Israel Adesanya era sconosciuto al grande pubblico prima del suo esordio in UFC, ma qualcuno ne parlava già come di un giovane fighter promettente, ancora imbattuto, con un background di un certo livello nella kickboxing. Forse per questo siamo rimasti folgorati dalla sua prestazione a UFC 221, che per altro gli è valsa la "Performance of the Night".
Adesanya ha 28 anni ed è nato in Nigeria, Lagos (la più grande città d’Africa e la terza più grande al mondo, con quasi 1.000 chilometri quadrati di superficie), ma un anno dopo si è trasferito in Ghana, poi nel 2001 in Nuova Zelanda, a Rotorua, e infine a Whanganui, che si trova nell’Isola del Nord, sempre in Nuova Zelanda, solo quattro anni dopo.
Si dice che la sua prima vocazione fu per la danza, e in effetti il suo fisico asciutto e statuario sembra potenzialmente adatto anche ad essa, ma i suoi genitori non apprezzavano la scelta e quando un giorno vede alla televisione il film Ong-Bak (Nato per combattere) dove l’attore americano Panom Yeerum, da molti considerato l’erede naturale di Bruce Lee, usa la sua Muay Thai iper-spettacolare per recuperare la testa del Buddha che un gruppo di malviventi ha sottratto al villaggio Thailandese di Nong Pradu, ne rimane estasiato. In virtù di quello spirito di emulazione tipico dell’adolescenza inizia a praticare prima Taekwondo, poi Muay Thai con Derek Broughton. Nel 2010 decide di trasferirsi a Auckland, la più grande e popolosa città del paese e inizia la sua carriera professionistica nella kickboxing con Eugene Bareman al City Kickboxing.
Nella kickboxing ha combattuto complessivamente 57 incontri, 33 da professionista, vincendone 50, dei quali ben 24 per KO. I primi 32 match li ha affrontati nella scena neozelandese, prima di trasferirsi e proseguire la sua carriera in Cina, dove ha combattuto fra il 2011 e il 2013, cinque incontri al Wu Lin Feng, vincendoli tutti. Poi torna in Nuova Zelanda e combatte anche quattro incontri nella prestigiosissima federazione asiatica Glory, fra il 2014 e il 2017: il primo disputato ad Istanbul e i seguenti tre fra Denver e Los Angeles, con due vittorie e due sconfitte.
Astro nascente
Insomma, oltre ad essere un giramondo è un fighter con un livello altissimo nella kickboxing e uno stile, che gli appartiene anche oggi nelle arti marziali miste, sfrontato, tecnico, creativo, accompagnato da una fluidità di movimenti davvero da ballerino. È un combattente sempre molto piacevole da guardare, oltre che straordinariamente efficace ed è quasi incredibile credere che ad un certo punto Adesanya abbia pensato che nel suo futuro esistesse uno sport che poteva fare meglio: in Nuova Zelanda a un certo punto ha anche disputato sei incontri da pugile professionista, vincendone cinque e perdendo soltanto al debutto, ai punti, contro il veterano Daniel Ammann.
Il primo incontro di MMA.
A dire il vero, il primo match di MMA da dilettante Adesanya lo disputa nel Novembre del 2009 e, anche per le comprensibili carenze nelle fasi di grappling, lo perde. Poi non combatte un match di MMA fino al 2012, quando, però, debutta da professionista e demolisce letteralmente James Griffith a Auckland, trovando in modo un po’ singolare l’atterramento mediante un sorta di scissor kick al corpo e poi finalizzando con un violento ground and pound. Forse a quel punto inizia a comprendere quanto grande sia il suo potenziale in questo sport.
Il secondo match da professionista lo vede opposto a John Vake, sempre ad Auckland, il 15 Giugno 2013. Adesanya mostra subito qualche limite nella difesa dai takedown concedendo qualche atterramento, ma palesa una capacità di rialzarsi non comune, in virtù anche di una forza fisica davvero impressionate. Vake spreca molto per imporre il proprio ground game e quando le sue energie iniziano a calare Israel diventa devastante, sia alternado alla perfezione al volto e al corpo le sue combinazioni pugilistiche, sia imponendo la posizione dominante, come la full mount che gli sarà decisiva a chiudere l’incontro prima che la campana metta fine alla prima ripresa.
Tutte le qualità che oggi rendono tanto luminoso il suo potenziale sono già ben visibili da questi due primi incontri, ma se le eccezionali doti da striker potevano essere in qualche misura prevedibili, è davvero sorprendente la sua naturale predisposizione nelle fasi di lotta.
Adesanya, però, nel frattempo si dedica alla carriera nella kickboxing e per attendere il suo terzo match bisogna aspettare fino all’agosto del 2015. Al WFC, in Cina, affronta e sconfigge per TKO dopo un paio di minuti l’atleta cinese Kenan Song (che nel novembre del 2017 ha fatto il suo ingresso in UFC infliggendo un KO nettissimo a Bobby Nash dopo soli 15 secondi dall’inizio del match). Forse galvanizzato da questa abbagliante performance inizia a combattere con una frequenza maggiore, e un mese più tardi combatte ad Auckland al FPF (Fair Pay Fighting) contro l’australiano Maui Tuigamala in quello che sarà il main event di quella notte.
Adesanya mostra immediatamente quanto si senta in fiducia, tiene la guardia bassa, appare molto rilassato, dopo aver mandato a segno i primi due calci alle gambe li conta all’avversario con le dita in segno di scherno e quando quest’ultimo tenta l’atterramento lui ribalta facilmente la posizione trovandosi direttamente in full mount. È un dominio assoluto e il fatto che si vada alla seconda ripresa dipende dal cuore di Tuigamala che rifiuta di cedere nonostante la durissima punizione, ma anche dall’arbitro che avrebbe dovuto forse fermare il match. La seconda ripresa è una formalità, all’ennesimo colpo, per la precisione un front kick, Tuigamala crolla e Adesanya, sempre estremamente sportivo, si affretta a consolarlo.
Passano due settimane e Adesanya torna dentro ad un ring (al WFL come nelle promozioni dove ha combattuto finora i match si sono sempre svolti in un ring e non in un ottagono) e se la vede, sempre ad Auckland, con Gele Qing che viene da due sconfitte. Adesnaya elude alla perfezione i colpi, è come sempre molto composto, va a segno con regolarità e verso lo scadere della prima ripresa costringe con un pugno al corpo il suo avversario ad accasciarsi cercando di difendersi schiena a terra nella sua full guard. Nel secondo round non alza il ritmo, dando sempre la sensazione di avere tutto sotto controllo, manifestandolo se non fosse chiaro con qualche spavalderia gratuita, finché Quing, probabilmente stremato dal peso dei colpi subiti in precedenza, non riesce più a reggersi in piedi si accascia al suolo cedendo poco dopo sotto delle tremende gomitate.
A gennaio del 2016, Adesanya incontra Vladimir Katykhin, un fighter ucraino di 35 anni con un record di 39 vittorie e sette sconfitte, in quello che sarà il primo dei quattro match consecutivi che disputerà in Cina. Kathykin prova invano a spostare il match a terra, Adesyana difende bene e poi manda knockdown il russo prima con un gran diretto destro, poi ancora con un gancio sinistro e non passa molto dall’inizio della seconda che l’arbitro è costretto ad interrompere per una vistosa ferita al volto del fighter ucraino che subisce infatti lo stop da parte dei medici.
Ormai i suoi incontri si susseguono sempre più rapidamente, a marzo affronta il russo Dabir Zagirov e lo finalizza per TKO alla seconda ripresa, poi incontra a maggio Andrew Flores Smith, che viene fermato dal suo angolo al termine del primo round per i danni subiti, e infine si scontra con Murad Kuramagomedov e lo liquida in meno di due riprese sempre attraverso i colpi, una ventina di giorni dopo.
Il penultimo match, prima del suo esordio UFC lo vede opposto al veterano Melvin Guillard, che in quella federazione ci ha passato ben otto anni della sua carriera, disputando 22 incontri e vincendone la metà. Tra le sue vittime illustri ci sono Evan Dunham, Jeremy Stephens e Dennis Siver, per citarne soltanto alcuni. Guillard era decisamente lontano dai suoi antichi splendori e veniva da cinque sconfitte consecutive.
Il match inizia e Adesanya si fa prendere immediatamente la schiena da Guillard, che non è esattamente Chris Weidman per quanto riguarda il wrestling, poi però si libera immediatamente e inizia ad infliggere un dominio assoluto dallo striking. Quando Guillard prova ancora ad imporre il proprio ground game, Israel non si limita soltanto ad eludere con facilità i suoi tentativi ma ribalta la posizione facendo valere il suo ground and pound. Il match si concluderà al termine della prima ripresa dopo una supremazia schiacciante fatta di high kick improvvisi, jab chirurgici, diretti destri e colpi al corpo, culminata con una ginocchiata al volto e un pesante ground and pound.
Il suo ultimo match prima del debutto in UFC lo disputa contro Stuart Dare e lo decide con un KO nettissimo al termine della prima ripresa con uno splendido Question Mark Kick, un calcio molto amato da fighter come Luke Rockhold e Carlos Condit, che se ben eseguito diventa difficilmente leggibile perché appare inizialmente come un front kick, ma viene tramutato durante la sua esecuzione e va ad impattare lateralmente, dove l’avversario non se l’aspetta.
Qui gli esempi di Luke Rockhold sull’esecuzione perfetta di questo colpo.
Eccoci arrivati al fragoroso debutto in UFC. L’avversario è Rob Wilkinson, promettente wrestler australiano con un record di 11-1, al suo secondo match in UFC dopo la sconfitta al debutto contro Siyar Bahadaurzada.
Nel primo round Wilkinson vanifica i vantaggi a distanza di Adesanya con un wrestling asfissiante, fa molta pressione a parete, lavora bene con la dirty boxe ed esegue due atterramenti che non portano risultati ma con cui si aggiudica la prima ripresa forte anche di tre minuti e mezzo di controllo.
Inizia la seconda ripresa e Wilkinson sembra già un filo meno aggressivo, Adesanya inizia a perforare la guardia del suo avversario con il suo jab favoloso, con il diretto destro va ad impattare più volte al corpo e quando mette la successiva ginocchiata i tentativi di atterramento di Wilkinson sanno tanto di panic-mode. Da lì in avanti è un massacro, con il nigeriano che mostra al mondo tutto il suo arsenale.
Cosa aspetta Marvin Vettori
Lo stile di Adesanya è caratterizzato da una ricchissima varietà di calci, dai Question Mark, ai leg kick che usa con molta frequenza, traendone ottimi profitti, fino a fulminei high kick con cui sorprende il sistema difensivo avversario. Ma anche da un pugilato estremamente tecnico fondato su un jab di altissimo livello per le MMA, un timing notevole e una capacità di gestire le distanze in maniera perfetta.
Il suo footwork verticale e rapido, sempre pronto a scappare all’indietro per vanificare le offensive avversarie, coadiuvato da ottimi movimenti di testa lo rendono oltretutto sempre molto elusivo. È alto un metro e novanta ed è impressionante atleticamente per velocità, esplosività e forza fisica.
Questo sarebbe l’identikit di un campione già affermato e credo sinceramente che se dipendesse soltanto dal suo striking non ci metterebbe molto a scalare i ranking UFC. Il suo grappling difensivo, però, sebbene abbia retto alla perfezione finora, verrà testato a livelli ben più alti rispetto al passato a cominciare proprio da Marvin Vettori, suo prossimo avversario.
Mentre il mondo delle MMA si sbalordiva per l’esordio di Adesanya, Marvin Vettori, al quale di certo non si può rimproverare la mancanza di coraggio o di fiducia nei propri mezzi, lo ha sfidato apertamente con un tweet. Difficile sapere se ha influito sulle scelte dell’UFC, che ha comunque pensato potesse essere un accoppiamento molto interessante fra due fighter emergenti, sfrontati e molto ambiziosi.
Vettori dimostra ancora una volta grande personalità sfidando un avversario decisamente scomodo in questo momento (l’incontro si terrà il prossimo 14 aprile).
Ragionando sull’incontro partirei dal presupposto che se è vero che Adesanya si è sempre opposto molto bene ai wrestler fin qui affrontati, e il suo grappling difensivo non ha mostrato falle significative, è vero anche che non è mai stato confrontato con un grappling come quello di Marvin Vettori.
Ad esempio, nel match contro Rob Wilkinson, Adesanya ha comunque concesso ben 4:13 di controllo in meno di due riprese, subendo 15 colpi dal clinch e se è vero che ha reagito bene ai 3 atterramenti subiti (a fronte dei 15 tentati), non facendo subendo nessun colpo dal ground game, potrebbe trovarsi in difficoltà se la posizione dominante dovesse conquistarla Vettori.
Il lavoro a parete e la dirty boxe potrebbero servire a sfiancare Adesanya, e soprattutto a limitare le sue qualità nello striking emulando quanto fatto nella prima ripresa da Wilkinson, ma con Vettori che potrà tentare con maggiori possibilità di successo il takedown ed essere più pericoloso una volta ottenuta la top position
È chiaro che se il match dovesse combattersi troppo a lungo in piedi, a prescindere dal livello affrontato fin qui dai due contendenti, sembra essere il nigeriano ad avere dei vantaggi. Vettori è uno striker potente, che sa tenere un buon ritmo e talvolta sorprendere con soluzioni improvvise e pericolose (come le ginocchiate saltate), ma Adesanya è uno striker più tecnico, creativo, con una migliore gestione delle distanza, un footwork più evoluto e una capacità di rendersi elusivo ai colpi avversari chiaramente maggiore. E che oltretutto potrà contare su una considerevole discrepanza di allungo: 80” a 74” in suo favore.
Proprio per questi motivi è forse opportuno pensare a questo match come ad una contrapposizione classica fra grappler e striker, dove il fighter che riuscirà a far confluire il match nella sfera del combattimento a lui più congeniale avrà grandi possibilità di vittoria.
Vettori questa volta non potrà permettersi di sfidare sul suo campo l’avversario senza adattarsi, sa di avere di fronte un fighter troppo pericoloso da quel punto di vista, dovrà essere lucido e credo farà il possibile per limitare al massimo i rischi.
Il fatto però che abbia deciso di sfidare un fighter che molti al momento avrebbero preferito evitare è l'ennesima prova della determinazione di un ragazzo disposto a tutto pur di dare consistenza ai propri sogni.
In bocca al lupo, Marvin.