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Flavio Fusi
La scarpa d'oro di UU
14 giu 2016
14 giu 2016
I 5 migliori goleador europei, calcolati seguendo un modello alternativo a quello ufficiale.
(di)
Flavio Fusi
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Ogni anno il presunto miglior goleador in Europa viene premiato con la Scarpa d’Oro. Il premio non va sempre al calciatore che segna di più, poiché il punteggio viene calcolato moltiplicando il numero delle reti messe a segno per il coefficiente di difficoltà del campionato di appartenenza. Il regolamento attuale è stato istituito a partire dal 1996/1997: viene assegnato un coefficiente di difficoltà di 2,0 ai primi cinque campionati nella classifica dei coefficienti UEFA, di 1,5 ai campionati dalla sesta alla ventiduesima posizione, di 1 a tutti gli altri.

il vincitore è stato Luis Suárez, autore di 40 gol nella Liga.

 

I campionati che attualmente hanno un coefficiente di 2,0 sono la Liga, la Premier League, la Bundesliga, la Serie A e la Primeira Liga. La Ligue 1 è invece sesta ed è quindi il primo campionato a coefficiente 1,5.

 

Devo ammettere che il regolamento della scarpa d’oro non mi ha mai convinto pienamente, a cominciare dai coefficienti che mi sono sempre sembrati una scelta un po’ arbitraria: di fatto per la UEFA la Ligue1 vale 0,75 volte la Primeira Liga. Un'altra cosa che non mi piace di questo premio, è il fatto che avvantaggi nettamente i rigoristi. Segnare i rigori non è un’abilità particolare: in media vengono segnati più di tre rigori ogni quattro calciati indipendentemente dal campionato. Per cui non credo che la Scarpa d’Oro debba premiare chi segna i rigori, ma anzi, penso che i tiri dal dischetto non debbano essere proprio conteggiati.

 

Ultimo ma non meno importante, ogni giocatore gioca un numero diverso di partite. Infortuni, squalifiche, turnover possono influire negativamente su una classifica che premia il miglior marcatore assoluto. Tra l’altro tra campionato e campionato viene disputato un minor numero di gare. Si pensi al calendario della Bundesliga, che con 18 club iscritti ha quattro partite in meno rispetto ai campionati a 20 squadre.

 

Per questo penso che debba essere considerato un dato relativo e visto che esistono le sostituzioni e dunque una presenza non corrisponde necessariamente a 90 minuti passati sul terreno di gioco, il dato non debba essere normalizzato per partita, ma per 90 minuti giocati.

 

Esempio. Cristiano Ronaldo ha segnato 29 reti senza rigori in 3185 minuti. Ha quindi una media di 0,82 reti per 90 minuti [29/(3185/90)].

 

Ho quindi deciso di ribaltare la classifica della Scarpa d’Oro proponendo una graduatoria alternativa basata sulla media gol senza rigori ponderata sui 90 minuti. Nel fare ciò ho considerato tutti i giocatori con almeno 1800 minuti giocati (che equivalgono a circa 20 partite intere) dei primi cinque campionati nel coefficiente UEFA, più la Ligue1.

 

 

Ecco dunque chi sono i cinque migliori goleador in Europa.

 

1)



Gol per 90 minuti (senza rigori): 1,16
Tiri per 90 minuti: 5,46
Tasso di conversione (senza rigori): 21,3%

 

“È da quando sono andato via che a Parigi piove: anche il cielo sta piangendo la mia assenza.”

 

Zlatan Ibrahimović, con l’umiltà che lo contraddistingue, ha commentato così il suo addio al Paris Saint-Germain. Non possiamo sapere se la piena della Senna sia dipesa effettivamente dal suo rifiuto di rinnovare il contratto con il club dell’emiro al-Thani, ma siamo sicuri che un figura così “straripante”, in campo e fuori, abbia lasciato un vuoto al PSG, soprattutto dopo che a 34 anni ha concluso la sua miglior stagione di sempre dal punto di vista realizzativo.

 

Zlatan ha segnato addirittura 33 reti senza rigori (38 in totale) in Ligue 1, pur giocando solo 2553 minuti. A Ibra è dunque bastato giocare i tre quarti del campionato per:

 

- vincere la classifica cannonieri, praticamente doppiando il secondo classificato Lacazette, fermo a 21 gol;
- diventare il miglior goleador della storia del club, battendo il precedente primato di Pauleta;
- superare il record di marcature in un campionato con la maglia del PSG, che apparteneva a Carlos Bianchi con 37 reti;
- conquistare il terzo premio come miglior giocatore della Ligue1 in quattro anni.

 

Ibrahimović ha collezionato questi record prendendosi 5,46 tiri a partita, cioè quanti Higuaín e centrando la porta più di una volta su due (precisione del 52,3%).

 


(Da questa e dalle successive mappe di tiro sono esclusi i tiri bloccati: i pallini gialli sono i gol)



 

È vero che forse potrebbe essere stato anche più efficiente, visto che in pratica un tiro su tre era da fuori area, ma non so quanto uno come Zlatan sarebbe felice di sentirsi dire di tirare meno da lontano, specie alla luce dei 6 gol segnati da fuori area: solo Messi, Pjanić, Dybala e Insigne ne hanno segnati altrettanti (punizioni incluse).

 


Ecco cosa è successo all’ultimo che ha detto ad Ibra di tirare meno da lontano.



 

Potreste obiettare che Ibra è stato dominante a qualsiasi latitudine ed in qualsiasi campionato e che la Ligue1 non è certo il torneo più impegnativo, ma né nelle tre precedenti stagioni francesi né tantomeno in carriera, lo svedese si era nemmeno lontanamente avvicinato agli 1,16 non-penalty goals ogni 90 minuti di questa stagione (0,49 la scorsa stagione, 0,62 nel 2013/2014 e 0,79 nel 2012/2013). Non sarà più un giovanotto, ma Ibra è ancora capace di decidere da solo le sorti della sua squadra, forse anche più di prima, quindi non c’è da stupirsi che il suo futuro sia argomento quotidiano di discussione.

 

2)



Gol per 90 minuti (senza rigori): 1,08
Tiri per 90 minuti: 4,42
Tasso di conversione (senza rigori): 24,5%

 

Doveva essere una delle stelle dell’Europeo di casa, ma la Federazione francese lo ha escluso, in quanto indagato per il presunto ricatto ai danni del compagno di Nazionale Valbuena. Lui si è “consolato” con l’Undecima arrivata al termine della miglior stagione della sua carriera.

 


La carriera di Karim Benzema al Real Madrid (dati relativi al solo campionato).



 

Nella stagione in cui ha giocato meno (26 presenze) Benzema ha segnato di più: 24 reti senza rigori. Sicuramente meno degli altri quattro giocatori in questa classifica in termini assoluti, ma il dato medio nei 1994 minuti giocati è inequivocabile: 1,08 non-penalty goals per 90.

 

Il Real Madrid è una macchina da gol e da tiri e nonostante Bale e Cristiano assorbano insieme quasi 11 dei 18,7 tiri per 90 minuti dei Blancos (per la precisione 4,19 il gallese, 6,41 il portoghese che per inciso è il calciatore che tira di più nei maggiori campionati europei), l’ex attaccante del Lione è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante sotto forma di 4,42 tiri ogni 90 minuti. Ma rispetto ai due ingombranti compagni, Benzema, che pur ama giocare a tutto campo, è più un animale da area di rigore: in tutto il campionato si è preso appena 9 tiri da fuori area sui 98 totali, mentre la percentuale di tiri scagliati oltre i 16 metri di Bale e Cristiano si assesta attorno al 40%.

 



 

Non serve rivolgersi agli expected goals per capire che, alla luce delle differenti selezioni di tiro, le prestazioni di Benzema siano più efficienti oltre che maggiormente ripetibili nel lungo periodo. Non è un caso dunque che la percentuale di conversione di Benzema sia doppia di quella di Ronaldo (24,5% a 12,8%) e superiore anche a quella di Bale (23,5%).

 

Pensare che dopo una stagione di questo livello (Benzema ha segnato anche quattro reti in Champions League) girino voci per cui il Real sarebbe alla ricerca di un attaccante per sostituire il francese (

?) fa abbastanza sorridere.

 

3)



Gol per 90 minuti (senza rigori): 1,06
Tiri per 90 minuti: 3,91
Tasso di conversione (senza rigori): 27,0%

 

Da ormai sei stagioni il Trofeo Pichichi era una corsa a due tra Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, entrambi vincitori di tre titoli. L’ultimo capocannoniere prima dell’era dei due fenomeni di Real Madrid e Barcellona era stato Diego Forlan autore di 32 gol nel 2008/2009: c’è voluto un altro uruguaiano per interrompere quest’egemonia.

 

Luis Suárez si è portato a casa il trofeo dedicato a Rafael Moreno Aranzadi, oltre alla Scarpa d’Oro, segnando 40 gol, 37 senza rigori. L’anno scorso cominciò la sua stagione a fine ottobre per la squalifica dopo il morso a Chiellini, ma i 21 gol in più rispetto al 2014/2015 non si possono spiegare solo con il maggior numero di partite giocate, anche perché normalizzando il dato, El Pistolero è passato da 0,66 a 1,06 gol senza rigori ogni 90 minuti.

 

Al Liverpool Suárez era la stella assoluta della squadra: ciò si traduceva in maggiori responsabilità nell’ultimo terzo di campo e di conseguenza in più tiri. Nelle sue ultime due stagione con i “Reds”, l’attaccante uruguaiano aveva una media di oltre 5,5 tiri ogni 90 minuti. Al Barcellona, sia Suárez che gli altri due terzi del tridente blauagrana, Messi e Neymar, hanno diminuito il proprio volume di tiro, ma notevolmente migliorato l’efficienza. Suárez in particolare ha praticamente smesso di prendersi tiri da lontano, passando da circa 2,2 a circa 0,5 tiri da fuori area per 90 minuti. Le mappe di tiro delle ultime quattro stagioni ben evidenziano l’evoluzione nel gioco del Pistolero.

 



 

In questa stagione l’attaccante del Barça ha effettuato 3,91 tiri ogni 90 minuti, cioè in media quasi uno in più rispetto alla scorsa stagione, ma l’incremento nel volume non ne ha diminuito l’efficienza, anzi: Suárez ha incredibilmente segnato un gol con il 27% dei suoi tiri, un dato praticamente doppio rispetto alla media del ruolo che si assesta attorno al 14%.

 

La varianza potrebbe aver avuto un ruolo sulla sua grandiosa stagione, ma anche giocare nel Barcellona è un bel “boost”: nessuna squadra nei cinque maggior campionati europei ha segnato più gol o creato più expected goals del club allenato da Luis Enrique.

 

4)



Gol per 90 minuti (senza rigori): 1,00
Tiri per 90 minuti: 5,50
Tasso di conversione (senza rigori): 18,1%

 

Si è scritto e parlato tanto della clamorosa stagione di Higuaín, quindi nel discuterne per l’ennesima volta, lasciatemi cominciare con un affermazione controversa: dal punto di vista realizzativo, quella appena conclusa non è stata la migliore annata del Pipita. Nel 2011/2012, con la maglia del Real Madrid, Higuaín risultò il miglior goleador nei maggiori campionati europei, segnando 1,15 gol senza rigori ogni 90 minuti, una media superiore anche a quella di Messi (che quell’anno, compresi i rigori, segnò 50 reti e vinse la scarpa d’oro) e di Ronaldo, fermatisi rispettivamente a 1,10 e 0,91 gol senza rigori ogni 90 minuti. È vero che quell’anno segnò “solo” 22 reti, ma il dato relativo è maggiore anche di quello di quest’anno. Continuando ad analizzare il suo passato, anche nel 2009/2010 il Pipita aveva avuto un miglior media realizzativa di questa stagione, per quanto di appena un centesimo (1,01).

 

Contestualizzando i dati, bisogna ammettere che non è facile paragonare quelle due stagioni al Real con quella appena terminata: è notorio che nella Liga il grande divario offensivo tra Real Madrid e Barcellona e il resto del campionato fa sì che le prestazioni degli attaccanti merengues e blaugrana siano tutte sopravvalutate e il fatto di non essere allora titolare fisso, in particolare nel 2011/2012 quando giocò solo 1716 minuti, tende a

ulteriormente il dato.

 

L’ Higuaín del 2015/2016 è una sorta di “shot monster” del nostro campionato, che ha spazzato via anche i numeri di Cavani: l’ultimo giocatore della Serie A che tirava più di 5,50 volte ogni 90 minuti era la versione 2013/2014 di Balotelli. Solo che Super Mario si prendeva il 62,5% dei suoi tiri da fuori area, ovvero 3,73 tiri da fuori per 90, mentre il Pipita si limita a 1,48 tiri da fuori di media, cioè solo il 26,9% sul totale. Se si guarda oltre i confini nazionali, in questa stagione solo Cristiano Ronaldo ha tirato più di Higuaín, e solo CR7 e Lewandowski hanno fatto meglio dei suoi 4,02 tiri di media da dentro l’area.

 


La squalifica di tre giornate rimediata ad Udine potrebbe essergli costata la Scarpa d’oro: la proiezione dice 39, ma rimane il dubbio di quanti gol avrebbe potuto segnare con tre partite in più.



 

5)



Gol per 90 minuti (senza rigori): 0,95
Tiri per 90 minuti: 5,15
Tasso di conversione (senza rigori): 18,4%

 

Lewandowski è il quarto giocatore su cinque in classifica ad aver avuto la sua miglior stagione nel 2015/2016, ma anche l’unico che non riesce a superare la media di una rete senza rigori ogni 90 minuti, fermandosi a 0,95. Quest’anno ha fatto meglio anche rispetto al 2012/2013 con il Borussia Dortmund, quando toccò 0,80 non-penalty goals per 90.

 

Il polacco fa parte dell’esclusivo club dei sei giocatori dei maggiori campionati europei con almeno 5 tiri per 90 di media (gli altri soci sono Ronaldo, Higuaín, Zlatan, Messi e, udite udite, Zarate!) ma è nettamente quello che se ne prende meno oltre i 16 metri: appena il 16,5% delle sue conclusioni, o se preferite 0,85 ogni 90 minuti, partono da fuori area. Inoltre è tra i sei anche quello che inquadra più volte la porta, il 48,7% delle volte.
 



 

I

segnati ad inizio stagione contro il Wolfbsurg sono stati forse il record più incredibile dell’intera stagione e poco ma sicuro, il miglior modo per cominciare la caccia al suo “career-high”. Anche Lewandowski, come Ibra, Suárez e Benzema ha probabilmente beneficiato dal giocare per quello che potremmo definire un “super-team” ma il suo tasso di conversione (18,4%) è decisamente più umano, oltre che più simile a quello di Higuaín.

 

 





 

Ha giocato solo 751 minuti in campionato e sicuramente il fatto di subentrare in corsa ne ha sopravvalutato la media gol, ma con 0,96 reti senza rigori ogni 90 minuti, il 19enne Kelechi Iheanacho è uno dei giovani più interessanti che abbiamo imparato a conoscere durante questa stagione. Il fatto di non essere inglese, ma nigeriano, ha fatto sì che le sue prestazioni col City non abbiano avuto la stessa risonanza mediatica di quelle di Marcus Rashford sull’altra sponda di Manchester, ma tra i due, statisticamente, non c’è paragone. Oltre alla media gol senza rigori (0,96 contro 0,52) l’attaccante lanciato da Pellegrini effettua il doppio delle conclusioni rispetto a Rashford (3,36 contro 1,67) un dato che lo fa preferire nettamente di fronte a due tassi di conversione insostenibili (28,6% Iheanacho, addirittura 31,3% Rashford). Il campione è decisamente piccolo e il fatto che lo United generi globalmente 5 tiri in meno rispetto al City potrebbe aver penalizzato Rashford, ma se dovessi scommettere su chi dei due farà una migliore carriera, punterei le mie fiches su Iheanacho.

 

 

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