Negli ultimi anni era sembrato inevitabile che ogni talento brasiliano sotto i 20 anni finisse al Real Madrid per una cifra altissima. Tutto è iniziato con Vinicius Junior, comprato nel 2018 per 45 milioni di euro; poi nel 2019 era stato il turno di Rodrygo costato sempre 45 milioni; infine è arrivato Reinier Jesus, pagato 30 milioni nel 2020. E quando non è stato il Real, ci ha pensato il Manchester City a continuare la moda, assicurandosi ad aprile di quest’anno il diciassettenne Kayky per una cifra che potrebbe raggiungere i 30 milioni di euro.
Anche per questo l’arrivo di Kaio Jorge alla Juventus per 4 milioni di euro in totale (1,5 subito, 1,5 milioni alla prossima qualificazione in Champions League, e un altro milione dopo un numero determinato di presenze in campo del giocatore) è difficile da decifrare. In realtà il brasiliano aveva una clausola da 50 milioni di euro sul contratto, che però sarebbe scaduto il 31 dicembre 2021. Come fatto con altri giocatori in scadenza nel corso degli ultimi anni, la Juventus è stata la squadra più convincente, battendo la concorrenza di Milan e Benfica, pagando al Santos una cifra davvero minima per liberarlo prima della fine di quest’anno.
Da quando il suo nome è comparso sui giornali italiani nei primi giorni di mercato, i paragoni con altri attaccanti brasiliani si sono sprecati. I nomi più gettonati sono stati quelli Neymar e Gabigol, con i quali Kaio Jorge condivide il club di appartenenza. Un doppio paragone che funziona bene per raccontare la forbice che può avere il rendimento di un giovane talento brasiliano in Europa: fenomeno come Neymar o bluff come Gabigol?
Non sono mancati, però, i paragoni con attaccanti brasiliani passati per la Serie A: dall’eterno Careca, al più recente Pato; addirittura Marcio Amoroso lo aveva paragonato a Christian Vieri. Non c’è niente di strano: non è facile inquadrare un attaccante con appena una stagione o poco più alla spalle, in un campionato lontano e di difficile definizione come quello brasiliano. Ovviamente con il suo acquisto la Juventus fa una scommessa - che però non costa quasi nulla. Se è impossibile guardare nel futuro, si può provare ad analizzare cosa ha fatto vedere finora il brasiliano.
Come gioca questo Kaio Jorge?
Kaio Jorge è il figlio di Jorge Ramos, un passato come attaccante nelle serie minori brasiliane (un parente calciatore, soprattutto se diretto, è spesso un buon biglietto da visita). Dopo aver iniziato con il futsal, come molti altri in Brasile, nel 2012 entra nell’accademia del Santos. Secondo la leggenda, agli osservatori della squadra brasiliana sono bastati cinque minuti per convincersi della bontà del suo talento. Dopo quattro stagioni e 125 gol nelle formazioni giovanili, a 16 anni Kaio Jorge è diventato uno dei più giovani esordienti in prima squadra della storia del club, e a quel punto aveva già ottenuto il suo soprannome: il Menino de Ouro, il ragazzo d’oro. I riflettori di tutto il mondo si erano puntati su di lui l’anno successivo, quando nel Mondiale U17 aveva guidato il Brasile al trionfo casalingo, con 5 gol in 6 partite.
I gol segnati nelle giovanili del Santos e del Brasile, i paragoni con Neymar, il ruolo di centravanti e i due gol segnati nei quarti di Libertadores contro il Gremio hanno contribuito a creare intorno a Kaio Jorge l’aura del goleador, ma la realtà sembra diversa. In 42 partite nel campionato brasiliano ha segnato appena 5 reti e, al momento, la fissa per la porta non sembra accompagnarlo in campo (anche se c’è da dire che i suoi numeri migliorano in Copa Libertadores, dove ha segnato 5 gol in 19 presenze, una buona notizia per i tifosi della Juventus).
Nello scorso campionato brasiliano tirava 1.5 volte ogni 90’, meno della metà del compagno di reparto Marinho e in generale un numero troppo basso per un attaccante. Nelle 10 presenze accumulate in questa stagione, prima di essere ceduto alla Juventus, il numero di tiri in porta è salito a 2.7 per 90’ (anche se il campione è molto basso, stavano salendo soprattutto i tiri dentro l’area di rigore).
Se la capacità di segnare con regolarità è una delle cose che gli attaccanti imparano più tardi (a 23 anni Ibrahimovic veniva tartassato da Capello che lo costringeva a guardare i video di van Basten), Kaio Jorge non sembra avere un talento naturale per la finalizzazione. I gol segnati fin qui - è forse il momento di ricordare che è un classe 2002, che ha giocato circa 5000 minuti tra i professionisti, tra i 16 e i 19 anni - sono spesso semplici tap-in, oppure c’è sempre un accenno di casualità. Non mancano anche occasioni dove si è dimostrato impreciso o poco lucido.
Nel secondo gol della già citata doppietta al Gremio, la palla sembra entrare per miracolo, in altri c’è la partecipazione del portiere o della difesa.
Kaio Jorge non sembra poter diventare uno di quei centravanti d’area di rigore capaci di capitalizzare ogni cross, ma se vuole avere una carriera in Europa deve necessariamente migliorare nella capacità di costruirsi un tiro in maniera autosufficiente. Difficile dire se sarà in grado di farlo, ma va aggiunto che nelle altre zone di campo è già a suo agio con il pallone tra i piedi. Forse è questione di tempo, di sbloccarsi anche mentalmente, e un trasferimento in Italia, da questo punto di vista, potrebbe aiutarlo.
Se non è il gol, quello che intriga di Kaio Jorge è la capacità di partecipare alla manovra, giocare spalle alla porta, difendere il pallone, cucire il gioco. Pur non essendo un attaccante grosso - secondo i registri è alto 182 centimetri per 64 chili, ma a vedere foto più recenti del suo fisico sembra aver messo su almeno qualche chilo di muscoli - è in grado di reggere i duelli con i difensori grazie a un buon controllo orientato e a una difesa del pallone uscita dal futsal con cui evita la prima pressione e fa salire la squadra. Soprattutto nel primo controllo orientato si intravede la possibilità di farne un giocatore utile sulla trequarti.
Questa capacità lo rende adatto a giocare sia da prima punta, in un sistema che prevede compagni in grado di compensare i suoi movimenti (e alla Juventus ce n'è uno in particolare, inutile specificare il nome del calciatore con più follower su Instagram di tutti gli altri), ma anche di giocare insieme a un altro centravanti più classico. Proprio per queste caratteristiche il paragone con un brasiliano di successo più usato è stato quello con Firmino, anche se Kaio Jorge non ha ancora mostrato (ovviamente) un tipo di talento in rifinitura come quello che rende il centravanti del Liverpool tanto speciale.
Per capirci: il suo gioco sulla trequarti è più tendente al riciclo che all’assist. Quando riceve un pallone spalle alla porta il suo fine è quello di ripulirlo, renderlo giocabile per i compagni - una sfumatura atipica per un giovane talento brasiliano, una tipologia di giocatori che spesso vengono raccontati come dribblomani ed egoisti. Oltre a non tirare molto, Kaio Jorge dribbla appena 1.3 volte per 90’, nel campionato brasiliano. Nel Santos, una squadra con un gioco molto diretto, difficilmente Kaio Jorge riusciva a ricavarsi occasioni da gol, ma spiccava per la caparbietà e l’applicazione con cui metteva a disposizione dei compagni il proprio talento.
Difficile capire che impatto possa avere oggi questo suo talento in Europa, dove i tempi dopo il primo controllo sono ridotti a decimi di secondo, e gli spazi a pochi asfittici metri quadrati. Certo, la sua naturale propensione a un calcio associativo è una qualità che non si trova facilmente nei centravanti, e che sempre più spesso viene cercata dai club più importanti che vogliono avere sempre il controllo del pallone. Kaio Jorge ama muoversi nei mezzi spazi, cercare canali liberi dove ricevere spalle alla porta per poi girarsi, non è un centravanti che dà profondità - cosa che comunque potrebbe riuscirgli bene in futuro, vista la velocità - o che può vincere molti duelli aerei, né è egoista col pallone tra i piedi, come detto.
Kaio Jorge sembra quasi una mezzala intrappolata nel corpo di un giovane centravanti brasiliano, ma questa descrizione non è del tutto vera. Ciò che gli ha permesso di bruciare le tappe, diventare il numero 9 titolare di una delle squadre più prestigiose del Brasile a soli 18 anni, è quella velocità bruciante nei primi passi e quella progressione invidiabile nel lungo di cui forse ho parlato troppo poco. A cui si aggiunge una capacità non comune di assorbire i contatti ed eludere la pressione avversaria, qualità che gli permettono di spezzare le linee avversarie palla al piede.
Questa brillantezza nei primi passi deve imparare a usarla a suo vantaggio anche nella finalizzazione, creandosi un bagaglio tecnico utile in area di rigore, per giocare cioè a uno-due tocchi prima di tirare. E in conduzione, palla al piede, dovrebbe imparare ad usare anche il piede sinistro, per rendere le sue corse meno scontate e migliorare nel controllo palla e nella frequenza dei tocchi. Niente, in ogni caso, che non possa essere migliorato col tempo: Kaio Jorge dimostra una buona sensibilità col pallone tra i piedi (magari non eccezionale come si può sognare da un brasiliano9 e lo si vede anche in alcune giocate estemporanee, dribbling di pregevole fattura, tocchi quasi geniali.
Insomma, come è naturale aspettarsi, Kaio Jorge è molto grezzo, un talento su cui lavorare. In campo mostra una volontà intangibile di riuscire, di essere il miglior giocatore possibile, e questa forse è la cosa che più deve far sperare la Juventus. Già capire meglio come gestire le proprie energie lo aiuterebbe molto. Al Santos era un attaccante che pressava in maniera quasi forsennata la costruzione avversaria e che ripiegava spesso in fase difensiva. Ma spesso lo faceva con foga, spendendosi all’eccesso, e se è sicuramente segno di generosità, un attaccante deve imparare a bilanciare gli sforzi per poi essere lucido nella fase offensiva.
Cosa può dare alla Juventus
Per elogiarlo, diversi allenatori e scout hanno detto che Kaio Jorge “sa fare tutto”. Che però per un attaccante è una definizione ambigua, a meno che non sappia fare tutto molto bene. Il brasiliano arriva in Europa in un momento cruciale per la sua formazione e per il tipo di talento a disposizione sembra potersi adattare in tempi brevi, ma sappiamo come questi percorsi siano sempre più accidentati del previsto. Sarà importante capire come lo vorrà gestire la Juventus, soprattutto.
In questo momento l’attacco di Allegri è composto da Cristiano Ronaldo, Morata, Dybala, Chiesa e Kulusevski. Almeno tre di questi possono giocare nella delicata posizione di centravanti, quella che teoricamente dovrebbe occupare Kaio Jorge. Per questo è difficile immaginare per lui un cospicuo minutaggio. In questi casi si parla spesso di prestito “per andare a fare esperienza”. Oppure, dato che la Juventus ha una sua seconda squadra che milita nel campionato di Serie C, l’U23, potrebbe intanto “parcheggiarlo”, affidandolo alle cure di Lamberto Zauli e del suo staff per lavorare con tranquillità, lontano dai riflettori.
È la ragione, forse, per cui era nata quella squadra, anche se finora è sembrata più una specie di limbo di piccole plusvalenze. È quello che succede in Spagna, dove per esempio Rodrygo e Reinier sono passati dal Castilla, la seconda squadra del Real Madrid. In questo modo potrebbe anche salire tra “i grandi” nei momenti di necessità. Certo, sarebbe strano passare dalla finale di Libertadores ai campi sbilenchi della C...
L’alternativa è ovviamente mandarlo in prestito in una squadra di livello più basso che possa concedergli un minutaggio adeguato. Non sarebbe una novità, ma è difficile individuare una squadra decisa a puntare su un giocatore così giovane e con poca esperienza per l’attacco, come fece il Verona con Kean qualche anno fa. E poi mandarlo in prestito andrebbe un po’ in conflitto con la scelta di prenderlo prima della naturale scadenza del contratto e portarlo in Italia (potrebbe essere anche spiegato con la paura di vederselo scappare dalle mani all’ultimo, oppure per la volontà di non rovinare i rapporti con il Santos).
Al momento Kaio Jorge è il primo acquisto del mercato estivo juventino e forse segna l'inizio di una nuova tendenza. In una squadra in cui l’attacco è fatto, a meno di cessioni inaspettate, piuttosto che trovarsi poi a cercare un sostituto in caso di infortuni, la Juventus può aver pensato al brasiliano come alternativa adattabile. Come centravanti si adatterebbe bene in un 4-3-3 con Cristiano Ronaldo, se il portoghese vorrà continuare a giocare sulla fascia, ma anche in un attacco a due con Morata potrebbe trovarsi bene. Più difficile immaginarselo come esterno d’attacco, ma non impossibile.
Allegri potrebbe usare Kaio Jorge come “battitore libero”, metterlo dove serve quando serve anche un po’ per scoprire il suo talento. Sarebbe utile per il brasiliano, ma raramente l’allenatore ha lavorato in questo modo con i giovani. A voler essere realisti, in questa stagione non dovremmo vederlo molto spesso in campo. Alla Juventus con Kaio Jorge serve non avere fretta. D'altra parte, le cose nuove vanno esplorate con calma.