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La posta de l'Ultimo Uomo, v. 2
19 mag 2015
19 mag 2015
La seconda puntata de LPDUU, in cui rispondiamo alle domande che ci avete fatto. In questo volume Pirlo trequartista, il problema della sicurezza nel football, True Detective, la legacy di Zeman e Andy Roddick, e la nostra Top-11 calcistica di tutti i tempi.
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Andrea Pirlo è nato trequartista. L’Inter lo acquista dal Brescia nel 1998 e dopo una stagione lo spedisce in prestito a Reggio Calabria, dove gioca un’ottima stagione alle spalle degli attaccanti. Tornato ai nerazzurri, Pirlo non riesce a sfondare e a gennaio viene mandato nuovamente in prestito, stavolta a Brescia. In panca c’è Mazzone e in campo Roberto Baggio. È chiaro che il ruolo di trequartista è già occupato e Mazzone, intuendone le potenzialità, arretra Pirlo facendolo giocare come regista.

 

https://www.youtube.com/watch?v=_HFHCT_9WN4

Qualche giocata di un giovane Pirlo trequartista.


 

L’esperimento funziona, ma non abbastanza da convincere l’Inter a tenerlo in squadra. Passa al Milan e il primo anno non gioca con continuità, chiuso dietro da Albertini e più avanti da Rui Costa. Alla seconda stagione in rossonero, con Albertini ceduto all’Atlético Madrid, Ancelotti gli consegna il ruolo di centrocampista centrale nel suo 4-3-1-2 e Andrea Pirlo esplode definitivamente come regista di centrocampo.

 

Perché Andrea Pirlo rimane una grande promessa come trequartista e invece diviene uno dei più grandi giocatori della scena mondiale come regista? Il Pirlo trequartista è un giocatore chiaramente dotato di grande tecnica, ma costretto a giocare in spazi necessariamente più angusti e sottoposto a marcature più strette. Pur rimanendo un ottimo trequartista, per arrivare al top nel ruolo gli mancano alcune caratteristiche fondamentali:

 

• la forza esplosiva necessaria a districarsi negli spazi e nei tempi maggiormente ridotti che il ruolo di trequartista esige;
• la capacità di cambiare velocità;
• l’abilità di inserirsi negli spazi lasciati liberi dagli attaccanti, che nel calcio moderno è una caratteristica fondamentale per giocare nel ruolo.

 

A quasi 36 anni le ragioni che hanno visto Pirlo imporsi come regista e non come trequartista sono, se possibile, ancora più attuali.

 

Oltre a ragioni inerenti alle caratteristiche del giocatore, alcune considerazioni tattiche rendono ancora meno proponibile l’esperimento nella Juventus 2014/15. Sostanzialmente il ruolo di trequartista nella squadra di Allegri è occupato dinamicamente da Tévez, che si abbassa o si apre, cercando la ricezione alle spalle della linea di centrocampo avversaria o ai fianchi dei mediani. Inevitabilmente il trequartista della Juventus ha come compito primario quello di muoversi in maniera complementare all’Apache, occupando gli spazi lasciati dall’argentino. L’interpretazione naturale di Pirlo sarebbe invece propria quella di cercare il pallone, finendo col pestarsi i piedi con Carlitos Tévez.

 
 



 



 



è fantastico, ma non è propriamente una serie. È piuttosto un'insieme di 7 film medio-lunghi con un'atmosfera simile.

andrebbe creditato con l'aver dato il via alla rivoluzione delle serie tv che spesso associamo ai

, in realtà, fu

a portare il "serious drama" su HBO. Putroppo risente l'età che si porta appresso. Non è invecchiata bene. E la terza stagione, con gli interventi musical, è davvero indigesta. Detto ciò, prima e seconda stagione di

sono pazzesche, secondo me. L'articolo di

sulla famosa scena di sei minuti l'ho letto eccome, e tendo ad essere d'accordo con Bill Simmons. A differenza sua, però, la puntata seguente a quella con la famosa carrellata nel ghetto a me ha deluso molto. Quindi, riassumendo,

: un'ottima regia e un'ottima fotografia, degli ottimi attori, una scena di sei minuti pazzesca, tutto sprecato su una sceneggiatura abbastanza banale, roboante, noiosotta, con degli interventi di filosofia spiccia fastidiosi. Se hai tempo vatti a vedere l'adattamento di

fatto sempre da Cary Fukunaga. Ha una fotografia immensa, e un'interprete ugualmente immensa nella mia adoratissima e amata e venerata Mia Wasikowska, però, a differenza di

, si basa anche su una sceneggiatura sottile, potente, ordinata, coerente.

, dal punto di vista strettamente narrativo, per come lo vedo io è l'equivalente televisivo di un romanzo ambiziosamente stupido, di quelli che fan vena sul maschio adolescente che è in te, tipo quelli di Giancarlo De Cataldo, il che mi porta bene a

, sul quale meno dico e meglio è.

 



Caro Gianmarco,
se vai a leggere i commenti a quell'articolo scoprirai che abbiamo fatto imbestialire un mucchio di gente, che l'ha presa sul personale nemmeno gli avessimo insultato la mamma. Lettori un po' di tutte le età anagrafiche, comprese tra i 20 e i 45, quindi non direi che i tuoi 25 anni siano il "problema" in questo caso (25 anni di solito non sono un problema in nessun caso. Li avessi io).

 

http://www.dailymotion.com/video/x2mo9mf_true-detective-six-minute-single-take-tracking-shot-no-edits-no-cuts-who-goes-there_fun

Il famoso piano-sequenza di sei minuti.


 

Su

e le dimenticanze che ci imputi riguardo a regia etc.. posso solo citare il me stesso di un anno fa quando scrivevo: «A posteriori immagino di dover attribuire la mia reazione (inizialmente positiva a

, ndr) al potere "mistificante" di un bravo regista [...]».

 

Insomma che Fukunaga fosse capace, per usare un eufemismo, ce ne eravamo accorti già all'epoca (un consiglio: se ancora non l'hai visto recupera il suo bellissimo

e gioisci al pensiero che sta girando

di Stephen King) così come a nessuno era sfuggito che il piano sequenza della quarta puntata fosse una delle cose visivamente più potenti nella storia della TV.

 

Il mio personale problema con TD è che tutta quella manna visiva (e recitativa) paradossalmente non fa che accrescere i miei rimpianti per una serie che (a livello di sceneggiatura e specialmente dalla metà in poi) è quanto più vicino all'idea di supercazzola priva di autentico spessore che abbia visto.

 



La puntata nel ghetto secondo me è la puntata più bella di TD e la delusione è legata anche alle cose migliori che c'erano dentro. Personalmente mi sono entusiasmato anche per i monologhi nichilisti, poi però ho visto che non portavano a niente. Anzi, a una riconciliazione con la vita intesa come contemplazione del cielo stellato, e sigarette. E nella scena finale non tornano neanche indietro a firmare il registro, o prendere i vestiti che presumibilmente erano nell'armadietto. L'ho definita "una serie per persone intelligenti che non ha niente di intelligente", ma forse qualcosa di intelligente ce l'aveva e hai ragione tu. Per cui riformulo: "

(stagione 1) è una serie stupida fatta con cose intelligenti". Forse ti faccio capire quanto in realtà mi è piaciuta se ti dico che per me la cosa migliore sarebbe stata se non ci fosse stata una trama, un mistero, ma solo lo squallore glorioso di quei paesaggi e di quelle due facce.

 


Io fui l'unico che ne parlò bene.

 



Non avendo partecipato al pezzo su

non è che sia proprio la persona più indicata per rispondere. Ma, in fondo, le rubriche di posta si basano tutte sul presupposto che chi risponde non è la persona più indicata a rispondere quindi, che dire, secondo me TD a loro era piaciuto (tranne che a Small, d'accordo) poi si sono trovati a scriverne e si sono accorti che non gli era piaciuto. Non ci vedo una ragione anagrafica né nell'esaltazione né nella denigrazione ma solo una questione professionale. Prova anche tu a buttare giù diecimila battute su TD e vedrai che ti verranno più difetti che pregi. (Quindi non farlo davvero, goditela). Non totalmente per colpa di TD ma per colpa del fatto che leggiamo più volentieri i difetti delle serie tv (e non solo) che i loro pregi.

 







 

Restando sul piano pratico, invece, mi pare che a molti sia piaciuto come la trama si dipanava e a pochi sia piaciuto come i pezzi sono stati rimessi assieme. Che è un po' il problema delle "mistery" quando cercano di farsi sofisticate, da

in poi. Ci si esalta molto per come gli indizi vengono disseminati, ma poi, quando tocca concludere, resta sempre qualcosa "appeso" e la passione svanisce.

 

Non ho mai visto

e ho visto troppo poco di

, mentre anche io adoro

, ma sono solo 5 ore di televisione, con cinque ore è "facile". Non sono abbastanza rispetto alle decine e decine di ore di quelle citate più spesso tra i consigli.

 
 



 



 

Ciao Juan,
è un argomento delicato. Il ritiro di Chris Borland, 24enne linebacker dei 49ers, può creare un precedente oppure rimanere un caso isolato. Borland ha rinunciato a un sacco di soldi e a una carriera promettente perché la sua priorità è «vivere una vita lunga e sana, senza neuropatologie».

 



 

Per affrontare il discorso bisogna evitare giudizi estremi come: «Se hai paura di giocare, beh, sicuramente ti farai male» o «il football è uno sport violento e basta». Ci vuole equilibrio, ma soprattutto ci vogliono dati da analizzare e mettere in relazione. Bisogna monitorare i contatti, i traumi, le conseguenze, i tempi di recupero, capire la frequenza con cui accadono, quali sono i ruoli più soggetti e altre mille considerazioni. La NFL si sta muovendo in questa direzione e, per esempio, nella stagione appena conclusa ci sono state molte penalità per placcaggi al limite, proprio per ridurre il numero di contatti non necessari. La sicurezza del gioco è già ora una priorità assoluta per la lega. Non solo il football, anche la NBA punisce in modo severo i contatti di tipo "flagrant" se avvengono al di sopra delle spalle. Pure nel calcio la direttiva UEFA è quella di interrompere il gioco in caso di "botta in testa". Tornando al football e al ritiro di Borland, possiamo dire che è stato il retweet più potente di sempre ai

sui danni fisici di diversi ex giocatori. Personalmente penso che le paure di Borland verranno superate dalla crescente sicurezza in campo e dal progresso medico.

 
 



 



 

La storia tra Zeman e il Cagliari aveva tutte le caratteristiche per essere di successo: una società nuova, senza pregiudizi, che decide di puntare molto sulla valorizzazione di giocatori giovani, scegliendo un approccio alla Serie A più spettacolare che sparagnino. È finita invece con un disastro, Zeman prima esonerato, poi richiamato, poi addirittura dimesso, ma soprattutto con il Cagliari in Serie B.

 

È difficile dire cosa sarebbe successo se Zeman non fosse stato esonerato ai primi di dicembre: la squadra era terzultima in classifica, a 3 punti dall’Atalanta; ma la media punti era talmente bassa (0,75 a partita) che non sarebbe bastata a salvarsi. È più facile dire cosa non ha funzionato nel Cagliari: era una squadra piena di difetti zemaniani ma con pochi dei suoi celebri pregi.

 

Il principale problema di questa sfortunata stagione è che il Cagliari finalizzava poco rispetto alla mole di gioco che creava: il suo

era il quarto in Serie A, ma i rossoblù erano solo noni per numero di gol segnati. Se riduci la capacità realizzativa, il gioco di Zeman ti conduce brevemente al tracollo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=m4MyZ6n7pT4

L’unico acuto zemaniano della stagione.


 

Questa strana avaria, oltre che a problemi di qualità dei giocatori, era dovuta anche a una serie di problemi di gioco (oltre agli infortuni da te giustamente citati). Le catene di fascia funzionavano raramente, c’era sempre almeno un giocatore a rallentare i ritmi della “terziglia”; il tridente offensivo era spesso atipico, con Cossu poco propenso a giocare da ala e spesso sistematosi da vero e proprio trequartista (ruolo non previsto nel 4-3-3); molti giocatori erano semplicemente inadatti a questo tipo di calcio (il portiere Cragno non è particolarmente bravo nell’accompagnare la linea difensiva—ma forse solo Neuer potrebbe giocare bene nel 4-3-3 di Zeman; Ibarbo è un’ala che vuole il pallone sui piedi invece che tagliare in profondità). Come al solito, poi, l’allenatore di Praga ha avuto problemi nel convincere i senatori della bontà del suo gioco: un calciatore come Daniele Conti, teoricamente perfetto nel ruolo di regista zemaniano, non è riuscito ad esprimersi al meglio, facendosi soffiare il posto da Crisetig.

 

Sono ormai passati 24 anni da quando Zeman ha esordito in Serie A e inevitabilmente la sua carriera volge al termine: è quindi il momento giusto per interrogarsi sulla sua legacy sportiva.

 

Molti dei problemi del calcio di Zeman rimangono irrisolti: la pressione alta non è sistematica e non punta alla riconquista ma all’errore dell’avversario, e con una linea difensiva così alta è come avere una coperta troppo corta; la preparazione atletica martellante e uguale per tutti (giovani e anziani, sani e infortunati) è ormai un’idea degli anni ’90, in uno sport che punta a ripetere in allenamento ciò che accade in gara (e come dice Guardiola, in partita non si corre tra i boschi); la totale mancanza di adattabilità all’avversario e all’evoluzione della partita, con una squadra sempre uguale a sé stessa; l’incapacità di trovare un equilibrio di gioco, sia tra le due fasi che nel corso della partita.

 

Non si possono tacere, però, anche i molti aspetti positivi: il 4-3-3 definito “geometricamente superiore” quando lo usavano in pochissimi è adesso uno dei moduli prevalenti in Europa; l’idea che una piccola squadra possa raggiungere risultati attraverso l’imposizione di un proprio stile di gioco rimane prerogativa di pochi allenatori che amano rischiare con la propria testa; la ricerca delle verticalizzazioni continue e frenetiche è una delle evoluzioni del calcio attuale (vedasi Schmidt) e si può dire che Zeman abbia seminato più in Europa che in Italia.

 

Nonostante i molti esoneri e i molti fallimenti, Zeman ha rappresentato un momento di evoluzione del calcio italiano: bisognerebbe chiedere un parere ai molti grandi giocatori da lui valorizzati, e ai molti tifosi che l’hanno amato, e anche a quelli che l’hanno odiato. In un calcio che si faceva sempre più spettacolo televisivo, la spregiudicatezza di Zeman fu una benedizione. Sarebbe ingeneroso, dunque, giudicarlo solo per i (mancati) risultati: gli allenatori si valutano anche sulle loro capacità di sviluppare concetti e di creare nuovi sentieri. È per questo motivo che Guardiola considera

un maestro, e Arrigo Sacchi considera Zeman

.

 
 



 



 

Roddick ha avuto tutto il tempo di vincere di più a parte quello che negli anni gli è stato tolto da Federer, semplicemente si è trovato circondato da tennisti che sono cresciuti meglio e più in fretta di lui. Ultimo americano a vincere uno Slam e a raggiungere il numero 1, questo basterebbe per riassumere la sua carriera come un successo. Ma proprio per quello che fino a poco prima significava essere un tennista americano e vincere major, Roddick è sempre stato valutato per quello che non è riuscito a fare. Oggi che il tennis maschile americano è moribondo un giocatore come John Isner, che in fondo è una versione molto inferiore di Roddick, viene guardato affettuosamente e lodato per qualche sprazzo vincente, ma negli anni duemila da Roddick si pretendeva che proseguisse la naturale attitudine vincente delle generazioni precedenti di Agassi, Sampras, Chang o McEnroe.

 

https://www.youtube.com/watch?v=a2XJmOo96jI

Il servizio di Andy Roddick, come molte altre grandi invenzioni dell’uomo, è nato dalla noia.


 

In fondo Roddick ha rappresentato, oltre che di Isner, anche una versione evoluta e più sofisticata di un tennista molto seguito oggi come Milos Raonic, che di Roddick ha la potenza del servizio e del dritto e persino il rovescio poco efficace, ma di certo non gioca a rete come sapeva fare l'americano. Tre finali a Wimbledon perse tutte contro Federer fanno pensare a cosa sarebbe successo con altri avversari, ma si può tranquillamente immaginare che avrebbe potuto perdere anche da altri. Forse un Wimbledon avrebbe potuto vincerlo, ma non è un'incognita paragonabile a cosa sarebbe successo se Federer non avesse incontrato Nadal quattro volte in finale e una in semifinale al Roland Garros. Nel caso di Roddick forse ci sarebbe stata una vittoria in più o una sconfitta contro qualcun altro, nel caso di Federer si può immaginare che avrebbe magari vinto uno o due Grand Slam e raggiunto Rod Laver.

 

Roddick aveva anche da combattere contro sé stesso, nervi o incertezze che tennisti più vincenti di lui non hanno. Non è bello infierire, ma nella finale del 2009 a Londra, l'ultima giocata contro Federer, ha avuto quattro set point consecutivi per andare due set a zero, e la paura gli ha fatto colpire la famosa volée di rovescio fuori di metri che ha tenuto Federer in vita. Quando ha perso il servizio (e la partita, e il torneo) sotto 14-15 nel quinto set, Roddick ha ceduto mentalmente, giocando un game di brutti errori, causati dalla tensione. Ma aveva tenuto il servizio per tutti i precedenti 37 turni di battuta, ed è un'impresa che racconta la qualità del tennista che è stato.

 

https://www.youtube.com/watch?v=I5H5pIHfl_M

 

Meglio ricordarlo con il match point di uno degli ultimi tornei che ha vinto, l'ATP di Memphis proprio contro Milos Raonic agli inizi della sua carriera: dritto in tuffo con sbucciatura del braccio e cappellino che vola, a rivelare la calvizie che Andy ha sempre voluto nascondere. Si è ritirato nel 2012 appena compiuti trent'anni, ma sembrava già un veterano. Oggi nell'alta classifica del tour c'è ancora gente che ha la sua età, ma lui si è consumato un po' di più sotto il peso di quello che non poteva diventare.

 

https://www.youtube.com/watch?v=3e-eLzTsC_o

 
 



 


Yashin - Cafu, Thuram, Baresi, Maldini - Cruijff, Platini, Maradona - Puskas, Di Stefano, van Basten.

: Rinus Michels.

 



 


Cech - Samuel2001, Beckenbauer, Maldini - Cafu, Xavi, Vieira, CR7 - Messi, Maradona, Cruijff.

: Mourinho.

 


Dida2003/05 - Zambrotta, Maldini, Samuel, Roberto Carlos - Savicevic, Davids, Redondo, Giggs - Messi, Shevchenko.

: Guardiola.

 

https://www.youtube.com/watch?v=9PNFpayoUD8

 


Buffon - Zanetti, Beckenbauer, Thuram, Maldini - Cruijff, Zidane, Maradona - Messi, van Basten, Ronaldo.

: Guardiola.

 


Schmeichel - J. Zanetti, Beckenbauer, Thuram, Roberto Carlos - Cruijff, Platini, Nedved - Ronaldo, Di Stefano, Pelé.

: Otto Rehhagel.

 


Gatti - Lahm, Nasazzi, Maldini, Baresi - Falcao, Mascherano, Maradona, Sócrates - Messi, Magico Gonzalez.

: Menotti.

 

https://www.youtube.com/watch?v=1gcL5rqMqnk

 


Kahn - Dani Alves, Nesta, Maldini, Candela - Riquelme, Iniesta, Zidane, Cruijff - Ibra, Maradona.

: van Gaal.

 


Buffon - Cafu, Nesta, Maldini, Roberto Carlos - Emerson, Xavi, Zidane, Platini - Maradona, van Nistelrooy.

: Alex Ferguson.

 


Neuer - Maicon, Mascherano, Maldini, Zanetti - Iniesta, Scholes, Giggs, Zidane - Messi, Henry.

: Guardiola.

 



 


Dasaev - Cafu, Beckenbauer, Maldini, Facchetti - Falcao, Zidane, Iniesta - Maradona, van Basten, Cruijff.

: Cruijff.

 


Buffon - Lahm, Beckenbauer, Baresi, Maldini - Cruijff, Zidane, Maradona - Messi, van Basten, Pelé.

: Pep Guardiola.

 


Schmeichel - Roberto Carlos, Baresi, Nesta, R. Koeman - Roy Keane, Zico, Savicevic - Maradona, Giggs (dal 30' st Schwoch), van Basten.

: Brian Clough.

 

https://www.youtube.com/watch?v=_LA3gQtetwE

 


Neuer - Maicon, Beckenbauer, Maldini, Roberto Carlos - Iniesta, Pirlo, Zidane - Maradona, Messi, Cristiano Ronaldo.

 


Neuer - Cafu, Maldini, Baresi, Roberto Carlos - Cruijff, Pirlo, Maradona - Deflorio, van Basten, Best.

: Bill Shankly.

 


Buffon - Cafu, F. Baresi, Beckenbauer, Maldini - Cruijff, Maradona, Best - Cristiano Ronaldo, van Basten, Ronaldo (Il Fenomeno).

: Zeman.

 


René Higuita - Claudio Gentile (con il lembo della maglia di Zico tra le mani), Jürgen Kohler, Pablo Montero, "Psycho" Pearce - Andrea Pirlo, Yazid Zidane, Eric Cantona (Oh-Ah) - Roberto Baggio, George Best, Zlatan Ibrahimovic.

: Marcelo Bielsa.

 



 


Neuer - Lahm, Baresi, Nesta, Maldini - Rijkaard, Xavi, Iniesta - Messi, Cruijff, Henry.

: Guardiola.

 


Neuer - Cafu, Nesta, Baresi, Maldini - Iniesta, Redondo, Seedorf - Jay-Jay Okocha, Ronaldo, Shevchenko.

: Guus Hiddink.

 


Buffon - Cafu, Baresi, Maldini, Roberto Carlos - Messi, Mauro Silva, Zidane, Cristiano Ronaldo - van Basten, Romario.

: Ancelotti.

 



 
 

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