La Serie A è ricominciata appena dopo ferragosto, mentre magari eravate da qualche parte senza televisioni o connessione internet. Le partite hanno iniziato ad accavallarsi rapidamente, in un triste - per noi italiani - avvicinamento al mondiale invernale. In questo turbinio di risultati magari vi siete distratti, non avete visto qualche gol, soprattutto non avete visto qualche grande gol. Tra agosto e questa prima giornata a cavallo, diciamo, con settembre i gol sono stati tanti, ancora di più quelli molto belli. Il calciomercato avrà magari impoverito un po’ la Serie A, ma il campo dimostra come il nostro campionato ha ancora la sua peculiarità, squadre e giocatori per cui vale la pena guardarlo. Sono stati così tanti i bei gol che abbiamo dovuto lasciare fuori il tiro a giro di Kvaratskhelia contro il Monza (ma di lui abbiamo già scrittoabbastanza) o il primo di Dybala con la nuova maglia della Roma (sempre con il Monza). È rimasto fuori il gol di Lautaro allo Spezia, sulla sponda del collega/amico Lukaku o quello di Leao nel derby. Insomma, in Serie A si segnano tanti gol meravigliosi, per cui non perdetevi i prossimi.
Antonio Sanabria contro il Monza
Iniziamo con un gol che più che bello è pazzo, anzi “da pazzo”. Anche la costruzione dell’azione non è da meno: c’è Radonjic che mima un passo di danza, poi va al centro per Sanabria, ma il passaggio è arretrato. Carboni, però, invece di spazzare svirgola, alzando un campanile che ricade dalle parti di Ricci. Il centrocampista del Torino lo gioca di prima, ma in una maniera confusa, una specie di cross ma come colpito male, che però scavalca Di Gregorio e ricade verso il secondo palo. Lì spunta Sanabria per il tap-in a porta vuota, ma non spunta come una persona normale, che forse avrebbe colpito di testa o magari alzando la gamba, no: Sanabria si esibisce in una sforbiciata volante, eseguita con una violenza che viene da pensare che stesse tirando da centrocampo e non da pochi centimetri dalla riga di porta. A vederla è proprio una cosa strana, quasi eccessiva, solo al replay si può apprezzare la bellezza del gesto, la coordinazione di Sanabria, che forse aveva modi più semplici per segnare, ma sicuramente non più belli. L’esagerazione insita in questo gol rappresenta in maniera abbastanza simbolica il lato migliore del Torino di Juric, una squadra senza compromessi, con un'anima satanica che non guarda in faccia nessuno, neanche sulla riga di porta.
Domenico Berardi vs Lecce
Anche quest’estate si è parlato di Berardi. Prima ha firmato il rinnovo, prendendosi anche la 10 del Sassuolo, poi ha detto che è rimasto perché non ha avuto offerte convincenti. Dopo la partita persa in Coppa Italia è quasi arrivato alle mani con un tifoso. Per quanto possa essere un matrimonio di convenienza, quella tra Berardi e il Sassuolo è ormai una storia di bandiere, di un calciatore sempre discusso ma anche sempre decisivo quando veste la maglia neroverde. Questo gol è una dimostrazione delle qualità superiori del suo sinistro, del fatto che - se avesse trovato quell’offerta che cercava - avrebbe fatto divertire qualcuno anche fuori da Sassuolo.
Quando la respinta di testa di Baschirotto inizia la sua discesa, Berardi è qualche passo indietro rispetto all’ideale traiettoria del pallone, soprattutto è girato con le spalle a 90 gradi rispetto alla porta. Per colpire deve fare tutto un sottile lavoro di passettini, dare la forza con la rotazione delle anche, impattare il pallone di taglio per non mandarlo in curva. Berardi fa tutto questo in un attimo, come se fosse la cosa più semplice del mondo. La leggerezza con cui usa il sinistro, senza apparente sforzo col suo corpo praticamente privo di muscoli è forse la cosa più bella del suo calcio. Questo gol ne è un po’ l’essenza.
Dusan Vlahovic vs Roma
Se avesse segnato solo questa punizione, forse non l’avremmo inserito in questa lista, ma in questo agosto Vlahovic ci ha detto che segnare da fermo, con un pallone piazzato a 25 metri dalla porta, leggermente defilato verso destra, è un’operazione semplice. Tra questa e quella con lo Spezia, che parte da più lontano e forse ha addirittura una traiettoria più veloce e “piacevole” da guardare, abbiamo scelto questa più che altro perché prima di entrare sbatte sulla parte interna della traversa e, per qualche motivo, i gol che toccano i legni della porta prima di compiersi sono sempre un po’ più belli. Vlahovic calcia con la parte interna del piede, ma non come ci hanno insegnato i grandi calciatori di punizioni della fine dello scorso millennio. Piuttosto “scava” il pallone con un colpo secco, usando la parte più dura del piede. Non è quindi tanto una questione di “giro”, quelle punizioni che sembrano centrali e poi scappano all’incrocio, quanto piuttosto di “forza” e capacità di ricadere dopo aver scavalcato la barriera. La punizione (forse dovremmo dire le punizioni) di Vlahovic hanno entrambe questa caratteristica di filare quasi dritte come un proiettile, ma anche di salire e scendere al momento giusto. In questo caso appena un attimo prima di stamparsi solo sulla traversa, ma comunque baciandola prima di rimbalzare dentro. Viene da chiedersi se per Vlahovic questo modo di calciare è così facilmente riproducibile, in questo caso sarebbe un guaio per chiunque.
Luis Alberto vs Inter
Lo diciamo subito: c’è la deviazione, e allora? Prima di tutto visto dal vivo, o in diretta, è impossibile accorgersene e l’immediatezza dell’esperienza è quella che conta, l’ooooh di meraviglia che abbiamo fatto tutti quando abbiamo visto Luis Alberto colpire il pallone con l’esterno, molto di esterno, per farlo infilare all’incrocio dei pali a una velocità che sembra più quella di un bel lancio nel baseball.
È difficile colpire così bene un pallone non di collo pieno, dargli forza e precisione come ha fatto lo spagnolo. Il passaggio di Pedro ha i giri giusti, ma Luis Alberto non è forse nella posizione ideale per un tiro facile, viene da pensare che sarebbe stato più intuitivo controllarla per aprire il corpo verso un tiro d’interno. Il giocatore della Lazio però non ci pensa neanche: l’immediatezza del suo tiro, con l’impatto che avviene nel punto più alto del piccolo rimbalzo che fa davanti a lui, è quasi magnetico, attira più del tiro stesso che viaggia imprendibile all’incrocio, con Handanovic che può solo guardare senza colpe.
Olivier Giroud vs Bologna
Giroud non è un attaccante particolarmente barocco, anzi in tutto il suo gioco è molto pulito, ma ha un rapporto quasi morboso con i gol belli. Questa voleè non è neanche tra i suoi migliori, che comprendono anche un gol segnato di scorpione al termine di un’azione iniziata da lui con un tacco e che gli è valso il Puskas Award, ma rimane un bel gol, che richiede un istinto da centravanti, una capacità quasi divinatoria di sentire insieme il pallone, la porta e la propria posizione nello spazio. Leao mette dentro un pallone interessante, ma un po’ lento e avanzato, Giroud allora deve inventarsi questa girata in cui colpisce col sinistro per allungare il cross sul palo sinistro. Il francese colpisce quasi con la punta, è difficile capire se lo faccia volutamente o meno, ma è il modo migliore: la palla si allunga quel tanto che basta per infilarsi all'angolino.
Nicolò Barella vs Cremonese
Altra volée a San Siro, questa volta più canonica, se così si può definire. Calhanoglu ha il tempo di guardare in area e vedere Barella solo al limite; lo serve con un cross di destro morbido - un po’ come quello di Leao - ma in questo caso il pallone viaggia verso il corpo di Barella e non si allontana. Il centrocampista dell’Inter che ha questa materialità un po’ gommosa pianta il sinistro a terra e col destro apre “il compasso” per andare a impattare al volo. La coordinazione è perfetta, il tiro, eseguito con l’esterno collo esce benissimo da piede e viaggia dritto per dritto verso il secondo palo. È come dovrebbe essere eseguita ogni volée, l’esempio che dovrebbe essere mostrato nelle scuole calcio come insegnamento: tutto è fatto nel modo migliore, dall’avvio dell’azione - opera di Barella stesso - al modo in cui allarga la gamba per colpire, al tiro stesso.
Lorenzo Colombo vs Napoli
È stato un momento un po’ caotico della giovane carriera di Lorenzo Colombo: prima ha segnato un rigore partendo però prima del fischio dell’arbitro, poi ha sbagliato la ripetizione, poi, pochissimi minuti dopo, ha segnato questo gol. Una rete che lo inserisce di diritto nel canone degli attaccanti che riescono a tirare le mine anche da fermo. In questo caso è oggettivamente inspiegabile come riesca a caricare e calciare così forte e preciso da quella distanza stando fermo, anzi, ancora peggio, dovendosi girare dopo un controllo spalle alla porta. Gol del genere ci raccontano come sono diversi gli atleti rispetto a noi, la capacità che hanno di compiere gesti che sfidano la fisica o, almeno, la fisica che immaginiamo noi, quella forse più relativa ai nostri corpi. Viene da pensare cosa sarebbe potuto succedere se Colombo avesse colpito questo pallone ricevendolo in corsa, magari di quei palloni che ti vengono incontro a rimbalzella. Forse avrebbe bucato il pallone, o la rete, forse avrebbe bucato Meret come in quella famosa pubblicità il tiro di Cantona. Non lo sapremo mai ed è meglio così.