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Fabio Barcellona
Una Juventus finalmente aggressiva
29 ago 2022
29 ago 2022
La squadra di Allegri ha mostrato miglioramenti, facilitati dalla partita della Roma.
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Fabio Barcellona
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Foto di Marco Bertorello / Getty Images
(foto) Foto di Marco Bertorello / Getty Images
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La Roma batte il calcio d'inizio, tornando subito verso la propria difesa. Sul centrale Smalling si alza forte in pressione Vlahovic e, sullo scorrimento del pallone verso Ibañez, è Cuadrado ad andare in pressione. La palla continua quindi a scorrere lateralmente verso Spinazzola su cui esce, a 70 metri dalla propria porta, il terzino destro De Sciglio, la cui pressione costringe l’esterno giallorosso a rinviare piuttosto frettolosamente il pallone verso il centro del campo. Sul pallone calciato da Spinazzola si avventa Fabio Miretti, che dopo il controllo riesce a servire al limite dell’area Cuadrado che subisce il fallo di Matic. Dopo appena venti secondi dall’inizio della partita il pressing della Juve ha recuperato il pallone nella metà campo avversaria e ha regalato a Dusan Vlahovic la punizione dal limite che il centravanti serbo calcerà con estrema precisione, sopra la barriera, baciando la traversa, per il gol del vantaggio della Juventus.Le novità della JuventusI primi venti secondi di gioco rappresentano bene, in scala, uno dei temi tattici che hanno definito i primi 45 minuti di gioco, in cui la Juventus molto più aggressiva ed efficace del solito in pressing e la Roma in grande difficoltà a gestire e superare la pressione avversaria.Per una volta i bianconeri hanno giocato con discreta continuità un pressing offensivo, disegnato con uscite aggressive e coraggiose e attuato con precisione ed efficacia. Il piano di Allegri ha previsto uscite alte dei due esterni del suo 4-3-3 - Cuadrado e Kostic - sui due centrali laterali - Ibanez e Mancini - della Roma, con Vlahovic su Smalling e i due terzini De Sciglio e Alex Sandro pronti ad aggredire molto in alto gli esterni Spinazzola e Karsdorp sullo scorrimento palla verso l'esterno dei giallorossi. Al centro del campo, le due mezzali Miretti e Rabiot, si sono invece alzate sugli interni Cristante e Matic.I bianconeri sono riusciti a soffocare i tentativi di palleggio della Roma, per la verità piuttosto modesta nei meccanismi di uscita del pallone, e a escludere dal gioco i due trequartisti Pellegrini e Dybala. In questo sono stati fondamentali i due centrali, Bremer e Danilo, bravi a tenere la squadra corta, accorciando la linea difensiva verso il centrocampo. Hanno vinto i duelli con Abraham, cercato dalla Roma proprio come scorciatoia per uscire dalla pressione, e ridotto gli spazi di ricezione dei trequartisti. [gallery columns="4" ids="83545,83546"]

Kostic esce su Mancini. Sullo scorrimento palla verso Karsdorp è Alex Sandro ad alzarsi sull’esterno della Roma, con Miretti e Rabiot a tagliare le linee di passaggio verso Cristante e Matic. La palla giunge a Dybala, aggredito ben dentro alla metà campo avversaria dal centrale Danilo.

Oltre a bloccare subito le azioni avversarie, l'atteggiamento più aggressivo della Juventus ha prodotto, offensivamente, le migliori azioni dei bianconeri. Oltre a generare il calcio di punizione del vantaggio di Vlahovic, due recuperi ad altezza di campo media hanno dato il via alle due veloci transizioni offensive, guidate in conduzione da Miretti e Vlahovic e concluse rispettivamente al quindicesimo con un tiro in diagonale di Cuadrado e con il gol annullato a Locatelli, che di fatto hanno rappresentato le due migliori occasioni da gol per i bianconeri.Ma le novità nel campo bianconero non si sono limitate a un diverso atteggiamento nella fase di recupero palla. Le scelte forti di Allegri nella definizione dell'undici iniziale sono state quella di Danilo, schierato come centrale di sinistra, con Bremer posizionato nella più naturale zona di centro-destra e quella di scegliere Fabio Miretti per il ruolo di mezzala sinistra, che con Rabiot sul lato opposto e Locatelli in mezzo, ha composto il centrocampo bianconero.La scelta di Danilo è stata il prodotto delle enormi difficoltà mostrate a Genova dai centrali bianconeri nell'impostazione del gioco. Contro la Sampdoria, l'incapacità dell'asfittica manovra della Juventus di sorpassare il primo blocco difensivo avversario per la penuria di linee di passaggio utili a superare la prima pressione doriana, è stata amplificata dalla timidezza e dai limiti tecnici in fase di possesso palla di Rugani e Bremer. Danilo è stato invece abile a capitalizzare, con i suoi filtranti, le linee di passaggio interne, alle spalle della prima pressione. Tornando a quanto visto inpre-campionato, la Juventus ha occupato la zona alle spalle e ai fianchi del centrocampo avversario con i movimenti della mezzala sinistra e coi tagli interni dell’esterno destro. Miretti ha mostrato grandi capacità nel leggere lo spazio ai fianchi e alle spalle di Cristante, oltre che a ricevere orientandosi verso la porta avversaria. Queste doti del giovane 2003, unite alla sua pulizia tecnica, hanno facilitato l’ingolfata manovra bianconera vista nelle prime due partite di campionato. Sul centro destra, invece, i tagli di Cuadrado hanno costantemente sorpreso Matic, incapace di coprire le linee di passaggio alle sue spalle e alla sua sinistra verso l’esterno colombiano delle Juventus. [gallery columns="5" ids="83547,83548"]

Cristante cerca di coprire la linea di passaggio verso Miretti muovendosi verso destra, ma Miretti, nascosto alle sue spalle, taglia in direzione contraria, verso l’interno del campo, ed è libero di ricevere il pallone di qualità giocato da Danilo. Nella seconda immagine Cuadrado si smarca internamente e Danilo riesce a servirlo con un passaggio taglia-linee. Cuadrado avrà il tempo di ricevere, orientarsi verso la porta della Roma, condurre palla e concludere a rete.

I meriti della Juve ma anche i demeriti della RomaLa prestazione di Miretti, i tagli di Cuadrado e le qualità in impostazione di Danilo (13 passaggi progressivi su 15 tentati per il brasiliano, il migliore del match) non bastano però a giustificare l’incapacità della Roma di disturbare una manovra juventina che, fino alla settimana prima, pareva incapace di far progredire il pallone lungo il campo. Il 3-4-2-1 schierato da Mourinho è andato in difficoltà già nelle fasi della prima pressione. Con la Juventus che, nelle fasi iniziali della sua manovra, ha lasciato Rabiot accanto a Locatelli, i giallorossi sono presto andati in inferiorità numerica in zona avanzata con Abraham, Pellegrini e Dybala a fronteggiare i due centrali e i due centrocampisti bassi bianconeri in inferiorità numerica.

4 vs 3 per la Juventus in zona arretrata.

La scarsa qualità complessiva, in termini di intensità e di precisione di movimenti, della pressione dei tre giocatori offensivi della Roma ha permesso alla Juventus di trasformare la superiorità numerica in superiorità posizionale, costringendo il blocco di centrocampo e di difesa giallorossa ad affrontare situazioni di palla scoperta. Dopo la partita Mourinho ha parlato soprattutto dell'aspetto mentale, dell'approccio sbagliato alla partita dei suoi giocatori, che di certo è stato scadente, ma non è stato aiutato dall'impreparazione tattica, che metteva di continuo i giocatori a disagio. [gallery columns="5" ids="83550,83551"]

I 3 giocatori offensivi della Roma affrontano i 4 giocatori di costruzione della Juventus, ma lasciano una facile linee di passaggio da Danilo a Robiot, concedendo, oltre alla superiorità numerica, anche quella posizionale. Rabiot riceve e può condurre palla verso il centrocampo avversario.

Una possibile soluzione al problema, oltre all’ovvio miglioramento della qualità del lavoro di Abraham, Pellegrini e Dybala, sarebbe potuta essere quella di alzare uno dei due interni in pressione, prevedendo la scalata in avanti di uno dei tre centrali, in ampia superiorità numerica contro Vlahovic, ma la Roma ha invece proseguito con un atteggiamento piuttosto passivo in fase di recupero palla, assegnando di fatto a Cristante e Matic l’onere di coprire l’intera ampiezza del campo sul possesso palla arretrato della Juventus. Con Karsdorp e Spinazzola impegnati a coprire Alex Sandro e De Sciglio, i due interni romanisti sono stati costretti a schermare, in frequenti situazione di palla scoperta, l’intera ampiezza del campo. La complicata situazione tattica, unita alle difficoltà atletica per i due centrocampisti di coprire tanto spazio in orizzontale, hanno facilitato il lavoro di ricerca degli spazi interni di Miretti e Cuadrado. A catena, ancora più indietro, la passività della Roma si è tradotta nella riluttanza di Mancini e Ibanez a uscire sulle ricezioni dei due giocatori juventini, preferendo il presidio dello spazio profondo.A salvare la Roma difensivamente è stata quindi la poca qualità mostrata dalla Juventus nell’ultimo terzo di campo, dove i bianconeri hanno lasciato il solo Miretti ad accompagnare Vlahovic in area di rigore sui troppi cross messi in mezzo, e la buonissima prova in protezione dell’area dei giocatori arretrati giallorossi.In fase di possesso palla le cose per la squadra di Mourinho sono andate forse anche peggio che in fase di non possesso. La Roma ha mostrato davvero poche idee per superare il pressing juventino. Cristante e Matic hanno dato scarsa qualità: negli smarcamenti, nella gestione del pallone sotto pressione e nelle giocate. La scorciatoia, spesso usata da Mourinho, della palla lunga verso Abraham ha funzionato poco per le buone prove difensive di Bremer e Danilo e, in tale contesto, Dybala e Pellegrini sono stati di fatto esclusi dallo sviluppo della manovra.Le sostituzioni di Mourinho e Allegri nel secondo tempoPer fronteggiare le difficoltà dei primi 45 minuti, Mourinho nell’intervallo ha fatto due sostituzioni e un cambio della disposizione dei giocatori in campo. Ha inserito Zalewski ed El Shaarawy al posto di Spinazzola e Mancini, passando al 4-2-3-1 con Dybala e El Shaarawy ai fianchi di Pellegrini sulla linea dei trequartisti. Il cambio di uomini e modulo non ha però inciso sugli equilibri del match. La maggiore intensità e pulizia della Juventus ha continuato a prevalere sulla passività e sulla confusione della Roma. Più favorevole alla Roma è stato invece il cambio che, dopo circa un quarto d’ora, della ripresa, Allegri si è trovato costretto ad effettuare, rinunciando per infortunio ad Adrien Rabiot e sostituendolo con Zakaria. Il francese si era fino a quel momento rivelato un equilibratore prezioso per il centrocampo, supportando Locatelli in costruzione e alzandosi solo in un secondo tempo a possesso consolidato. Appena entrato, Zakaria ha invece iniziato a proporre smarcamenti senza palla in avanti sulla zona del centro destra, allungando di fatto la squadra in fase di possesso e rendendo la riaggressione rapida e la transizione difensiva, fino a quel momento quasi perfette, più complessa per i bianconeri. Alla Roma è bastato togliere il controllo del match alla Juventus per qualche minuto per costruire l’unica occasione su azione del match con Abraham e, subito dopo, a sfruttare la sua pericolosità sui calci piazzati per trovare il pareggio.Poco dopo Mourinho ha sostituito Dybala con Kumbulla ed è passato al 3-5-2 con Pellegrini sulla linea di centrocampisti. Voleva prendersi pochi rischi, mentre Allegri ha cercato forze fresche nella sua panchina per provare a segnare il gol del vantaggio, inserendo Milik e McKennie al posto di Miretti e Cuadrado. La Juventus è così passata a una sorta di 4-4-1-1 col polacco a gravitare alle spalle di Vlahovic. Rinunciando però ai suoi due giocatori più pericolosi nel gioco interno sulla trequarti campo avversaria, forse affaticati (Miretti ha iniziato la preparazione il 3 agosto, mentre Cuadrado è rimasto fuori per più di una settimana per una gastroenterite), Allegri ha depotenziato l’attacco. La Juventus ha perso il gioco interno ed è stato costretto forzatamente a prendere vie esterne, con McKennie particolarmente a disagio nel ruolo di esterno puro e Milik molto più lento e meno brillante di Miretti nelle sue ricezioni alle spalle del centrocampo avversario. La Juventus non è stata quindi in grado di rendersi ancora pericolosa. In una partita che probabilmente avrebbe meritato di vincere per il gioco mostrato, i bianconeri sono andati persino vicini a perdere, ancora in occasione di un calcio d’angolo avversario che ha creato una mischia a pochissimi metri dalla porta di Szczesny, risolta praticamente sulla linea di porta da Milik.C’è ancora tanto lavoro da fare per Allegri e MourinhoMassimiliano Allegri ha disegnato una Juventus molto diversa da quella disastrosa vista contro la Sampdoria. In fase di possesso palla la qualità tecnica e di letture di Danilo hanno reso efficaci la raffinata ricerca degli spazi interni di Miretti e i tagli verso il centro del campo di Cuadrado. Con l’altra mezzala, Rabiot, rimasta a supporto di Locatelli, in fase di impostazione, la Juventus ha stavolta avuto un buon gioco all’interno della struttura difensiva avversaria.

La migliore qualità del possesso palla ha migliorato anche la transizione difensiva, giocata più aggressivamente del solito e orientata al recupero veloce del pallone. La Juventus ha giocato molte più fasi di pressing, stavolta efficace e preciso. Ha recuperato tante palle nella metà campo avversaria (31) e ha favorito ripartenze su distanze corte e medie. La squadra di Allegri ha anche mostrato un’intensità di gioco superiore a quella a cui aveva ultimamente abituato. È stata per esempio molto più reattiva sulle seconde palle.Bisogna però anche riconoscere che il volume di gioco e il predominio tattico generale non si sono tradotti però in pericolosità offensiva. La Juventus ha messo insieme appena 0.8 gli xG. La squadra ha comunque avuto difficoltà a rifinire verso Vlahovic con soluzioni più efficaci dei cross. La partita contro la Roma ha quindi dato segnali positivi per il cammino futuro della Juventus, ma il lavoro che Allegri dovrà fare per migliorare le prestazioni della propria squadra resta ancora lungo.Mourinho ha rivelato in conferenza stampa di avere detto nell’intervallo ai propri giocatori di vergognarsi di essere il loro allenatore. Il primo tempo della Roma è stato in effetti deludente: i giallorossi hanno sofferto in fase di possesso il pressing della Juventus e, in fase di non possesso, sono stati particolarmente passivi facilitando la risalita del pallone bianconera fino alla trequarti campo. Le sostituzioni e il cambio di modulo non hanno migliorato molto la situazione, e la Roma si è aggrappata alla buona difesa dell’area di rigore del proprio pacchetto arretrato e alla pericolosità sui calci piazzati per pareggiare la partita. Alla Roma è mancata la capacità muscolare di Zaniolo di fare avanzare la squadra sul campo con le proprie conduzioni e il lavoro di raccordo di Pellegrini, spostato più avanti, tra centrocampo e la zona di trequarti. In questo senso l’infortunio di Georgino Wijnaldum non è certo una buona notizia per Mourinho che dovrà trovare, dal lavoro (e forse anche dal mercato) la maniera di non isolare troppo i suoi trequartisti dal resto della squadra.

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