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Daniele V. Morrone
La tecnica prima di tutto, o della stagione di David Silva
28 mar 2018
28 mar 2018
David Silva ha 32 anni e sta dando un contributo fondamentale alla stagione del Manchester City.
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Daniele V. Morrone
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“Non basta avere la palla, bisogna sapere cosa fare con essa” Johan Cruyff


 



 



 





 

La posizione di mezzala gli permette di sfruttare a pieno il suo talento, oltretutto in una fase di carriera che per forza di cose è fisicamente declinante. Così non solo il City ha un giocatore capace di far girare velocemente la palla a terra, ma anche di resistere alla pressione avversaria grazie alle sue abilità in dribbling, cosa che permette alla squadra di Guardiola di passare per vie centrali anche contro squadre che cercano di indirizzarla verso le fasce.

 



 



 



 






 



La soluzione migliore per fermarlo - forse l’unica disponibile per le squadre avversarie - è il fallo non appena riceve palla: a Silva vengono fischiati infatti 1.6 falli ogni 90 minuti, un numero inferiore solo a Sterling e Bernardo Silva, che però sono esterni con il compito di puntare sempre l’avversario.

 





 



 



 



 





 

Silva ha imparato a continuare la corsa e a segnare nei pressi dell’area piccola, accompagnando l’azione con la creazione di triangoli con l’esterno (il più delle volte Sané) e utilizzando poi un terzo uomo (il più delle volte De Bruyne) per avere il tempo di tagliare e ricevere vicino alla porta.

 



 



 





 

Un esempio recente di David Silva che va a segnare dopo aver contribuito a costruire l’azione sul lato forte è il gol contro l’Arsenal del 3-0 del primo marzo, che inizia con Silva che viene a prendersi il pallone nel mezzo spazio di sinistra servito da Danilo.

 

Con il controllo supera già il contrasto dell’avversario e si sposta in conduzione sulla sinistra, nello spazio liberato da Sané che prosegue la corsa internamente. Dopo pochi metri Silva sfrutta una pausa per permettere a Sané di sovrapporsi sull'esterno e lo serve sulla fascia. Con Sané che sale, Silva lo accompagna e sfrutta poi il cross basso del tedesco per Agüero per inserirsi in area e ricevere palla dall’attaccante. Controlla il pallone con il destro così da sistemarselo per calciare con il sinistro nei pressi dell’area piccola.

 



 

Mentre tutta l’azione si sviluppa sulla fascia destra, David Silva è dalla parte opposta che segue il tutto, aspettando il momento adatto per muoversi in verticale e scattare fino all’area di rigore.

 

Gli avversari guardando il pallone e nessuno lo segue. Solo il terzino destro avversario, Moritz Bauer, si accorge del suo movimento e prova con una diagonale ad intercettare il cross di Sterling. Ma è troppo tardi: la corsa verticale di Silva è perfetta nel tempismo e gli permette di calciare il pallone di prima all’altezza del dischetto, per quello che è di fatto un rigore in movimento.

 



 



 





 



 

L’essersi inserito così bene all’interno del Manchester City, poi, finisce per farlo sparire ancora di più, e anche il suo miglioramento più vistoso in questa stagione (l’efficacia sotto porta) nasce più dalla preparazione tattica al tiro che da un suo effettivo miglioramento tecnico in questo fondamentale.

 



 



 





 




 



 



 



 

Da piccolo funambolo canario, a Valencia è stato inserito in un contesto di gioco da club professionistico di prima fascia: parliamo del Valencia che nello stesso periodo vince due volta La Liga e arriva due volte in finale di Champions League, una squadra con ambizioni enormi, tanto da lanciare la costruzione di uno stadio nuovo per segnare la nuova epoca da terza grande di Spagna.

 



 



 



 



 



 

 

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