG, la quinta miglior prestazione del campionato. A calare sono state innanzitutto le prestazioni dei giocatori più importanti per la produzione offensiva della scorsa stagione: Luis Alberto e Milinkovic-Savic sono meno efficaci pur avendo mantenuto un volume di tiri e occasioni create simili a un anno fa, la media gol di Immobile è ancora piuttosto alta (0,6 gol per 90 minuti) ma è scesa rispetto allo scorso campionato, in cui faceva registrare un gol per 90 minuti. A mitigare in parte le difficoltà di Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Immobile ad avvicinarsi ai livelli toccati un anno fa ci ha pensato Correa, entrato stabilmente in squadra a dicembre dopo mesi in cui era stato essenzialmente utilizzato per cambiare la partita uscendo dalla panchina. Il trequartista argentino ha reso più brillante il gioco della Lazio, ha arricchito le possibilità di creare occasioni e ora sembra fondamentale, soprattutto perché Simone Inzaghi ha trovato un modo per inserirlo senza rinunciare a Luis Alberto e Milinkovic-Savic, con questi ultimi due che giocano da mezzali con Correa di fianco a Immobile in attacco. I tre hanno giocato insieme le ultime partite del 2018, contro il Cagliari, il Bologna e il Torino (due vittorie e un pareggio per 1-1 con i granata), poi sono stati riproposti contro la Juventus, una delle migliori partite stagionali della Lazio nonostante la sconfitta per 2-1, e infine, dopo alcuni problemi fisici che hanno colpito sia Luis Alberto che Milinkovic-Savic, nelle ultime tre gare giocate, il derby vinto 3-0, il pareggio per 1-1 contro la Fiorentina e la netta vittoria per 4-1 contro il Parma. Con due mezzali offensive come Luis Alberto e Milinkovic-Savic, più portate a orchestrare la manovra in zone avanzate e a inserirsi in area che a dare equilibrio, Simone Inzaghi ha accettato il rischio di allungare la squadra e di perdere stabilità, lasciando Leiva a coprire molto campo, soprattutto nelle transizioni difensive, pur di alzare il potenziale offensivo sfruttando le connessioni tra le due mezzali e Correa. La Lazio non ha cambiato modo di giocare per prevenire i possibili squilibri di uno schieramento con due mezzali più portate ad attaccare che a difendere. Non punta a controllare di più la palla e nemmeno pressa in alto in modo più continuo per riconquistare prima il possesso, ma difende con aggressività anche quando aspetta in zone intermedie e quando recupera la palla ha più possibilità di risalire il campo con brillantezza. La ricerca delle connessioni tra Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Correa non ha trasformato l’identità della Lazio, che resta una squadra verticale e preferisce attaccare soprattutto in transizione, ma ha permesso a queste idee di svilupparsi in modo più compiuto, soprattutto per tre motivi.

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