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Fondamentali: Lazio-Juventus 1-1
09 nov 2020
09 nov 2020
Il solito gol di Caicedo negli ultimi minuti ha pareggiato una partita equilibrata.
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Foto di Marco Rosi / Getty Images
(foto) Foto di Marco Rosi / Getty Images
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Fino al minuto 94, Felipe Caicedo aveva combinato poco o nulla nei quaranta minuti passati in campo, dopo essere subentrato a Muriqi al minuto 54. Nessun tiro, nessun dribbling, nessuna occasione creata, appena 4 passaggi riusciti su 7. Come si dice in questi casi, "non era entrato in partita": era intervenuto poco nelle azioni e non aveva avuto nemmeno un’occasione per cambiare il risultato, che vedeva la Lazio in svantaggio per 1-0. Anche il particolare contesto degli ultimi secondi non sembrava potergli offrire un’altra opportunità per allungare la serie assurda di gol decisivi segnati poco prima del fischio finale.A quindici secondi dalla fine la Lazio ha conquistato un fallo laterale insperato, grazie a un errore banale di Dybala, che ha controllato male la palla sulla destra, vicino alla linea laterale, e l’ha fatta uscire. L’argentino non aveva avversari attorno e avrebbe potuto facilmente portare la palla nella metà campo della Lazio, facendo probabilmente finire la partita. Invece sbaglia in modo goffo il primo tocco col destro, calciandosi il pallone sulla gamba sinistra, e regala una rimessa laterale, dando così alla squadra di Simone Inzaghi un’ultima occasione per pareggiare.

Un momento decisivo: Dybala può avanzare e tenere la palla lontano dall’area della Juventus negli ultimi secondi, ma controlla male e concede una rimessa laterale.

L’errore di Dybala è il primo dettaglio che gira dalla parte sbagliata per la Juve nei secondi finali. Anche se devono difendersi vicino all’area, i bianconeri hanno il tempo per recuperare le posizioni e, dato che si tratta di una rimessa laterale, in teoria anche il vantaggio di vedere e seguire comodamente i movimenti degli avversari che si smarcano per ricevere la palla. Invece Correa riesce a ricevere con una certa libertà vicino alla linea laterale, e ha il tempo di girarsi per puntare Bentancur.Ancora una volta, comunque, non sembra una situazione particolarmente vantaggiosa per la Lazio. Correa ha davanti Bentancur e vicino a lui c’è anche Cuadrado, pronto ad aiutare con un raddoppio il compagno che sta per essere puntato. In area, poi, la Juve è in superiorità numerica.

Correa sta per dribblare Bentancur, Caicedo non è in area e forse nemmeno immagina che il compagno riesca a far passare la palla in quella situazione.

In uno spazio strettissimo, Correa riesce a superare Bentancur con un tunnel e si lascia alle spalle anche Cuadrado. Appena entrato in area, però, deve fare i conti con il contrasto di Rabiot, che sembra togliergli la palla.

Il trequartista argentino riesce invece a superare anche questo ostacolo, vince il rimpallo e poi protegge la palla mettendosi davanti a Demiral, prima di appoggiarla a Caicedo con un passaggio leggermente all’indietro.Anche se la giocata eccezionale di Correa crea l’opportunità che aspettava da quando era entrato in campo, per segnare Caicedo dovrebbe comunque inventarsi una conclusione tutt’altro che banale. Dopo il primo tocco ha le spalle alla porta e uno spazio ridotto per girarsi, anche se comunque Bonucci non gli è abbastanza vicino da toccarlo e sporcargli il movimento. Caicedo riesce quindi a fare una giravolta e, calciando con il destro, a mettere il pallone alle spalle di Szczesny.

Caicedo riceve con le spalle alla porta ma trova comunque il modo per segnare.

È stato il quinto gol segnato da Caicedo oltre il novantesimo minuto nelle ultime due stagioni, in una partita che sembrava in controllo della Juve fino a quando, a partire dall’errore di Dybala a quindici secondi dalla fine, una serie di dettagli girati dalla parte sbagliata hanno dato a Caicedo l’occasione di trovare il gol del pareggio. A mancare,secondo Andrea Pirlo, è stata la capacità di gestire il possesso negli ultimi minuti: «Abbiamo fatto una bella partita, non ci avevano mai tirato in porta. Ma i campionati e le partite si vincono curando il minimo dettaglio e stavolta non siamo riusciti a gestire palla negli ultimi dieci minuti».In effetti la Juve si è trovata per lunghi tratti a difendere bassa vicino alla sua area, specie nel secondo tempo, quando il dato del possesso palla è stato del 40%. Forse si è trattato una scelta indirizzata dal gol di vantaggio, ma anche nel primo tempo, quando ha passato più tempo con il pallone rispetto alla Lazio, anche se di poco, la squadra di Pirlo non ha disdegnato fasi di attesa nella sua metà campo, per poi trovare ampi spazi da attaccare una volta recuperato il possesso.Mettendo sul piatto i pericoli creati e le occasioni concesse, l’idea di tenere basso il baricentro e di giocare più in verticale del solito ha raggiunto il suo scopo. La Juve aveva diversi giocatori abili in conduzione, come Morata, Rabiot e Kulusevski, e appoggiandosi alle loro iniziative non ha avuto difficoltà a risalire velocemente il campo dopo aver recuperato la palla. Al minuto 43 Cristiano Ronaldo ha colpito il palo dopo un contropiede innescato da una conduzione di Morata in campo aperto. Al minuto 58 un’altra conduzione dell’attaccante spagnolo, iniziata a centrocampo dopo un anticipo di Rabiot una decina di metri fuori dall’area, ha creato i presupposti per la conclusione del centrocampista francese, in diagonale dal lato sinistro dell’area biancoceleste, l’unico tiro in porta della Juve nel secondo tempo.

La squadra di Pirlo ha calciato meno ma prevale nel conto degli xG, grazie soprattutto al gol segnato da Cristiano Ronaldo, l’occasione migliore della partita.

In generale gli attacchi veloci in transizione hanno creato diverse situazioni pericolose, che non sempre si sono concluse con un tiro, e difendendosi vicino all’area la Juve ha ridotto la pericolosità della Lazio, restringendo gli spazi in cui far circolare la palla. Prima del gol di Caicedo, i biancocelesti avevano avuto una sola grande occasione, un colpo di testa di Marusic al minuto 81 su un cross dalla trequarti destra di Milinkovic-Savic.Per tutta la partita la Lazio ha insistito sull’idea di sorprendere il blocco difensivo della Juve con cambi di gioco o cross per trovare l’uomo libero sul lato opposto, nello spazio che si veniva a creare quando lo schieramento bianconero scivolava verso la zona della palla. All’inizio la squadra di Simone Inzaghi ha più volte utilizzato il cambio di gioco in costruzione, per conquistare velocemente metri e trovare l’esterno libero. Quando invece ha iniziato a raggiungere agevolmente la trequarti palleggiando, la Lazio ha cercato di rifinire con cross indirizzati sul lato debole, a trovare un esterno o un inserimento di Milinkovic-Savic. Oltre all’occasione avuta da Marusic al minuto 81, la Lazio aveva costruito una situazione molto pericolosa nel primo tempo, al minuto 21, quando un cross dalla trequarti sinistra di Radu ha raggiunto Milinkovic-Savic dietro Danilo. Con un colpo di testa, il centrocampista serbo ha provato a servire Muriqi, che però, a un passo dalla porta, non è riuscito a deviare il pallone. [gallery columns="7" ids="62786,62785"]

Milinkovic-Savic arriva per primo sul cross di Radu ma il suo passaggio non trova la deviazione di Muriqi.

Quando costruivano l’azione, sia per la Juve che per la Lazio è stato più semplice avanzare palleggiando sul lato sinistro del loro schieramento. Prevedibilmente a indirizzare il possesso biancoceleste a sinistra è stato il ritorno di Luis Alberto nell’undici titolare. Per farsi trovare libero e gestire la prima costruzione, lo spagnolo si abbassava nella zona davanti a Kulusevski, mentre i compagni attorno creavano linee di passaggio con rotazioni e sovraccarichi, in particolare con il movimento ad aprirsi di Correa.In fase difensiva Morata aveva il compito di seguire Cataldi ma la flessibilità dello schieramento permetteva alla Lazio di avere sempre un appoggio libero per far uscire la palla da dietro, anche se il suo mediano non riusciva a smarcarsi. Nel caso qui sotto Acerbi, dalla sua posizione al centro della difesa, si stacca in avanti, Radu porta avanti la palla mentre Luis Alberto si muove in verticale e impegna Bentancur, che si abbassa per oscurare la linea di passaggio, e Milinkovic-Savic, da mezzala destra, si porta sulla fascia opposta per ricevere la palla.

Nella Juve era invece Danilo, con i suoi movimenti, a orientare il primo possesso dalla sua parte. Della linea difensiva a tre che la squadra di Pirlo forma abitualmente in fase di impostazione, Danilo era il più incline a muoversi per farsi trovare come uomo libero, in ampiezza o dietro la prima linea della Lazio. [gallery columns="6" ids="62789,62788"]

Nel primo caso Danilo si sposta al centro, nel secondo si apre a sinistra mentre Rabiot prende il suo posto nella linea difensiva.

Più avanti sul campo, il possesso a sinistra poteva contare sui movimenti di Rabiot, che lasciava a Bentancur il presidio dello spazio davanti alla difesa per alzarsi a ricevere all’interno dello schieramento della Lazio, e sugli scambi di posizione tra Frabotta e Cristiano Ronaldo, frequenti soprattutto nel primo tempo.La Juve riusciva a palleggiare con disinvoltura soprattutto a sinistra, ma il gol lo aveva trovato con un’azione costruita e rifinita sulla fascia opposta. Da quella parte lo schieramento bianconero era meno flessibile, e a far avanzare la manovra erano innanzitutto i dribbling di Cuadrado e i suoi passaggi in diagonale a cercare Kulusevski nel corridoio interno.Nel sistema flessibile su cui ha puntato Pirlo fin dall’inizio della stagione, che prevede che lo schieramento cambi con particolari rotazioni a seconda delle fasi di gioco, l’esterno colombiano ha un ruolo delicato. In fase di non possesso deve abbassarsi a destra a chiudere la linea difensiva a quattro, in quella offensiva non si limita a dare una soluzione per uscire dal pressing con un dribbling o un passaggio in diagonale, ma è molto presente anche in zone avanzate, e tagliando dietro le difese si fa trova spesso a rifinire dal lato corto dell’area.L’azione che ha portato al gol di Cristiano Ronaldo è una sintesi della sua importanza a diverse altezze del campo. Prima infatti Cuadrado fa saltare il pressing della Lazio con due dribbling, il primo su Luis Alberto, che era uscito lateralmente a pressarlo, e il secondo su Fares. Poi, dopo aver portato la palla sulla trequarti, è sempre lui a rifinire dal lato corto dell’area, facendosi trovare alla sinistra di Radu. [gallery columns="6" ids="62791,62790"]

Nella prima immagine Cuadrado inizia l’azione saltando Luis Alberto, nella seconda la rifinisce crossando per Cristiano Ronaldo.

È stato il primo assist di Cuadrado in campionato, dopo quello simile per Morata in Champions League contro il Ferencváros, ma il colombiano avrebbe potuto averne qualcuno in più, dato che per una strana coincidenza è stato quasi sempre lui a dare l’ultimo passaggio in occasione dei tantigol annullati a Morata in questo inizio di stagione. Per i compiti che gli sono stati assegnati in fase di possesso, Cuadrado è un riferimento creativo determinante: dopo Kulusevski, che ha creato finora 11 occasioni in Serie A, l’esterno colombiano è, insieme a Morata, il giocatore della Juve che ha messo più volte un compagno in condizione di tirare in porta (10).Anche lui però, contro la Lazio, avrebbe potuto fare qualcosa in più nell’ultima azione, quando il suo raddoppio non ha evitato che Correa entrasse in area. È stato uno dei dettagli che girando dal lato sbagliato per la Juve hanno determinato il pareggio, dopo una partita in cui i bianconeri hanno rinunciato alle idee dichiarate da Pirlo, che più volte ha detto di volere una squadra che domini il possesso, brillante quando palleggia e abile a recuperare velocemente la palla. La Juve è stata piuttosto lontana da quell’ideale, ma difendendosi vicino all’area e attaccando in velocità in spazi ampi era stata la squadra migliore in campo. Fino al minuto 94 almeno, quando Correa ha creato un’opportunità con una magia in una situazione innocua e Caicedo si è ritrovato ancora una volta al posto giusto per cambiare una partita che sembrava ormai finita.

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