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Fondamentali: Man United-Man City 0-0
16 dic 2020
16 dic 2020
La squadra di Guardiola sta passando un momento difficile, ma lo United non è riuscito ad approfittarne.
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Foto di PHIL NOBLE/POOL/AFP
(foto) Foto di PHIL NOBLE/POOL/AFP
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Questo articolo è apparso originariamente sul blog di Wyscout, in lingua inglese.

Il derby di Manchester giocato sabato ha dato segnali contraddittori. Il City non ha subito gol per la sesta partita di fila tra campionato e Champions League, ma quando attaccava non sembrava nemmeno una squadra di Guardiola. Ha faticato a creare occasioni, ha rinunciato a passare dal centro del campo, saltava le zone intermedie e cercava di sorprendere la difesa con giocate lunghe. E quando arrivava negli ultimi metri improvvisava e delegava gran parte delle responsabilità a De Bruyne, costretto quasi sempre a rischiare, a velocizzare l’azione, a cercare il passaggio decisivo che metteva un compagno nelle condizioni di tirare in porta. Sembra assurdo, ma con 18 gol il City ha il peggior attacco tra le prime nove squadre in Premier League.

Lo United, che invece tende a concedere molto in difesa e a esaltarsi quando ha spazi per attaccare in velocità in verticale, ha gestito meglio il possesso, riusciva più facilmente a trovare i suoi riferimenti intermedi tra le linee, Pogba e Bruno Fernandes, e pressava senza disunirsi, limitando il City a lunghi possessi orizzontali che non riuscivano a portare la palla negli ultimi metri. Però non ha creato molto e ha concesso un paio di grandi occasioni alla squadra di Guardiola.

La più grande è forse quella capitata a Mahrez al minuto 35. Una ripartenza dopo un tentativo di recupero alto dello United andato male, un’azione simbolica nel rappresentare il cambio di prospettiva rispetto alle solite sfide tra i “Red Devils” e "Citizens". Lo United era abituato a lasciare la palla alla squadra di Guardiola, ad attaccare con possessi brevi soprattutto in transizione, e invece si è ritrovato a difendere con le linee disorganizzate dopo aver provato a pressare in alto per recuperare la palla dopo un lancio impreciso di Bruno Fernandes. Stones lo ha intercettato e poi ha appoggiato la palla alla sua sinistra a Cancelo, che ha saltato Fernandes aprendo lo spazio per la ripartenza veloce del City.

Il lancio intercettato da Stones. Anche lo United in questo caso aveva provato ad attaccare velocemente le linee disordinate del City.

Cancelo è andato in verticale su Sterling che, girato spalle alla porta, ha appoggiato in orizzontale a Gabriel Jesus, abile a controllare il passaggio e poi a portare la palla fino alla trequarti offensiva, resistendo anche alla trattenuta di Wan-Bissaka.

Il brasiliano ha quindi servito in orizzontale De Bruyne che, di prima e facendo passare la palla tra le gambe di Shaw, ha messo Mahrez, solo sul lato destro dell’area, davanti a de Gea. L’ala algerina ha però calciato sul portiere e sulla respinta De Bruyne non ha inquadrato la porta, calciando alto.

È eccezionale soprattutto la velocità con cui De Bruyne vede l’inserimento di Mahrez alla sua destra e gioca la palla.

Il City non ha avuto altre chiare occasioni in ripartenza, e quando costruiva l’azione da dietro avanzava cercando di continuo di cambiare il gioco, soprattutto da destra a sinistra. La squadra di Guardiola riusciva a consolidare in modo piuttosto agevole il primo possesso, abbassando a turno uno tra Fernandinho o Rodri. Il primo si spostava soprattutto sul lato destro, nello spazio liberato dalla salita di Walker, il secondo invece si abbassava in modo più classico in mezzo ai difensori centrali. In ogni caso il City tendeva a impostare con la prima linea a tre e un solo centrocampista qualche metro più avanti, una scelta che permetteva una circolazione sicura oltre la prima linea di pressing dello United, formata da due giocatori, di solito Rashford e Fernandes, ma rendeva faticosa la risalita della palla. Con il centro del campo svuotato, la strategia più cercata per avanzare erano quindi i cambi di gioco, in particolare da destra a sinistra, avendo Cancelo come riferimento.

A creare l’altra grande occasione del City è stato proprio il terzino portoghese, trovato libero a sinistra da un cambio di gioco di Rodri. La squadra di Guardiola era da oltre un minuto nella metà campo dello United, dopo aver recuperato per tre volte la palla nella trequarti avversaria, ma non era ancora riuscita a rendersi pericolosa. Aveva più che altro mosso la palla da un lato all’altro fino a quando il cambio di gioco di Rodri ha pescato Cancelo a sinistra.

Durante la partita è toccato spesso al terzino portoghese cercare la giocata per far avanzare la palla, e anche stavolta è stato lui a prendere l’iniziativa, con un cross dalla trequarti verso Jesus, che aveva tagliato alle spalle di Maguire. Il primo tocco ha costretto il brasiliano a girarsi spalle alla porta e ad allargarsi verso sinistra, in una posizione scomoda per tirare in porta. Jesus ha quindi appoggiato all’indietro a De Bruyne, ma il tiro di quest’ultimo è stato respinto da Maguire.

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In generale lo United ha tenuto la palla meno del City, ma la squadra di Solskjaer, più di quella di Guardiola, riusciva a costruire l’azione in maniera ragionata, trovando i due centrocampisti centrali, Fred e McTominay, dietro la prima linea di pressing avversaria, e poi più avanti Pogba e Fernandes sulla trequarti.

A orientare la manovra era la posizione dei due trequartisti, aperti in fase di possesso per ricevere nelle zone laterali ai fianchi di Rodri e Fernandinho. Quando la prima linea di pressing del City non riusciva a coprire il passaggio in uscita dalla difesa, la posizione di Pogba e Fernandes era particolarmente fastidiosa per i due centrocampisti schierati da Guardiola, costretti a decidere se alzarsi su McTominay e Fred o allargarsi per seguire i due trequartisti, lasciando comunque un uomo libero su cui lo United poteva appoggiarsi per far continuare l’azione.

Le posizioni di Pogba e Fernandes hanno dato dei vantaggi alla circolazione fino alla trequarti, aiutando lo United a conservare la palla e a superare le prime linee di pressing del City, ma allo stesso tempo hanno forse ridotto la pericolosità dei “Red Devils” negli ultimi metri. Entrambi non sono stati rigidi nell’interpretare i loro ruoli, si sono mossi da una fascia all’altra con una certa libertà per avvicinarsi e alzare la qualità del possesso, ma giocando in zone laterali avevano più difficoltà a essere precisi nell’ultimo o nel penultimo passaggio.

Fernandes in particolare ha cercato la giocata decisiva con cross dalla trequarti destra o passaggi in diagonale verso Rashford o Greenwood. Ha perso diverse palle ma ha anche creato alcune situazioni pericolose. Forse la migliore in assoluto è arrivata quando, al 48’, ha trovato Rashford sul lato sinistro dell’area e quest’ultimo si è conquistato un rigore, prima che il VAR intervenisse per segnalare il suo fuorigioco sul cross di Fernandes.

Va anche detto che né Greenwood né Rashford, due attaccanti veloci e particolarmente dotati nel tiro, scelti da Solskjaer per la loro capacità di abbassarsi sulle fasce per partecipare all’azione e poi scattare dietro la difesa, sono stati lucidi e precisi quando hanno avuto la possibilità di calciare in porta.

Qui sotto Greenwood scivola dopo un bel lancio di Fernandes che lo aveva raggiunto sul lato corto dell’area a destra. Il giovane attaccante inglese è bravo ad aggirare Dias rientrando sul sinistro ma perde l’equilibrio al momento del tiro.

In quest’altra occasione qui sotto, invece, Rashford spreca un’altra intuizione di Fernandes, che con un passaggio in diagonale da destra lo aveva trovato in mezzo a Stones e Cancelo (Dias era fuori posizione per un’uscita in ritardo su Martial), non riuscendo a controllare la palla. Con un primo tocco più dolce sarebbe forse riuscito ad arrivare davanti a Ederson.

Prima di questo ultimo incrocio, Solskjaer aveva vinto tre sfide su cinque con Guardiola, battendolo sia all’andata che al ritorno nello scorso campionato con un piano più conservativo rispetto a quello scelto sabato. La sua squadra ha manovrato meglio, è stata più coraggiosa ed efficace nel pressing, ma è mancata in lucidità e qualità negli ultimi metri.

La coperta del City si è invece rivelata troppo corta. Gli sforzi fatti per evitare di subire ripartenze pericolose hanno reso più rigido e prevedibile il possesso. Se da un lato la squadra di Guardiola continua a tenere la porta imbattuta, quando ha la palla fa grande fatica a rendersi pericolosa. Sia il City che lo United cercavano una vittoria per non perdere altro terreno dalle prime posizioni, il pareggio le tiene entrambe in una triste posizione di metà classifica.

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