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Il bello dell'Europa League vol. 9
17 mar 2017
17 mar 2017
Cose che rendono pimpante la competizione europea meno pimpante.
(articolo)
14 min
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I turning point di Roma - Lione

Ieri la Roma ha perso l’ennesima occasione per riscattare la propria storia da squadra perdente e orgogliosa. Una storia fatta di finali perse drammaticamente, secondi posti onorevoli, prove d’orgoglio che non bastano mai. Come si divertono a dire con un certo sadismo gli anti-romanisti: “andarci vicini conta solo a bocce”. Ma nelle sconfitte della Roma esiste anche una parte di dolore consolatorio, che consiste nel crogiolarsi al pensiero delle occasioni bruciate. Al pensiero, ad esempio, di tutti quei momenti in cui ieri sera le cose avrebbero potuto svoltare diversamente.

Eccoli raccolti.

Minuto 5 la traversa di Rudiger

Un mio amico che era allo stadio mi ha detto che prima della partita Rudiger era così carico che ha preso la testa di Mario Rui tra le mani e gli si è messo a strillargli cose in faccia per qualche minuto. Tutta questa carica a pallettoni Rudiger l’ha sfogata su questo tiro di collo pieno che colpisce la traversa e per poco non fa un buco per terra.

Se la palla fosse entrata, la Roma avrebbe avuto 85 minuti per farne un secondo invece che 30, come poi è stato. 10 minuti dopo il Lione trova il gol dell’1 a 0 con Diakhabi, la prima volta che riusciva a superare il centrocampo. Poi per carità, magari la Roma andava 1-0, poi 2-0, e prendeva il 2-1 al 93°. Sarebbe stato ancora più romanista.

Minuto 27 Salah vede scorrere la palla, la sua partita, la qualificazione della Roma

Dzeko fa una rifinitura di prima di grande classe e Salah si gira verso la palla con mezzo secondo di ritardo. Davvero mezzo secondo. Una volta che la palla tocca terra rimbalza verso Lopes.

Minuto 33, il momento in cui Nainggolan stava per vincere le prossime dodici edizioni del Rugantino d’oro

Già sappiamo che Nainggolan è un ninja, ma quest’azione non ha davvero nessun senso logico. Nainggolan carica il tiro quando si sta ancora alzando da terra, e mentre il suo avversario è ancora per terra lui sta già tirando. L’impatto di collo fa piovere una parabola arcuata e stranissima, che esce a pochi centimetri dalla porta.

Minuto 41, il momento in cui Strootman proprio non è riuscito a segnare

Oh niente, né di destro né di sinistro.

Fine primo tempo: un po’ di momenti di disperazione della Roma

Vota il tuo preferito.

Minuto 47, il momento in cui a Dzeko gli viene l’insicurezza

Se riguardate i video dei gol di Dzeko al Wolfsburg o al Manchester City vi potrebbero sanguinare gli occhi. I suoi gol erano spesso frutto di bombe paranormali tirate dalle zone nei dintorni dell’area. Lo scorso anno tragico a Roma ha avuto come conseguenza di abbassare le sue ambizioni tecniche: ogni volta che deve concludere Dzeko prova solo a essere più preciso possibile, a non sbagliare in modo eclatante. Qui fa un tiro pigro, scolastico, cercando l’angolo lontano con la fragilità di chi, inconsapevolmente, preferisce sbagliare bene che rischiare di sbagliare male provando a segnare.

Minuto 53, il momento in cui Bruno Peres pensava di essere lui il turning point della Roma

Bruno Peres è di gran lunga la più grossa delusione della stagione della Roma. Ieri ha giocato una partita confusa: è stato molto influente nel gioco, facendo alcune cose giuste ma sbagliandone tantissime. C’è stato però un momento in cui il suo cervello è andato in blackout e, per qualche ragione, ha pensato di vivere il turning point della sua stagione e di quella di tutta la Roma. “Cosa succede se adesso mi giro e la metto sotto al sette sul secondo palo?!?!” avrà pensato, mentre palleggiava sul posto.

Minuto 62, il momento in cui El Shaarawy doveva segnare ma sembrava troppo a tutti

Alla fine avevamo segnato 3 minuti prima, la partita era bella inclinata verso il nostro 3 a 1. Fare il terzo gol a quel punto pareva troppo facile, c’era ancora tempo. Sembrava.

I 5 momenti in cui ti sei chiesto “Ma come?” riferendoti ad Ibrahimovic

Nella doppia sfida contro il Rostov Zlatan Ibrahimovic ha dimostrato – come se ce ne fosse ancora bisogno – di essere diverso da tutti gli altri 21 esseri umani che puoi trovare su di un campo di Europa League. All’andata ha servito un assist fantascientifico per il gol di Mkhitaryan, mentre ieri ha semplicemente dominato la partita come se si trovasse a giocare con i figli nel giardino di casa.

Si è piazzato nella trequarti del Rostov agendo da trequartista neanche tanto mascherato dando l’impressione di poter accendere la gara ogni qualvolta toccasse il pallone anche giocando praticamente da fermo.

Ecco i 5 momenti in cui vedendolo giocare avreste dovuto chiedervi “ma come”? Che poi potremmo semplicemente chiamarli Momenti Ibrahimovic.

Ma come è possibile che tiri così forte?

Quante volte abbiamo visto punizioni colpire la barriera senza recare particolari danni al colpito? Ma quando c’è Ibrahimovic sul punto di battuta, le cose sono differenti. La sua punizione, tirata neanche troppo violentemente, va ad abbattere il povero difensore del Rostov che rimane a terra dolorante. Niente di grave, anzi potrà almeno raccontare ai nipotini di essere stato abbattuto da una punizione di Ibra, ma come è possibile che i tiri di Zlatan facciano più male di quelli degli altri?

Ma come fa ad essere così preciso?

Se ‘sto piede può essere ferro, può essere anche piuma. Ibrahimovic è infatti un trequartista nel corpo di un lottatore di MMA. La traccia che disegna la sua apertura per Blind ha la stessa delicatezza di un verso di Tomas Tranströmer.

Ma come fa ancora ad attirare tutte queste attenzioni?

Uno dei motivi per cui ancora oggi Ibra è così decisivo anche lontano dall’area di rigore sta nelle attenzioni che i difensori sono costretti a riservargli. Qui la semplice idea che possa giocare un uno contro uno sulla tre quarti manda fuori giri il centrale del Rostov che prova ad accorciare per aiutare il compagno. Solo che Ibrahimovic – anche di spalle – ha già letto l’azione e di prima appoggia dietro per il compagno che può servire l’inserimento di Mkhitaryan nella voragine creatasi proprio dalla necessità di raddoppiare Zlatan.

Ma come fa a saltare sempre l’uomo con la stessa finta e – di nuovo – calciare così forte e preciso?

Su questo lancio ricevuto in area gli è bastato fintare di crossare di prima col sinistro per guadagnare un piccolo vantaggio sul difensore, saltarlo col suo classico tocco di esterno e poi scaricare un destro terrificante sul palo. Tanto che viene da chiederci se qualcuno sia andato a controllare l’integrità della porta tra il primo e il secondo tempo.

Ma come è possibile che siamo qui a chiederci se era voluto o meno?

Tra tutte le eccezionalità di Ibrahimovic, quelle di tacco sono tra le più eccezionali. Lo usa come gli altri usano il piatto del proprio piede forte, con una sicurezza ed una varietà da ritenere possibile ogni sua giocata fatta usando quella parte del piede. Qui prima riesce ad aprire sulla destra anche in equilibrio precario, poi taglia forte verso il primo palo, guadagna vantaggio sul difensore col fisico, si lascia scorrere il pallone sotto le gambe e con il tacco cambia la traiettoria quel tanto che basta per servire Mata solissimo sul secondo palo.

Potremmo stare qui a chiederci se lo ha fatto o meno volontariamente, ovvero se la sua idea era invece quella di tirare direttamente in porta. Oppure potremmo semplicemente accettare il fatto che con Ibrahimovic le cose non sono mai normali, quelle che ci aspetteremmo. Ed è proprio per questo che siamo tutti così contenti di vederlo ancora giocare così bene e chiederci una volta in più dalle nostre poltrone, ma come?

Alessandro Del Piero award

Continua la nostra rubrica dedicata al gol più inutile di questo turno di Europa League. Questa settimana la rubrica è dedicata a uno dei talenti più limpidi del calcio italiano e al suo gol di tacco nella finale di Champions League persa poi 3 ad 1 contro il Borussia Dortmund.

È stato un turno con pochi gol inutili, ma buoni. Non veramente buoni, perché a quel punto sarebbero stati utili, diciamo belli allora. Avrei potuto scegliere l’acrobazia di polpaccio con cui Strootman ha anticipato il suo marcatore e beffato il portiere, oppure premiare la facilità con cui Dahoud ha saltato il proprio marcatore e infilato il pallone sotto l’incrocio di mezzo esterno destro, ma invece scelgo la sforbiciata di Mohamed Elyounoussi in Olympiakos – Besiktas perché tra tutti è il gol veramente più inutile di tutti, dato che poi la sua squadra ha perso 4 a 1 in casa.

Diciamo subito che sì: il gol è viziato da una decisiva deviazione del difensore avversario, ma che colpa ne ha Elyounoussi? La sua scelta di impattare un cross così bello con una acrobazia così lineare che sembra uscita da una giocata da calcio virtuale deve essere premiata. Per cui complimenti ad Elyounoussi, vincitore dell’Alessandro Del Piero award per gli Ottavi di Europa League 2016-17.

Babel vs Leali

Una delle mie parti preferite dell’Europa League: i duelli epici tra giocatori che pensavi morti. Besiktas - Olympiakos, una partita con un altissimo grado di Europa League, è stata la partita di Ryan Babel vs Nicola Leali.

Ryan Babel

10 anni fa Babel aveva 20 anni, il naso già molto lungo ed era considerato il più forte prospetto del calcio olandese. Aveva già partecipato ai Mondiali del 2006, van Basten aveva detto che Babel poteva diventare il nuovo Thierry Henry e nel 2007 ha vinto gli Europei u-21 segnando in finale.

Pochi di voi saprebbero dire che cosa è successo di preciso a Babel negli ultimi dieci anni.

Nicola Leali

Quando nel 2012 il Brescia ha venduto Nicola Leali alla Juventus Gino Corioni aveva dichiarato che i bianconeri avevano appena acquistato “l’erede di Buffon”. Riuscite a rendervi conto di quante cose sono successe tra il 2012 e oggi? Leali per qualche ragione è ancora di proprietà della Juventus, sebbene stia esaurendo la propria credibilità con la maglia dell’Olympiakos.

Nel disastro dell’Olympiakos di ieri sera, che ha perso 4 a 1 contro il Besiktas, Ryan Babel ha vissuto una piccola, silenziosa giornata di riscatto. Mentre Leali ha fatto quello che non dovrebbe mai fare una meteora: ricordare a tutti di esistere per i motivi sbagliati.

Ryan Babel 1 - Nicola Leali 0

Questo è il tiro con la “de fonseca” con cui Babel ha segnato il gol del 2 a 0 del Besiktas. Esattamente sotto l’ascella di Leali.

Ryan Babel 2 - Nicola Leali 0

Il concetto di “guerra tra poveri” ha radici marxiste e indica il momento in cui i proletari si mettono in lotta tra loro, pilotati dal capitale. Ieri due giocatori spolpati dal sistema calcio si sono dati battaglia, e uno è riuscito a trovare la propria minuscola riscossa personale approfittando dell’altro.

Dopo la partita Babel si è guadagnato qualche articolo che celebra la sua presunta rinascita. Dall’altra parte Leali, in un contesto di odio sportivo in Italia ormai del tutto fuori controllo, ha attirato su di sé uno shitstrom incredibilmente sadico, quello che di solito riserviamo a chi ha tradito le nostre aspettative.

Merendine da mangiare in Europa League quando hai fame

La storia in breve: Durante Manchester United Rostov, Marcos Rojo, terzino classe 1990, urla qualcosa alla panchina. Ha speso molto, forse ha un calo di zuccheri, non lo so, fatto sta che vuole una banana. Mourinho ci pensa un secondo, con la sua tipica faccia corrucciata/western di quando gli si presenta qualcosa di inaspettato, poi si volta, trova una banana, la sbuccia, la passa ad Ashley Young che si sta riscaldando, il quale scende sulla fascia e la consegna a Rojo. Rojo si mangia la banana.

Questa scenetta ha fatto scalpore e si è conquistata la sua viralità, e anche un controllo anti-doping fatto su Rojo dopo la partita. Mourinho ci ha tenuto a spegnere subito ogni filo di eccitazione. A fine gara gli hanno chiesto dell’accaduto e lui sostanzialmente ha risposto: “Non c’è niente da ridere”. Ci sta.

Cosa abbiamo imparato dunque? Non vi vergognate a chiedere le cose. Magari un altro terzino più timido si sarebbe fatto dei problemi e poi si sentiva male. Ti pare che chiedo da mangiare mentre gioco un ottavo di Europa League? Poi mi prendono in giro su Twitter. E invece devi.

Quindi per sostenere Rojo e la sua richiesta genuina, anche se inedita, voglio indicare 3 cibi adatti e 3 cibi non adatti da chiedere durante una partita di calcio. Via:

Adatti

1- Crostatina albicocca: sbriciola un po’ ma buona, leggera e la mangi in due morsi.

2- Ciocorì: cioccolato, riso soffiato e un po’ di nostalgia di nonna che te lo portava dopo scuola.

3- Bueno: pesante, ma all'ultimo segue un kick di endorfine.

Non adatti

1- Buondì marmellata: il tempo che hai finito di masticare e la partita è finita.

2- Mars: si incolla tutto il caramello nei denti. Sconsigliato proprio.

3- Zucchina: insapore, inutile, ma come ti viene in mente?!

Europa Quiz - Genk vs Gent

Bentrovati nella rubrica più difficile di internet. Se la vita è un enorme mistero è anche grazie all’Europa League. Spero abbiate studiato la Jupiler League questa settimana perché è tornata Genk vs Gent.

La grande azione conclusa dal colpo di testa di Coulibaly

Il classico gioco di fraseggio del Gent

Il classico gioco di fraseggio del Genk

Il palo con la balla ballerina sulla riga

La consueta sfortuna del Gent

La consueta sfortuna del Genk

Il gol segnato sotto la curva del Genk (che ha appeso lo striscione in italiano “FORZA GENK”

L’inutile gol del pareggio del Genk

L’inutile gol del pareggio del Gent

Alla fine è passato

Il Genk

Il Gent

Il Gand

Cosa ci mancherà delle squadre eliminate

L’ineluttabilità delle sfide ad eliminazione colpisce ancora: Roma, APOEL, Gent, Borussia Mönchengladbach, FC Copenhagen, FK Rostov, Krasnodar e Olympiacos salutano l’unico motivo per aspettare il Giovedì più del Lunedì e noi dobbiamo farcene una ragione. Ma come fare? Ecco le cose che ci mancheranno di più e come sopperire.

Cosa ci mancherà della Roma

Della Roma ci mancherà sicuramente il Ninja Nainggolan, un giocatore che sta vivendo il momento migliore della sua carriera e che in ogni partita ci delizia con giocate assolutamente straordinarie che sembrano possibili solo a lui. Ieri con i Lione è stato uno dei migliori in campo: scivolate scorpione, passaggi illuminati e un tiro al volo dopo essersi rialzato da terra in un unico momento che ti fa dubitare che sia fatto della stessa pasta di cui sei fatto tu.

Come sopperire: Questa è facile: guardatevi il campionato, ma potreste pure scegliere di recuperare tutte le puntate di Nino il mio amico Ninja.

Cosa ci mancherà dell’APOEL

Dell’APOEL ci mancherà l’APOEL stesso, ovvero l’idea che una squadra cipriota possa stare in Europa League quando non sapevamo neanche che Cipro facesse parte dell’Unione Europea (entrata il 1° Maggio 2004).

Come sopperire: ricordarci che di Cipro non ce ne frega davvero nulla andando a fare degli scontri insieme ai tifosi dell’Apoel.

Cosa ci mancherà del Gent

Del Gent ci mancherà il logo, null’altro, neanche il giochino con il Genk.

Come sopperire: Se state davvero così in fissa con gli indiani potete fare diverse cose:

- Guardarvi L’ultimo dei Mohicani

- Leggervi L’ultimo dei Mohicani

- Andare nelle riserve sparse per gli Stati Uniti

- farvi un paio di domande.

Cosa ci mancherà del Borussia Mönchengladbach

Del Borussia Mönchengladbach ci mancherà il social media manager. L’account Twitter della squadra tedesca è forse uno dei migliori tra tutte le squadre di calcio del mondo e vederli trattare l’Europa League come se fosse una cosa vera era molto divertente.

Come sopperire: mezzo facile, vi basta seguire il loro account @borussia_en oppure prendervi una laurea inutile e poi mandare il curriculum alla squadra tedesca.

Cosa ci mancherà del FC Copenhagen

Del FC Copenhagen ci mancherà l’idea che se avessero vinto l’Europa League avrebbero potuto fare una foto del trofeo insieme alla Sirenetta, mettendo così accanto due delle cose più inutili che abbiamo in questo nostro ricco continente.

Quanta mestizia avrebbe aggiunto la coppa dell’Europa League a questa foto?

Come sopperire: Vincete l’Europa League e fatevi un viaggetto a Copenhagen.

Cosa ci mancherà dell’Olympiakos

Niente. Ci ho pensato molto, ma niente che non fosse qualche stucchevole gioco riguardo la loro disastrata situazione economica.

Come sopperire: dipende da quanto vi piacciono le olive.

Cosa ci mancherà del FK Rostov

Del Rostov ci mancherà Sardar Azmoun, o almeno ci mancherà chiamarlo il Messi iraniano, un soprannome tanto comune quanto bello se declinato in chiave mediorientale. Azmoun è un talento poco più che ventenne di origini turkmene e fa parte di quella nuova generazione di talentini che dai posti più remoti del mondo stanno invadendo l’Europa e che usano l’Europa League come vetrina, visto che il campionato russo ha ancora un appeal relativo.

Come sopperire: Leggetevi questo bel profilo di Lorenzo Forlani.

Cosa ci mancherà del Krasnodar

Tutto. Del Krasnodar ci mancherà tutto. Lo stadio che somiglia al colosseo, l’allenatore Igor Šalimov, il presidente oligarca, il logo con il toro dentro, ma soprattutto ci mancherà la città di Krasnodar. Qui nella redazione Europa League dell’Ultimo Uomo ci siamo tutti innamorati della città più bella tra quelle gemellate con Ferrara.

Un uomo triste che attraversa con un tranvetto sullo sfondo, immagine tipica di Krasnodar.

Come sopperire: aprire una pagina facebook dal titolo Calciatori brutti, ma simpatici crescere di seguaci sempre di più, andare in fissa col Krasnodar, finalmente organizzare una macchinata ignorante, ma rispettosa del codice della strada a Krasnodar.

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