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Luca Donina
Lacameyang
18 ott 2018
18 ott 2018
Alexandre Lacazette e Pierre-Erick Aubameyang sono la nuova coppia d'oro della Premier League.
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Luca Donina
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Il 5 luglio 2017, alla vigilia dell’ennesima stagione della rinascita per l’Arsenal, Wenger annunciava l’acquisto di Alexandre Lacazette per la cifra record di 53 milioni di euro. Il francese, a lungo corteggiato dall’allenatore alsaziano, arrivava a Londra con la promessa di creare un attacco atomico in coppia con Alexis Sanchez e di colmare il vuoto tecnico mai davvero riempito dopo la partenza di Robin van Persie.

 

Il 31 gennaio 2018 – all’ultimo giorno disponibile di una sessione di mercato che aveva visto tra le altre cose una trade stile NBA con lo United nello scambio tra Sanchez e Mkhitaryan – Wenger batteva il suo precedente record di spesa, comprando dal Borussia Dortmund Pierre-Emerick Aubameyang, in un triangolo che coinvolgeva anche il Chelsea, con il passaggio di Batshuayi in Germania e quello di Giroud a Stamford Bridge.

 

L’Arsenal ha poi concluso l’anno a suo modo, perdendo la doppia sfida in semifinale di Europa League contro l’Atletico Madrid, arrivando sesto in campionato e salutando Wenger. Aubameyang e Lacazette però hanno chiuso la stagione con 24 gol e 8 assist in totale, mettendo in mostra un affiatamento e un’intesa che sembrava gettare le basi per un brillante futuro insieme.

 

Una prospettiva confermata in questo inizio di stagione, dove i due - dopo un inizio complicato per tutta la squadra - hanno cominciato a mettere a ferro e fuoco le difese di Premier. Nelle ultime 7 partite in cui sono partiti insieme hanno messo insieme 14 gol e 5 assist. L’intesa dentro al campo si riflette anche fuori, dove Lacazette e Aubameyang stanno dando vita a una delle bromance più riprese sui social.

 

In ogni intervista i due hanno confermato di essere innanzitutto grandi amici, e che questo li aiuta quando poi si trovano a giocare insieme: «Sai quando devi fare una determinata corsa, oppure un’altra. Quando lui viene incontro e io devo andare lungo, e così via» ha dichiarato Aubameyang. Negli allenamenti vengono spesso ritratti vicini e sorridenti, e nelle esultanze per i gol si cercano sempre a vicenda e per primi. La loro stretta di mano è già diventata una gif di culto.

 




 

Il modo in cui i rapporti fuori dal campo aiutano quelli in campo è un tema tra i più interessanti e dei meno esplorati nel calcio, anche perché è impossibile quantificare l’influenza di una dimensione sull’altra. Nell’ultima partita, contro l’Everton, sono andati entrambi in gol. Lacazette con un tiro a giro sotto l’incrocio dei pali, dopo un preciso primo controllo in area di rigore; Aubameyang concludendo una transizione dopo un colpo di tacco di Ramsey. Qualcuno sta scomodando paragoni importanti con altre coppie offensive. Jermaine Defoe li ha paragonati ai leggendari “Calipso Boys” - Dwight Yorke ad Andy Cole - mentre i tifosi sognano possano ripetere i fasti della coppia “gunners”

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Bisogna sottolineare che, anche presi individualmente, Lacazette e Aubameyang sono due tra gli attaccanti più prolifici in Europa negli ultimi anni. Il primo ha segnato più di 150 gol con il Lione in tutte le competizioni andando sempre sopra le venti reti nelle ultime tre stagioni in Francia (27, 21 e 28 gol). Aubameyang ha trovato la porta in 141 occasioni su 213 partite giocate col Borussia Dortmund. Se è vero che entrambi segnano con facilità, bisogna dire che il modo in cui arrivano al gol è diametralmente opposto.

 

Lacazette è una punta associativa, aiutata nel gioco spalle alla porta da una forza sulle gambe che gli permette di resistere bene ai contrasti. È bravo nel cucire il gioco sulla trequarti ed è freddo sotto porta, dove usare un vasto repertorio di conclusioni. Aubameyang è più alto e filiforme (187 cm). Si esprime al meglio in velocità e negli spazi, quando la squadra gioca in transizione. Non è sempre freddo sotto porta (ogni anno è tra i pochi attaccanti di alto livello in underperformance per quanto riguarda gli

, cioè segna meno di quanto potrebbe) ma la sua capacità di muoversi in profondità e alle spalle della difesa lo porta ad avere sempre molte occasioni.

 


All’interno dell’attacco fluido di Wenger, Lacazette si allarga a destra e Aubameyang si accentra, lasciando un tre contro tre in mezzo all’area. Da quella posizione, senza la pressione della difesa del West Ham, il francese segna con un gran tiro.


 

Pur avendo caratteristiche fisiche e tecniche diverse, entrambi amano giocare in posizione di prima punta e vicino alla porta avversaria, con però un’interpretazione molto dinamica del ruolo, continui movimenti in appoggio al centrocampo. Nel corso della loro carriera sono stati entrambi schierati anche larghi sugli esterni, sia di un attacco a tre sia di un trio di trequartisti, in una soluzione che si sta presentando anche all’Arsenal nel 4-2-3-1 di Emery.

 

A causa di un infortunio occorso a Lacazette e dell’impossibilità di Aubameyang di essere schierato in Europa League, avendola già disputata con la maglia del Borussia, i due all’inizio hanno giocato poco insieme. È stato Aubameyang a interpretare il ruolo di punta centrale nel 4-2-3-1 o 4-3-3.

 

A parte una ventina di minuti a inizio febbraio nel finale di gara contro l’Everton, bisogna aspettare altri due mesi per vederli di nuovo in campo insieme, nella mezzora finale contro lo Stoke (una gara importante, che si sblocca proprio dopo l’entrata di Lacazette, con Aubameyang che segna una doppietta e che poi cede al francese il pallone per il rigore del tre a zero) e poi nei venti minuti finali contro il Southampton.

 

Il primo match insieme dal primo minuto è arrivato solo alla metà del mese di aprile, contro il Newcastle, con Aubameyang largo a sinistra e Lacazette come punta centrale: gli bastano 14 minuti per trovarsi, con il primo che assiste il gol del secondo. L’asse si ripete anche la domenica successiva contro il West Ham, con Aubameyang che entra al 70’ e assiste di nuovo il francese.

 


Contro il Newcastle, Aubameyang attacca lo spazio in profondità e mette un cross quasi alla cieca verso il centro dell’area, come “sentisse” la presenza di Lacazette, che arriva e segna.


 

Giocheranno poi insieme altre due volte, contro il Burnley (Aubameyang due gol e un assist, Lacazette un gol e un assist per Aubameyang) e contro l’Huddersfield (un gol per Aubameyang), mostrando affiatamento in campo e traendo forza uno dall’altro. Alla fine, i due chiuderanno la stagione con dei numeri simili, nonostante la differenza nelle presenze: per Aubameyang 1058 minuti giocati, 10 gol e 4 assist, con 2.6 tiri a partita, 1.1 occasioni create e 27.0 passaggi, per Lacazette 2212 minuti giocati, 14 gol e 4 assist, con 2.8 tiri a partita, 1.5 occasioni create e 29.4 passaggi.

 


Contro il Burnley, Lacazette restituisce il favore concludendo quasi senza guardare in area e trovando la deviazione di Aubameyang al centro.


 

Al suo arrivo a Londra, Emery era stato chiarissimo, dichiarando che puntava a costruire la squadra attorno a due figure chiave: Ramsey e Aubameyang. L’attaccante gabonese è finora partito titolare in tutte e sette le partite disputate, giocando quattro volte da prima punta e tre da esterno a sinistra, cedendo il posto al centro dell’attacco proprio al collega francese.

 

L’Arsenal di Emery è ancora in evoluzione. Il tecnico non ha ancora trovato una formazione tipo da schierare. Sono però ben definiti il modulo, avendo finora sempre utilizzato il 4-2-3-1 (

, e i principi di gioco, con una forte ricerca del possesso e una costruzione che parte dal basso palla a terra. La prima preoccupazione del nuovo Arsenal riguarda il controllo del pallone, e per questo le maggiori responsabilità ricadono sui giocatori più tecnici: Xhaka, Guendouzi e Ramsey.

 




 

Amichevoli escluse, in cui la sperimentazione era ai massimi, Emery ha iniziato la stagione schierando Aubameyang come punta centrale e inserendo Lacazette soltanto nel secondo tempo (nelle sconfitte contro Manchester City e Chelsea e nella vittoria contro il West Ham). L’ex Dortmund era parso nel complesso poco brillante, soprattutto sotto porta (otto tiri e zero gol), sbagliando da due passi almeno un paio di occasioni clamorose nella sfida contro il Chelsea. Contro il Cardiff, finalmente, li ha fatti partire insieme dal primo minuto (Lacazette prima punta e Aubameyang largo a sinistra): vittoria, entrambi a segno, e Lacazette che assiste Aubameyang in occasione del primo gol. 



 


Nel complesso, dallo scorso gennaio i due hanno iniziato insieme soltanto otto volte, ma in queste otto partite la squadra ha raccolto sette successi e una sconfitta. Nelle restanti tredici partite, in cui quindi non sono partiti titolari entrambi dal primo minuto, le vittorie sono sei e le sconfitte sette. Ricapitolando: l’88% di vittorie con loro due in campo, il 46% senza i due dal primo minuto.


 

Per quanto siano semplici numeri, per altro su un campione relativamente ridotto di gare e contro avversari di diverso livello, è evidente l’impatto che i due hanno quando possono giocare insieme. L’idea magari nasce da un ragionamento to elementare – schierare due attaccanti forti mi rende più pericoloso – ma finisce per avere dei risvolti strutturali.

 

L’Arsenal è una squadra estremamente tecnica, che negli elementi offensivi (come Özil, Mkhitaryan, o Ramsey) si esprime al meglio quando riesce a giocare un calcio veloce e di fraseggio. In questo contesto, sia Lacazette che Aubameyang riescono a integrarsi come punte centrali, con tanto movimento incontro per contribuire alla circolazione della palla e liberare spazi dietro e successivamente attaccare l’area.

 


Ultima partita della scorsa stagione, in trasferta ad Huddersfield. Lacazette si fa incontro per dialogare nel breve con Mkhitaryan, servendo poi Ramsey sulla corsia di sinistra, il quale mette un cross raccolto al centro dell’area da Aubameyang.


 

Quando i due sono in campo insieme, per necessità Aubameyang viene spostato sul lato sinistro del campo, lasciando a Lacazette la corsia centrale. Una situazione che non lo disturba: «Non mi dispiace giocare a sinistra se Laca è al centro. Entrambi vogliamo il meglio per la squadra».

 

Rispetto agli altri giocatori offensivi, Aubameyang ha una mentalità più diretta e offensiva, ed è questa la grossa differenza: non si limita ad aspettare la palla sui piedi (come fa spessissimo Özil e come faceva Sanchez) per poi accentrarsi, ma attacca direttamente l’uomo e la profondità in accelerazione, detta i tempi del passaggio e tiene sempre sollecitata la difesa.

 


Sempre contro il Cardiff, la contemporanea presenza dei due permette una migliore occupazione dell’area di rigore. Qui Lacazette mostra tutta la sua qualità di punta, chiamando il passaggio a Torreira e segnando poi di potenza, mentre al centro Aubameyang tiene impegnati due uomini.


 

Essendo però Aubameyang una prima punta, anche quando viene schierato largo, la sua interpretazione è sempre finalizzata al gol. Per questo spesso lo si vede venire dentro ed affiancarsi a Lacazette, lasciandolo meno isolato contro la difesa avversaria ed aumentando la soglia di pericolo, oltre che la presenza dentro l’area. Un’interpretazione del ruolo che si sposa bene con un attaccante centrale come Lacazette che ama venire incontro per giocare con i compagni, e che si sposa bene in un calcio in cui i gol arrivano sempre più dagli attaccanti esterni che dalla coppia centrale.

 

L’Arsenal è ora alla nona vittoria consecutiva, coppe comprese, e il futuro, dopo tanto tempo, sembra un po’ più eccitante. Erano anni che i “Gunners” non potevano vantare una coppia del talento di Lacazette e Aubameyang, capace di fare la differenza anche in un campionato iper-competitivo come la Premier League. Siamo solo agli inizi ma il futuro sembra dalla loro parte.

 

 

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