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Marco D'Ottavi
Haller non smette di segnare
15 dic 2021
15 dic 2021
All'Ajax si sta dimostrando il terminale perfetto di una squadra ambiziosa.
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Marco D'Ottavi
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Rico Brouwer/Soccrates/Getty Images
(foto) Rico Brouwer/Soccrates/Getty Images
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Segnando allo Sporting Club su calcio di rigore - un rigore calciato piano, appoggiato in porta come se fosse inevitabile - Sébastien Haller si è unito a Cristiano Ronaldo come unico giocatore in grado di segnare in ogni partita dei gironi di Champions League. Con 10 gol ha affiancato Messi, rimanendo un gol dietro al portoghese come numero di gol segnati in un girone. Ma, forse, la vera notizia è che Haller ci è riuscito al primo tentativo, essendo queste le prime partite in Champions League della sua carriera. Anche questo è un record: ha superato Haaland, a cui di partite per arrivare a 10 gol in Champions ne sono servite sette. Sono numeri d’élite, numeri da Ronaldo o da Messi, appunto, non certo da Haller, un centravanti che ha dovuto aspettare i 27 anni per esordire nella più importante competizione europea. Come ci è riuscito allora? Se tutti gli attaccanti, anche i più forti, vedono il numero dei loro gol influenzato dal contesto, nessuno più di Haller si sta avvantaggiando, con merito, di avere a supporto una squadra che gioca un calcio brillante e spietato: l’Ajax fin qui ha segnato, tra campionato e Champions, 69 gol in 22 partite, alla media di oltre 3 a partita. Haller potrebbe addirittura superare prima di gennaio il suo record di gol stagionali - 24, con l’Utrecht nella stagione 2015/16 - avendone segnati 20 finora.Come è arrivato all’Ajax Se gli attaccanti, si dice, maturano più tardi, era difficile aspettarsi questa prolificità da parte di Haller a questo punto, dopo aver fallito nella tappa più importante della carriera con il West Ham. Nell’estate del 2019 la squadra di Londra aveva speso quasi 50 milioni di euro per il suo cartellino, con la speranza di trovare finalmente un centravanti che gli facesse fare un salto di qualità ma non era andata bene, o almeno non bene come speravano le parti. Haller si era fatto notare nell'Eintracht Francoforte, una squadra che aveva sorpreso in Europa grazie a un gioco intenso e verticale. Insieme a Jovic in attacco si integravano alla perfezione: se apparentemente era lui il centravanti alto e grosso, nel concreto era Haller ad avere compiti più dinamici e tattici, con tutto un lavoro di movimenti a uscire per aprire lo spazio per il compagno, più finalizzatore. Certo, Haller aveva anche segnato, soprattutto mostrando una buona presenza in area di rigore, ma in una squadra dall’alto volume offensivo non era apparso un centravanti particolarmente efficace e freddo (al contrario del di Jovic, che ora langue come riserva di Benzema al Real Madrid). https://twitter.com/StatsBomb/status/1088451857658200071 Nel calcio diretto dell’Eintracht c’era però un aspetto in cui Haller dominava: i duelli aerei. Con il suo metro e novanta e una muscolatura asciutta e dura, era un autentico dominatore dei cieli. Nell’ultima stagione in Bundesliga giocava 14.1 duelli aerei ogni 90 minuti, vincendone 8.3. Anche questo, probabilmente, aveva spinto il West Ham a spendere tutti quei soldi per metterlo sotto contratto. In Inghilterra però, se il numero di duelli aerei giocati era addirittura aumentato, Haller non aveva incontrato le richieste degli Hammers, in un momento in cui la squadra londinese aveva provato ad alzare il proprio livello competitivo con un ricco mercato.Prima Haller aveva trovato una squadra disfunzionale e mal assemblata, poi quando le cose avevano iniziato ad andare meglio con il nuovo allenatore Moyes, era stato superato nelle gerarchie da Michail Antonio, più adatto a giocare in spazi aperti come chiedeva il nuovo allenatore. L'8 gennaio 2021 era stato ceduto senza tanti complimenti all’Ajax per 22,5 milioni di euro. Se da una parte la cifra concordata tra i due club era il segno di un evidente fallimento di Haller, svalutato per più della metà del costo speso dagli inglesi, dall’altra per l’Ajax era stato l’acquisto più oneroso della sua storia, segno di una volontà forte di puntare su Haller. Era stato un acquisto anche poco nelle corde del club: a titolo definitivo, da un campionato di livello superiore e di un giocatore non più giovane (anche se in qualche modo simile all'operazione che aveva portato Tadic ad Amsterdam dal Southampton). Haller era stato fortemente voluto da ten Hag, che lo aveva allenato nel biennio 2015-17 all’Utrecht, il migliore a livello realizzativo per l’attaccante. La nuova esperienza per Haller non era cominciata nel migliore dei modi. Per un errore amministrativo abbastanza disastroso era stato tenuto fuori dalla lista dell’Europa League, creando un notevole svantaggio per la squadra. Haller aveva iniziato subito a segnare nel campionato olandese, ma dove a ten Hag avrebbe fatto davvero comodo era certamente in Europa. L’Ajax era stata una delle squadre più brillanti e fresche della competizione, ma contro la Roma - che poi aveva eliminato la squadra di Amsterdam - si era sentita la mancanza di una presenza forte in area di rigore, tanto che il giocatore più pericoloso al ritorno era stato Brobbey, attaccante appena maggiorenne. https://youtu.be/cGfahqtypLk

I gol e gli assist della prima mezza stagione di Haller all'Ajax.

Un centravanti centravanti Se Tadic centravanti era stata la chiave di volta dell’incredibile cavalcata in Champions League nella stagione 2018/19, la scelta di investire in maniera così decisa in un profilo con caratteristiche da “centravanti centravanti” poteva segnare la volontà per l’Ajax di abiurare alle proprie idee. Haller effettivamente potrebbe sembrare un corpo estraneo all’interno della squadra: tenta 25.4 passaggi per 90’, che non sono pochissimi per un attaccante, ma sono ben 13 in meno del secondo giocatore della squadra con meno passaggi (il portiere Remko Pasveer, 38.2 passaggi per 90’). Viene usato poco anche per quella che era la sua caratteristica principale, ovvero i duelli aerei per generare seconde palle e risalire velocemente il campo (in questa stagione ne gioca 5.2 per 90’, praticamente un terzo di quanti ne giocava con Eintracht e West Ham, e quasi tutti vengono da cross). Ma la sua presenza al centro dell’attacco non riduce le possibilità del gioco dell’Ajax, al contrario le amplifica. Prima di tutto perché così ten Hag ha potuto spostare Tadic a sinistra, dove al serbo è richiesto un lavoro meno fisico e uno più creativo, lasciandogli la possibilità di associarsi con i compagni sulla fascia per poi rifinire il gioco dall'esterno. Tadic è già a 12 assist in stagione e se non è mai stato timido in caso di ultimo passaggio, potrebbe addirittura ritoccare il suo record di 23 in una stagione. Ma anche perché, banalmente, Haller riempie in maniera molto efficiente il cuore dell’area. Avendo alle spalle una squadra in grado di occupare con tanti uomini la trequarti avversaria anche senza il suo coinvolgimento, ad Haller è chiesto principalmente di “esserci”, di farsi trovare pronto quando inevitabilmente la marea bianca e rossa scardinerà le difese avversarie. Prendiamo la quadripletta allo Sporting Club con cui si è presentato in Champions League. https://youtu.be/oHhR1Hiobq4 Haller segna 4 gol piuttosto facili e lo fa tirando sempre dall’area piccola. Nel primo, che è praticamente un tap-in, la fortuna gioca sì a vantaggio dell’attaccante dell’Ajax, ma è lecito sostenere che nella stessa situazione Tadic, o comunque di un calciatore meno propenso a ragionare da centravanti, dopo il primo dribbling di Antony si sarebbe allargato per ricevere un eventuale scarico al limite dell’area di rigore. Haller invece attacca la porta e il suo movimento è decisivo, perché dopo aver sbattuto sul palo, il pallone gli arriva proprio addosso. Sono tantissimi i gol apparentemente facili di Haller in cui però fa almeno una piccola cosa da manuale del centravanti: uno stop orientato, un passo al momento giusto, una mano piazzata sul petto dell’avversario per tenerlo lontano. «Vede il futuro prima che accada» ha detto ten Hag dopo la partita con il Besiktas, in cui Haller aveva segnato due gol facili, ma anticipando sempre di un attimo i suoi avversari. La facilità con cui l'Ajax riesce a portare il pallone in area di rigore facilita ovviamente il compito di Haller. La mappa dei suoi tiri in Champions League spiega in maniera abbastanza accurata quanto sia messo in condizione di fare il suo lavoro, ovvero fare gol (su 19 tiri totali, 9 sono arrivati da dentro l’area piccola). Haller è sempre stato un attaccante da pochi tiri ad alto potenziale (nell'Ajax tira meno di Antony), ma un efficienza così non l'aveva mai raggiunta.

Se però si trattasse solo di spingere il pallone in rete, l’Ajax non ne avrebbe fatto l’acquisto più oneroso della sua storia. Pur non essendo autosufficiente nella creazione di occasioni da gol, che è il limite che lo spinge a cercare solo tiri negli ultimi metri di campo, o non avendo una tecnica eccezionale o una velocità da levriero in campo aperto, Haller è molto adatto allo stile di gioco di ten Hag. Sa giocare bene di sponda spalle alla porta, difendere il pallone per far salire i compagni. Senza essere particolarmente creativo, non è neanche di quegli attaccanti con i paraocchi che vede solo la porta: in stagione è già a 5 assist e potrebbe migliorare il suo record di 9, realizzato in Germania come partner di Jovic. Inoltre, pur con quel fisico, Haller è molto mobile e con i suoi movimenti verso l’esterno è in grado di creare corridoi appetibili per Berghuis, che è molto bravo a sfruttarli. Quando c’è da pressare, poi, non si tira indietro: i suoi dati sul pressing sono praticamente allo stesso livello di quelli dei compagni di reparto e la generosità non è certo un limite. Il suo dominio fisico, che in Eredivisie è più evidente, rende poi Haller un terminale prezioso della superiorità che l’Ajax può costruire sulle fasce. Anche la squadra con il miglior attacco d’Europa, infatti, può incappare in una partita in cui non riesce a entrare con il pallone in porta e quando questo accade, può contare sul colpo di testa di Haller. Contro il Borussia Dortmund, in una partita rimasta aperta nonostante la superiorità numerica dell’Ajax, è bastato un cross dalla trequarti di Antony per sbloccare la situazione di pareggio a pochi minuti dalla fine. Haller non è un colpitore di testa alla Ronaldo, di quelli che saltano sopra le macchine, ma è molto bravo nel prendere posizione e vincere il duello col difensore. In questo gol Akanji prova a strattonarlo, spostarlo in qualche modo, ma finendo solo per fare brutta figura. https://youtu.be/PSElDacwSl0?t=85 Insomma Haller non è diventato all’improvviso un fenomeno, non ha neanche svoltato da solo la fase offensiva dell’Ajax, una squadra che sotto ten Hag non ha mai avuto troppi problemi a fare gol, anche quando non aveva un vero centravanti. Eppure non si può negare che la sua presenza abbia migliorato la squadra, dimostrato come non necessariamente per giocare un calcio moderno e ambizioso bisogna rinunciare a giocatori dalle caratteristiche meno complesse. Nel posto giusto, al momento giusto, Haller si è fatto trovare pronto, rispondendo a chi lo aveva etichettato come centravanti da sponde. All’Ajax Haller riesce a essere contemporaneamente nello spartito di una squadra dall’armonia perfetta che fuori, trovando ogni tanto soluzioni non convenzionali per i suoi compagni, esattamente quello che si chiede ai centravanti. Se è quasi scontato aspettarsi da lui molti altri gol in Eredivisie, da febbraio l'Ajax punterà a stupire di nuovo tutti in Champions League. Dovesse continuare a segnare anche lì, nel regno dei migliori, trascinando la squadra chissà fino a che punto, toccherà iniziare a chiederci qual è il posto di Haller nelle gerarchie dei centravanti.

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