
PIAZZAMENTO DELLO SCORSO ANNO: 7°
CHI IN PIU': Danilo Cataldi, Matteo Cancellieri;
CHI IN MENO: Loum Tchaouna;
UNA STATISTICA INTERESSANTE DELLA SCORSA STAGIONE: nessuna squadra ha segnato quanto la Lazio grazie ai subentrati. I gol in campionato arrivati dalla panchina sono stati 21, sette in più del Milan secondo. Un dato fortemente condizionato dall’annata di Pedro, autore di nove di quelle reti, sei delle quali hanno portato punti. I biancocelesti sono stati anche la squadra con più gol segnati tra il 76’ e il 90’ (15) e dopo il 90’ (7).

Un anno fa, con lo strappo di Igor Tudor e l’arrivo di Marco Baroni, in aggiunta agli addii di Luis Alberto, Felipe Anderson e Ciro Immobile, per la Lazio cominciava un anno zero all’insegna di una rivoluzione che si preannunciava difficile, vista le partenze. Il tecnico toscano ha invece avuto il merito di tenere la squadra a livelli persino più alti del valore complessivo della rosa, generando entusiasmo con una eccellente fase campionato in Europa League, chiusa al primo posto, e una metà iniziale di stagione in cui la Lazio è parsa in grado di poter competere per la zona Champions.
Con il crollo della condizione fisica e una campagna acquisti di gennaio ridotta all’osso, i nodi sono venuti al pettine: la squadra, passata a fatica col Viktoria Plzen, si è poi schiantata in maniera drammatica contro il Bodo Glimt a un passo dalla semifinale di Europa League, mentre in campionato, in volata, è sfumato persino l’obiettivo di un posto in Conference, di recente denigrato ancora una volta dal patron Lotito («È una competizione a cui non aspiriamo», ha detto). Nel girone di ritorno, l’unica vittoria casalinga è stata quella contro il Monza.
Dopo l’addio di Baroni, il ritorno di Maurizio Sarri sembrava una dichiarazione ambiziosa al campionato, che ha però ben presto fatto i conti con la realtà. Il mercato è bloccato a causa della violazione di tre parametri: non solo l’indice di liquidità, da anni un problema per una proprietà che ha fatto della non volontà di immettere capitali in cassa la propria bandiera («Se decido di fare acquisti ricapitalizzo, ma non avrebbe senso perché la Lazio non ha necessità di capitali, né problemi di giocatori», ancora Lotito, stavolta in un’intervista al Messaggero a fine giugno), ma anche quelli relativi a indebitamento e costo del lavoro allargato (lo abbiamo spiegato più approfonditamente qui). La rosa sarà quindi la stessa pensata per Baroni, ma con un tecnico dalle idee diametralmente opposte.
I PUNTI DI FORZA DELLA LAZIO
Nell’ultima stagione, i momenti migliori della Lazio di Baroni sono stati quelli segnati da un’aggressività altissima, a costo di concedere qualcosa in fase difensiva. Non era una squadra capace di palleggiare, ma abilissima nell’alzare la pressione e cercare di arrivare in tempi rapidi alla conclusione.
Sfruttando soprattutto i primi quattro mesi di Nuno Tavares e i movimenti delle due punte Castellanos e Dia, Baroni ha messo in piedi un sistema improntato sull’attacco diretto della profondità e sui cross: se nella stagione 2023/24 la Lazio era stata la quartultima squadra del torneo per cross effettuati e la peggiore per numero di cross riusciti, come raccontava Fabio Barcellona un anno fa, nell’annata con Baroni è stata quella con il numero più alto di cross tentati e la quarta per cross riusciti, portando sempre molti uomini ad attaccare l’area di rigore.
Con il ritorno di Sarri, la squadra sembra già aver recepito il cambio di impostazione. Nelle due amichevoli di rilievo di questa estate, quelle giocate in Turchia contro Fenerbahçe (soprattutto) e Galatasaray, la Lazio ha già accettato larghi brani di partita con un blocco basso. Nei momenti in cui ha provato ad alzare la pressione sulla prima costruzione degli avversari, lo ha fatto, come da tradizione sarriana, chiedendo un grandissimo sforzo alle due mezze ali, chiamate ad allinearsi al centravanti in maniera alternata sui centrali avversari.
Il Galatasaray gira palla da destra a sinistra con i centrali. Non appena la palla arriva a Bardakci, Guendouzi parte in pressione mentre Dele-Bashiru, inizialmente predisposto per andare in aggressione su Sanchez, assorbe il movimento del compagno scalando al fianco di Rovella.
I segnali peggiori sono arrivati senza dubbio dalla gara con il Fenerbahçe, in cui la Lazio non è mai stata in controllo della partita pur subendo gol soltanto a causa di una clamorosa sbavatura di Guendouzi in impostazione bassa.
Nel primo tempo con il Galatasaray, invece, si sono viste decisamente le cose migliori, sfruttando anche la tendenza dei turchi ad alzare molto la linea difensiva: i movimenti a venire incontro di Castellanos e la capacità di Cancellieri e Zaccagni di attaccare lo spazio senza palla hanno messo in enorme difficoltà i turchi. L’azione della rete del momentaneo 1-2 di Zaccagni è il frammento più incoraggiante del precampionato laziale, anche se aiutata da un abbozzo di pressing del Gala abbastanza pasticciato.
Dalle prime indicazioni, sembra lecito immaginare una squadra accorta, mentalmente proiettata a ridurre notevolmente i rischi in fase di non possesso (nell’ultima stagione la Lazio ha avuto la peggior difesa delle prime nove in classifica con 49 gol subiti) grazie al solito lavoro maniacale di Sarri sulla linea difensiva. Resta da capire da chi sarà composto il quartetto titolare: viene difficile immaginare che il tecnico rinunci a Gila e Tavares, mentre a destra saranno in tre a lottare per una maglia (Marusic, il pretoriano Hysaj e Lazzari) e al fianco dello spagnolo sarebbero in crescita le quotazioni di Provstgaard, anche se questo vorrebbe dire ridurre notevolmente il peso di Romagnoli all’interno della rosa. Inoltre, nell’annata del secondo posto, proprio il difensore romano era stato tra i migliori. Guendouzi e Rovella appaiono inamovibili così come Zaccagni e Castellanos. E a giocare a favore della Lazio c’è il fatto di poter preparare una sola partita a settimana, visto il mancato piazzamento nelle coppe europee.
I PUNTI DEBOLI
Come accennato proprio da Sarri in conferenza stampa, è una Lazio che sotto il profilo della qualità pura sembra lontana da quelli che sono gli standard del tecnico. Anche per questo sembra difficile immaginare una squadra fortemente improntata sul fraseggio stretto, considerando che il mercato non potrà modificare nulla almeno fino a gennaio (nella migliore delle ipotesi). L’incognita più grande riguarda la terza maglia a centrocampo: la carta di identità inizia a essere spietata con Vecino, classe 1991 e reduce da una stagione particolarmente tribolata in termini di infortuni; Dele-Bashiru è stato provato come mezz’ala sinistra ma al momento non sembra tatticamente pronto; rimane da capire cosa ne sarà di Belahyane, sul quale il tecnico sta lavorando proprio come intermedio. Sul tavolo sarebbe spuntata anche l’ipotesi di vedere Rovella come mezz’ala, potendo contare sul ritorno alla base di Danilo Cataldi, che proprio con Sarri ha fatto vedere le cose migliori in carriera.
Non è un caso che negli ultimi giorni siano emerse persino delle voci su un possibile ritorno al 4-2-3-1 caro a Baroni: un modulo che Sarri conosce benissimo fin dagli albori della sua carriera ma che di fatto non ha mai adottato da quando è arrivato in Serie A, passando dal 4-3-1-2 di Empoli al 4-3-3 che lo ha consacrato tra Napoli, Juventus e Lazio. Se già nell’ultima versione di Sarri, con Luis Alberto e Felipe Anderson in rosa, la Lazio era parsa estremamente compassata e sterile in fase di possesso, il rischio è che questa tendenza venga ulteriormente acuita da una squadra il cui livello qualitativo non sembra di primissimo livello.
Nella sfida con il Galatasaray, la Lazio ha rimesso in mostra un problema caratteristico dell’ultimo periodo sarriano: il gol subito su scarico dal fondo. È uno dei rischi di una squadra che nei momenti di difficoltà tende a schiacciarsi in maniera pericolosa fino in area piccola, lasciando così enorme margine di conclusione dal limite dell’area.
La rete subita da Torreira ha anche riaperto l’annoso dibattito su chi debba essere il portiere titolare. Dopo la strepitosa stagione che ha portato al secondo posto, Provedel ha visto il livello delle proprie prestazioni scivolare settimana dopo settimana, fino ad arrivare ai picchi negativi della scorsa stagione con Baroni che nel finale si è arreso all’evidenza lanciando Mandas titolare. Sarri potrebbe però puntare su Provedel anche per la sua abilità nei rilanci sul medio e sul lungo, anche se la scelta non è ancora compiuta: Mandas è partito dal 1’ nel secondo match della mini-tournée turca, Provedel nel primo. Qualunque sia la decisione, l’impressione è che quello del portiere possa essere un delicato tema ricorrente della stagione.
Pellegrini viene saltato troppo facilmente e per il Galatasaray si apre una prateria sulla fascia destra. Al momento del primo scarico dal fondo, la Lazio ha otto uomini più Provedel in area. Belahyane prova l’uscita disperata ma viene punito da un extra-pass che libera Torreira in posizione di sparo. Nel frattempo, anche Pedro e Dia sono arrivati in zona palla, ma è tardi.
Se la fascia sinistra di difesa, infortuni permettendo, sembra saldamente in mano a Tavares, tutto da risolvere è il rebus sulla corsia opposta. La società ha deciso di rinunciare all’opzione Floriani Mussolini, che affronterà la prima stagione in A alla Cremonese, mantenendo il blocco dei tre veterani Marusic, Hysaj e Lazzari. Con il mercato aperto, sarebbe stato probabilmente uno dei primi ruoli da ritoccare, invece Sarri dovrà fare i conti con tre profili il cui meglio sembra ampiamente alle spalle ed è anzi da qui che potrebbe uscire uno dei tagli che la Lazio dovrà compiere per tornare in equilibrio in termini di lista per il campionato.
MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
La possibilità di preparare una partita a settimana consente a Sarri di rimanere agganciato al treno Champions per i primi quattro mesi di stagione. La società rientra parzialmente nei parametri previsti per il mercato di gennaio e questo consente a Lotito e Fabiani di operare a saldo zero: la cessione di Noslin al PSV Eindhoven porta un tesoretto con cui si dà l’assalto a una mezz’ala di qualità e il posto dell’ex Verona viene assorbito numericamente da Insigne, che torna agli ordini di Sarri dopo l’esperienza al Napoli e segna cinque gol da subentrato tra gennaio e maggio. La Lazio termina al sesto posto e ritorna in Europa League grazie alla Coppa Italia vinta dall’Inter, che rientrando nelle prime quattro in campionato di fatto libera un posto.
PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
Le clausole di Rovella e Guendouzi sono scadute da tempo, ma il 31 agosto arriva un’offerta dell’Al Qadsiah per il francese di 65 milioni e Lotito, nonostante il mercato bloccato, decide di accettare. Sarri si ritrova a dover inserire Basic nelle rotazioni di centrocampo per via dei ripetuti problemi fisici di Vecino e dell’inadeguatezza tattica di Dele-Bashiru, l’alternanza tra i pali tra Provedel e Mandas genera più confusione che altro, a gennaio la squadra è lontanissima dalla zona europea e non viene dato il via libera per operare sul mercato. La contestazione esplode in tutta la sua forza dopo Cremonese-Lazio di inizio maggio (1-0, gol di testa di Floriani Mussolini su svarione difensivo di Hysaj, schierato ormai stabilmente a sinistra per i problemi muscolari di Tavares), con la Lazio ancorata al dodicesimo posto in classifica e all’orizzonte, alla penultima giornata, il derby che può dare alla Roma l’aritmetica certezza del posto in Champions League. A fine campionato, Sarri si dimette rilasciando un’intervista di fuoco ad Alfredo Pedullà: al suo posto, per la stagione 2026/27, arriva Sebastiano Siviglia.
CHI PRENDERE AL FANTACALCIO
La rosa della Lazio non è cambiata ed è quindi inutile tornare ad elencare nomi noti. Parliamo di possibili sorprese, cioè, di possibili acquisti a uno. Nella prima esperienza con Sarri, Matteo Cancellieri era stato a lungo provato come possibile alternativa a Ciro Immobile. Alla lunga, però, il tecnico aveva rinunciato all’esperimento, preferendo come falso nove lo spostamento di Felipe Anderson. Tornato alla base dopo due anni in prestito tra Empoli e Parma, Cancellieri sembrerebbe aver sfruttato alla perfezione la mononucleosi che ha colpito Gustav Isaksen, che di fatto non ha svolto la preparazione estiva, ed è lecito pensare che almeno inizialmente possa essere lui il titolare in attacco sulla fascia destra. Nonostante i progressi del danese nell’ultima stagione, il bottino realizzativo non è stato molto diverso (tre gol per Cancellieri a Parma, quattro in campionato per Isaksen) e il romano ha un anno in meno. Occhio alle gerarchie: mentre tutti continuano a guardare il danese, magari Cancellieri potrebbe venire via a poco.
LA SORPRESA
Un altro che nel precampionato sembrerebbe aver convinto Sarri è Oliver Provstgaard, oggetto misterioso con Baroni e provato spesso al fianco di Mario Gila dal nuovo allenatore, con cui forma una coppia decisamente complementare anche a livello fisico. Il fatto che sia stato sempre provato come centrale di sinistra fa pensare che possa diventare l’alternativa a Romagnoli. Facilitato dall’assenza di Patric per i soliti problemi fisici, si è tolto in fretta dalla “corsa contro il taglio” che rende ancora incerti i due nomi che Sarri dovrà depennare per ragioni di lista e al momento sembra essere il primo cambio in difesa. Ma Romagnoli, nel corso dell’estate, ha giocato sempre in coppia con Marusic, mai con Gila: il sorpasso potrebbe essere già avvenuto.