Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Daniele V. Morrone
La Dinamo Zagabria ha sorpreso l'Atalanta
19 set 2019
19 set 2019
Cosa è andato storto nell'esordio della "Dea" in Champions.
(di)
Daniele V. Morrone
(foto)
Dark mode
(ON)



 



 



 



 



 






Nel primo tempo l’Atalanta non ha mai tirato da posizione favorevole: dei 4 tiri tentati nessuno è arrivato dall’area di rigore e solo 1 ha preso lo specchio. Nel secondo è andata molto meglio, ma ormai era troppo tardi. La Dinamo nel primo tempo ha tirato 9 volte, di cui 6 dall’area di rigore, 3 prendendo lo specchio.

 

Falsa partenza

«Dura digerire una sconfitta così, ma ci sta», ha detto Gasperini dopo la partita. «Da quando sono qui, in gare ufficiali, non siamo mai stati così in difficoltà come lo siamo stati stasera. Erano più bravi a contrastare, pressare, mi hanno sorpreso per intensità e velocità di gioco. La Dinamo ha fatto una grande partita, nel secondo tempo abbiamo avuto qualche occasione ma l'impatto è stato difficile». 

 

Praticamente le stesse dichiarazioni di chi in campo c’era, come Marten De Roon: «Ci hanno preso a schiaffi, è stata una lezione incredibile. È difficile analizzare cosa è mancato stasera, fa tanto male. Non abbiamo giocato, nel primo tempo abbiamo giocato solo con palle lunghe e abbiamo perso tutti i contrasti. Nella ripresa abbiamo provato a fare qualcosa di diverso, ma ormai eravamo già sotto di 3 reti».





L’Atalanta è sembrata non aspettarsi un inizio così ad alto ritmo degli avversari. Già dal fischio d’inizio la pressione altissima della Dinamo Zagabria ha forzato la squadra di Gasperini vicino alla propria area: dalla rimessa laterale, e dal contrasto aereo vinto, Olmo è arrivato subito a dribblare Toloi creando la prima occasione da gol con un tiro ravvicinato di Orsic, contrastato da Freuler. Sul cronometro si segnavano 40 secondi, in quel momento.

 

Nel primo tempo da incubo, l’Atalanta ha comunque vinto 11 contrasti in più (43 a 32), 3 contrasti aerei in più (7 a 4), intercettato solo 1 pallone in meno (10 contro 11) della Dinamo Zagabria, perdendo il possesso lo stesso numero di volte (91). Ma come raramente accade, la squadra di Gasperini ha trovato una squadra in grado di pareggiare il suo impatto atletico a centrocampo, facendole perdere quel vantaggio che l’Atalanta ha spesso in Italia. 

 

E per rispondere a un contesto diverso dal solito, l’Atalanta ha provato a risalire il campo affidandosi ai lanci lunghi, saltando il centrocampo e provando a trovare velocemente il proprio tridente offensivo. Col risultato, però, di rendere ancora più frenetica la manovra e più facile per gli avversari il recupero del pallone.

 



Da questo grafico di passaggi e posizioni medie si vede quanto l’Atalanta abbia provato ad affidarsi alle catene di fascia, lasciando il centro del campo al controllo dei rivali. Gli unici collegamenti sono il cambio di gioco di Hateboer per il Papu e gli scambi dell’argentino con Ilicic.


 



 



 



 



 



 





 



 





 



 







Le stelle sono i dribbling di Olmo in questa partita, quelle verdi sono quelli riusciti, quelle rosse sono quelli sbagliati. Sembra un grafico di Neymar nei suoi giorni di grazia.

 



Con la verticalità di Orsic a tenere occupati i centrali e la presenza di Olmo a ricevere e muoversi poi tra le linee, l’Atalanta non poteva permettersi di sbagliare nessun intervento con i suoi marcatori, perché alle loro spalle non c’era copertura. E, come conseguenza indiretta, l’Atalanta ha dovuto abbassare la propria linea difensiva.

 

Per quanto abbia provato ad alzare il proprio baricentro in pressione, l'Atalanta non è riuscita a recuperare il pallone in modo attivo, trovandosi a reagire alle iniziative della Dinamo. La linea difensiva atalantina non è fatta per difendere nella propria area di rigore, i suoi giocatori funzionano come reparto se portati qualche metro più in alto, a giocare sugli anticipi. 

 

L’incapacità di difendere Dani Olmo da parte del centrocampo è stata una delle cause principali che hanno portato il baricentro ad essere così basso, e la difesa quindi così esposta. Probabilmente per questo Gasperini è passato alla difesa a 4 nel secondo tempo con l'ingresso di Malinovskyi, adottando il 4-3-3 con De Roon davanti alla difesa. Difficile, però, giudicare se l’evidente miglioramento avvenuto dopo il cambio non fosse dovuto anche a una diversa gestione della partita da parte della Dinamo, con il risultato ormai sul 3-0. 

 

Se non altro l'Atalanta non ha buttato la partita nel secondo tempo, neanche dopo aver subìto il quarto gol per una disattenzione della linea difensiva, che su un cambio di gioco/spazzata della difesa ha lasciato solo ancora una volta Orsic. E se Gasperini dovrà mettere mano per risolvere i problemi strutturali che possono rendere l’Atalanta fragile in Europa, senza snaturare (su questo non c’è dubbio) quei principi che l’hanno portata a giocare a questo livello, starà anche ai giocatori ritrovare le energie mentali e la sicurezza necessaria per non sprecare così un’occasione rara. 

 

Se ne riparla il primo ottobre contro lo Shakhtar Donetsk, una partita che suona già come l’ultima occasione per confermare che quanto di buona ha fatto in Italia, l’Atalanta può farlo anche in Champions.

 

 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura