Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Marco D'Ottavi
L'azzardo della Juventus con Chiesa
06 ott 2020
06 ott 2020
Cosa dobbiamo aspettarci dall'acquisto dell'ultimo minuto.
(di)
Marco D'Ottavi
(foto)
Design UU
(foto) Design UU
Dark mode
(ON)

Sembra esserci un filo invisibile a legare Federico Chiesa e la Juventus. Contro i bianconeri ha esordito in Serie A, il 20 agosto del 2016 appena diciottenne, mandato in campo un po’ a sorpresa da Paulo Sousa per la prima partita della stagione e sempre contro la Juventus, al ritorno al Franchi, ha disputato la prima grande partita della carriera, in una brillante vittoria della Fiorentina quando un suo movimento a tagliare in anticipo su Alex Sandro aveva ingannato Buffon permettendo il gol vittoria di Badelj.

A distanza di oltre quattro anni da quella prima partita, Federico Chiesa è diventato un giocatore della Juventus, in prestito biennale, dopo un inseguimento che è sembrato lunghissimo, iniziato con un foglietto strappato di Paratici ritrovato in un ristorante e con su scritto il suo nome. La formula dell’acquisto è opaca: la Juventus pagherà 3 milioni subito, 7 la prossima stagione, prima di riscattarlo tra due anni a 40 milioni (più possibili 10 di bonus) al verificarsi di una di queste condizioni: che Chiesa giochi il 60% delle gare stagionali (con presenze di almeno 30 minuti) o che nelle due stagioni segni 10 reti e faccia 10 assist; e che la Juventus arrivi tra le prime quattro in campionato, la condizione più facilmente realizzabile e che rende il diritto quasi un obbligo.Modalità cervellotiche che riflettono le difficoltà di questo mercato azzoppato da una pandemia, ma che non devono distrarre da quello che è il punto, ovvero la volontà, ancora una volta, da parte della Juventus di investire parecchio denaro su uno dei migliori giovani prodotti dal calcio italiano.Cosa può dare Chiesa alla JuventusA volersi fidare delle due partite giocate fin qui, Andrea Pirlo sembra voler disegnare la Juventus con un 3-5-2 (o 3-4-1-2) in grado di ruotare rapidamente in fase di non possesso per diventare un 4-4-2. Costruire quindi il gioco dal basso con tre difensori e due centrocampisti, usando gli esterni per creare ampiezza nella metà campo avversaria. Uno schieramento che ha funzionato bene nella prima partita della stagione, contro la Sampdoria, quando la presenza di Cuadrado a destra e Frabotta a sinistra molto alti e larghi sul campo costringevano la difesa avversaria a scegliere se allargarsi per coprire i due esterni oppure rimanere stretta per difendersi dalla presenza sulla trequarti di Ronaldo, Kulusevski e Ramsey. Lo stesso schieramento aveva però mostrato dei limiti nella seconda partita contro la Roma. E se i problemi erano stati diversi, come le difficoltà dei due centrocampisti centrali nel muovere il pallone, la presenza sugli esterni di due giocatori a piedi invertiti, Cuadrado a sinistra e Kulusevski a destra, ha reso più difficile per la Juventus attaccare sfruttando l’ampiezza. Pirlo è stato costretto a schierarli a piede invertito perché la fluidità del modulo della Juventus si basa sui movimenti di Danilo, il centrale di destra nella difesa a tre, che in fase di non possesso scala nel ruolo di terzino. A sinistra invece è l’esterno a tutta fascia a diventare il terzino, da qui la scelta di impiegare Cuadrado in quella posizione di campo - in assenza di Alex Sandro - perché molto più adatto dello svedese a scalare tra i quattro dietro. [gallery columns="6" ids="61742,61743"]

Dalle passmap si vede bene come, soprattutto Kulusevski, veniva attratto verso il centro del campo invece di rimanere con i piedi sulla linea laterale.

L’acquisto di Chiesa nell’immediato offre un'alternativa naturale a Cuadrado come esterno destro. In quel ruolo ha giocato sia con Paulo Sousa (l’allenatore che ha portato in Serie A il concetto di modulo fluido che sta usando Pirlo) sia con Iachini. E se il colombiano per la Juventus è stato spesso una toppa più affidabile del titolare lungo tutta la fascia destra, Chiesa si inserisce nella rosa della Juventus come un profilo nuovo, ovvero una tipologia di giocatore che mancava. Banalmente perché è destro di piede, a differenza di tutti gli esterni comprati in questi anni dai bianconeri: anche a voler credere all’adattabilità di Bernardeschi e Douglas Costa in quel ruolo, sono entrambi mancini e si portano dietro gli stessi problemi mostrati dall’impiego di Kulusevski sulla fascia destra contro la Roma. Cioè vengono dentro al campo e non rimangono larghi a offrire ampiezza.Per fare spazio al contratto di Chiesa è stato ceduto Douglas Costa, troppo spesso infortunato. Come il brasiliano, anche se in modo totalmente diverso, Chiesa è un giocatore di strappi e dribbling: negli ultimi 4 anni è stato il calciatore a essere riuscito in più dribbling in Serie A dopo il Papu Gomez, ma anche tra quelli che ne sbaglia di più (è stato spesso sotto il 50% di riuscita).Quello di Chiesa è un calcio elettrico e senza compromessi, dove ogni cosa - dribblare, tirare, correre - è fatta alla massima velocità. Rispetto a Cuadrado non offre lo stesso ordine in fase di costruzione, ovviamente, ma è nove anni più giovane ed è più fresco e intenso. Prendete il gol segnato all’Inter qualche settimana fa: se a rubare l’occhio è il passaggio di Ribery, Chiesa riesce a offrire quella traccia con uno sprint di novanta metri, mangiandosi in velocità un altro talento fisico espresso dal calcio italiano in questi anni, Barella.

Un gol che ricorda in qualche modo un altro segnato qualche anno fa da Cuadrado contro il Bayern Monaco. 

Chiesa insomma arriva per portare sulla fascia destra forza fisica e imprevedibilità. Difficilmente in Serie A troverà avversarie che lasciano alla Juventus spazi aperti da attaccare con la sua velocità, ma questo potrebbe accadere più spesso in Europa. Alcuni dei migliori successi della Juventus in Champions League sono arrivati anche con gol segnati in transizione (contro il Tottenham, il Monaco, il Manchester City) e Chiesa può già da oggi essere un fattore in campo aperto. Ma anche in una fase d’attacco più posizionale Chiesa, schierato sulla fascia, può aiutare la Juventus. Saltando l’uomo e creando superiorità, ma anche sfruttando la sua facilità di calcio: con i cross dal fondo o dalla trequarti per i tagli di Cristiano Ronaldo o, lontano dalla porta, cambiando gioco per l’esterno dalla parte opposta. L’allenatore della Juventus chiede ai suoi esterni frequenti cambi di gioco, una delle soluzioni più semplici per guadagnare vantaggio dall’ampiezza, e Chiesa può farlo più spesso, e meglio, di Cuadrado. Sia con il destro che con il sinistro.

Qui con il piede debole trova l’esterno sulla fascia opposta.

Certo, Chiesa è anche molto caotico. Alla fine della scorsa stagione aveva vinto il premio, dato dall'Ultimo Uomo con i voti dei lettori, di “giocatore più fumoso” del campionato. A margine Emanuele Atturo scriveva che «Da quando ha esordito in Serie A, Federico Chiesa è alla faticosa ricerca di un compromesso accettabile tra quantità e qualità. Il suo gioco si nutre di errori, disordine e caos. I suoi miglioramenti nel tempo sono insignificanti; la selezione dei suoi tiri per esempio, il rapporto tra tentativi da fuori e da dentro l’area, è rimasta identica nel tempo». I suoi difetti insomma sono ancora tanti e evidenti, ma difficilmente la Juventus avrebbe trovato sul mercato un giocatore in grado di poter rispondere meglio alle richieste di Pirlo per il ruolo di esterno destro senza spendere da subito ancora più soldi. L’unico profilo che poteva essere forse più adatto di Chiesa sul mercato era Hakimi, ma l’Inter è stata brava a comprarlo ancora prima che aprisse il mercato, quando l’allenatore della Juventus era ancora Sarri. Al contrario di come siamo abituati a fare per un giocatore pagato tra i 40 e i 50 milioni, la Juventus con Chiesa dovrebbe rifarsi alla famosa frase pronunciata da Kennedy durante il suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, ovvero chiedersi non cosa può fare Chiesa per loro, ma loro per Chiesa.La Juventus dovrà trovare un modo per migliorare la fase decisionale del suo gioco, mantenendo però intatta l’intensità mentale che gli permette di riuscire in giocate molto complicate, e che a oggi è la sua più grande qualità. Chiesa sembra infatti funzionare per accumulo: per incidere sulla partita deve fare tante cose, essere una presenza costante. Non a caso una delle migliori prestazioni della sua carriera è arrivata in una partita vinta per 7-1, contro una squadra che gli lasciava tanto campo da attaccare. Ma non può permettersi questo privilegio nella Juventus.Normalizzare Chiesa?Nei quattro anni a Firenze Chiesa ha cambiato quattro allenatori in quattro stagioni, passando per Paulo Sousa, Pioli, Montella e Iachini, e per un cambio di presidenza. Non è stato un predestinato, fino all’esplosione in Primavera era spesso ai margini delle formazioni giovanili della Fiorentina, ma ha sicuramente bruciato le tappe che portano un giovane talento ad affermarsi in maniera graduale. Fin dal primo momento è stato influente: prendendo in considerazione le quattro stagioni in maglia viola Chiesa è il giocatore con più tiri, gol, assist e dribbling della Fiorentina (è anche vero che soprattutto in attacco i compagni sono cambiati spesso). In questo periodo di tempo è stato schierato come esterno a tutta fascia, come ala pura, sia a destra che a sinistra, ma anche come seconda e prima punta. È stato il fulcro di un ciclo dell’Under-21 e quasi in contemporanea una speranza concreta per la Nazionale maggiore. Le presenze in campionato sono già 137, quelle con gli Azzurri 19. Anche fuori dal campo è passato per così tante fasi da pensare sia impossibile abbia solo 23 anni. Ha giurato amore eterno ai tifosi che lo hanno accolto come un salvatore e dai tifosi si è fatto odiare. Anche il giudizio degli osservatori esterni è cambiato rapidamente: Chiesa è passato dall’essere una bella storia familiare nostalgica, in quanto figlio di Enrico, a essere un calciatore scorretto perché si butta e simula.Insomma da quando il suo talento è emerso, niente per lui è stato normale. Il passaggio alla Juventus può essere visto come un aumento nelle aspettative, ma è anche un salutare passo indietro a livello emotivo. Chiesa non sarà più il ragazzo prodigio in una piazza alla continua ricerca di eroi, né il giocatore che deve prendersi sulle spalle una squadra che cambia interpreti ogni anno, ma nell’immediato sarà un giocatore di rotazione in un gruppo solido con almeno 16-17 titolari. Gli piacerà questo cambio di status? Lo conforterà o lo farà sentire solo meno importante?Alla Fiorentina, esclusi brevi tratti, non ha mai trovato un contesto funzionale dove crescere con calma, un sistema che nascondesse i suoi difetti e ne esaltasse i pregi. Se la Juventus ha investito - o investirà forse più correttamente - così tanto su di lui è convinta di potergli fornire questo contesto. Tuttavia provare a normalizzare Chiesa è un anche un rischio. Cercare di ingabbiare un talento così anarchico può essere la sua fortuna, ma anche l’esatto opposto. Chiedergli di ridurre i dribbling, i tiri, le azioni personali può avere senso oggi, in una squadra che semplicemente ha giocatori più forti a prendersi queste responsabilità, ma sul lungo periodo è la soluzione migliore per Chiesa? Le modalità di acquisto suggeriscono che la Juventus si è presa due anni per rispondere a questa domanda, provare a tirare fuori il talento di Chiesa e renderlo efficiente. La speranza per lui è che questo possa accadere anche più vicino alla porta. Perché tutti abbiamo intravisto in lui l’ala dinamica e con uno spiccato senso per la profondità in grado di segnare 20 gol e fare 10 assist in una stagione, un giocatore sempre più fondamentale nel calcio moderno (in una zona di campo dove tra uno o due anni la Juventus perderà Cristiano Ronaldo). Se può diventare quel tipo di giocatore oggi è ancora un mistero, ma è proprio questo parte del fascino del calciomercato.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura