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Flavio Fusi
La scarpa d'oro UU 2016/17
29 giu 2017
29 giu 2017
I 5 migliori goleador europei, calcolati seguendo un modello alternativo a quello ufficiale.
(di)
Flavio Fusi
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Alla fine di ogni stagione, il miglior cannoniere in Europa viene premiato con la Scarpa d’Oro. Il punteggio viene calcolato considerando il numero di gol segnati e il coefficiente del rispettivo campionato d’appartenenza. Oggi viene assegnato un coefficiente di difficoltà di 2,0 ai primi cinque campionati nella classifica dei coefficienti UEFA, di 1,5 ai campionati dalla sesta alla ventiduesima posizione, di 1 a tutti gli altri.

 

I campionati che attualmente hanno un coefficiente di 2,0 sono la Liga, la Premier League, la Bundesliga, la Serie A e la Primeira Liga. La Ligue 1 è invece sesta ed è quindi il primo campionato a coefficiente 1,5.

 il vincitore è stato Lionel Messi, autore di 37 gol nella Liga per un totale di 74 punti, che ha portato così a quattro il numero di riconoscimenti di questo tipo nella sua personale bacheca.

 


La classifica finale della Scarpa d’Oro UEFA 2016/2017 (da Wikipedia).




 

Il regolamento della scarpa d’oro continua a convincermi poco, soprattutto per l’arbitrarietà dei coefficienti (sempre il solito problema: la Primeira Liga è davvero meno competitiva della Ligue 1?). Dopo

dello scorso anno, anche nella stagione 2016/17 l’Ultimo Uomo ha assegnato la sua personale Scarpa d’Oro, seguendo però criteri diversi da quelli adottati dalla UEFA. Lo scorso anno abbiamo normalizzato le prestazioni dei calciatori coinvolti nei sei maggiori campionati europei (Liga, Premier League, Bundesliga, Serie A, Primeira Liga, Ligue 1) per 90 minuti, in modo da non favorire chi ha giocato di più, pur mantenendo un limite minimo di 1800 minuti giocati per concorrere al premio. Inoltre, ai fini del calcolo del punteggio, non abbiamo considerato i rigori, che vengono convertiti con una percentuale di successo di poco superiore al 75% indipendentemente dal campionato preso in esame.

 

Passiamo quindi alla presentazione dei cinque migliori goleador del calcio europeo.

 

 



 

Gol per 90 minuti (senza rigori): 0,98
Tiri per 90 minuti: 5,69
Tasso di conversione (senza rigori): 18,0%

 



 

Contrariamente a quanto accaduto nella scorsa stagione, quando la Scarpa d’oro di UU ribaltò i risultati di quella assegnata dalla UEFA, quest’anno anche il nostro vincitore coincide con il quello ufficiale. Lionel Messi è il miglior marcatore in Europa con una media, senza rigori, di 0,98 reti ogni 90 minuti.

 

Con il gol segnato al Real Madrid, valso la vittoria nel Clásico, il numero 10 blaugrana ha raggiunto quota 500 reti con la maglia del Barcellona: ormai Messi ci ha abituato a concludere la stagione segnando (almeno) un gol a partita, tanto che il 2016/2017 dell’argentino può essere tranquillamente considerato una stagione “normale”, almeno per i suoi standard. Dal 2009/10, “la Pulga” ha segnato 294 reti (255 senza rigori) in 273 partite di Liga, ovvero, togliendo dal computo i tiri dagli 11 metri, 0,99 gol ogni 90 minuti.

 

Messi ha portato a casa il premio anche grazie al secondo volume di tiro più grande in Europa: solo il suo eterno rivale Cristiano Ronaldo, con 5,73 conclusioni ogni 90 minuti, ha fatto meglio dei suoi 5,69 tiri di media (mai aveva tirato così tanto in carriera). Rispetto agli altri quattro attaccanti in classifica, l’argentino è quello che ha inquadrato la porta con meno frequenza (43,0%), ma d’altronde è anche quello che ha tirato più volte da fuori con in media 2,38 conclusioni ogni 90 minuti partite da oltre 16 metri.

 

Il tasso di conversione del 18,0% sembra suggerire che Messi non sia andato poi tanto oltre le aspettative (di solito si tende a considerare un dato del 14,0% “normale” per attaccante), ma secondo il modello di expected goals sviluppato da Alfredo Giacobbe, Messi ha sviluppato 0,66 xG per 90, a fronte di 0,98 gol senza rigori: un livello di “over-performance” considerevole (+48,4% di efficienza), se non fosse che stiamo parlando di un cinque volte Pallone d’Oro, capace di andare oltre ogni aspettativa durante tutto l’arco della sua carriera.

 

 



 

Gol per 90 minuti (senza rigori): 0,94
Tiri per 90 minuti: 3,75
Tasso di conversione (senza rigori): 26,9%

 



 

Grazie alla sua miglior stagione in carriera dal punto di vista realizzativo, Pierre-Emerick Aubameyang ha conquistato il secondo gradino del podio, segnando 0,94 gol senza rigori ogni 90 minuti. Nonostante il Dortmund non sia riuscito ad andare oltre il terzo posto in classifica Aubameyang ha conquistato il titolo di capocannoniere della Bundesliga con 31 gol complessivi.

 

Il gabonese ha tirato meno di Messi (3,75 tiri per 90, anche meno del suo 2015/2016), ma la differenza sta tutta nel minor numero di conclusioni da fuori area che l’attaccante del Dortmund ha effettuato durante la stagione. Se ci limitiamo ai soli tiri da dentro l’area, sia Messi che Aubameyang si assestano su 3,30 tiri per 90.

 

Colpisce la precisione con cui la punta 27enne ha inquadrato la porta, visto che il 56,0% dei suoi tiri è finito nello specchio, il dato migliore nella nostra top-5. Questa sua precisione dipende principalmente dalle sapienti scelti di tiro di Aubameyang, che non ha solo limitato i tiri da fuori, ma che è riuscito a scagliare la maggior parte delle sue conclusioni dalla zona centrale dell’area di rigore.

 

L’efficiente selezione di tiro del gabonese gli ha permesso di convertire le sue occasioni ad un vertiginoso ritmo del 26,9%, ma gli expected goals dimostrano come la sua non sia stata una stagione particolarmente anomala: 29 reti senza rigori a fronte di 26,1 xG è un ritmo perfettamente sostenibile per un attaccante del livello di Aubameyang.

 

 



 

Gol per 90 minuti (senza rigori): 0,912
Tiri per 90 minuti: 5,19
Tasso di conversione (senza rigori): 17,9%

 



 

Rispetto al premio della UEFA, Dries Mertens fa un balzo di cinque posizioni in classifica. Partito come 12.esimo uomo del Napoli, Sarri lo ha reinventato centravanti in seguito all’infortunio di Milik e il belga ha ripagato la fiducia del suo allenatore giocando ad altissimo livello e soprattutto segnando 28 gol in campionato, di cui due su rigore.

 

Fino a questa stagione, il suo record di reti in Serie A era appena di 11. Lo spostamento al centro dell’attacco e la conseguente titolarità, gli hanno permesso di battere praticamente ogni suo record personale: con 5,19 tiri, 2,23 tiri in porta e soprattutto 0,912 gol senza rigori ogni 90 minuti, questa è stata ovviamente la miglior stagione della carriera di Mertens.

 

In Serie A solo Dzeko ha tirato più del 30enne del Napoli (5,24 per 90 e 0,82 gol senza rigori per 90) ed infatti è stato il bosniaco della Roma a conquistare il titolo di capocannoniere del campionato italiano, anche grazie ai quasi 500 minuti giocati in più rispetto all’ex giocatore del PSV Eindhoven.

 

Il tasso di conversione di Mertens, relativamente basso per un giocatore da quasi 30 gol (17,9%) è sicuramente influenzato dal gran numero di conclusioni da fuori (59 tiri, ma solo 4 reti), ma se si considerano unicamente le conclusioni in area sia immediatamente idea della straordinarietà della stagione del belga: 22 gol in area di rigore su 85 tiri, cioè più di un gol ogni quattro tiri presi all’interno degli ultimi 16 metri (25,9%).

 

D’altronde anche gli expected goals sottolineano come la sua stagione sia andata oltre le aspettative: con 0,72 xG per 90,

ha convertito le sue occasioni con un’efficienza del +26,6%. Vedremo se, a patto che continui a giocare da centravanti, riuscirà a confermarsi anche il prossimo anno.

 

 



 

Gol per 90 minuti (senza rigori): 0,911
Tiri per 90 minuti: 3,77
Tasso di conversione (senza rigori): 24,2%

 



 

Vincitore della Scarpa d’Oro Uefa per la stagione 2015/16 (la seconda in carriera) e quinto nell’edizione di quest’anno, Luis Suarez si è classificato quarto nella nostra classifica dei migliori cannonieri d’Europa, anche se per un misero centesimo (0,911 gol senza rigori per 90 contro gli 0,912 di Mertens). Va detto però che è stato l’unico che è riuscito a riconfermarsi nella top-5 dopo il terzo posto dello scorso anno.

 

A 30 anni compiuti, Suarez non sembra avere alcuna intenzione di rallentare, visto che sia dal punto di vista dei tiri (3,77 tiri per 90 in questa stagione) che della media gol, si è mantenuto sempre sugli stessi livelli da quando è diventato la S della MSN. Certo, al Liverpool era la prima e incontrastata opzione offensiva, tanto che nelle sue due ultime stagioni con la maglia dei “Reds” viaggiava ad oltre 5,5 tiri ogni 90 minuti, ma in Catalogna è riuscito nella tutt’altro che scontata trasformazione da “mostro” in termini di volume di tiro a “mostro” di efficienza.

 

In questa stagione, quasi la metà dei suoi tiri (il 48,3% del totale) sono finiti in porta, con un tasso di conversione del 24,2%. A livello di expected goals, Suarez ha prodotto 0,73 xG ogni 90 minuti, convertendo dunque le sue chance con un’efficienza del +24,8%, confermando le sue eccezionali qualità da finalizzatore di classe mondiale.

 



 

Gol per 90 minuti (senza rigori): 0,90
Tiri per 90 minuti: 2,86
Tasso di conversione (senza rigori): 34,6%

 

, secondo classificato nella classifica della Scarpa d’Oro grazie a 68 punti frutto di 34 reti in 31 partite di Primeira Liga, si classifica solo quinto nella graduatoria stilata da UU, senza che questo cambi nemmeno lontanamente il giudizio sulla sua straordinaria stagione. Rispetto agli altri quattro attaccanti in classifica, il pennellone olandese (196 cm per 78 kg e un 49 ⅓ di piede) dello Sporting CP rappresenta un caso a parte.

 

Ciò che rende

un unicum nel panorama degli attaccanti europei è la sua capacità di segnare pur essendo coinvolto solo marginalmente nelle azioni della sua squadra, anche grazie a strisce temporali in cui sembra realmente avere il “piede caldo”. Ad esempio, nel marzo del 2015 riuscì a segnare 9 reti con 9 tiri consecutivi e in quella stessa stagione riuscì per ben tre volte a segnare 4 gol con tre diverse serie di 4 tiri scagliati consecutivamente. Nelle sue tre stagioni al Wolfsburg il suo tasso di conversione è stato del 44,4% nella prima (in 605 minuti giocati), del 37,2% nella seconda (in 1530 minuti) e del 17,9% nell’ultima (in 1368 minuti).

 

È vero che già quando approdò in Germania, dopo 32 gol in 34 partite di Eredivisie con la maglia dell’Herenveen, era arrivato con la fama dell’opportunista, ma probabilmente nessun altro attaccante in Europa è riuscito a mantenere le sue percentuali di conversione. Anche quest’anno ha fatto registrare solo 2,86 tiri per 90 minuti, ma un tasso di conversione stagionale del 34,6%. Il merito è della sua scientifica selezione di tiro, che fa sì che tiri praticamente solo quando si trova in posizione ottimale all’interno degli ultimi 16 metri: negli ultimi 9661 minuti giocati ha tirato 258 volte, di cui solo 8 da fuori e ben 53 dall’interno dell’area piccola. Un attaccante old-school, forse persino limitato, ma a livello dei migliori in assoluto quando si tratta di finalizzare l’azione.

 

 

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