Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Il Milan di Gattuso ha preso coraggio
05 feb 2018
05 feb 2018
Nonostante il pareggio, Gattuso ha detto che quella contro l'Udinese è stata la miglior partita stagionale.
(di)
(foto)
Foto di Dino Panato / Getty Images
(foto) Foto di Dino Panato / Getty Images
Dark mode
(ON)

Dopo aver pareggiato a Udine Gennaro Gattusoha dichiarato che il Milan ha giocato una delle migliori partite dell’anno. I rossoneri non hanno saputo difendere il gol di vantaggio segnato da Suso, ma hanno portato la striscia d’imbattibilità a sette partite, la più lunga della stagione. Durante questo piccolo ciclo hanno segnato 8 gol e ne hanno subiti 4, si sono ulteriormente avvicinati al sesto posto occupato dalla Sampdoria e si sono garantiti la possibilità di arrivare in finale di Coppa Italia, da conquistare nella sfida di ritorno contro la Lazio dopo lo 0-0 di San Siro.Gattuso ha aggiustato il Milan a piccoli passi: ha individuato un chiaro gruppo di titolari, riunendo nel 4-3-3 i giocatori con maggiore qualità nella rosa e interrompendo gli esperimenti cheavevano portato Montella al naufragio, ha semplificato la manovra per darle maggiore profondità e stabilizzare le transizioni difensive, ha garantito una struttura più solida in fase di non possesso.Nelle prime partite della sua gestione ciò ha significato una squadra dal baricentro più basso, che preferiva coprire gli spazi piuttosto che pressare e risaliva il campo cercando subito i giocatori più avanzati, confidando nelle loro qualità o in un loro duello vinto per consolidare il possesso e arrivare nella trequarti avversaria. In questo modo il Milan ha vinto il derby di Coppa Italia e strappato un pareggio alla Fiorentina, due risultati fondamentali per rafforzare la posizione di Gattuso dopo le brutte sconfitte contro il Verona e l’Atalanta. La fiducia guadagnata con quelle due prestazioni non ha solo permesso al Milan di infilare una striscia di risultati utili,battendo anche la Lazio, una delle squadre più in forma del campionato, ma ha dato modo a Gattuso di abbandonare in parte la prudenza che lo aveva contraddistinto per proporre una manovra più brillante e una fase di non possesso più organizzata e aggressiva.La catena Calhanoglu-BonaventuraPer la brillantezza della manovra è stato determinante l’ingresso in squadra di Hakan Calhanoglu, autore del gol del pareggio contro la Fiorentina. Dalla giornata successiva, contro il Crotone, il turco è diventato titolare in pianta stabile, partendo dalla panchina solo nella sfida contro la Lazio in Coppa Italia per un piccolo problema fisico. «Con Montella ho avuto difficoltà ad adattarmi, con Gattuso invece sono a mio agio»,aveva spiegato proprio nella conferenza stampa prima della partita di Coppa contro i biancocelesti.Oltre a innalzare la qualità complessiva della squadra, Calhanoglu ha trovato subito un’ottima intesa con Bonaventura, rendendo più imprevedibile la manovra milanista. Il turco offre un prezioso riferimento per la progressione della manovra entrando quasi sempre dentro il campo e liberando Bonaventura dai semplici compiti di cucitura tra la fase di costruzione e quella di rifinitura. L’ex Atalanta, oltre a occuparsi di dare continuità al possesso dopo la prima costruzione come una classica mezzala, ha allargato il ventaglio di movimenti senza palla del Milan con le sue ricezioni sulla fascia e gli inserimenti da dietro per fornire un’opzione a chi imposta – soprattutto a Bonucci, che con la qualità del suo gioco lungo può saltare le linee arrivando direttamente negli ultimi 30 metri – o al centravanti che si muove incontro per una sponda.

Bonaventura parte da dietro e riceve la sponda di André Silva, a sua volta servito dalla verticalizzazione di Biglia. Calhanoglu è dentro il campo e occupa Larsen, il centrale destro della difesa a 3 dell’Udinese.

Il Milan ha così riequilibrato le responsabilità creative sui due lati del campo, prima nettamente sbilanciate a destra con le iniziative di Suso, sfruttando in maniera coerente le qualità dei suoi giocatori. A destra infatti l’avanzamento dell’azione è garantito dai classici movimenti della catena laterale innescati dalle ricezioni di Suso, come ad esempio le sovrapposizioni del terzino destro e i tagli di Kessié, compensati sul lato opposto del campo dagli inserimenti a occupare l’area di Calhanoglu e Bonaventura. A sinistra il Milan può invece contare sulle combinazioni tra Calhanoglu e Bonaventura, meno legate ai movimenti rigidi della catena laterale e che possono anche essere innescate da una verticalizzazione taglia-linee, vista la predisposizione di entrambi a giocare dietro il centrocampo avversario.Le difficoltà a segnareIl possesso del Milan è diventato più brillante, ma fatica ancora a costruire occasioni di qualità. I rossoneri arrivano con relativa facilità sulla trequarti, hanno più qualità in quella zona e hanno aumentato le possibili alternative per finalizzare l’azione, ma si rifugiano spesso in soluzioni forzate come cross dalla trequarti o tiri dalla distanza. Contro l’Udinese hanno trovato il vantaggio grazie a una prodezza di Suso, al 50.esimo tentativo da fuori area del suo campionato. Nessuno in Serie Aci ha provato di più.In parte è dovuto alle caratteristiche di Calhanoglu e Suso, particolarmente predisposti a calciare da fuori area, ma spesso il consolidamento del possesso nella metà campo opposta non apre gli spazi necessari a creare occasioni da gol più semplici da finalizzare. La media gol dei rossoneri è quindi rimasta piuttosto bassa anche nel miglior periodo di forma della stagione: contro l’Udinese quasi metà delle conclusioni sono arrivate fuori dall’area di rigore.

I progressi nella costruzione della manovra andranno comunque testati contro squadre più aggressive. Anche l’Udinese, così come la Lazio, ha preferito ostruire la progressione palleggiata nella propria metà campo piuttosto che pressare l’impostazione dal basso del Milan. La prima circolazione di palla rossonera riusciva quindi a muovere lo schieramento avversario e ad aprire spazi per avanzare. Hanno influito anche le difficoltà della squadra di Oddo ad adattarsi al nuovo sistema, il 5-4-1, con de Paul e Jankto esterni e Lasagna in marcatura su Biglia: «Abbiamo provato a cambiare qualcosa in settimana, ma non siamo stati capaci di scalare in avanti e fare quelle cose che avevamo preparato»,ha ammesso Oddo a fine partita.

Le posizioni strette di Jankto e de Paul contribuiscono a coprire il centro, Lasagna marca Biglia.

Una volta attirata la pressione di Lasagna su uno dei due difensori centrali, il Milan riusciva quindi ad avanzare approfittando dei ritardi nelle scalate alle spalle del centravanti bianconero. Quando però la squadra di Oddo ha trovato i tempi giusti per il pressing, la manovra del Milan è diventata meno fluida, come nell’azione che ha portato alla prima ammonizione di Calabria, un episodio decisivo per il risultato (il terzino rossonero verrà espulso nel secondo tempo dopo aver ricevuto un’altra ammonizione).Il Milan prova a uscire palla a terra dal pressing dell’Udinese, innescato dall’uscita di Lasagna sul lato di Bonucci, Behrami pressa alle spalle Biglia, Jankto si alza con puntualità su Romagnoli, recupera la palla intercettando il suo passaggio e poi viene atterrato da Calabria. Migliorare la circolazione della palla sotto pressione, così come negli spazi stretti nella metà campo avversaria, è il prossimo passo che attende Gattuso.Un atteggiamento più aggressivoLa partita con l’Udinese ha comunque segnato una discontinuità con l’atteggiamento difensivo mantenuto finora. Il Milan ci aveva abituati a fasi più o meno prolungate di attesa nella propria metà campo (il derby di Coppa Italia e il pareggio contro la Fiorentina forniscono ottimi esempi) che progressivamente si sono fatte più rare. Contro la Lazio i rossoneri hanno alternato aggressività e attesa, finendo per essere schiacciati col passare dei minuti, non solo per la spinta offensiva della squadra di Inzaghi, ma anche per la scelta di conservare il vantaggio con una difesa più bassa.Contro l’Udinese, invece, il Milan non ha mai rinunciato a pressare la costruzione avversaria, anche in inferiorità numerica, un’esuberanza punita dal gol del pareggio, subìto in maniera fortuita con due deviazioni di Bonucci e Donnarumma dopo l’ennesimo taglio in profondità di Lasagna. Tornando indietro di qualche secondo, però, si può notare quanto si sia allungata la squadra di Gattuso dopo un tentativo di pressing andato a vuoto.

La difesa è in posizione, il centrocampo si è alzato per pressare, nel mezzo si apre una voragine in cui riceve Barak.

Le prossime partite diranno se questo tipo di aggressività è il naturale approdo pensato da Gattuso dopo l’iniziale prudenza necessaria a dare la stabilità di cui aveva bisogno il Milan o un semplice accorgimento studiato per mettere ancora più in evidenza le difficoltà in impostazione dell’Udinese. Il prezzo pagato a Udine potrebbe quindi servire a incassare una ricompensa più alta in futuro, andando incontro alle caratteristiche di una rosa più votata al palleggio che a veloci transizioni verticali e quindi in difficoltà se ha molto campo da coprire una volta recuperato il pallone.Ovviamente servirà affinare i meccanismi del pressing, sembrati comunque di buon livello fino all’espulsione di Calabria (anche se non possono essere ignorate le difficoltà dell’Udinese a costruire l’azione da dietro palleggiando), e ridurre le ingenuità che hanno portato il Milan a giocare in inferiorità numerica in 4 delle ultime 9 giornate: le 6 espulsioni accumulate finora sono un record poco invidiabile.A piccoli passi Gattuso è riuscito a intervenire sulle maggiori criticità che avevano fatto sprofondare il Milan con Montella, ha mostrato di saper organizzare le qualità della rosa meglio dell’attuale tecnico del Siviglia, alzando il livello delle prestazioni di quasi tutti i titolari, ha semplificato il gioco per poi apportare gli accorgimenti necessari a sostenere un miglioramento più stabile e duraturo, rendendo la manovra più brillante e dando maggiore solidità alla fase difensiva.Non ha ovviamente risolto tutti i problemi e i miglioramenti, seppur sensibili, non hanno cambiato in maniera radicale il rendimento del Milan. In questo senso, la partita contro l’Udinese ha consolidato le buone sensazioni che accompagnano i rossoneri nelle ultime settimane, ma anche evidenziato quali siano le aree su cui Gattuso deve intervenire con maggiore urgenza. La manovra, ad esempio, continua a far fatica a produrre occasioni di qualità, penalizzando i centravanti. A Udine il tecnico rossonero ha provato a rilanciare André Silva, che però non è riuscito ad avere un impatto né col gioco spalle alla porta né in area di rigore, confermando quella che è forse il suo più grande limite, la scarsa freddezza in area di rigore, quando si è avvitato in maniera strana a pochi metri dalla porta su un pallone alzato da Calhanoglu. La fase difensiva, poi, non ha ancora trovato un equilibrio tra aggressività e attesa, e tende ancora a lasciare poche, ma grandi occasioni agli avversari, nonostante la media dei gol subiti si sia abbassata.Gattuso, però, sembra aver dato alla squadra le certezze e la tranquillità necessaria a guardare al futuro con ottimismo. I recenti progressi verranno messi alla prova da avversarie più dure e magari più attrezzate a esibirne i difetti, ma il Milan sembra decisamente più pronto ad affrontarle rispetto a qualche mese fa.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura