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Lazio e Atalanta a un passo dall'Europa
07 mag 2018
07 mag 2018
Nella sfida dell'Olimpico le squadre di Inzaghi e Gasperini hanno dato vita a un pareggio divertente ed equilibrato, e ora si giocano la qualificazione in Europa con gli scontri diretti.
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Foto di Paolo Bruno / Getty Images
(foto) Foto di Paolo Bruno / Getty Images
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Lo scontro tra filosofie così differenti come quelle di Lazio e Atalanta aveva regalato all’andata una delle partite più belle del campionato. Un girone dopo, tutte e due le squadre attraversano un ottimo momento di forma e, assenze a parte (a Simone Inzaghi mancavano Immobile, Parolo e Radu, l’Atalanta doveva fare a meno di Spinazzola, Caldara e Petagna), c’erano le premesse per un’altra sfida di alto livello.Il sistema di marcature di Gasperini ha dettato il contestoA dettare le condizioni è stato innanzitutto l’aggressivo sistema di marcature a uomo previsto da Gian Piero Gasperini, che ha rinunciato alla superiorità numerica in difesa puntando su dei duelli individuali a tutto campo. L’allenatore nerazzurro ha insomma scelto la versione più ambiziosa del suo modello difensivo, rinunciando alla protezione offerta dall’uomo in più in difesa, non solo per controllare meglio il centravanti avversario, ma anche per coprire eventuali errori in pressione dei compagni più avanzati.Per quanto codificato, il sistema di marcature era abbastanza flessibile da adattarsi allo schieramento della Lazio e ai movimenti dei suoi giocatori offensivi. Per dominare i duelli individuali, infatti, non è importante soltanto marcare con precisione secondo le consegne dell’allenatore, ma anche leggere velocemente le situazioni e reagire di conseguenza: anche lo stile difensivo apparentemente rigido dell’Atalanta in realtà prevede accorgimenti mirati a limitare i punti di forza avversari.Contro la costruzione bassa della Lazio, l’obiettivo era impedire le verticalizzazioni di de Vrij, il difensore della Lazio più abile a tagliare le linee a inizio azione, specie in assenza di Radu, che con le sue conduzioni sul centro-sinistra è un altro riferimento chiave per portare avanti la palla. De Vrij veniva quindi marcato da Barrow, scelto come centravanti titolare per la quarta volte nelle ultime cinque giornate, mentre Gómez e Cristante, che avevano come riferimenti gli altri due difensori della Lazio, Luiz Felipe e Cáceres, restavano a distanza, lasciando ricevere il pallone agli avversari prima di uscire in pressione.Come al solito, la Lazio ha preferito costruire l’azione sul suo lato forte, quello sinistro, dove sperava di conservare il pallone per il tempo necessario a verticalizzare immediatamente dietro la difesa dell’Atalanta, puntando sugli spazi lasciati dalle uscite dei tre difensori centrali. Tolói, Palomino e Masiello si sono divisi le marcature dei tre giocatori offensivi della Lazio, Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Caicedo, seguendo i loro movimenti anche molto lontano dalle proprie zone di competenza. Dopo poco più di un minuto la strategia dell’Atalanta ha creato i presupposti per il gol di Barrow. La Lazio sta provando ad avanzare a sinistra, i nerazzurri scalano in avanti e Tolói sale oltre il centrocampo per marcare Milinkovic-Savic. Il pressing è innescato dal passaggio di Lulic verso il serbo: i giocatori dell’Atalanta lasciano i propri avversari di riferimento e si concentrano sulla palla per recuperarla, un meccanismo codificato che descrive la complessità dello stile difensivo atalantino oltre la semplice scelta di marcare a uomo.Anche se la giocata decisiva è la pressione di Tolói su Milinkovic-Savic, la palla viene recuperata da Cristante, che si era alzato su Cáceres e poi era tornato indietro in aiuto ai compagni. Tornata in possesso del pallone, l’Atalanta ha così in zona un numero sufficiente di giocatori per conservare il possesso e ripartire. O meglio, lo avrebbe nelle intenzioni, perché la Lazio accetta per tutto il primo tempo il livello di intensità dell’Atalanta e circonda de Roon, al quale si era appoggiato Tolói, con tre giocatori. L’olandese riesce in qualche modo a conservare la palla e a quel punto la ripartenza si sviluppa in superiorità numerica: Cáceres e de Vrij esitano e fanno avanzare de Roon, Barrow approfitta del posizionamento di de Vrij per smarcarsi alle sue spalle e dopo aver regalato una linea di passaggio facile a de Roon segna l’1-0 con un bel controllo d’esterno e un tiro pulito sul palo più vicino.

Il pressing sulla costruzione bassa della Lazio crea i presupposti per la ripartenza in superiorità numerica.

Le partite di Milinkovic e Cristante La strategia della Lazio per battere l’intensità dell’Atalanta prevedeva uno sviluppo molto verticale che iniziando dalle fasce (soprattutto quella sinistra) puntasse subito allo spazio dietro i difensori atalantini, con gli unici momenti di gestione affidati alle ricezioni di Milinkovic-Savic e Luis Alberto, i più tecnici e quindi ovvi riferimenti cui appoggiarsi per conservare il possesso e dare il tempo ai compagni di alzarsi. La loro libertà di movimento doveva togliere riferimenti ai difensori dell’Atalanta, un aspetto fondamentale contro i sistemi che prevedono marcature a uomo. Anche quando non ricevevano la palla, i loro movimenti attiravano fuori posizione i difensori avversari, creando spazi per le giocate dei compagni.Nell’azione che porta all’1-1 sono proprio loro due i protagonisti: Milinkovic-Savic si muove da sinistra a destra seguito a distanza da Tolói e offre una linea di passaggio pulita in verticale a Luiz Felipe. Guadagnato il tempo e lo spazio per manovrare nella metà campo dell’Atalanta, Milinkovic-Savic si appoggia a Marusic e, scambiando la palla col compagno, prepara la fase di rifinitura. Luis Alberto scatta dietro Masiello, Milinkovic-Savic lo trova con un lancio preciso, lo spagnolo controlla e poi crossa nell’area piccola verso Caicedo, che deve solo spingere il pallone in porta.Saltata la marcatura iniziale su Milinkovic-Savic, il sistema dell’Atalanta non è riuscito a trovare un rimedio per impedire alla Lazio di avanzare: la conferma di quanto siano ambiziosi e delicati i meccanismi difensivi atalantini e di quanto sia complicato mantenere la concentrazione e l’intensità necessaria a controllare individualmente giocatori del livello di Milinkovic-Savic e Luis Alberto, bravo anche lui a smarcarsi aggirando la marcatura di Masiello.

L’1-1 inizia con il movimento di Milinkovic-Savic a fornire un’uscita in verticale a Luiz Felipe e finisce con lo scatto di Luis Alberto dietro Masiello.

La complessità dello scontro tra Gasperini e Simone Inzaghi, oltre che dalla strategia generale, si può cogliere da dettagli come la posizione e i compiti affidati a Cristante e Milinkovic-Savic. Gli allenatori di Lazio e Atalanta sono all’avanguardia per il modo in cui le loro squadre occupano i corridoi offensivi e i ruoli fluidi assegnati a chi si muove tra le linee, e lo hanno dimostrato soprattutto con le consegne date a Cristante e Milinkovic-Savic.Cristante completava il tridente d’attacco con Gómez e Barrow, ma non aveva un ruolo preciso e si muoveva nel mezzo spazio tra Leiva e Cáceres, svolgendo piuttosto la funzione di uomo libero su cui i compagni potevano appoggiarsi dopo aver recuperato la palla. L’Atalanta ha attaccato più dal suo lato, quello destro, che da quello di Gómez, una tendenza accentuata dopo l’ingresso di Ilicic nel secondo tempo.

Cristante si muove in mezzo a Lulic, Leiva e Cáceres fornendo una linea di passaggio pulita per avanzare.

In fase difensiva, invece, Cristante si posizionava sulla verticale di Cáceres, ma a una certa distanza per essere pronto sia ad alzarsi in pressione sul difensore uruguaiano che ad abbassarsi per aiutare i compagni, fornendo un raddoppio a Castagne contro Lulic o controllando personalmente l’avversario che si muoveva nelle sue zone.In maniera analoga a Cristante, ma con un raggio d’azione più ampio, anche Milinkovic-Savic era l’uomo libero che doveva sottrarsi alle marcature previste da Gasperini quando la Lazio costruiva l’azione. In fase difensiva, poi, si alzava sulla linea di Luis Alberto per uscire su Tolói, o in alternativa restava comunque più in alto rispetto a Murgia sul lato opposto per controllare de Roon.

In questo caso Milinkovic-Savic si muove proprio dietro Cristante e attira Tolói. Anche senza toccare palla incide sulla manovra creando lo spazio per il lancio di Lulic sullo scatto di Caicedo.

Sia Cristante che Milinkovic-Savic hanno avuto un ruolo fondamentale per far avanzare le rispettive squadre, con le loro posizioni ibride ed essendo i riferimenti privilegiati quando le due squadre preferivano alzare il pallone invece che costruire da dietro. Entrambi hanno vinto 6 duelli aerei (record della partita) e sono stati protagonisti di alcuni dei duelli più frequenti della partita (secondo i dati di Wyscout): Cristante contro Cáceres e Lulic, Milinkovic-Savic contro Tolói e Palomino. Tutti e due hanno poi finito per giocare da centravanti nel secondo tempo, a conferma della loro duttilità: Milinkovic-Savic in pianta stabile dopo che Simone Inzaghi aveva tolto Caicedo, Cristante occupando lo spazio al centro dell’attacco quando Ilicic si abbassava o si allargava per facilitare la manovra.I cambi che hanno cambiato la partitaTra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo sono stati proprio due cambi di Simone Inzaghi e Gasperini a cambiare il contesto. L’infortunio di Luis Alberto (problema alla coscia, potrebbe saltare le ultime partite della stagione) ha obbligato il tecnico biancoceleste a mandare in campo Felipe Anderson. La Lazio ha perso qualcosa nel palleggio e nell’imprevedibilità data dagli scambi di posizione tra lo spagnolo e Milinkovic-Savic, ma ha immediatamente guadagnato una scorciatoia per battere le marcature a uomo dell’Atalanta: i dribbling di Felipe Anderson. A fine partita ne completerà 6 sui 9 tentati, più di chiunque altro. Forse è anche per allungare il campo al brasiliano, oltre che per lo sforzo fisico fatto per giocare a un’intensità paragonabile a quella dell’Atalanta, che Simone Inzaghi ha scelto di difendersi più basso e in maniera più statica nel secondo tempo. La pericolosità derivante dai suoi dribbling è però rimasta più che altro nelle intenzioni: Felipe Anderson non ha creato nessuna occasione e ha tirato una sola volta.

La fase difensiva della Lazio nel secondo tempo. Simone Inzaghi punta a ostruire il palleggio sulla catena sinistra dell’Atalanta avvicinando Murgia a Marusic; Milinkovic-Savic resta nella zona di de Roon, mentre Lulic, come sempre quando l’Atalanta manovrava sulla fascia opposta, si stringe vicino a Cristante.

Ben altro impatto ha avuto invece Ilicic, entrato al posto di Barrow all’inizio del secondo tempo. La sensibilità tecnica di Ilicic ha contribuito al grande secondo tempo dell’Atalanta, che ha approfittato della maggiore passività della Lazio per dominare il possesso: dopo l’equilibrio del primo tempo, la squadra di Gasperini ha sfiorato il 65% di possesso palla nella ripresa. I suoi scambi di posizione con Cristante e la sua tecnica nello stretto hanno sbilanciato la costruzione della manovra a destra, hanno dato continuità al possesso anche nelle situazioni di maggiore pressione e aumentato in maniera considerevole la pericolosità dell’Atalanta nella trequarti avversaria. In meno di 45 minuti Ilicic ha tirato 3 volte, creato 4 occasioni (tra cui quelle clamorose di Freuler, il cui tiro è stato respinto da una grande parata di Strakosha, e di Gosens, stoppato da un salvataggio di Bastos) e completato 4 dribbling.

Il dominio dell’Atalanta, soprattutto nel secondo tempo, è descritto bene dal conto degli Expected Goals.

La sfida tra due delle squadre più raffinate del campionato dal punto di vista tattico, anche se con filosofie così diverse tra loro, non ha deluso le aspettative. All’andata, pur attraversando momenti di grande difficoltà, la Lazio era stata capace di ribattere colpo su colpo e alla fine era riuscita a rimontare, dopo essere stata in svantaggio prima per 2-0 e poi per 3-2. Stavolta ha retto per un tempo, poi nel secondo, quando la differenza con l’Atalanta è sembrata molto evidente, si è affidata alle parate di Strakosha e agli errori dei giocatori dell’Atalanta per mantenere il pareggio. Considerate le assenze e l’andamento della partita, il punto può comunque far contento Simone Inzaghi. Per la sua squadra e per quella di Gasperini la qualificazione in Europa passerà da due scontri diretti: contro l’Inter all’ultima giornata per la Lazio, contro il Milan nel prossimo turno per l’Atalanta.

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