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Guida ufficiosa alla Serie B
02 set 2015
02 set 2015
7 domande per inquadrare la nuova stagione della serie cadetta.
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1. Il Cagliari è come se fosse già promosso?

Stefano Ughi (@Ste_Hoogie)

Questo non si può dire, ma certo sarebbe sorprendente se il Cagliari non ottenesse la promozione diretta. Ho letto di alcuni paragoni col Catania della scorsa stagione, in estate considerato da molti osservatori una “corazzata” destinata a dominare il campionato (purtroppo sappiamo bene come questa storia sia poi andata a finire). Tuttavia, mi pare vi siano delle differenze sostanziali tra quel Catania e questo Cagliari. I sardi hanno costruito la squadra puntando non su calciatori di presunto livello superiore (il Catania, oltre ai vari Calaiò, Rosina, Almirón e Spolli aveva in rosa giocatori come Leto, Sauro e Monzón, che contavano diverse presenze nelle coppe europee), ma sul Best Of dell'ultimo campionato di B.

Infatti, in Sardegna sono arrivati Bartosz Salamon (dalla Sampdoria, ma era in prestito al Pescara), Davide Di Gennaro (dal Palermo, ma era in prestito al Vicenza) e Federico Melchiorri (dal Pescara), forse il miglior difensore centrale, il miglior regista e il miglior attaccante della scorsa stagione. Non solo: la panchina è stata affidata a Massimo Rastelli, reduce da un triennio eccellente alla guida dell'Avellino (nella scorsa stagione gli irpini hanno sfiorato la finale playoff) e considerato da qualcuno l' “Antonio Conte della Serie B”. Se a tutto questo aggiungiamo gli arrivi di Marco Storari in porta e la conferma di gente che con la B c'entra poco o nulla come Daniele Dessena (eletto capitano dopo l'addio di Daniele Conti) e Marco Sau, si comprende facilmente come il Cagliari debba per forza di cose essere considerato il maggior pretendente alla promozione in Serie A.

Gabriele Anello (@nellosplendor)

Se c’è una lezione che la Serie B ci ha impartito in questi anni, è che i favoriti ci sono, ma spesso steccano. Abbiamo avuto il Bologna e la Samp promosse solo ai playoff o il Torino rimasto per tre anni in cadetteria. Un’eccezione è stata il Palermo, che ha stravinto il campionato nel 2013-14.

Certo è che non c’è nessuna squadra che si avvicini al potenziale tecnico dei sardi. Il presidente Giulini ha incassato una retrocessione pesante, anche perché il Cagliari era da 11 anni consecutivi in A. Tuttavia, le sue mosse estive sembrano buone. La struttura della squadra è stata modificata alla radice con gli addii dei senatori Cossu, Pisano e Daniele Conti, sostituiti da giocatori che sembrano adeguati per la B. Insomma, non sarà già promosso, ma è ampiamente favorito.

La scorsa stagione di Federico “Ibra” Melchiorri.

Teo Filippo Cremonini (@tieffeci)

Il Cagliari parte favorito, tanto favorito, anche se ormai è difficile "ammazzare" un campionato come quello di Serie B in Italia. Negli ultimi anni poche squadre "favorite" sono riuscite a vincere e convincere da subito, spesso finendo travolte dalle pressioni. Qui però la qualità, ma soprattutto le ambizioni, sono davvero molto elevate e non è da escludere che il Cagliari possa intraprendere un cammino molto simile a quello del Palermo post Gattuso con Iachini, ovvero una delle poche squadre, come la Juventus nell'anno di cadetteria, capace di rendere fin da subito e in maniera costante.

Il Cagliari non è come se fosse già promosso, ma se le ambizioni di Rastelli battono le pressioni fin dalle prime giornate—che spesso si rivelano cruciali, perché gli allenatori arrivati alla grande occasione non hanno molto tempo—la squadra non avrà difficoltà a raggiungere quota 80 punti il prima possibile e ottenere la promozione diretta. L'ambiente è fiducioso, la società sembra esserci—a differenza dello scorso anno—e forse una stagione vissuta al massimo in Serie B potrebbe ravvivare l'entusiasmo di tutta la terra sarda perché, in fondo, ne abbiamo davvero bisogno.

2. Quali sono le altre favorite sulla carta?

Stefano

È sempre difficile stabilire delle gerarchie di partenza in Serie B. Certo, anche l'altra squadra retrocessa dalla A, il Cesena, pare avere tutte le carte in regola per lottare per le primissime posizioni. Pure i romagnoli hanno puntato forte su giocatori che in B hanno fatto benissimo (in avanti, occhio a Camillo Ciano, 17 gol col Crotone nella scorsa stagione) e su un allenatore emergente, ma già rodatissimo in Serie B: Massimo Drago. Attenzione poi all'Avellino. Dopo aver sfiorato la finale playoff con Rastelli, gli irpini hanno ulteriormente rafforzato la squadra, soprattutto grazie all'innesto di un top player della categoria: Ciccio Tavano (con 116 reti all'attivo, più 6 realizzate nei playoff, è il quarto miglior marcatore di sempre nella storia della Serie B, nonché il primo tra i calciatori oggi in attività, e in carriera ha già ottenuto 4 promozioni in Serie A). L'entusiasmo della piazza, già di per sé sempre caldissima, è davvero alle stelle: nel giorno del suo arrivo ad Avellino, il nuovo allenatore Attilio Tesser è stato accolto dai tifosi come un vero e proprio eroe.

Terrei in considerazione il Bari, una piazza enorme che da troppo tempo aspetta il ritorno in Serie A: la società si è mossa pesantemente sul mercato, portando in Puglia (tra gli altri) Gianluca Sansone, protagonista assoluto della promozione del Bologna nella scorsa stagione, Riccardo Maniero e Alessandro Rosina. Poi dico Pescara (finalista ai playoff pochi mesi fa e protagonista nelle ultime ore di mercato con gli acquisti di Hugo Campagnaro, Ahmed Benali e Andrea Cocco) e Perugia (che in panchina può contare su un big della categoria, Pierpaolo Bisoli).

Gabriele

Il Cesena ha buone possibilità di riguadagnare subito la A. Ha cambiato parecchio, ma ci sono giocatori interessanti: da Ragusa a Ciano, da Gomis a Mazzotta, fino all’esperienza di Cascione, Lucchini e Renzetti. In panchina, l’arrivo di Massimo Drago garantisce la conoscenza della categoria, anche se si tratta della sua prima esperienza lontano da Crotone.

Oltre al già citato Bari, da seguire anche le situazioni di Spezia e Salernitana. I liguri hanno nel patron Gabriele Volpi una macchina da soldi e hanno un buon allenatore (Bjelica), ma manca il salto di qualità finale. Magari il 2015-16 sarà la volta buona: non tutti hanno davanti Calaiò, Catellani e Nenê. La Salernitana di Lotito, tornata in B dopo cinque anni, vorrà certamente recitare un ruolo da protagonista, almeno per i playoff. Vedremo se anche Pescara e Perugia potranno inserirsi tra le favorite.

Teo

Lo Spezia di Bjelica, dopo aver piacevolmente rapito l'attenzione degli appassionati per questo mix fra giovani italiani e stranieri, sembra voler fare le cose sul serio: è arrivato Calaiò davanti e Terzi in difesa, uomini di esperienza già vincitori di questo campionato. Sulla carta potrebbe esser la grande avversaria del Cagliari, ma confermare una stagione vincente con tutte quelle scommesse è molto più difficile di stupire. Un gradino sotto, poi, si muovono il Perugia—con l'arrembante Bisoli in panchina che deve togliersi quella fastidiosa etichetta di allenatore che fa bene solo a Cesena—, il Bari e il Pescara.

Queste tre squadre hanno operato bene sul mercato e hanno buoni allenatori sulla carta (Bisoli, Nicola e Oddo) che possono esser trascinatori e punto di riferimento per la stagione. La rosa del Bari è davvero fin troppo ricca, in avanti Nicola potrà scegliere tra Sansone—protagonista della promozione con il Bologna—, Maniero e Rosina presi dal Catania, De Luca, Defendi e variare con le soluzioni del gioco assicurandosi a centrocampo Porcari, metronomo del Carpi neopromosso. Per queste tre squadre l'obbiettivo minimo sono i playoff, mentre dietro ci sono tante squadre che hanno entusiasmo da vendere, come la Salernitana, che potrebbe ufficializzare tra poche ore Francesco Lodi, svincolato, e che con l'aggiunta di Sciaudone in difesa ed Eusepi in avanti—finalmente pronto alla grande occasione?—, coordinati da un mister interessante quanto sfortunato come Torrente, potrebbe pensare addirittura al doppio salto. Per non parlare dei tifosi: vincere a Salerno sarà difficile per chiunque.

3. Dal punto di vista del gioco quali sono le squadre più interessanti?

Stefano

Parecchie squadre sono ancora dei cantieri aperti, ma sono molto curioso di vedere all'opera il Crotone. In panchina è arrivato Ivan Juric, “pupillo” di Gian Piero Gasperini, sotto la cui guida il croato ha giocato per sette stagioni (dal 2003 al 2006 proprio a Crotone e poi col Genoa fino al 2010) prima di fargli da “vice” nelle sfortunate esperienze con l'Inter e col Palermo. Il modulo di riferimento di Juric, manco a dirlo, è il 3-4-3 tanto caro al suo “maestro”. In Calabria avrà a disposizione una squadra piuttosto giovane, ma i primi risultati sono incoraggianti: sconfiggendo prima la FeralpiSalò e poi la Ternana, il Crotone si è già guadagnato il diritto di affrontare il Milan a San Siro nel prossimo turno di Coppa Italia. Un piccolo grande traguardo.

Poi dico Vicenza, sulla cui panchina è rimasto Pasquale Marino, uno che al 4-3-3 non rinuncerebbe nemmeno se avesse Riquelme in rosa. Nella scorsa stagione i biancorossi hanno giocato un calcio davvero ottimo. Vero che ora hanno cambiato molto a livello di giocatori (perdendo due pedine fondamentali come Davide Di Gennaro e Andrea Cocco), ma penso che il tridente offensivo di Marino sia in grado di esaltare un giocatore come Cristian Galano. A Bari lo chiamavano il Robben delle Puglie, benché si sia espresso soltanto a sprazzi: di certo, il suo talento è un lusso per la Serie B ed è un giocatore potenzialmente in grado di fare la differenza.

Il sinistro di Galano!

Gabriele

Innanzitutto il Cesena. Drago è uno che fa giocare bene le sue squadre e non tutti hanno a disposizione un tridente con Ragusa, Rosseti/Djuric e Ciano. Il Novara di Tesser giocava un ottimo calcio, può fare altrettanto al Partenio. Specie se hai dalla tua Ciccio Tavano.

Sul Brescia va fatto un discorso particolare. Ripescate dopo la retrocessione, le Rondinelle ripartiranno soprattutto dai giovani. Però in panchina c’è un mago come Roberto Boscaglia, l’uomo che ha portato il Trapani in B per la prima volta nella sua storia. Tra penalizzazioni e incertezza della B c’è lo spazio per una sorpresa.

Teo

Tesser è alchimista sensibile del pallone. Ogni squadra di Tesser, nonostante le tante delusioni, ha sempre grande fascino, lanciando giocatori e proponendo un calcio divertente. Ad Avellino avrà ottime individualità per applicare il suo calcio e poche pressioni—la presentazione è stato un successo, il calore e la passione dei tifosi sono qualcosa di positivo che potrebbe spingere tutta la squadra. Inoltre mi piacerebbe citare Marino e il suo Vicenza. Il tecnico siciliano fa sempre un bel calcio, ma spesso non è compreso dai dirigenti della propria società. In questo ore si mormora di possibili dimissioni (che paiono rientrate) e sarebbe un peccato, visto che la squadra, nonostante difficilmente possa riconfermarsi al terzo posto come lo scorso anno, avrebbe le potenzialità per esser di nuovo un punto di riferimento per il gioco della Serie B.

4. Sono possibili nuovi casi come quello del Carpi e del Frosinone? Quali sono le possibili sorprese che Lotito non apprezzerebbe?

Stefano

Forse non sarebbero sorprese clamorose come Carpi e Frosinone, ma a mio avviso ci sono un paio di squadre che sono in grado di fare un grande campionato. La prima è lo Spezia. I liguri hanno raggiunto i playoff nelle ultime due stagioni e, dal giugno 2014, in virtù della stretta collaborazione avviata con il Rijeka (il cui proprietario è proprio il presidente dello Spezia, Gabriele Volpi), il Golfo dei Poeti si è trasformato in una sorta di “colonia” della Croazia: praticamente metà squadra proviene da lì, tecnico compreso (Nenad Bjelica). Il gruppo è rimasto pressoché lo stesso rispetto allo scorso campionato, concluso al quinto posto in classifica. In più, davanti è arrivato Emanuele Calaiò. Ci sono quindi tutti i presupposti per confermare, e magari persino migliorare, i risultati dell'ultima stagione.

Un'altra squadra che potrebbe sorprendere è il Trapani. I siciliani hanno raggiunto la B per la prima volta soltanto nel 2013 e hanno ottenuto un 14.esimo e un 11.esimo posto. È da notare che l'anno scorso il Trapani ha avuto un rendimento casalingo strepitoso (simile a quello del Frosinone promosso in A), ma disastroso in trasferta: se riuscisse a migliorare sotto questo aspetto... In panchina, poi, c'è un certo Serse Cosmi. Pare sia stato proprio Cosmi a volere in squadra Felipe Sodinha, uno dei personaggi più interessanti della Serie B: trequartista, brasiliano, tutto mancino, dotato di una classe cristallina, ma anche (per sua stessa ammissione) di un grande appetito, capace sul campo di fare cose incredibili.

Sodinha in mezzo a Pjanic e Cristiano Ronaldo.

Gabriele

Il Novara partirà con due punti di penalizzazione, però mi sembra abbia tutte le caratteristiche per salvarsi con tranquillità. Il gruppo si è rafforzato, ma non è stato stravolto. Sono stati presi elementi che conoscono bene la categoria e sono rimasti persino alcuni pezzi della squadra che ha conquistato la A nel 2011. Gli arrivi di Galabinov e Nicolas Viola sono interessanti. In più, il Novara conta su due garanzie. La prima è Pablo Andrés González, capace di segnare più di 60 gol per i piemontesi. La seconda è in panchina: Marco Baroni ha fatto bene con la Virtus Lanciano e discretamente a Pescara. Non vedo perché non dovrebbe confermarsi a Novara.

Teo

Il Polisportivo Provinciale di Trapani è stato, negli ultimi due anni, uno dei campi meno conquistati dalle squadre avversarie. Il Trapani di Serse Cosmi riparte proprio da questo dato, capace di portare due salvezze tranquille alla società siciliana. Nello Stadio Polisportivo Provinciale, chiamato così perché si trova nel comune di Erice a pochi chilometri dalla città, ci stanno appena 8.500 persone e i malumori di Lotito della scorsa stagione partono anche e soprattutto da questa considerazione strutturale. Forse è la stagione in cui Serse Cosmi ci dirà realmente se è meglio continuare con la carriera da deejay oppure se il calcio lo sa fare ancora bene, perché in fondo la squadra c'è e confermare una salvezza tranquilla a poche giornate dal termine in un campionato così corto, con una classifica che si aggira in una decina di punti tra playoff e playout potrebbe riservare qualche sorpresa. È un gruppo che si conosce bene, è stato fatto un buon mercato di mantenimento e non ripartire da zero per una squadra della cadetteria è già un passo abbondante. Poi magari Claudio fa qualche chiamata e arriva un poco di fortuna…

5. Oddo, Crespo, Panucci, Iuliano... quale tra gli ex calciatori di successo potremo vedere prima in Serie A?

Stefano

Metà delle panchine della Serie B 2015-16 saranno affidate a ex calciatori di Serie A e B degli anni Novanta/Duemila. Sul finire della scorsa stagione si è parlato molto di Massimo Oddo: passato dalla panchina della Primavera del Pescara a quella della prima squadra proprio prima dell'ultima (decisiva) partita di campionato contro il Livorno, l'ex campione del mondo 2006 ha guidato i suoi sino alla finale playoff, sfiorando la promozione in A giocando un gran calcio e senza peraltro perdere alcuna partita. Già con la Primavera degli abruzzesi si era messo in luce proponendo un modulo raramente utilizzato dalle nostre parti: il 3-3-4. Insomma, Oddo è sicuramente tra gli allenatori della B da seguire con attenzione.

Nella scorsa stagione anche Mark Iuliano ha fatto molto bene sulla panchina del Latina (subentrato a gennaio con la squadra al penultimo posto, l'ex difensore della Juve ha condotto i nerazzurri a una salvezza relativamente tranquilla), mentre a Livorno sinora non ha del tutto convinto Christian Panucci, che si è fatto sfuggire l'obiettivo playoff all'ultima giornata a causa del netto 3-0 patito proprio contro il Pescara di Massimo Oddo. Grande curiosità, invece, per vedere all'opera Hernán Crespo, approdato sulla panchina del Modena dopo una buona esperienza alla guida della Primavera del Parma. Il Valdanito allenatore, tutto da scoprire, ha dichiarato di ispirarsi a tre grandi tecnici avuti in passato: Mourinho, Ancelotti, Bielsa.

Gabriele

Se devo puntare su uno di loro, il mio euro va su Massimo Oddo. Il suo Pescara promette bene, anche se quest’anno servirà a capire se l’exploit nel finale dello scorso campionato è stato una fiammata o qualcosa in più. Non ho inserito il Pescara tra le super favorite alla promozione perché la squadra ha perso alcuni elementi importanti come Melchiorri, Bjarnason, Politano e Salamon. Credo poi che la delusione per la promozione mancata nella finale playoff con il Bologna peserà un pochino. La squadra è molto promettente (vedi Verre e Mandragora) e ha aggiunto elementi d’esperienza come Campagnaro, ma in attacco, oltre all'ultimo arrivato Cocco, basteranno le solite prodezze di capitan Sansovini?

Teo

Senza dubbio Massimo Oddo. Lo scorso anno, vuoi per l'entusiasmo iniziale, stava per raggiungere una meritata promozione. In finale contro il Bologna e in quei playoff il Pescara non solo stava meglio fisicamente e psicologicamente, ma l'allenatore abruzzese faceva giocare la sua squadra una spanna sopra le avversarie. Ancora non si è capito come non sia riuscito a entrare quel pallone nella finale di ritorno dei playoff a Bologna, dove l'ampiezza del gioco proposto da Oddo ha mandato lo schema difensivo di Delio Rossi in totale apprensione. Attacco da destra a sinistra, sinistra a destra e poi palloni in mezzo sia per la punta centrale che per i frequenti inserimenti dei centrocampisti. Non è solo una visione ben studiata di calcio quella proposta, ma anche una certa predisposizione alle partite ad alta tensione. Nel finale della scorsa stagione è riuscito a vincere il delicatissimo spareggio playoff contro Panucci—allenatore del Livorno—per 3 a 0.

Attenzione comunque a Hernán Crespo, che, vuoi per il grande fascino del giocatore, ma anche per la società da cui è stato scelto, il Modena, non è escluso che possa ottenere ottimi risultati da subito. «Il mio Modena palla a terra. Nel nome di Mourinho» ha raccontato poco dopo essere stato presentato e subito grande lavoro con gli attaccanti. Speriamo porti bene porsi come una specie di Mourinho simpatico…

6. Quali giovani dobbiamo tenere d'occhio che potrebbero ambire a palcoscenici più grandi?

Stefano

Credo siano davvero molti i giovani talenti da tenere sott'occhio in Serie B. Basti pensare che 14 dei 24 giocatori convocati da Di Biagio per la prossima gara dell'Italia U-21 provengono da squadre di B. Il nome più scontato è quello di Simone Scuffet, portiere del '96 prestato al Como dall'Udinese: dodici mesi fa era considerato il “nuovo Buffon” ed era vicinissimo al trasferimento all'Atlético Madrid. Il Cagliari ha due terzini sinistri interessanti: Antonio Barreca ('95 di proprietà del Torino, molto positivo l'anno scorso col Cittadella) e Nicola Murru ('94, che conta già una quarantina di presenze in Serie A). Occhio al centrocampo del Pescara: Rolando Mandragora ('97 in prestito dal Genoa, che ha già esordito in Serie A ben figurando contro la Juventus), Valerio Verre ('94 in prestito dall'Udinese, che la scorsa stagione ha fatto benissimo a Perugia) e Lucas Torreira (mediano uruguaiano del '96 lanciato sul finire della scorsa stagione da Oddo e già “prenotato” dalla Sampdoria).

Aggiungo anche Luca Crecco del Lanciano, mezzala mancina del '95 in prestito dalla Lazio (positivo l'anno scorso a Terni). Davanti, tre nomi: Alberto Cerri (centravanti '96 in prestito al Cagliari dalla Juventus, che lo ha acquistato “approfittando” del fallimento del Parma, che ne deteneva il cartellino), Vittorio Parigini del Perugia ('96 in prestito dal Torino, attaccante esterno rapido ed estroso, già protagonista con gli umbri nella scorsa stagione) e soprattutto Marcello Trotta dell'Avellino, che di anni ne ha già quasi 23 (“scippato” al Napoli dal Manchester City nel 2008, ha giocato in Inghilterra sino allo scorso gennaio) ed è stato vicinissimo al Palermo nelle ultime ore di mercato.

Personalmente, poi, ho due ossessioni. Una è quella per il croato Mario Situm dello Spezia, attaccante esterno/seconda punta classe '92, cresciuto nella Dinamo Zagabria (insieme a Mateo Kovacic, Sime Vrsaljko e Andrej Kramaric), che nella scorsa stagione ha fatto vedere sprazzi di talento di categoria superiore. L'altra è quella per Felipe Avenatti, centravanti 1993 della Ternana: alto 196 cm, mancino, devastante sotto il profilo fisico, ma dotato tecnicamente, arrivato in Umbria nel 2013 per 4 milioni di euro (cifra enorme per un club come la Ternana), subito dopo aver disputato il Mondiale U-20 con l'Uruguay (sconfitto soltanto in finale ai rigori dalla Francia di Pogba, Kondogbia, Zouma e Digne). A Terni Avenatti ha realizzato solo 12 gol in due stagioni, ma scommetto a occhi chiusi sulla sua prossima esplosione.

Gabriele

Innanzitutto Marcello Trotta. Forse l’esser esploso in Inghilterra ne penalizza la fama. Dopo tanti giri Di Biagio l’ha convocato per l’ultimo Europeo U-21 e ora ha buone chance di diventare capocannoniere. Il secondo nome è sempre quello di un attaccante. Lorenzo Rosseti si aspettava qualcos’altro quando è andato in prestito all’Atalanta la scorsa stagione, ma ha giocato solo due gare. La Juve l’ha spedito a Cesena: è un classe ’94 e in fondo non è passato molto tempo dalla sua esplosione con la maglia del Siena.

Teo

Tra i nomi più attesi c’è Alberto Cerri. Lo scorso anno a Lanciano non ha convinto, ma stiamo pur sempre parlando di un classe 1996, il cui cartellino è di proprietà della Juventus. Abbiamo bisogno di un’autentica punta centrale in Italia, speriamo di averla trovata. Al suo fianco potrebbe esserci in Nazionale, fra qualche anno, Jacopo Manconi, ala destra/seconda punta classe 1994 del Novara, uno dei protagonisti dell'Italia Under-20. In mezzo al campo da osservare il bosniaco Andrej Modic, scuola Milan classe 1996 alla prima esperienza tra i professionisti. Se non dovesse finire triturato dal caos degli ultimi giorni di mercato del Vicenza, potrebbe diventare uno dei centrocampisti centrali—con attitudine da regista—più forti del campionato.

7. Che derby non dovremo perderci?

Stefano

In Serie B i derby hanno un legame più profondo con il territorio e il vissuto quotidiano. Si tratta per lo più di derby regionali, come quello che andrà in scena alla prima giornata tra Salernitana e Avellino. Sarà una sfida accesissima, considerato poi che le due squadre campane non si affrontano dal 2009. A Salerno l'entusiasmo è al massimo dopo il ritorno in Serie B mentre ad Avellino c'è la convinzione di avere allestito una squadra in grado di competere per i primissimi posti in classifica. Sabato pomeriggio all'Arechi sarà spettacolo vero, anche sugli spalti (fortunatamente aperti anche ai tifosi ospiti dell'Avellino).

Stadio Partenio di Avellino: la curva dei tifosi irpini prima della sfida playoff vs. il Bologna.

L'altro derby da non perdere nel corso della stagione (in programma alla nona giornata) è quello umbro tra Perugia e Ternana, due squadre e due tifoserie divise da una rivalità atavica e profondissima. Sempre interessante sarà anche la sfida emiliano-romagnola tra Cesena e Modena (riedizione della semifinale playoff del 2014, in cui ebbero la meglio i bianconeri), che ritorna quest'anno dopo la retrocessione dei bianconeri.

Gabriele

Punterei su Perugia-Ternana. Il derby umbro è sempre stato oggetto di una rivalità che nasce da due versioni opposte dell’Umbria e della sua identità. Da una parte l’urbanistica medievale e il patrimonio artistico di Perugia; dall’altra Terni, la “Manchester d’Italia”, città che conserva una lunga tradizione nell’industria siderurgica.

22 novembre 2014: Diego Falcinelli, nato in provincia di Perugia e tifosissimo del Perugia, segna con la maglia della propria squadra del cuore nel derby contro la Ternana e va a esultare in curva.

Teo

Pur essendo nell'estremo nord, dove apparentemente c’è meno fuoco rispetto a quello umbro, il derby fra Novara e Pro Vercelli nasconde un fascino non indifferente. Per esempio quello di Silvio Piola, nato a Pavia ma calcisticamente a Vercelli. Lo chiamano Derby del riso e qualcuno giura che sia molto più di una semplice partita: per questa stagione il centro-sud può rischiare di perdere il primato come derby più atteso, ma non vorrei creare hype inutile.

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